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Gli editori si schierano contro Telegram

Gli editori hanno chiesto all’ AGCOM di sospendere Telegram dopo essersi allarmati per la diffusione illegale delle testate in alcuni canali Telegram. Secondo i media coinvolti, Telegram reca grossi danni economici al settore

Tutti uniti contro Telegram

Telegram può essere sospeso in Italia? Al momento è difficile a dirsi, ma la Fieg (Federazione degli editori di giornali) ha chiesto all’ AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) un provvedimento esemplare per punire tutti quei canali Telegram che divulgano gratuitamente tutte le testate.

L’app di Pavel Durov è stata accusata di pirateria digitale: durante il periodo di emergenza c’è stato un incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche e questo ha provocato gravi danni economici all’intero settore.

“Sospendere Telegram al più presto”

La decisione di intervenire per mettere al bando Telegram e alcuni canalie “non più procrastinabile” per la Fieg, soprattutto in questo periodo delicato per gli editori. Ad annunciarlo è Andrea Riffeser Monti, presidente della FIEG.

Sonostati monitorati su Telegram 10 canali dedicati esclusivamente alla distribuzione illecita di giornali digitali.       Si è scoperto addirittura che il fenomeno di pirateria ha registrato un grosso aumento di adesioni a partire dai primi mesi del 2020 (dal 8 gennaio al 1° aprile). Partendo dagli iscritti di gennaio, è stato registrato un incremento del 7% di questi nel mese di febbraio, si è passati poi al 20% a marzo e addirittura al 46% nei primi giorni di aprile.

Non solo è aumentato il numero degli iscritti, ma addirittura il numero di testate distribuite in tutto sui canali monitorati, lo studio ha rivelato che nel mese di aprile è avvenuto un aumento dell’88.4% rispetto al mese di gennaio. Si è passati infatti da 77 testate registrate l’8 gennaio alle 163 del 1° aprile.

Il fenomeno sta diventando davvero difficile da gestire.

Pavel Durov, fondatore di Telegram

A Rischio migliaia di posti di Lavoro

Gli editori hanno paura che questo fenomeno sia ormai incontenibile e che l’unica soluzione sia di sospendere Telegram finchè non verranno bloccati i canali pirata.

FIEG ha stimato le perdite economiche del settore editoriale: “In una ipotesi altamente conservativa, stimiamo 670 mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno: un dato di fronte al quale confido che l’Autorità di settore voglia intervenire con fermezza e tempestività” dichiara Riffeser Monti.

I lavoratori e gli investitori che tengono in vita la filiera produttiva della stampa sono le categorie più colpite dalla pirateria: “dagli editori ai giornalisti, dai poligrafici, ai distributori e agli edicolanti” Racconta Riffeser Monti “tutti impegnati, tra molti sacrifici, a garantire la continuità di un bene primario, quale quello dell’informazione, che, mai come in questo momento, è chiamato ad assolvere la sua più alta funzione di diritto costituzionalmente garantito” .


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Digitale

Intersections raduna a Milano il mondo del marketing, della comunicazione e della creatività

Dall’unione di IAB Forum e IF! Italians Festival nasce Intersections, il più grande evento in Italia dedicato al mondo del marketing, della comunicazione e della creatività che si svolge a Allianz Mico a Milano il 29 ec 30 ottobre 2024.

IAB Italia, ADCI e UNA hanno deciso di realizzare il primo grande evento sistemico per rispondere in modo compatto all’evoluzione e alle sfide della industry in questo particolare momento storico, guidato anche dalla grande discontinuità dell’Intelligenza Artificiale.


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Digitale

Google è monopolista secondo il Dipartimento di giustizia USA. Ora potrebbe esserci il suo spezzatino

Un documento presentato al giudice federale degli USA Amit Mehta ha portato alla decisione di sanzionare Google per attività monopolistiche. La causa, promossa dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e diversi stati, sostiene che Google abbia usato il proprio potere di mercato in modo anticompetitivo, impedendo ad altre aziende di competere nel settore della ricerca online e dei servizi digitali.

Il giudice Mehta ha valutato le prove contro Google riguardo a vari accordi esclusivi con produttori di dispositivi e sviluppatori di browser che garantiscono a Google di essere il motore di ricerca predefinito su milioni di dispositivi. Questa esclusività ha reso quasi impossibile per i rivali ottenere una significativa quota di mercato, contribuendo a consolidare il monopolio di Google. Il DOJ, insieme agli avvocati generali di diversi stati, ha contestato che Google abbia illegalmente monopolizzato il mercato della ricerca e della pubblicità online attraverso accordi con aziende come Apple e Samsung per mantenere il proprio motore di ricerca come opzione predefinita su diversi dispositivi.

Il cuore dell’accusa riguarda gli “accordi esclusivi” di Google, che hanno portato all’accumulo di circa il 90% delle ricerche online e all’88% del mercato della pubblicità testuale, ostacolando i concorrenti dal punto di vista degli investimenti e dell’innovazione. Il DOJ ha dimostrato che Google paga ingenti somme per diventare il motore di ricerca predefinito, ad esempio su dispositivi Apple, scoraggiando il cambiamento di provider da parte degli utenti e limitando le scelte disponibili al consumatore.

La sentenza non prevede danni economici, ma un’ingiunzione che potrebbe includere misure per impedire a Google di continuare accordi esclusivi di default o addirittura obbligare l’azienda a separare il business della ricerca da altre operazioni come Android e Chrome.

Questo caso rappresenta un passo storico per l’antitrust negli Stati Uniti, simile al processo Microsoft degli anni ‘90, e potrebbe aprire la strada a nuove regolamentazioni per altri giganti della tecnologia, tra cui Apple e Amazon, anch’essi sotto scrutinio legale per pratiche anti-competitive.

Il Governo ha raccomandato che Google deve cambiare il suo modello per riaprire il mercato dei motori di ricerca e dei servizi digitali alla concorrenza con possibili cambiamenti strutturali, un termine che molti osservatori intendono con una scissione ovvero con uno spezzatino.

Un team legale specializzato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ), affiancato da esperti in regolamentazione antitrust e tecnologia, sta lavorando a una serie di raccomandazioni per il giudice federale Amit Mehta. La proposta del DOJ include sia rimedi comportamentali che strutturali per affrontare l’impatto monopolistico di Google. I rimedi in valutazione spaziano da restrizioni su accordi preinstallati con produttori di dispositivi, all’accesso dei concorrenti ai dati di ricerca, fino alla potenziale separazione di parti dell’azienda per ripristinare la concorrenza nel settore dividendo Chrome, Google Play Store e il sistema operativo mobile Android dal search.

Questa prima versione delinea una serie di strade per la riforma, tra cui l’obbligo per Google di rendere accessibili i dati e i modelli di programmazione utilizzati per generare risultati tramite il suo motore di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia sta anche valutando la possibilità di chiedere al giudice di vietare a Google di utilizzare o conservare i dati che si rifiuta di condividere con società terze.

Google ha dichiarato che intende appellarsi alla decisione, sottolineando che le accuse ignorano i benefici offerti ai consumatori dal loro motore di ricerca. Le fasi successive del processo potrebbero determinare cambiamenti significativi non solo per Google ma per l’intera industria tecnologica, influenzando l’accessibilità e la concorrenza nei mercati digitali anche in Europa e negli altri continenti.

Negli ultimi dieci anni, Google ha accumulato 8,25 miliardi di euro di multe dalle istituzioni antitrust dell’Unione europea che  riguardano tra gli altri il suo sistema operativo mobile Android e il servizio pubblicitario AdSense.


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Digitale

Sabato 26 Ottobre 2024 torna il Linux Day

Sabato 26 Ottobre 2024 torna il Linux Day: la principale manifestazione italiana dedicata al software libero, la cultura aperta ed alla condivisione promosso da Italian Linux Society e supportato da GARR.

Il Linux Day nasce nel 2001 come appuntamento annuale per riunire le forze di tutte le persone attiviste nel movimento del software libero, dell’open source, ed in particolare di Linux. Proponiamo una rete di eventi decentralizzati in tutta Italia, organizzati autonomamente da gruppi di persone volontarie e appassionate. È il più grande evento italiano sul tema con migliaia di visitatori.  L’accesso al Linux Day è libero e gratuito.

Il Linux Day di Torino si svolge al  Collegio degli Artigianelli  in Corso Palestro 14 nel pomeriggio di Sabato 26 Ottobre.


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