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Innovazione

La Compagnia di San Paolo presenta gli obiettivi 2020 venerdì 24 gennaio: Cultura, Persone, Pianeta

La Compagnia di San Paolo ha presentato in diretta streaming dal Teatro Carignano gli obiettivi e le linee programmatiche per il 2020 e la riorganizzazione della Fondazione alla luce del modello degli SDGs promossi dall’ONU nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

La registrazione video

“La nostra sfida è stata lavorare quotidianamente per la competitività di sistema e la sostenibilità sociale creando opportunità per tutti. Percorrere questa strada è un cammino di continuità avendo già dimostrato come le nostre azioni concorrano da tempo ai Sustainable Development Goals.” – ha dichiarato Francesco Profumo – “Dal 2017 la Compagnia ha proposto un modello di Fondazione centrato sul tema dell’educazione per formare cittadini più responsabili e intervenire in modo efficace sulle disuguaglianze. Per raggiungere gli obiettivi, siamo partiti da tre pilastri: l’educazione, l’innovazione e lo sviluppo. Concetti che in questi anni si sono evoluti e ampliati. All’inizio del nostro percorso, l’orizzonte era il territorio; oggi parliamo di comunità. L’educazione, che resta il punto di partenza dei nostri progetti, è un concetto che ha trovato anche luoghi fisici in cui crescere. Lo sviluppo, ispirato dall’agenda Onu, è diventato sostenibile. L’innovazione sociale, tecnologica e culturale, è diventata indispensabile anche nell’approccio alla finanza, all’organizzazione, all’ambiente. Il modello operativo si è evoluto con un approccio sperimentale: questa modalità ci ha consentito di costruire le giuste azioni per supportare le idee. Oggi la Compagnia di San Paolo è un agente di sviluppo moderno e sostenibile.”

“La Compagnia di San Paolo non cambia missione né opzioni strategiche di fondo.” – ha dichiarato Alberto Anfossi – “Quello che il 2020 vedrà è un aggiornamento e un arricchimento della propria capacità realizzativa in base alle necessità dei nostri tempi e allo scenario in cui è essa inserita, locale come globale. Non ci nascondiamo che la sfida dello sviluppo sostenibile è ardua a tutti i livelli, e certamente anche al nostro: siamo però certi che con l’adesione al modello dei Sustainable Development Goals, la Compagnia sarà in grado di rendere ancor più efficace, trasparente e condiviso l’impatto del suo lavoro tra le persone e nei territori.”

La Compagnia di San Paolo è la prima Fondazione in Italia ad aver adottato un nuovo modello organizzativo mutuato dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, documento promosso dalle Nazioni Unite in cui sono stati formulati 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, i “Sustainable Development Goals” (SDGs), il raggiungimento dei quali dovrebbe, garantire un futuro alla società e al mondo in cui viviamo, promuovendo lo sviluppo sostenibile del pianeta e dell’umanità

I temi del 2020

Cultura Arte, Patrimonio, Partecipazione. Immaginiamo il futuro.

Abbiamo la fortuna di vivere immersi in un’inestimabile ricchezza, che ci offre l’occasione di progettare una società più accogliente, per il benessere di tutti. Promuovere la cultura al fianco delle istituzioni ci permette di attingere alla creatività e all’arte per rendere più attrattivi i nostri territori, pensare e reinterpretare spazi in cui le persone diventano protagoniste, coltivare nuove competenze e rapportarsi ai beni culturali con spirito di custodia.

Persone. Opportunità, Autonomia, Inclusione. Costruiamo il futuro.

Contribuiamo a migliorare la vita delle persone fragili, aiutandole a diventare autonome e protagoniste del proprio futuro, in una società migliore per tutti. Promuoviamo alleanze locali e internazionali, collaborando con tutte le realtà che mettono l’essere umano al centro. Accompagniamo il progetto di vita delle persone in ogni sua dimensione: un luogo in cui abitare con serenità, un lavoro che garantisca dignità e sicurezza, un’educazione per crescere cittadini consapevoli e responsabili, una comunità che si rinnova in modo resiliente e territori che diventano inclusivi.

Pianeta. Conoscenza, Sviluppo, Qualità di vita. Sosteniamo il futuro.

Siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di pensare e proteggere il futuro del nostro Pianeta e delle prossime generazioni, con azioni dal forte impatto: promuovere una ricerca sempre più competitiva, accelerare l’innovazione per trovare nuove soluzioni, favorire opportunità internazionali di confronto, rendere accessibile una nuova idea di benessere delle persone attraverso stili di vita sani e proteggere l’ambiente.


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Energia

Come è fatta una stazione di rifornimento a idrogeno

Una stazione di rifornimento idrogeno è in tutto e per tutto simile a quello che siamo abituati a vedere nella nostra quotidianità con le stazioni di fornimento di benzina e gasolio. La differenza è che una stazione di rifornimento a idrogeno è asservita a una mobilità idrogeno a zero emissioni. S

i compone di diverse parti, la prima tra tutte è ovviamente l’idrogeno, che può essere prodotto in loco tramite elettrolisi da fonti rinnovabili, oppure può essere trasportato dall’esterno, prodotto esternamente e portato all’interno della nostra stazione di rifornimento, in contenitori gassosi.

Una volta che abbiamo il nostro idrogeno all’interno della stazione di rifornimento, questo deve essere compresso ad altissime pressioni, 900-950 bar circa per poter permettere poi il rifornimento a vetture leggere o pesanti che siano.

Prima di poter però permettere il rifornimento bisogna raffreddare l’idrogeno a temperature intorno ai -40°, questo ci permette di operare in sicurezza un rifornimento in tempi che sono paragonabili a quelli della mobilità tradizionale, nell’ordine dei 5 minuti per fare un piano.

Completa il quadro della situazione della stazione di rifornimento, il dispenser, vale a dire, il bocchettone, che ci permette di fare il pieno, molto simile a quello ad oggi utilizzato per il GPL.


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Idrogeno

La fine di Nikola Corporation la startup che voleva realizzare i camion a idrogeno

Nikola Corporation, che era stata presentata come la Tesla dei camion elettrici a idrogeno  ha presentato istanza volontaria di fallimento  ai sensi del Chapter 11 delle legge americana.

Nikola Corporation, era stata fondata nel 2014 con l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il settore dell’autotrasporto attraverso l’introduzione di camion elettrici e a idrogeno a zero emissioni.

Nel 2016, viene presentato il primo veicolo, il camion a idrogeno Nikola One, che raccoglie pre-ordini per un valore dichiarato di 14 miliardi di dollari. Nonostante le promesse, il Nikola One rimane un prototipo e viene successivamente rimpiazzato dai modelli Nikola Two e Nikola Tre.

Il 4 giugno 2020, Nikola si quota in borsa, beneficiando dell’ondata di speculazione finanziaria che ha caratterizzato l’anno della pandemia di COVID-19. Il valore delle azioni dell’azienda sale rapidamente, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, nonostante l’assenza di un prodotto commercializzato.

Pochi mesi dopo la quotazione, l’agenzia Hindenburg Research pubblica un’analisi che mette in discussione la validità delle tecnologie e delle affermazioni di Nikola. Il report accusa Nikola di aver simulato il funzionamento del suo camion a idrogeno in un video di presentazione, facendolo scorrere in discesa anziché utilizzare un propulsore funzionante. Le accuse di Hindenburg Research provocano un crollo del titolo Nikola in borsa e un grave danno all’immagine dell’azienda.

In seguito alle indagini della Corte di Giustizia statunitense, il fondatore di Nikola viene accusato di frode e finisce in carcere nel 2021. L’azienda dichiara di voler rispettare la tabella di marcia e di concentrarsi sulla consegna di veicoli elettrici Nikola Tre entro la fine dell’anno.

Nel 2022, Nikola avvia la commercializzazione del Nikola Tre in versione elettrica, prodotto nello stabilimento di Coolidge, Arizona. Un anno dopo, due esemplari del Nikola Tre prendono fuoco a causa di problemi al pacco batterie. L’azienda è costretta a richiamare tutti gli esemplari in commercio e a sospendere la produzione di camion elettrici.

Con una liquidità di soli 47 milioni di dollari e un titolo azionario crollato del 98% in 12 mesi, Nikola è stata ostretta ad avviare la procedura di Chapter 11, mettendo all’asta i propri beni per rimborsare i creditori.

Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l’uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite.


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Idrogeno

Parte la sperimentazione in Lombardia dei treni a Idrogeno e della loro logistica

Entreranno in servizio nel giro di un anno i 14 treni a idrogeno sulla linea ferroviaria lombarda non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, progettati da Alstom, che andranno a sostituire gli attuali treni a gasolio e potranno percorrere fino a 600 chilometri con un pieno, rilasciando nell’aria solo vapore acqueo.

È stato inaugurato a Rovato, in provincia di Brescia, l’impianto per la manutenzione e il rifornimento dei convogli che verranno gestiti da Trenord, mentre altri tre siti sono in fase di costruzione e serviranno a produrre e stoccare l’idrogeno.
I treni verranno alimentati da veicoli provvisti di grandi bombole con pressione a 500 bar. I tempi di rifornimento variano tra 30 e 60 minuti, grazie a un sistema mobile che non necessita di compressione e stoccaggi fissi ad alta pressione.

Sul primo dei 14 treni acquistati attraverso i finanziamenti di Regione Lombardia, arrivato lo scorso 23 gennaio, sono in corso i test e le attività di collaudo necessari per l’avvio del servizio commerciale, previsto entro il primo semestre del 2026. L’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni.

L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da FNM, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede:

  • messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante;
  • realizzazione di 3 impianti di produzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 a Iseo (mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2), ad Edolo e a Brescia (mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile);
  • realizzazione di 4 impianti di rifornimento di idrogeno a Rovato (destinato principalmente alle attività di messa in servizio e successivamente alle fasi di manutenzione dei treni) e a Iseo, Edolo e Brescia (dotati di stoccaggio e destinati a rifornire i treni nel corso del servizio commerciale);
  • realizzazione di un impianto di deposito e manutenzione dei treni a Rovato, specificatamente progettato e realizzato per treni a idrogeno;
  • adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni interessate dal servizio dei nuovi treni.

Nell’impianto di Rovato  sono presenti:

  • cinque binari di sosta dei treni all’aperto;
  • un impianto di manutenzione treni dotato di due binari al chiuso per la manutenzione (attrezzati per l’accesso al treno tramite fossa di visita e tramite passerelle aeree), un binario coperto all’aperto per il lavaggio dei treni, carroponte, calacarrelli, magazzini, armadi per lo stoccaggio delle batterie di ricambio dei treni, colonnine per la connessione dei treni alla rete elettrica e zona uffici e servizi per il personale;
  • un impianto di rifornimento dei treni a idrogeno, attrezzato con dispenser per erogare idrogeno alla pressione di 350 bar e baia per ricovero del carro bombolaio, nonché di impianto di flussaggio e inertizzazione (utile per lo svuotamento dei serbatoi dell’idrogeno del treno quando previsto ai fini manutentivi).

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