Massa Critica
Climate Pledge: le aziende per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2040
Climate Pledge è uno sforzo collettivo per importanti aziende a lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2040, 10 anni prima dell’Accordo di Parigi.
Il Climate Pledge è un appello perché aziende e organizzazioni raggiungano l’obiettivo di emissioni zero di CO2 nelle loro attività entro il 2040.
I firmatari del Climate Pledge si assumono un impegno in tre principali aree di azione:
- Report Periodico – Le aziende firmatarie si impegnano a misurare e riportare periodicamente le emissioni di gas serra.
- Eliminazione di CO2 – Applicare strategie di decarbonizzazione in linea con l’Accordo di Parigi attraverso cambiamenti e innovazioni aziendali, inclusi miglioramenti sull’efficienza, energie rinnovabili, riduzione di materiali e altre strategie di eliminazione del carbonio.
- Compensazioni Attendibili – I firmatari applicheranno strategie di decarbonizzazione in linea con l’Accordo di Parigi attraverso reali cambiamenti e innovazioni aziendali, inclusi miglioramenti sull’efficienza, energie rinnovabili e altre strategie di eliminazione del carbonio.
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Massa Critica
Comala: da aula bunker del processo alle BR a luogo di aggregazione per gli studenti e non solo di Torino
Comala è un luogo polifunzionale nato a Torino nei locali recuperati dell’ex caserma Lamarmora, edificio risalente alla seconda metà dell’Ottocento. Originariamente si trattava di un mercato del bestiame, poi diventato sede per le truppe di artiglieria a cavallo, successivamente ufficio comunale e poi diventato un pezzo di storia degli anni di piombo in quanto aula bunker durante il maxi-processo alle Brigate Rosse.
Oggi il Comala si autodefinisce : “Un posto a Torino in cui studiare, fare musica, riunirsi. Nel verde, durante il giorno ma anche fino a sera”. Gestito dall’omonima associazione culturale che lo ha trasformatoin un centro giovanile e culturale aperto a tutti , Comala deve il suo nome alla cittadina immaginaria creata dallo scrittore messicano Juan Rulfo.
Nato come sala prove e sala registrazione si è ampliato con aule studio per centinaia di persone e un ricco cartellone di iniziative. Con il Covid, l’associazione ha continuato a offrire servizi e spazi creando per l’aula studio tendoni riscaldati per garantire il distanziamento per diventare un punto di riferimento in una zona piena di giovani e studenti.
Molti dei frequentatori del Comala sono studenti universitari fuorisede a Torino che organizzano anche grand feste come la gigantesca festa di San Martino . Da buoni italiani il calcio è tema importante , si sono proiettati con grande successo le partite dei mondiali degli azzurri e poi ci si è messi in proprio perchè è nata l’idea di creare una squadra di calcio a partire da un post su instagram. Comala Football and Cricket abbreviato Comala FC è partito in terza categoria per poi arrivare a una clamorosa promozione in seconda. E in parallelo al calcio sono partite le squadre di basket e volley.
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Donne
Se io non voglio, tu non puoi – Se tu non vuoi io non posso – Contro la violenza sulle donne per il 25 novembre
In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, la Fondazione Una Nessuna Centomila lancia una campagna per ribadire se necessario che il consenso non è una concessione, è un diritto.
Ogni giorno troppe donne si sentono giudicate, colpevolizzate o abbandonate di fronte alla violenza subita.
Quante volte si è cercato di giustificare uno stupro con frasi come “Perché non ha reagito?” o “Ma come eri vestita?”
Un “NO” deve essere ascoltato.
Il silenzio NON è un assenso
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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