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Ambiente

Come riscaldarsi con le biomasse legnose tutelando l’aria e l’ambiente

Per incentivare l’uso corretto e consapevole delle biomasse legnose la Regione Piemonte lancia la campagna “Il futuro è nelle tue mani: accendilo responsabilmente”, con la quale invita ad usare legna di qualità per riscaldare gli edifici con diversi obiettivi: dare valore alla filiera locale, gestire in modo consapevole gli impianti per garantire efficienza energetica, tutelare l’aria che respiriamo. Senza dimenticare che la legna è una risorsa rinnovabile che contribuisce alla decarbonizzazione energetica, tanto più se raccolta nei boschi più vicini.

Ad illustrare temi e declinazione della campagna gli assessori regionali alla Montagna Marco Gallo e all’Ambiente Matteo Marnati insieme a due testimoni d’eccezione come Stefania Belmondo, dieci medaglie alle Olimpiadi invernali nello sci di fondo, e Andrea Vuolo, volto noto di Rai Meteo.

«Siamo il Piemonte delle foreste, abbiamo un milione di ettari di bosco e un miliardo di alberi – ha detto l’assessore Gallo – Un patrimonio da valorizzare anche alla luce del consumo annuale di legna per scaldarsi: un milione e mezzo di tonnellate. Dobbiamo sempre di più incentivare la legna made in Piemonte sfruttando al meglio una filiera che conta più di tremila imprese e che grazie all’impegno messo in campo dalla Regione nella formazione può contare su grandi competenze, indispensabili per migliorare l’impatto ambientale di questo combustibile. Direi che lo spot dove i protagonisti sono un nonno e la nipote sintetizza bene l’importanza di questo progetto: l’accensione corretta del camino spiegata dalla ragazza è un gesto simbolico che unisce passato e presente».

«Con questo evento – ha sottolineato l’assessore Marnati – inizia una delle prime e più importanti misure previste all’interno del nuovo Piano regionale di qualità dell’aria, con l’obiettivo di valorizzare la filiera della biomassa per sviluppare un’economia locale sostenibile, utilizzando una fonte di energia rinnovabile, come il legno, ma nel contempo agendo con una corretta informazione e divulgazione per migliorare la combustione in modo da abbattere considerevolmente le emissioni delle polveri sottili in atmosfera. Sono molto favorevole anche allo sviluppo delle comunità energetiche locali con l’utilizzo della biomassa per produrre energia, considerando che proprio il Piemonte è stata la regione che ha richiesto l’inserimento nella normativa di questa fonte di energia rinnovabile che inizialmente non era prevista»

Stefania Belmondo ha sottolievidenziato quanto siano fondamentali i controlli per garantire la qualità della filiera del bosco: «Più che a punire chi trasgredisce, puntiamo ad educare a una corretta gestione del bosco. E questa strategia dà risultati: le persone hanno acquisito consapevolezza delle pratiche da adottare, ci chiedono se e quando possono pulire il bosco o bruciare le sterpaglie».

Andrea Vuolo ha puntato molto sulla qualità dell’aria che è migliorata sensibilmente negli ultimi anni in Piemonte per sottolineare che il trend sta cambiando: «La prova più evidente è la scomparsa della nebbia o quasi. Anche a Torino. Le giornate si sono ridotte del 30% è questo fenomeno è strettamente correlato a un miglioramento dell’aria, grazie al crollo delle polveri sottili. Stiamo migliorando anche perché c’è più sensibilità verso l’ambiente. Una consapevolezza che coinvolge tutti, giovani e anziani, senza distinzione di età».

In Piemonte una casa su cinque riscaldata con la legna

L’avvio della campagna, finanziata dal Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale, coincide con l’accensione degli impianti di riscaldamento anche nelle grandi città ed ha una motivazione precisa. In Piemonte i combustibili legnosi sono molto utilizzati per riscaldare le abitazioni: circa il 20% dei fabbisogni termici residenziali è coperto da legna, pellet o cippato. In pratica, una casa su cinque.

Indispensabile però seguire comportamenti corretti su regole di accensione, gestione della combustione, generatori e manutenzione, impianti più adatti.

A confermare la passione per questo tipo di combustibile la presenza, tra prime e seconde case, di oltre 550.000 generatori a combustibili legnosi, in cui ogni anno si bruciano oltre 1,5 milioni di tonnellate di legno. Qual è il problema? La combustione domestica di biomasse è fonte di una quota significativa di polveri sottili in aria, con valori che possono oscillare tra il 20% e i 30% del totale. Ma c’è di più: l’uso non corretto della legna (tronchetti ancora umidi non essiccati, stufe vecchie e obsolete e gestione tradizionale del fuoco) favorisce l’inquinamento dell’aria.


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Ambiente

Inquinamento interno nocivo anche a basse concentrazioni di polveri sottili

Nelle aree urbane l’inquinamento interno ha lo stesso impatto sulla salute al pari dell’inquinamento esterno con possibili ripercussioni in termini di malattie polmonari, cardiache e tumorali. È questo uno dei principali risultati evidenziati in uno studio condotto da ENEA e dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr (CNR-ISAC), in collaborazione con le università Sapienza di Roma e Milano-Bicocca, nell’ambito del progetto VIEPI (Valutazione Integrata dell’Esposizione al Particolato Indoor) finanziato da Inail e pubblicato sulla rivista EnvironmentalPollution. (altro…)


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Ambiente

Al via il progetto Robin Wood: contrastare il cambiamento climatico rigenerando le risorse naturali

L’Italia è coperta per un terzo da foreste, ma il 99% di questo patrimonio-costantemente cresciuto nell’ultimo secolo – è abbandonato o non gestito adeguatamente. Ma se l’espansione delle foreste da un lato consente di immagazzinare più CO2, dall’altro modifica il paesaggio, la biodiversità e la fruibilità del territorio. Come valorizzare quindi un patrimonio di questa portata, rendendolo allo stesso tempo di interesse per aziende, enti pubblici e cittadini? A questa domanda vuole rispondere Robin Wood, progetto promosso da Walden in collaborazione con Cooperativa ERICA di Alba e il Consorzio Forestale del Canavese nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) 2014-2022. (altro…)


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Ambiente

Sacchetti di plastica: quasi 3 su 10 sono ancora fuorilegge

“In Campania c’è una vera e propria emergenza shopper illegali”. A denunciare questa situazione è Legambiente nel rapporto “Ecomafia 2024: Storie numeri della criminalità ambientale in Italia”. Solo a Napoli nell’ultimo anno sono stati rintracciati 100 chilogrammi di buste illegali ogni tre giorni, per un totale di 120 quintali. Ma se si torna indietro nel tempo, i numeri salgono a dismisura. Dal 2017, il Nucleo tutela ambientale della Polizia municipale del capoluogo campano ha condotto 76 operazioni, arrivando a sequestrare circa 8,6 milioni di shopper illegali, per un totale di 170 tonnellate di materiale, comminando 500mila euro di sanzioni.

L’ultima operazione è stata portata a termine pochi giorni fa. Gli agenti della Unità Operativa I.A.E.S. (Investigativa, Ambientale ed Emergenze Sociali), grazie anche al rapporto di collaborazione con il consorzio di filiera Biorepack e l’associazione di categoria Assobioplastiche, a seguito di attività di indagine è intervenuto in un magazzino di circa 10.000 mq utilizzato per il commercio all’ingrosso di prodotti non alimentari, da un cittadino di nazionalità cinese. A seguito dell’ispezione la Polizia Locale di Napoli ha riscontrato la presenza di 20 quintali di buste in plastica illegali in quanto prive delle caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità e pertanto ha pertanto posto in sequestro tutte le buste e sottoposto ad una sanzione amministrativa di 5.000 Euro il titolare dell’attività.

Shopper: quasi 3 su 10 sono fuorilegge. Napoli un esempio nel contrasto all’illegalità

Allargando lo sguardo al resto del Paese, Assobioplastiche fa notare che “malgrado la legge che ne vieta l’uso sia ormai in vigore da più di 10 anni, il tasso di sacchetti illegali si conferma ancora troppo alto: 28% nel 2023 (stessa percentuale del 2022). L’impegno delle Forze dell’Ordine per contrastare questo fenomeno è costante e rappresenta un argine fondamentale per la tutela della filiera delle plastiche biodegradabili e compostabili”.

“Esprimiamo il nostro ringraziamento alla Polizia Locale di Napoli, da sempre in prima linea nel contrasto a questo fenomeno” ha commentato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche. “L’illegalità nel settore degli shopper rappresenta uno di quegli aspetti distorsivi che stanno mettendo a dura prova la filiera italiana delle bioplastiche compostabili. Ribadiamo l’importanza di quegli strumenti che sono stati messi in campo per difendere gli operatori che lavorano correttamente e onestamente in questo settore. È il caso della piattaforma on-line realizzata da Assobioplastiche, (https://assobioplastiche.org/segnalazioni-illegalita) con il supporto del Consorzio Biorepack, per la segnalazione di potenziali illeciti nel settore degli imballaggi plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari”.


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