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Massa Critica

11ᵃ edizione Premio nazionale GiovedìScienza

La ricerca è il motore del progresso, l’opportunità di guardare al futuro con speranza, e per questo deve essere sostenuta e incoraggiata. Il Premio nazionale GiovedìScienza intende dare visibilità al lavoro di giovani ricercatrici e ricercatori che con la loro attività contribuiscono allo sviluppo e all’innovazione nel nostro paese.

In un periodo in cui ci si trova spesso a confronto con informazioni fuorvianti è fondamentale stimolare la diffusione dei risultati della ricerca attraverso una comunicazione precisa e responsabile ma al contempo chiara e semplice per arrivare al grande pubblico.

Alla scienza e alla sua comunicazione è dedicato il Premio Nazionale GiovedìScienza, giunto quest’anno all’undicesima edizione. Fino al 28 febbraio 2022 è aperto il bando per presentare le candidature.

L’iniziativa è rivolta alle ricercatrici e ai ricercatori under 35 che abbiano ottenuto risultati rilevanti dal punto di vista scientifico-tecnologico operando in un Ente di Ricerca italiano e che parallelamente abbiano dimostrato competenza nella diffusione di queste conoscenze presso il grande pubblico.

Al centro della competizione la capacità dei candidati di comunicare la scienza, attività sempre più cruciale in un contesto variegato e complesso e che genera spesso conflitti. La scienza è diventata pervasiva e dominante nella vita quotidiana delle persone, gli scienziati devono scoprire e accettare la sfida della complessità della comunicazione.

Il Premio Nazionale GiovedìScienza guarda al futuro, e il futuro che ci piacerebbe tracciare ha come bussola l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Perché la ricerca scientifica è indispensabile per il benessere della società.

Il Premio propone ai candidati un percorso che si articola in 3 fasi: la candidatura, la selezione e la competizione. Il merito scientifico è la base di valutazione per selezionare i finalisti; oltre 100 i referees coinvolti in ogni edizione.

Una Giuria Tecnica di esperti della comunicazione scientifica, una Giuria Popolare, composta da studenti delle scuole secondarie di secondo grado e un Comitato di rappresentanti dell’ecosistema dell’innovazione ne decreteranno i vincitori.

I premi da assegnare sono 4:

Premio GiovedìScienza assegnato alla divulgazione, il vincitore riceverà un premio in denaro pari a € 5.000 e sarà inserito nella programmazione della prossima edizione di GiovedìScienza (2022/2023), con una conferenza dedicata.

Premio Speciale Elena Benaduce, dedicato a lavori di ricerca che si distinguano per avere ricadute dirette o importanti sul benessere delle persone e sulla qualità della vita. Il premio sarà assegnato a quello che, tra i dieci finalisti e a giudizio della giuria popolare, ha presentato il lavoro di ricerca che mostra più attenzione al benessere della persona o più direttamente può avere un impatto sul miglioramento della qualità della vita. Il vincitore riceverà un premio in denaro pari a € 3.000.

Premio GiovedìScienza Futuro, assegnato al miglior studio di fattibilità delle potenziali applicazioni della ricerca, un riconoscimento che guarda al mondo delle aziende con l’intento di stimolare il dialogo e l’interazione tra il mondo scientifico, tessuto economico e innovazione: il vincitore si aggiudica 3.000,00 € e un percorso di accompagnamento finalizzato allo sviluppo del progetto sostenuto da uno dei partner.

Premio GiovedìScienza Industria 4.0, rivolto ai candidati che sviluppano la loro proposta progettuale partendo dal concetto di “Industria 4.0”: il vincitore si aggiudica 3.000,00 €

Dalla scorsa edizione, finalisti e vincitori dei Premi hanno l’opportunità di partecipare al corso di comunicazione della scienza in cui, al fianco di esperti del campo, potranno affinare la propria tecnica divulgativa.

Le candidature devono pervenire esclusivamente online nella sezione Premio del sito www.giovediscienza.it entro le ore 13.00 di lunedì 28 febbraio 2022. Bando e regolamento su www.giovediscienza.it/premio.

Come spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino: “Giovani e brillanti ricercatori, risultati scientifici rilevanti, capacità divulgativa nei confronti del grande pubblico, una giuria tecnica e una popolare composta da studenti: sono questi gli ingredienti dell’11° edizione del Premio Nazionale GiovedìScienza che la Camera di commercio di Torino ha voluto supportare, nella convinzione dell’importanza della ricerca e del metodo scientifico, ma anche della comunicazione efficace dei risultati per un’informazione corretta e uno sviluppo condiviso della società”.

“Prosegue anche quest’anno il supporto di UniCredit a GiovedìScienza, giunta alla trentaseiesima edizione, in considerazione del fondamentale ruolo che il Premio nazionale GiovedìScienza, da anni riveste per sostenere l’importanza della comunicazione scientifica e del supporto ai giovani ricercatori – dichiarano da UniCredit. “Siamo una banca commerciale paneuropea semplice e di successo, con un Corporate & Investment Banking pienamente integrato, e una rete unica in Europa occidentale e centro-orientale che mettiamo a disposizione della nostra vasta clientela. Ci impegniamo a fare la cosa migliore per gli azionisti, i clienti, i dipendenti, le comunità e l’ambiente per essere certi che UniCredit continui ad essere una banca paneuropea vincente. In UniCredit creare valore significa integrare la sostenibilità nelle nostre strategie di business in termini di capitali finanziari, umani, sociali e relazionali, intellettuali e naturali”.

2i3T ha particolarmente a cuore la partnership con il Premio GiovedìScienza e partecipa storicamente con grande entusiasmo e interesse alla sua realizzazione – afferma Fiorella Altruda – Presidente Incubatore d’Impresa dell’Università degli Studi di Torino 2i3T. “Nella filosofia del Premio ritroviamo le parole chiave che contraddistinguono anche la mission del nostro Incubatore: empowerment di giovani ricercatori, comunicazione dei risultati della ricerca e della loro applicazione in contesti concreti, esempi e best practice che avvicinino sempre più studenti ad intraprendere un futuro professionale in ambito scientifico. Sono sicura che anche l’edizione di quest’anno non mancherà di stupirci con eccellenti risultati e profili di grande interesse per il futuro, sia in contesto nazionale che internazionale”.

“Da oltre 20 anni l’Incubatore del Politecnico di Torino mantiene un legame strategico con i dipartimenti universitari e i centri di ricerca del territorio, insieme a cui svolgiamo molte attività congiunte sui temi dell’innovazione e dell’imprenditorialità innovativa”, dichiara Giuseppe Scellato, Presidente di I3P. “Siamo quindi orgogliosi di collaborare anche quest’anno con l’Associazione CentroScienza Onlus per il Premio Nazionale GiovedìScienza, nell’ottica condivisa di valorizzare le potenzialità delle eccellenze accademiche in ambito scientifico e tecnologico, in particolare le attività di ricerca e spin-off che possono generare ricadute positive sul tessuto economico, sociale e culturale.”

“Esprimo a nome mio e di tutta la comunità dei nostri ricercatori – afferma Stefano Buscaglia direttore generale della Fondazione LINKS – il piacere e l’orgoglio di aderire ad una iniziativa di grande interesse: dobbiamo investire sul futuro (e sul presente) della ricerca ma anche sulla capacità di rendere fruibile e comprensibile a tutti i risultati della stessa. Mai come oggi sviluppo sostenibile, benessere della società e delle persone, cultura e sicurezza nel mondo digitale del 4.0, sono obiettivi centrali per l’innovazione che anche noi, con il lavoro dei nostri 150 ricercatori, vogliamo contribuire a raggiungere ogni giorno”.

“Innovazione e scienza sono due fattori fondamentali per la competitività del nostro sistema imprenditoriale e siamo molto felici di prendere parte ad un’iniziativa che contribuisce a sviluppare l’alto potenziale di giovani ricercatori italiani, in linea con la missione del Club degli Investitori di supportare progetti innovativi fin dalle primissime fasi” dichiara Giancarlo Rocchietti, Presidente e fondatore del Club degli Investitori.


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Donne

Se io non voglio, tu non puoi – Se tu non vuoi io non posso – Contro la violenza sulle donne per il 25 novembre

In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, la Fondazione Una Nessuna Centomila lancia una campagna per ribadire se necessario che il consenso non è una concessione, è un diritto.

Ogni giorno troppe donne si sentono giudicate, colpevolizzate o abbandonate di fronte alla violenza subita.

Quante volte si è cercato di giustificare uno stupro con frasi come “Perché non ha reagito?” o “Ma come eri vestita?”

Un “NO” deve essere ascoltato.

Il silenzio NON è un assenso


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Arte

Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento

In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.

Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).

Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.

Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.

Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).

In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).

Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.

Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.


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Difesa Ambiente

Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale

Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)


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