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Una Terra per tutti – Earth for all, il rapporto del Club di Roma per un cambio di rotta sulla strada della sostenibilità
Una Terra per tutti. Il più autorevole progetto internazionale per il nostro futuro è la versione italiana nel Rapporto del Club di Roma “Earth4all: a survival guide for humanity”.
Earth4all è nato cinquant’anni dopo la pubblicazione del primo famoso Rapporto del Club di Roma The Limits to Growth, in italiano I limiti alla crescita pubblicato nel marzo del 1972, che ha costituito una pietra miliare nella formazione del concetto stesso di sostenibilità. The Limits to Growth fu commissionato dal Club di Roma a 5 scienziati del Massachusetts Institute of Technology del l team del System Dynamics Group dell’MIT e presentato alla sede della Smithsonian Institution a Washington il 2 marzo 1972.
Earth4All vuole fornire un possibile piano per salvare il Pianeta presentando i risultati del progetto di ricerca biennale che ha riunito i principali pensatori economici, scienziati e sostenitori, convocati dal Club di Roma, dal Potsdam-Instituts für Klimafolgenforschung , dallo Stockholm resilience center e dalla Norwegian business school che dimostra che è impossibile una crescita infinita in un mondo finito.
Il think-tank internazionale del Club di Roma fu fondato nell’aprile del 1968 dall’imprenditore italiano Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, insieme a premi Nobel e leader politici e intellettuali. Il nome del gruppo nasce dal fatto che la prima riunione si svolse a Roma, presso la sede dell’Accademia dei Lincei alla Villa Farnesina.
Earth4all delinea un percorso fattibile per affrontare un cambio di rotta e avviare l’umanità sulla strada della sostenibilità: “senza la modifica del modello economico i problemi ambientali e sociali aumenteranno. La trasformazione deve partire da cinque temi cardine: povertà, parità di genere, energia, disuguaglianze, sistema alimentare. Nei prossimi anni rischiamo di vivere in società sempre più fragili, diseguali e disfunzionali, ma con uno sforzo straordinario il mondo può stabilizzare l’aumento medio della temperatura globale al di sotto dei 2° C, rimettendo così l’attività antropica all’interno dei vincoli naturali e ponendo fine alla povertà entro il 2050.Continuando di questo passo, e cioè con lo scenario Bau (Business as usual), nei prossimi 50 anni il sistema economico oggi dominante aumenterà le tensioni sociali e ridurrà il benessere delle popolazioni. I segnali di un futuro peggiore sono già sotto i nostri occhi, basti pensare a come il fenomeno delle disuguaglianze stia crescendo e stia destabilizzando le persone e il pianeta”.
Secondo Sandrine Dixson-Declève, co-presidente del Club di Roma : Per la prima volta abbiamo prove che suggeriscono che è possibile invertire la rotta delle nostre economie. Earth4All ha sviluppato un quadro di cinque inversioni di rottache possono supportare la prosperità a lungo termine su un pianeta stabile. Ma la loro attuazione richiede idee economiche audaci che ci allontanino dall’attuale paradigma economico distruttivo. Idee in grado di affrontare gli attuali punti critici o di non ritorno ambientali e sociali per costruire un futuro che garantisca un maggiore equilibrio tra le persone e il pianeta. La scoperta più innovativa dell’analisi è che l’estrema disuguaglianza deve essere affrontata con urgenza per rimanere entro i confini planetari. Senza misure trasformative sulla disuguaglianza, la tensione sociale continuerà a crescere, erodendo la fiducia e rendendo ancora più difficile prendere decisioni essenziali a lungo termine. E ciò aumenta ancor di più la possibilità di attraversare pericolosi punti di non ritorno nel sistema terrestre».
Earth4All e il mondo di Francesco è invece è un documentario che ha al centro il Papa e l’ambiente. Il documentario racconta l’incontro fra il Papa e alcuni attivisti e scienziati impegnati nella lotta contro il cambiamento climatico, offrendo unnuovo sguardo sulla sensibilità di Francesco per questo tema.
Papa Francesco da sempre si è occupato del cambiamento climatico fin dall’Enciclica Laudato sì di otto anni fa e la più recente Esortazione apostolica Laudate Deum,fino alla quotidiana passione e l’impegno concreto nella lotta contro il cambiamento climatico di Francesco.
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Eventi
Ritorna lunedì 17 febbraio Fare Massa Critica per Capire il 5G sotto casa
Ritorna lunedì 17 febbraio Fare Massa Critica una serie di eventi organizzati da Massa Critica insieme a Quotidiano Piemontese
La partecipazione agli eventi è gratuita previa prenotazione del posto per ragioni logistiche.
Il secondo evento si tiene lunedì 17 gennaio con il titolo Capire il 5G sotto casa un appuntamento dedicato al 5G la tecnologia di telefonia mobile e cellulare che vuole cambiare il modo di comunicare
Marco Dal Pozzo, ingegnere elettronico che lavora per Leonardo, ha scritto due libri sul 5G : Grande Manuale del 5G (2023) e Amministrare il 5G (2024) ci accompagna nel comprendere le caratteristiche delle tecnologie di telefonia mobile e cellulare che sono la quinta generazione.
Liliana Rullo dedicherà al tema un’ interpretazione espressiva. Liliana Rullo è un avvocato e autrice di libri, founder di parolestrategiche.it e direttore responsabile di Mondodiritto.it.
Per prenotare un posto all’evento
Parallelamente si tengono gli eventi di QP Incontra. in programma il primo lunedì del mese.
Tutti gli eventi si svolgono presso Rinascimenti Sociali in Via Maria Vittoria 38 a Torino a partire dalle 17.30.
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Clima
I devastanti incendi nella contea di Los Angeles sono l’effetto di come il cambiamento climatico stia modificando i fattori di rischio delle nostre vite
La contea di Los Angeles sta affrontando una delle peggiori stagioni di incendi nella sua storia recente. Nonostante la stagione degli incendi nel sud della California solitamente si concluda a fine autunno, venti secchi e forti hanno alimentato incendi devastanti che hanno sconvolto la regione nel cuore dell’inverno. Questo fenomeno anomalo sottolinea l’intensificazione degli effetti del cambiamento climatico e mette a dura prova le risorse delle autorità locali.
Gli incendi hanno causato la morte di almeno dieci persone e distrutto quasi 10.000 strutture, tra case, aziende e infrastrutture. Più di 180.000 persone sono state costrette a evacuare le loro abitazioni, con ulteriori 200.000 sotto avviso di evacuazione. Le fiamme hanno consumato oltre 14.000 ettari di terreno, compresi parchi naturali e aree protette, con effetti devastanti sulla flora e fauna locali.
Le condizioni meteorologiche hanno giocato un ruolo chiave nella propagazione degli incendi. Venti secchi, noti come “Santa Ana winds,” hanno raggiunto velocità fino a 70 km/h, alimentando le fiamme e rendendo difficili le operazioni di contenimento. Questi venti, combinati con temperature insolitamente elevate e una vegetazione resa estremamente secca dalla siccità, hanno creato un ambiente ideale per il rapido sviluppo degli incendi.
Le autorità locali e statali hanno mobilitato risorse significative per combattere gli incendi. Più di 3.000 vigili del fuoco sono stati dispiegati sul campo, supportati da aerei antincendio e elicotteri per il lancio di acqua e ritardanti sulle fiamme. Il presidente Joe Biden ha dichiarato lo stato di emergenza, garantendo l’accesso a risorse federali per supportare le operazioni di emergenza e la ricostruzione.
Le comunità colpite si trovano ad affrontare una crisi umanitaria. Molte famiglie hanno perso tutto e sono state costrette a rifugiarsi in centri di accoglienza temporanei. Le scuole sono state chiuse, e l’aria nella regione è diventata irrespirabile a causa del fumo denso, aumentando i rischi per la salute pubblica.
Gli esperti concordano sul fatto che il cambiamento climatico abbia aggravato la frequenza e l’intensità degli incendi in California. L’alternanza di periodi di piogge intense seguiti da lunghi periodi di siccità — un fenomeno noto come “latigazo hidroclimático” — ha reso la vegetazione più suscettibile agli incendi. La rapida crescita della vegetazione durante le piogge seguita da una secchezza estrema fornisce un’enorme quantità di combustibile per le fiamme.
La crisi in corso nella contea di Los Angeles evidenzia l’urgenza di affrontare le cause profonde del cambiamento climatico. Investire in misure di prevenzione, come la gestione della vegetazione e l’adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio degli incendi, è fondamentale per ridurre il rischio di disastri futuri. Allo stesso tempo, è necessario sostenere le comunità colpite, garantendo loro le risorse necessarie per ricostruire e riprendersi da questa tragedia.
Gli incendi nella contea di Los Angeles rappresentano un monito per il resto del mondo: l’intensificazione degli eventi climatici estremi è una realtà che richiede azioni immediate e coordinate a livello globale.
La California continua a essere teatro di incendi devastanti da anni , con il 2024 che ha registrato una stagione particolarmente intensa. Le condizioni climatiche estreme, caratterizzate da una combinazione di periodi di piogge intense seguiti da siccità prolungate, hanno creato un ambiente propizio per la propagazione degli incendi. Questo fenomeno, noto come “latigazo hidroclimático”, ha aumentato la vulnerabilità della vegetazione, rendendola più suscettibile alle fiamme.
Le condizioni meteorologiche estreme, come ondate di calore e siccità, hanno esacerbato la frequenza e l’intensità degli incendi in California. Il cambiamento climatico, alimentato dalle emissioni di combustibili fossili, ha contribuito a questi eventi, creando un ciclo di condizioni favorevoli agli incendi. La rapida alternanza tra periodi umidi e secchi ha aumentato il rischio di incendi, con la vegetazione che cresce rapidamente durante le piogge e si secca durante le siccità, diventando combustibile per le fiamme.
Le autorità locali e federali hanno mobilitato risorse significative per combattere gli incendi, con il presidente Joe Biden che ha approvato l’assistenza federale, compreso il dispiegamento di ulteriori risorse antincendio. Nonostante gli sforzi, la portata e l’intensità degli incendi hanno messo a dura prova le capacità di risposta, evidenziando la necessità di strategie più efficaci per affrontare queste emergenze.
La devastazione causata dagli incendi ha avuto un impatto significativo sulle comunità locali, con migliaia di persone evacuate, case distrutte e infrastrutture danneggiate. La ricostruzione richiederà tempo e risorse, e la frequenza crescente di questi eventi solleva preoccupazioni sul futuro della regione. È essenziale affrontare le cause profonde del cambiamento climatico e implementare misure di mitigazione per ridurre il rischio di incendi futuri e proteggere le comunità vulnerabili.
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Clima
Il 2024 si è confermato come l’anno più caldo da quando si eseguono registrazioni meteorologiche con copertura globale
L’agenzia Copernicus ECMWF ha diffuso i dati sul clima globale del 2024. Il 2024 si è confermato come l’anno più caldo da quando si eseguono registrazioni meteorologiche con copertura globale (1850): la temperatura media planetaria (15,10 °C) ha superato di 0,12 °C il precedente (e già sorprendente) primato del 2023, e di 1,6 °C i livelli preindustriali. Si tratta del primo anno a varcare il limite di +1,5 °C.
Questo non comporta ancora il superamento della soglia indicata dall’Accordo di Parigi – che si riferisce al livello di riscaldamento di +1,5 °C come media ventennale – tuttavia la situazione è sintomatica della rapidità con cui ci stiamo avviando verso uno stato climatico pericoloso per gli equilibri della biosfera, umanità inclusa.
Se non bastasse gli ultimi 10 anni (2015–2024) sono stati i 10 più caldi nel mondo. A livello continentale, Il 2024 è risultato l’anno più caldo ovunque salvo in Antartide e Oceania. In Europa, con un’anomalia di +1,47 °C rispetto alla media 1991-2020, si è superato di 0,28 °C il precedente record del 2020.
Un nuovo primato di temperatura media giornaliera a scala planetaria è stato stabilito il 22 luglio 2024 (17,16 °C) nella serie di rianalisi globale ERA5 con inizio nel 1940. Il 2024 ha visto anche un nuovo record di temperatura media annua della superficie oceanica (zone extra polari), pari a 20,87 °C, superando di 0,51 °C la media 1991-2020, e di 0,28 °C il precedente massimo del 2020.
Per il secondo anno consecutivo (2023 e 2024) il ghiaccio marino intorno all’Antartide ha raggiunto o avvicinato (a seconda dei periodi) i record negativi di estensione.
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