imprenditoria
Da Immuni a Evernote
c:\> 05 Evernote sta per diventare milanese
Dopo aver fatto una discreta fortuna sull’onda della pandemia grazie all’app Immuni, i giovani sviluppatori di Bending Spoons con sede a Milano (che ha nel catalogo anche altri software come Splice di video editing, Remini che migliora le immagini con l’Intelligenza Artificiale e 30 Day Fitness) hanno deciso di fare acquisti e mettere le mani su un marchio ormai quasi “vintage” dei programmi mobili.
I meno nuovi nel mondo della produttività mobile ricordano senza dubbio l’elefantino in campo verde che rappresentava un’app a suo tempo rivoluzionaria per prendere note ovunque e sempre dal nome esplicativo di Evernote. Questo programma, che potrebbe essere per molti versi definito il Dropbox delle agende elettroniche, consentiva appunto di prendere note condivise fino ad una certa quantità e con funzioni limitate in maniera gratuita, mentre per avere il pacchetto completo occorreva abbonarsi.
Orbene, nonostante con il passare del tempo non ha mancato di crescere il numero di prodotti simili, basti pensare al praticissimo e del tutto gratuito Google Keep o al pesante ma aziendalmente diffuso OneNote di Microsoft oppure al più innovativo Notion, sembra che la nomea di Evernote valga ancora milioni di utenti, ricavi ricorrenti per 100 milioni di dollari e circa 11 miliardi di note in archivio.
In questo modo Bending Spoons porta in casa un marchio internazionale universalmente riconosciuto anche se un po’ impolverato che indubbiamente fa ancora immagine.
Fondata nel 2000 dall’imprenditore russo-americano Stepan Pachikov, Evernote, con sede a Redwood City, ha realizzato un software di riconoscimento della grafia per Windows e l’omonima app per prendere appunti e ritagliare il Web Evernote, che memorizzava le note su un “rotolo di carta infinito”. Sotto la guida del CEO Phil Libin, che è entrato a far parte dell’azienda nel 2007, Evernote ha spostato la sua attenzione sul Web, sugli smartphone e sul Mac, a partire da Evernote 3.0 nel 2008.
Questa si è rivelata una strategia vincente, almeno all’inizio. Tra il 2010 e il 2015, Evernote ha raccolto centinaia di milioni di dollari in capitale di rischio da investitori tra cui Sequoia, Meritech Capital e la società di media giapponese Nikkei. Il suo servizio web ha raggiunto 11 milioni di utenti nei primi tre anni ed Evernote ha lanciato un’attività in Cina, Yinxiang Biji, mentre la startup cercava di espandersi rapidamente. Nel 2013 Evernote era valutato quasi un miliardo di dollari. Ma poi sono iniziati i guai. Le collaborazioni con marchi di beni fisici come Moleskine e Pfeiffer non hanno ottenuto il successo sperato e nell’ottobre del 2015 si è passati al licenziamento del 18% del suo personale e un altro 15% nel 2018 oltre alla chiusura di molti dei suoi uffici internazionali.
Nonostante l’ingresso dell’ex CEO della piattaforma TokBox Small abbia fatto conseguire $ 100 milioni di entrate ricorrenti, milioni di clienti paganti e oltre 250 milioni di utenti il peso dell’età ha cominciato a farsi sentire, soprattutto con l’arrivo di concorrenti come Notion.
Ma quelli di Bending Spoons annunciano che applicheranno le proprie “tecnologie proprietarie” al vecchio marchio per “aumentare la sua utilità” e “rafforzare la sua portata” e riuscire a”poter servire la sua vasta e fedele base di clienti”. L’accordo fra le due aziende dovrebbe concludersi all’inizio dell’anno prossimo.
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imprenditoria
Stefano Buono e Newcleo lanciano il progetto di una nuova torre – grattacielo a Porta Susa a Torino
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Digitale
A Novara Silicon Box porta un impianto produttivo per la realizzazione di semiconduttori e microchip per un investimento complessivo di 3,2 miliardi di euro
Silicon Box ha scelto Novara come sede del suo impianto produttivo per la realizzazione di semiconduttori e microchip, il primo nel suo genere in Europa, per un investimento complessivo di 3,2 miliardi di euro.
L’annuncio è arrivato durante la conferenza stampa per la firma della lettera di intenti che si è svolta a Roma a Palazzo Piacentini, sede del Mimit, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dei co-fondatori di Silicon Box Sehat Sutardja e Weili Dai, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e del sindaco di Novara Alessandro Canelli.
Il sito di Novara è stato selezionato dall’azienda attraverso un processo di valutazione dettagliato, con il supporto di esperti e consulenti indipendenti. A pieno regime l’impianto potrà generare 1.600 nuovi posti di lavoro diretti, a cui si aggiungeranno quelli indiretti per la costruzione della fabbrica e per le forniture e la logistica a essa collegate.
Lo stabilimento sarà costruito e gestito secondo i principi europei di riduzione al minimo l’impatto sull’ambiente. L’investimento è al momento ancora soggetto all’approvazione della Commissione Europea.
Il sito contribuirà a soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori, principalmente nel mercato europeo, per abilitare nuove tecnologie come applicazioni di nuova generazione nel campo dell’intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e componenti per veicoli elettrici.
L’investimento di Silicon Box si inserisce a pieno titolo nella strategia europea segnata dal Chips Act – che punta a raddoppiare la quota di mercato globale dell’Ue nel settore dei semiconduttori entro il 2030, dal 10 ad almeno il 20% – e nella strategia italiana per la microelettronica, che stanzia 4 miliardi per attrarre in Italia grandi investimenti e punta a irrobustire la ricerca industriale avanzata.
L’arrivo della multinazionale di Singapore a Novara rappresenta il secondo grande investimento in Italia nel settore della microelettronica in poche settimane, dopo quello da 5 miliardi annunciato a fine maggio da parte di STMicroelectronics per la costruzione di un nuovo impianto a Catania per la produzione in grandi volumi di carburo di silicio (SiC) da 200 mm per dispositivi e moduli di potenza, nonché per attività di test e packaging.
“L’annuncio di oggi – ha sottolineato Urso – conferma la validità del nostro piano strategico sulla microelettronica: è in atto un effetto volano degli investimenti sui chip in Italia. Silicon Box è davvero un caso modello, un unicum nel panorama internazionale, sarà il primo impianto di produzione di chiplet in Europa. Un partner industriale che ci farà crescere nel settore dell’alta tecnologia e che ci permetterà di aumentare le capacità di design e nel know how”. Urso ha poi aggiunto che “dall’inizio del 2024, se sommiamo l’investimento di Silicon Box a quello di STMicroelectronics e altri più contenuti da parte di aziende straniere in Italia – oltre all’assegnazione della linea pilota sui materiali ad alta resistenza che la Commissione europea ha voluto realizzare nella Etna Valley in Sicilia – arriviamo a un ammontare complessivo di oltre 9 miliardi di euro sulla microelettronica nel nostro Paese. Un dato, solo nei primi sei mesi dell’anno, non riscontrabile in nessun altro Paese europeo”.
Il presidente Cirio ha ribadito l’importanza dei risultati raggiunti in questi anni alla guida della Regione: “Il mio primo mandato da presidente del Piemonte si è concluso con l’importante risultato del secondo modello di auto a Mirafiori a Torino e il secondo si apre con il coronamento di un lavoro che ci impegnato negli ultimi mesi con il Governo, il Comune di Novara e Silicon Box per un investimento straordinario, da oltre 3 miliardi di euro, che approda in Piemonte con oltre 1.600 posti di lavoro in un settore che rappresenta il futuro della manifattura e che si aggiunge a altri investimenti annunciati nelle scorse settimane a conferma di quanto sia strategica la scelta del governo italiano di insediare in Piemonte e a Torino la sede della Fondazione per l’intelligenza artificiale”. Poi ha sottolineato che “l’investimento di Silicon Box rappresenta per noi un risultato straordinario, dimostra che investire in Piemonte è conveniente e conferma l’attrattività crescente del nostro territorio che ha battuto la competizione di regioni come la Lombardia e il Veneto che per anni sono state il locomotore del Nord a cui oggi si aggiunge a pieno titolo anche il Piemonte grazie al grande lavoro di questi anni e al fatto che, con Tav e Terzo Valico, che vanno a completamento nei prossimi anni, proprio in questo territorio si incroceranno le grandi direttrici europee di mobilità e di scambio delle merci. Ci abbiamo lavorato tanto, ci abbiamo creduto, abbiamo investito tempo, rapporti e risorse. Questo è il primo passo della Silicon Valley in Italia ed è un’occasione unica che rende il nostro Piemonte sempre più centrale in Italia e in Europa”.
Il sindaco Canelli ha parlato di “grande risultato per la nostra città. L’arrivo di Silicon Box costituisce un investimento strategico epocale non solo per Novara e per il Piemonte, ma per l’Italia tutta. Da 10 mesi a questa parte abbiamo lavorato per costruire un dossier di candidatura che ha consentito di portare in città questo insediamento che di fatto dà inizio ad un cambio di paradigma sullo sviluppo futuro di Novara e del nord est del Piemonte con la nascita di un hub della scienza e della tecnologia e di un distretto dell’innovazione per il quale la nuova produzione per i semiconduttori sarà centrale e il cui ruolo includerà lo svolgimento di compiti aggiuntivi relativi all’ambiente tecnologico, territoriale ed economico che la nuova fabbrica andrà a creare intorno ad essa. Missione che porterà anche a nuove opportunità di collaborazione con Università italiane ed enti di ricerca europei. Un intervento che prevede anche un importante rigenerazione urbana di aree industriali dismesse e degradate nel tessuto urbano. Inoltre, il progetto avrà un impatto rilevantissimo sul piano dell’occupazione, certamente, ma anche e soprattutto sul piano economico e formativo”. Canelli ha poi precisato che “Novara non è stata scelta a caso: la posizione strategica del nostro territorio è senz’altro stata essenziale nella decisione finale, ma gli investitori hanno visto molto di più nella nostra città. Hanno visto un tessuto produttivo florido, un’Università dove arrivano studenti da tutta Europa, hanno visto la presenza di scuole tecniche già altamente specializzate. Silicon Box non sarà dunque solo un parco tecnologico, ma una realtà dove verrà fatta formazione e che si impegnerà a creare un ecosistema della filiera dei semiconduttori e che aiuterà la nostra città’ ad avviare ulteriori progetti di riqualificazione e rigenerazione”.
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imprenditoria
Future Start-up Founders un percorso per le donne che vogliono diventare imprenditori nel mondo della tecnologia
Il percorso Future Start-up Founders di Femme Forward offre alle donne l’opportunità di ricevere una formazione gratuita nel campo dell’imprenditoria tecnologica: un programma di 60 ore su 8 settimane + 1 di lavoro progettuale, con contenuti erogati online in modalità live.
Le partecipanti avranno l’opportunità di concepire e presentare efficacemente la propria idea imprenditoriale, dalla validazione sul campo delle ipotesi all’elaborazione di un solido modello di business, dal perfezionamento delle strategie di sviluppo del prodotto alle tattiche di marketing ed i fondamenti tecnici necessari.
La formazione non si limiterà solo a lezioni teoriche. Attraverso workshop interattivi, lezioni live e asincrone, esercitazioni, sessioni di mentoring personalizzate e partecipazione a talk ed eventi di networking, acquisirai competenze sia tecniche che soft skills. Questo approccio olistico ti preparerà in modo completo per le sfide del mondo imprenditoriale.
Il percorso Future Start-up Founders si svolge nell’ambito di Femme Forward, un progetto finanziato dall’UE con il programma Erasmus+ e conta su un consorzio di 15 partner, tra cui TOP-IX, provenienti dall’industria, dalla tecnologia e dall’istruzione in 8 stati Europei.
La formazione prenderà il via l’8 novembre e accoglierà un massimo 30 partecipanti. Non sono richieste competenze specifiche all’ingresso o altri pre-requisiti se non la curiosità, la dedizione e l’ambizione di voler costruire il proprio futuro lavorativo ed imprenditoriale in campo tecnologico.
Per candidarsi entro il 29 ottobre
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