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Economia circolare

L’Italia leader in Europa nell’economia circolare secondo il rapporto Greenitaly

L’Italia è la leader in Europa nell’economia circolare dato che nel 2022, ha riciclato l’83,4% della totalità dei rifiuti (urbani e speciali).

Si tratta di un tasso di riciclo nettamente sopra la media Ue (52,6%) e superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei, come Francia (64,4%), Germania (70%), Spagna (59,8%).

Lo rivela il rapporto Greenitaly di Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne.

Siamo leader nell’economia circolare con un avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti – urbani e speciali – del 83,4% (2022): di gran lunga superiore a quello di tutte le grandi economie europee.  Un tasso di riciclo superiore di oltre 30 punti alla media UE (52,6%) e ben superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei, come Francia (64,4%), Germania (70%), Spagna (59,8%). Non solo. L’Italia è anche uno dei pochi Paesi europei che dal 2010 al 2020 – nonostante un tasso di riciclo già elevato – ha comunque migliorato le sue prestazioni (+10 punti percentuali, contro una media UE di 6 punti percentuali).

Nel biennio 2020-2021 si è inoltre verificato un inatteso consolidamento della capacità di riciclo industriale dell’Italia – specialmente nel comparto cartario – che ha visto in tutti i settori incrementare, anche in maniera importante, la quota di materie seconde impiegate. Un eccellente risultato per la transizione ecologica e lo sviluppo di un’economia sempre più circolare.

In tema di economia circolare, va segnalato che l’Italia nel 2022 ha approvato la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, che definisce i seguenti obiettivi: 1) favorire il mercato delle materie prime secondarie; 2) estendere la responsabilità dei produttori e dei consumatori; 3) diffondere pratiche di condivisione e il principio del “prodotto come servizio”; 4) definire una roadmap di azioni e obiettivi fino al 2040.

Nella tredicesima edizione del rapporto si evidenzia ancora una volta come green economy e sostenibilità rafforzino nelle imprese la competitività e la capacità di rispondere alle crisi. Una conferma dell’impostazione del Next Generation EU che puntando su coesione, transizione verde e digitale, affronta le sfide che abbiamo davanti, rafforzando la nostra economia. Un percorso che oggi deve essere accelerato per far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime esasperati dalle conseguenze della guerra.

Nel quinquennio 2018-2022, sono state 510.830 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 35,1% del totale ovvero più di 1 su 3.

Sotto il profilo dell’occupazione, alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,9% degli occupati totali, 3.222 mila unità. Nel 2022 i contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.816.120, il 35,1% dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,2 mln), con un incremento di 215.660 unità rispetto alla precedente rilevazione.

Tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni troviamo le aree progettazione e sviluppo (incidenza 87%), logistica (81,7%) e marketing e comunicazione (79,2%). Guardando in maniera allargata alla richiesta di competenze e cultura green, nel 2022 – su un totale di quasi 5,2 milioni di contratti previste nel mercato del lavoro – questa conoscenza è stata ritenuta necessaria nell’81,1% dei casi, per circa 4,2 milioni di contratti.

A livello territoriale, il Nord-Ovest si conferma l’area con il maggior numero di attivazioni green programmate, 598.250 unità nel 2022, segnando un +13,5% rispetto all’anno precedente. Il tasso di crescita più significativo si registra al Centro, +15,9% tra il 2021 ed il 2022 (323.590 nuovi contratti green a fine periodo), mentre cresce meno della media nazionale il Mezzogiorno, +11,2% (453.620 contratti green). A chiudere il quadro il Nord-Est che nel 2022 fa registrare un +14,1% rispetto al 2021 (440.660 attivazioni). In termini di incidenza delle attivazioni programmate di green jobs sul totale delle assunzioni attese nel 2022 per macro-area, il Nord-Ovest è ancora una volta leader con il 39,2%, seguito dal Nord-Est (35,4%), entrambi con valori superiori alla media nazionale (35,1%). Al di sotto della media nazionale, invece, il Centro con il 31,7% di contratti green sul totale macro-area (è aumentata di ben 1,2 punti percentuali rispetto al 2021), ed il Sud e Isole con un’incidenza sostanzialmente identica a quella dello scorso anno (32,7% nel 2022 contro il 32,8% del 2021).

A livello regionale la Lombardia continua a contraddistinguersi come la regione più dinamica, con 421.170 nuovi contratti green jobs attesi nel 2022 (in crescita del 14,7% rispetto al 2021), primato che possiede non soltanto in termini assoluti ma anche relativi (l’incidenza dei green jobs sul totale delle attivazioni previste nella regione è del 40,8%). Nelle prime quattro regioni per numero di attivazioni green jobs (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio) è concentrato il 51,9% dei nuovi contratti. Rispetto al 2021, la crescita dei contratti green jobs è stata poco uniforme, accentuando le differenze regionali già esistenti. Infatti – considerando un intervallo di +/- cinque punti percentuali rispetto alla media nazionale (+13,5%) – si registra una crescita oltre l’intervallo in Emilia-Romagna (+20,1%) e Marche (+19,1%), ed inferiore all’intervallo in Abruzzo (+8,5%), Puglia (+7,3%), Trentino-Alto Adige (+6,6%), Basilicata (+6,3%), Liguria (+5,2%), Friuli-Venezia Giulia (+3,2%), Molise (+1,6%) e Valle d’Aosta (unica a far registrare una contrazione, -1,3%).

A livello provinciale, Milano segna anche nel 2022 il maggior numero di attivazioni green (186.360 contratti attesi, pari al 10,3% del totale dei contratti green jobs su scala nazionale ed al 41% del totale delle attivazioni previste nella provincia). In particolare, nelle province di Milano, Roma, Napoli e Torino è concentrato circa un quarto (24,9%) del totale delle nuove attivazioni green attese nel 2022. In termini di incidenza dei nuovi contratti green jobs sul totale dei nuovi contratti della provincia, i valori più elevati si registrano nelle province di Piacenza (52,2%), Caltanissetta (48,5%), Lodi (46,4%) e Frosinone (45,2%).


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Economia circolare

VIII EcoForum per l’Economia Circolare – Per la prima volta calano i Comuni Rifiuti Free in Piemonte

Si è svolta giovedì 12 dicembre 2024, l’ottava edizione di Ecoforum per l’Economia Circolare di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. “Ci sono elementi di preoccupazione circa l’economia circolare piemontese – ha dichiarato Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – In Regione continua a crescere la produzione di rifiuti: nel 2023 si sono prodotte 31.600 tonnellate di rifiuti in più rispetto al 2022, l’equivalente della produzione di un Comune da 50.000 abitanti, a fronte di un calo demografico che continua inesorabilmente e ininterrottamente dal 2013. La percentuale di raccolta differenziata media è sostanzialmente stabile: dal 67,07 del 2022 si è arrivati al 67,9 del 2023, con una crescita minima, pressoché insignificante. Questo nell’anno in cui il nuovo PRUBAI ha fissato l’obiettivo al 2035 del 82% di RD. Quest’anno, per la prima volta, assistiamo ad un calo del numero di Comuni Rifiuti Free. Dai 158 del 2022, scendiamo ai 150 del 2023. Se la dimensione del calo del numero dei Comuni Rifiuti Free non è troppo preoccupante, lascia perplessi invece un’inversione di tendenza alla quale tutte le istituzioni Piemontesi, a partire da Regione Piemonte e Consorzi, devono porre la massima attenzione, pianificando interventi in grado di permettere a tutti i Comuni regionali di raggiungere gli ambiziosi obiettivi previsti nel PRUBAI”.
La due giorni dedicata all’economia circolare piemontese si è aperta nella giornata di mercoledì 11 dicembre con un ragionamento su come sia possibile misurare la circolarità su cui si sono confrontati Claudio Perissinotti, technical Project Manager di Uni, Fabrizio Vigni, coordinatore organizzativo di Circular Economy Network, ed Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente.
Il tema della raccolta differenziata nei Comuni Turistici e le loro difficoltà a raggiungere performances di rilievo a causa dei forti flussi turistici che impattano notevolmente sulla produzione di rifiuti è stato il secondo focus di giornata. Si sono confrontati Paolo Penna, Regione Piemonte, che ha annunciato una nuova modalità di calcolo degli abitanti equivalenti; Alessio Ciacci, Presidente Acsel, e Stefano Ditella, Assessore di Avigliana, che hanno raccontato i pripri territori, le difficoltà e le buone pratiche; Monica Pasquarelli, CDA di Coripet, che ha esposto le esperienze del consorzio dedicato alla raccolta delle bottiglie in PET tramite compattatori e come questa modalità possa impattare positivamente sulle aree turistiche; Paola Rossi, referente rapporti esterni di Achab, che ha sottolineato l’importanza della comunicazione in contesti turistici; Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, ha raccontato “Riciclaestate”, la campagna dedicata alla raccolta differenziata in aree turistiche campane.
Terzo focus tematico quello degli eventi sostenibili come mezzo di disseminazione di messaggi ambientalmente positivi. Le certificazioni EcoEvents e EcoAction di Rete Ambiente e Salute (in collaborazione con Legambiente) sono state raccontate da Rossella Fugaro; Enza Brunero, Project Manager del Circolo del Design, ha presentato il Progetto “Green Culture” dedicato alla formazione alla sostenibilità degli enti culturali; Claretta Caroppo del Teatro Stabile di Torino ha illustrato l’impegno e le buone pratiche messe in atto per l’efficientamento energetico e per la sostenibilità ambientale e sociale da uno dei più importanti enti culturali nazionali.
Nella seconda giornata di Ecoforum si sono affrontati i temi, fondamentali per un’economia realmente circolare della raccolta e gestione dei RAEE e degli impianti per il recupero materia. Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion, ha sottolineato come ancora circa il 50% dei RAEE prodotti in Italia imbocchino strade diverse dal corretto conferimento e trattamento, spesso imboccando vie legate all’illegalità ed alla criminalità organizzata. Beba Minna, giornalista caposervizio di AltroConsumo, ha raccontato come le inchieste condotte abbiano portato a ritrovare alcuni dei RAEE “spariti” in Nord Africa o nei Paesi Balcanici e come, in Italia spesso neanche chi avrebbe l’obbligo del ritiro “1 contro 0” sia cosciente di tale obbligo o tenda a non rispettarlo. Silvia Fiore, professoressa ordinaria del Politecnico di Torino, ha illustrato i progetti in atto e l’attività didattica del PoliTo in ambito di economia circolare, con particolare attenzione ai RAEE.
Il secondo focus di giornata è stato quelli degli impianti per l’economia Circolare. Cristiana Giraudo, direttrice generale di ACSR SpA ha raccontato genesi ed aspetti tecnici dell’impianto di digestione anaerobica approvato e in via di realizzazione che sarà realizzato a Borgo San Dalmazzo. L’AD Gianni Pesce e l’ing. Claudia Leso hanno illustrato le politiche circolari di Cidiu, a partire dall’impianto di compostaggio per arrivare a quello in costruzione per il recupero di terre da spazzamento. Quest’ultimo è stato presentato con dovizia di particolari da Ezio Esposito, presidente del Gruppo Esposito, che lo sta realizzando. Mauro Anetrini, Presidente di Barricalla, ha affrontato il rapporto fra impianti e consumo di suolo, evidenziando come la sfida del futuro sia quella di minimizzarlo. Michele Castelnovo, Biorepak, ha messo l’accento sull’importanza della comunicazione raccontando le scelte fatte ed i risultati ottenuti con l’ultima campagna di Biorepak.
Ha chiuso la giornata Virginia Vergero, Direzione strategica ambiente e partnership di Gruppo Vergero: “L’economia circolare diventa realtà negli impianti di gestione rifiuti votati al recupero di materia, dove la selezione e i trattamenti dei materiali consentono di dare una seconda vita al rifiuto. Ed è solo con innovazione, investimenti, tecnologia e processi organizzati che possiamo continuare a migliorare le prestazioni ambientali di queste piattaforme chiave nella filiera del recupero. È con questa visione che Gruppo Vergero ha inaugurato un nuovo polo per la circular economy nel torinese: un hub a Venaria Reale con più di 46.000mq, impiantistica avanzata e una capacità di gestione di 45.000 tonnellate di rifiuto all’anno. Qui, le percentuali di materiale recuperato verranno ulteriormente incrementate rispetto agli standard del Gruppo, generando un impatto positivo sull’intero sistema di gestione dei rifiuti del territorio.”
La giornata si è conclusa con la premiazione dei Comuni Rifiuti Free (ovvero quelli con RD superiore al 65% e rifiuto secco residuo inferiore ai 75 kg/abitante anno), che segnano un -8 rispetto all’anno passato, e dei due Consorzi Rifiuti Free (RD maggiore al 75% e produzione di secco residuo inferiore ai 100 kg/abitante anno).
L’elenco completo dei Comuni premiati è consultabile a questo link.
Per la prima volta Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta ha voluto conferire due menzioni speciali a due progetti che si sono particolarmente distinti nell’ultimo anno: al team studentesco del Politecnico di Torino WEEE Open, per il progetto di recupero, riparazione e ripristino di computer e altri dispositivi elettronici obsoleti, inutilizzati e dismessi all’interno del Politecnico di Torino. I dispositivi riparati vengono donati a scuole e associazioni no-profit che ne fanno richiesta attraverso l’area IT dell’ateneo; Al Consorzio Chierese Servizi per il progetto Eco3R, Laboratorio del Riuso affiliato alla rete dei “Repair Cafè”, luogo di aggregazione e scambio di competenze in cui si dà nuova vita ad oggetti non più funzionanti, secondo la filosofia del recupero e della trasformazione dei rifiuti in nuove opportunità.
“Anche quest’anno è stata una edizione ricca di spunti – ha dichiarato Sergio Capelli, direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – ricca di buone pratiche e di aziende ed amministrazioni virtuose. Ancora una volta è stata portata al tavolo la necessità di aumentare significativamente sia la quantità della raccolta differenziata che, soprattutto, la sua qualità. Sono anche gli operatori del riciclo che lamentano il peggioramento dei flussi in ingresso, con conseguenze importanti sulle quantità di riciclo effettivo e sulla reale efficacia degli impianti industriali. Impianti del riciclo che da sempre, con coerenza, Legambiente promuove e sostiene. Purtroppo in Piemonte si torna a parlare anche di inceneritori, sia per RSU (sarà l’Autorità Regionale Rifiuti a decidere entro la fine dell’anno se e dove si farà un nuovo impianto o se si procederà all’ampliamento dell’inceneritore del Gerbido); sia per rifiuti Speciali (assistiamo ai ricorsi da parte di A2A contro la Provincia di Biella che ha negato l’autorizzazione per realizzare un nuovo termovalorizzatore per rifiuti speciali a Cavaglià). Proprio su quest’ultimo caso vogliamo annunciare che saremo al fianco della Provincia di Biella, supportandola. Legambiente conferma, qualora ce ne fosse bisogno, la totale contrarietà a qualsiasi nuovo impianto di termovalorizzazione, veri totem all’inefficienza di un sistema di gestione che graverebbero per decenni sull’ambiente e sulla salute dei piemontesi, zavorrando lo sviluppo di una gestione sostenibile dei rifiuti, proprio là dove ci sarebbe bisogno di un’ulteriore spinta verso l’implementazione di sistemi di raccolta differenziata efficienti ed efficaci.”.

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Economia circolare

In libreria ‘Il Rigiocattolo’ di Letizia Palmisano: la sostenibilità in una fiaba per tutte le età

Il 13 dicembre esce nelle librerie ‘Il Rigiocattolo’ di Letizia Palmisano, giornalista ambientale, saggista e divulgatrice TV, edito da Città Nuova e illustrato sapientemente dall’illustratrice Anna Curti. Il libro è una fiaba ecologista – ispirata a principi di economia circolare – che ha come protagonisti dei giocattoli un po’ malandati ai quali il destino riserva un futuro diverso da quello di molti altri balocchi, spesso destinati ad essere buttati una volta rotti. (altro…)


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Economia circolare

Archeoplastica: la storia dei prodotti attraverso i contenitori di plastica finiti sulla spiaggia

Il progetto Archeoplastica ha la finalità di sensibilizzare sul tema dell’inquinamento dei mari determinato dall’utilizzo della plastica e, nello specifico, dalla scorretta gestione del fine vita della stessa.

Archeoplastica è un progetto per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento da plastica e promuovere un uso più consapevole e responsabile di questo materiale. Dal 2018 sono stati selezionati numerosi rifiuti di plastica, datati dai 30 ai 60 anni fa, per realizzare un museo virtuale e diverse mostre nelle scuole e in altri luoghi pubblici.

La messa in mostra di reperti di plastica spiaggiata di oltre cinquant’anni fa è il pretesto per raccontare una storia senza fine, quella della plastica, immortale, che si accumula sempre di più nei nostri mari. Solo la conoscenza e la consapevolezza del problema potranno portare al cambiamento di ciascuno di noi nell’uso quotidiano della plastica.

Non sussiste alcuna volontà da parte di Archeoplastica di accusare e denigrare le aziende produttrici dei prodotti rinvenuti in mare ed esposti nel presente museo virtuale, né tantomeno sussiste alcuna volontà di agganciamento ai marchi stessi.

I marchi citati sono riportati al solo fine di dimostrare la datazione dei rifiuti rinvenuti.

 


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