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Intelligenza Artificiale

Una ricerca sulle opinioni degli italiani a riguardo dell’Intelligenza Artificiale Generativa

L’Osservatorio Nuove Tecnologie di Ipsos, in collaborazione con Vincenzo Cosenza hanno realizzato una ricerca sulle opinioni degli italiani a riguardo dell’Intelligenza Artificiale e in particolare dell’Intelligenza Artificiale generativa.

Il 75% del campione dichiara di aver sentito parlare dell’intelligenza artificiale generativa . Tra questi il 20% dichiara di avere anche usato applicazioni di GenAI. pari al 15% del totale degli italiani. L’applicazione di GenAI più conosciuta è,, ChatGPT, citata dal 64%, probabilmente anche perché è l’app più citata dai mass media. Al secondo posto segue iGoogle Bard con il 36%. Molto più in basso la conoscenza di Dall-E (13%), Midjourney (12%) e Stable Diffusion (10%).

In termini di modalità d’uso, il 70% dichiara di usare l’IA generativa per uso personale, il 33% per lavoro e il 25% per lo studio (qui la percentuale sale 44% per la Gen Z). In particolare, gli usi più frequenti sono la generazione di testi (52%) o la sintesi (36%), la traduzione di lingue (33% che sale al 44% per i Boomer) e la generazione di immagini (32% che va al 58% per i Boomer). Solo al 26% l’analisi di dati, mentre sono ancora esigue le percentuali d’uso di strumenti per la generazione di audio (16%) e video (8%), normale vista l’attuale immaturità degli strumenti.

Gli italiani si fidano abbastanza delle AI Generative, tanto che su una scala da 1 a 10, la fiducia è al 6,3. Però, questo non vuol dire che non vengano rilevate criticità come la veridicità delle risposte, la trasparenza delle fonti utilizzate e la privacy degli utilizzatori.

La fiducia nei confronti di AI Generativa è discretamente alta, infatti, su una scala da uno a dieci la media delle risposte si attesta attorno al 6.3. Questo non toglie alcuni aspetti problematici e la necessità, da parte dei creatori delle soluzioni di AI, di porre maggiore attenzione soprattutto ai seguenti aspetti:

  • Garanzia di veridicità delle risposte, 50%.
  • Trasparenza nelle fonti utilizzate per generare il contenuto, 48%.
  • Rispetto della privacy degli utilizzatori, 45%.
  • Attenzione alle implicazioni etiche e alla salvaguardia dei diritti umani, 44%.
  • Rispetto dei diritti dei produttori di contenuti, 33%.

Si rilevano sentimenti contrastanti in merito all’impatto e utilizzo dell’Intelligenza Artificiale Generativa nel mondo del lavoro. Se da un lato troviamo prospettive positive, come la semplificazione dei processi (30%, 37% tra la GenZ), creazione di lavori non ancora esistenti (23%) oppure aiuti per la propria professione (14%). Dall’altro lato, ci sono dei punti di vista decisamente più negativi riassumibili in:

  • Perdita di posti di lavoro (26%).
  • Minaccia per la creatività (26%).
  • Aumento del gap tecnologico tra le diverse generazioni (20%, 27% tra i Boomers).

Gli italiani e le italiane sono propensi a intraprendere un percorso di formazione per acquisire le competenze necessarie in ambito digitale e in particolare nella gestione delle applicazioni di AI? Il 43% delle persone intervistate (quota che aumenta al 51% tra la GenY e al 60% tra la GenZ) mostra già consapevolezza dell’importanza delle competenze digitali nel contesto lavorativo attuale e futuro, segnalando apertura e volontà di crescita professionale anche grazie a tali tecnologie. Tra questi, il 14% riconosce subito l’urgenza di formarsi per poter continuare ad essere competitivi nel proprio ambiente lavorativo e il 29% ne riconosce l’utilità, anche se non strettamente necessario per il futuro della propria carriera.

Al contrario, è il 34% a dichiarare di non essere propenso a intraprendere percorsi di formazione. Tra cui, il 22% afferma di non sentirne l’urgenza in quanto non avrà alcun impatto in futuro e il 12% dichiara di essere fuori dal mercato del lavoro.

Il mondo degli automi e dei robot dotati di intelligenza Artificiale è una realtà sempre più in evoluzione. Abbiamo chiesto al nostro campione intervistato di immaginarsi nel 2040 e di descrivere quale scenario potrebbe configurarsi nella vita futura. Gli automi dotati di AI…

  • Saranno utilizzati solo in settori specifici come assistenza sanitaria e produzione industriale, 29%.
  • Rivoluzioneranno la forza lavoro e sostituiranno la gran parte dei compiti umani, 23%.
  • Alimenteranno ansie sulla perdita di controllo umano sia nella vita lavorativa che in quella personale, 21%.
  • Miglioreranno la qualità della vita delle persone attraverso la facilitazione di compiti domestici e assistenza personale, 18%.
  • Sono solo fantasie di fantascienza e non avranno impatto nel mondo reale, 10%.

Alla domanda “Quali sono gli ambiti in cui l’Intelligenza Artificiale può e potrà avere un impatto maggiore?” i primi quattro menzionati sono:

  • Medicina e assistenza sanitaria (es. telemedicina), 33%.
  • Automazione industriale e robotica (es. riduzione sprechi e rapidità processi), 27%.
  • Assistenza virtuale (es. assistenza cliente), 26%.
  • Sicurezza e sorveglianza (es. riconoscimento facciale), 26%.

La presentazione della ricerca

 


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Digitale

Che cosa è DeepSeek l’azienda cinese che tenta di cambiare lo scenario dell’ Intelligenza Artificiale

L’avvento della piattaforma AI cinese DeepSeek ha cambiato in poche ore gli scenari borsistici e finanziari mondiali con una perdita di 589 miliardi di dollari: secondo quanto riferisce Bloomberg, si tratterebbe della perdita più grande di sempre per il mercato statunitense.

Il modello di AI sviluppato da DeepSeek ha dimostrato che è possibile raggiungere risultati paragonabili a quelli dei leader del settore, come ChatGPT, con investimenti molto più contenuti soprattutto dei chip per AI di Nvidia come l’A100 che i cinesi di DeepSeek avevano ottenuto prima che scattasse il divieto di esportazione degli Stati Uniti, insieme a chip meno potenti.

DeepSeek è un’azienda cinese di intelligenza artificiale specializzata nello sviluppo di modelli linguistici di grandi dimensioni con sede a Hangzhou  ed è finanziat dall’ hedge found cinese High-Flyer, il cui co-fondatore, Liang Wenfeng, ha fondato la società nel 2023 e ne ricopre il ruolo di CEO.

La sua tecnologia è stata sviluppata in un contesto di restrizioni imposte dagli Stati Uniti sull’esportazione di chip Nvidia verso la Cina, limitando la capacità del Paese di sviluppare sistemi di IA avanzati. DeepSeek usa un modello di chatbot generativo open source e distribuito.

Il 10 gennaio 2025, DeepSeek ha rilasciato la sua prima applicazione chatbot gratuita. In meno di tre settimane, il 27 gennaio, l’app è diventata la più scaricata negli Stati Uniti, superando ChatGPT.

DeepSeek ha anche lanciato Janus-Pro, un nuovo modello di generazione di immagini da testo che ma mira a competere con rivali statunitensi come DALL-E 3 e Stable Diffusion, offrendo una qualità e precisione superiori nella creazione di immagini.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su App.

L’Autorità ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina.


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Intelligenza Artificiale

Garante privacy sanziona ChatGPT: OpenAI dovrà pagare una sanzione di 15 milioni di euro e  realizzare una campagna informativa di sei mesi

Il Garante per la protezione dei dati personali ha adottato nei giorni scorsi un provvedimento correttivo e sanzionatorio nei confronti di OpenAI in relazione alla gestione del servizio ChatGPT.

Il provvedimento, che accerta le violazioni a suo tempo contestate alla società californiana, arriva all’esito di un’istruttoria avviata nel marzo del 2023 e dopo che l’EDPB (Comitato europeo per la protezione dei dati) ha pubblicato il parere con il quale identifica un approccio comune ad alcune delle più rilevanti questioni relative al trattamento dei dati personali nel contesto della progettazione, sviluppo e distribuzione di servizi basati sull’intelligenza artificiale.

Secondo il Garante la società statunitense, che ha creato e gestisce il chatbot di intelligenza artificiale generativa, oltre a non aver notificato all’Autorità la violazione dei dati subita nel marzo 2023, ha trattato i dati personali degli utenti per addestrare ChatGPT senza aver prima individuato un’adeguata base giuridica e ha violato il principio di trasparenza e i relativi obblighi informativi nei confronti degli utenti. Per di più, OpenAI non ha previsto meccanismi per la verifica dell’età, con il conseguente rischio di esporre i minori di 13 anni a risposte inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.

L’Autorità, con l’obiettivo di garantire, innanzitutto, un’effettiva trasparenza del trattamento dei dati personali, ha ordinato a OpenAI, utilizzando per la prima volta i nuovi poteri previsti dall’articolo 166, comma 7 del Codice Privacy, di realizzare una campagna di comunicazione istituzionale di 6 mesi su radio, televisione, giornali e Internet.

I contenuti, da concordare con l’Autorità, dovranno promuovere la comprensione e la consapevolezza del pubblico sul funzionamento di ChatGPT, in particolare sulla raccolta dei dati di utenti e non-utenti per l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa e i diritti esercitabili dagli interessati, inclusi quelli di opposizione, rettifica e cancellazione.

Grazie a tale campagna di comunicazione, gli utenti e i non-utenti di ChatGPT dovranno essere sensibilizzati su come opporsi all’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa con i propri dati personali e, quindi, essere effettivamente posti nelle condizioni di esercitare i propri diritti ai sensi del GDPR.

Il Garante ha comminato a OpenAI una sanzione di quindici milioni di euro calcolata anche tenendo conto dell’atteggiamento collaborativo della società.

Tenuto conto che la società, nel corso dell’istruttoria, ha stabilito in Irlanda il proprio quartier generale europeo, il Garante, in ottemperanza alla regola del c.d. one stop shop, ha trasmesso gli atti del procedimento all’Autorità di protezione dati irlandese (DPC), divenuta autorità di controllo capofila ai sensi del GDPR, affinché prosegua l’istruttoria in relazione a eventuali violazio


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Intelligenza Artificiale

L’intelligenza Artificiale di Grok disponibile a tutti gli utenti di Twitter

Elon Musk ha deciso di rendere gratuita l’AI di Grok: il chatbot che può essere utilizzato dopo essersi iscritti a X ovvero Twitter. Grok è un modello di intelligenza artificiale sviluppato da xAI, la startup di Elon Musk dedicata ad IA.

Lanciato ufficialmente nel 2023, Grok è ispirato alla “Guida galattica per gli autostoppisti” di Douglas Adams, e ha accesso diretto alle informazioni in tempo reale disponibili sulla piattaforma X. Inizialmente disponibile solo per un gruppo ristretto di beta tester e abbonati Premium+ di X, Grok è stato gradualmente reso accessibile a un pubblico più ampio.

Grok deriva dal concetto di “grok”, un termine coniato da Robert A. Heinlein nel suo romanzo “Straniero in terra straniera”, che significa comprendere profondamente o intuitivamente qualcosa.  Grok è progettato per rispondere a quasi qualsiasi domanda con un tocco di umorismo e ribellione. La sua capacità di accedere in tempo reale al flusso di informazioni su X gli conferisce un vantaggio unico, permettendo risposte aggiornate e pertinenti agli eventi correnti. Le sue funzionalità includono:

 


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