Ambiente
Il Ricercatore: online il documentario sullo scienziato licenziato per essersi rifiutato di volare
Dopo la World Première al Festival internazionale CinemAmbiente di Torino, da venerdì 14 giugno sarà disponibile online (in streaming e download) il documentario Il Ricercatore – Perché ho perso il lavoro per 5 tonnellate di CO2 (Italia, 2024, 71’) del regista Paolo Casalis.
Il film -distribuito con sottotitoli in italiano, inglese e tedesco- racconta la storia di Gianluca Grimalda, 52 anni, scienziato italiano e attivista ambientale licenziato dopo essersi rifiutato di volare pur di contenere le proprie emissioni di gas serra.
La storia parte dal viaggio “low carbon” verso Papua Nuova Guinea, dove Grimalda si reca per studiare l’adattamento delle popolazioni locali agli effetti del Climate Change e della globalizzazione. Quaranta giorni di avventurosi spostamenti -su treni, autobus, tir, taxi, traghetti e navi; dalle montagne dell’Iran ai mercati di Calcutta, passando per i più remoti (e rischiosi) angoli del Pakistan- che gli consentono di risparmiare quasi tre tonnellate di CO2, producendo circa la metà delle emissioni rispetto a un più comodo spostamento diretto in aereo.
Per mesi lo scienziato svolge quindi ricerche sul campo, spostandosi tra i remoti villaggi nell’arcipelago di Bouganville, in mezzo all’Oceano Pacifico, fin quando dall’Istituto per l’Economia Mondiale per cui lavora gli giunge l’ordine di rientrare in Europa entro pochi giorni. La risposta di Grimalda, frutto di una scelta tanto travagliata quanto coerente rispetto ai propri principi, è però negativa. E gli costa il posto, facendolo diventare il primo lavoratore al mondo licenziato per essersi rifiutato di volare per ragioni legate alla crisi climatica.
Il suo viaggio di ritorno -che dura ben 72 giorni- non include spostamenti in aereo, permettendogli di produrre un decimo delle emissioni e risparmiare cinque tonnellate di CO2.
Nel frattempo, la vicenda viene ripresa dai media di tutto il mondo, New York Times e The Guardian in testa, e diventa virale, aprendo un vivace dibattito all’interno dell’opinione pubblica globale e attirando l’attenzione sul tema.
Il film è una narrazione quasi sempre in soggettiva, con immagini realizzate direttamente dal protagonista, a cui il regista ha insegnato i rudimenti della cinematografia prima della partenza. Rappresenta pertanto una testimonianza in presa diretta, del tutto reale e autentica, di un intero anno della vita di Grimalda.
«In questo film di viaggio, di avventura, di principi morali individuali e questioni universali c’è indubbiamente qualcosa di folle. Resta però da stabilire se lo sia la storia de “Il Ricercatore” oppure il comportamento quotidiano dei suoi spettatori», commenta Paolo Casalis.
«Grimalda ha scelto di rinunciare a tutto (una carriera e uno stipendio invidiabili, una fidanzata, gli affetti famigliari e un lavoro che amava oltre ogni cosa) per lanciare un segnale di allarme sulle condizioni disperate del nostro Pianeta, per fornire un esempio e, forse, una possibile via d’uscita», aggiunge.
Il regista si è trovato tra le mani una vicenda che si è evoluta e trasformata, anche bruscamente, con il passare dei mesi: «Inizialmente ero rimasto affascinato dalla figura di questo scienziato tranquillo ma determinato e dal suo lungo viaggio a basse emissioni per raggiungere Papua -ricorda- A un certo punto pensavo di avere già in mano una bella storia, ma il “meglio” doveva ancora venire. Ho avuto la fortuna, e la responsabilità, di archiviare i sentimenti, le emozioni, le speranze e le delusioni di un momento così particolare e unico, destinato a diventare pietra miliare nel travagliato rapporto tra l’uomo e l’ambiente».
E conclude: «Solo la partecipazione entusiasta di Gianluca ha reso possibile la realizzazione di questo documentario. Ha imparato, partendo da zero, come fare riprese video e creare contenuti, dotandosi degli strumenti nonché delle conoscenze tecniche necessarie. Quindi mi ha dato completa fiducia, aprendosi completamente e condividendo tutte le sue esperienze più personali e intime. Con perseveranza, ha realizzato centinaia di ore di girato».
Lo stesso Gianluca Grimalda, che è anche attivista ambientale con Scientist Rebellion, dichiara: «Mi auguro che la mia storia, anche grazie alla potenza del mezzo cinematografico, possa essere in grado di spingere le persone a rendere straordinario ciò che è ordinario nella lotta contro il cambiamento climatico».
Nonostante un tribunale tedesco, in primo grado, abbia rigettato il suo ricorso contro il licenziamento, lo scienziato è determinato a continuare la sua lotta e ad affermare i principi in cui crede. «Intendo anche riprendere quanto prima il mio lavoro sul campo -sottolinea- Sono infatti pronto a tornare a Papua Nuova Guinea già quest’anno, per continuare le ricerche».
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Ambiente
A Cecilia Di Lieto il Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno 2024
È stato assegnato a Cecilia Di Lieto, storica voce di Radio Popolare, il Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno”, alla sua XV edizione. La cerimonia di consegna del Premio si è tenuta venerdì 29 novembre, a Casale Monferrato (AL), la città piemontese teatro da alcuni anni dell’importante riconoscimento promosso da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore che unisce numerose realtà casalesi, all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese e al Comune monferrino. (altro…)
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Ambiente
‘Voglio raccontarti una storia’, successo per lo spettacolo teatrale che racconta la tragedia dell’alluvione del 1994 in Piemonte
Occhi lucidi, ricordi, e tante emozioni hanno accompagnato lo spettacolo teatrale “Voglio raccontarti una storia” andato in scena venerdì 22 novembre 2024 al Cinema Moretta di Alba. L’evento, inserito tra le celebrazioni del Trentennale della grande alluvione che il 5-6 novembre colpì il sud Piemonte, ha fatto segnare il tutto esaurito con una grande partecipazione della cittadinanza e alcuni momenti davvero emozionanti: dall’omaggio ai familiari del Sindaco albese Enzo Demaria che si trovò a fronteggiare nel 1994 l’Alluvione a quello a Mauro Marchiani, Assessore ai Servizi Ambientali del Comune di Lugo di Romagna, centro nel ravennate colpito duramente dalle alluvioni del 2023 e del 2024.
L’evento è stato introdotto dalla vicesindaca del Comune di Alba, assessora alla cultura, Caterina Pasini, che ha ricordato l’importanza di quanto la cittadinanza albese si scoprì unita e solidale per superare un momento così difficile, che aveva causato morte e distruzione chiamata sul palco da Luigi Bosio, Presidente della Cooperativa ERICA che proprio dopo quell’evento tragico iniziò la sua attività. Presenti anche molti Sindaci e rappresentanti dei Comuni del territorio come Castagnito, Ceresole d’Alba, Ceva, Cherasco, Clavesana, Gorzegno, Guarene, Lequio Tanaro, Monchiero, Neive, Ormea, Piozzo, Roddi, Rodello, Serralunga d’Alba, Treiso.
Lo spettacolo, nato da un testo di Roberto Cavallo e per la regia di Oliviero Corbetta, è stato promosso alla Cooperativa ERICA, con il supporto di Stroppiana SpA e la collaborazione della compagnia teatrale “Liberipensatori Paul Valery”. Durante la serata tanti partecipanti hanno potuto acquistare il libro celebrativo “Voglio raccontarti una storia”, contenente il testo integrale dello spettacolo: il ricavato di 1500 euro sarà devoluto, come annunciato a fine serata, alla Fondazione Specchio dei Tempo per la sua raccolta fondi a favore dei comuni alluvionati dell’Emilia-Romagna.
Luigi Bosio, Presidente del CdA di E.R.I.C.A. soc. coop. ha dichiarato: “Abbiamo ricordato un momento che ha segnato il nostro territorio, perché la memoria e il ricordo servono per le vecchie e le nuove generazioni ed in qualche modo ci difendono dalle fake news. Sempre ed ancor di più in questo momento in cui i disastri accaduti in Emilia-Romagna, Catania e Valencia pongono l’accento su quanto sia importante tutelare il territorio e l’ambiente in generale. E per questo che l’impegno di E.R.i.CA. su queste tematiche è e sarà continuo per fare in modo che la consapevolezza e la sensibilità delle persone aumenti e contribuisca a mitigare l’impatto di tali eventi in futuro”.
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Ambiente
Mediterraneo sempre più caldo, biodiversità in pericolo: la Pinna nobilis rischia l’estinzione
Il cambiamento climatico minaccia di spingere diverse specie del Mediterraneo verso l’estinzione, trasformando il mare in un ambiente sempre più caldo e tropicale. Tra quelle che rischiano letteralmente di sparire vi è la Pinna nobilis, il mollusco bivalve più grande del Mare Nostrum. In passato era comune trovarne anche decine di esemplari in un fazzoletto di fondale ma, a partire dal 2016, un’epidemia ha determinato una mortalità senza precedenti della specie, con un tracollo di oltre il 95% delle popolazioni e l’inserimento nella lista rossa IUCN in “pericolo critico” (critically endangered). (altro…)
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