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Cicap Fest a Padova dal 13 al 15 ottobre: il tema è la responsabilità

L’edizione 2023 del CICAP Fest parte dalle parole Piero Angela uno dei fondatori di CICAP  che poi l’ha accompagnato e fatto crescere per più di trent’anni: Piero Angela che auspicava: “Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese.”

Parole semplici che richiamano un’idea potente e attuale: il valore della responsabilità. Una responsabilità che riguarda tutti, anche perché le nostre scelte e azioni hanno spesso effetti che superano il limite biologico della vita individuale. Una responsabilità che tocca chi produce conoscenza scientifica e tecnologica, così come chi opera nel mondo dell’informazione e dell’educazione e questa conoscenza deve diffonderla in maniera rigorosa, completa e nel pieno rispetto degli interlocutori.

Ma non solo, una responsabilità che coinvolge decisori politici ed economici, attori culturali e cittadini, che nel processo dell’informazione non sono semplici ascoltatori ma devono impegnarsi attivamente nella ricerca e selezione delle fonti. Le sfide che dobbiamo affrontare sono sempre più globali e richiedono nuovi linguaggi e un impegno comune e condiviso. Le tracce che lasciamo con le nostre scelte, decisioni e azioni possono aiutarci a costruirlo. Possiamo dirci pronti?

Promosso dal CICAP, ideato da Massimo Polidoro con la direzione scientifica e organizzativa di FRAME – divagazioni scientifiche, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, il Comune di Padova, e la Provincia di Padova, il CICAP Fest proporrà come sempre incontri, dibattiti, laboratori, spettacoli con alcuni dei più autorevoli nomi della scienza, della divulgazione e della cultura, italiana e internazionale.

La responsabilità riguarda tutti: chi produce conoscenza scientifica e tecnologica, chi opera nel mondo dei media e dell’educazione, e chi prende decisioni politiche ed economiche, come pure i protagonisti del mondo culturale, fino ai singoli cittadini.

Le principali sfide della contemporaneità hanno dimensioni sociali e politiche connesse a dimensioni scientifico-tecnologiche: emergenza climatica, perdita della biodiversità, crisi energetica, pandemie, cambiamenti demografici… Ecco perché i decisori politici non possono fare a meno del sapere specialistico, nonostante la scienza a disposizione sia spesso, per sua natura, incompleta perché in continua evoluzione e progresso, e multidisciplinare, quindi ramificata e complessa. Come può allora una democrazia conciliare l’urgenza delle decisioni da prendere, l’esigenza di risposte univoche e semplici, con l’incertezza della conoscenza? Che diritti hanno i cittadini non-esperti rispetto alla conoscenza?

Una strategia possibile è un’educazione civica alla scienza basata su un nuovo approccio al rapporto fra il sapere scientifico, la sua comunicazione pubblica e le regole per la convivenza, come spiegherà l’esperto di comunicazione della scienza Nico Pitrelli.

Fra i numerosi temi, infatti, si discuterà dell’impatto dei titoli ad effetto, ovvero l’utilizzo improprio da parte dei media di “strilli” e “titoli caldi” per far presa sul pubblico, nonché di come l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento utile per il debunking, grazie agli approfondimenti dei giornalisti Paolo Attivissimo e Fabio Chiusi, che indagheranno le conseguenze sociali delle nuove tecnologie, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. Quest’ultima sta avendo un forte impatto anche sulla comunicazione della scienza: in che misura è possibile utilizzarla nella scrittura di testi scientifici? Potrebbe diventare uno strumento cruciale per generare testi più precisi e chiari, aiutando così a superare le barriere linguistiche tra ricercatori? Agevolerebbe e renderebbe più rapida la condivisione delle conoscenze, per favorire la ricerca e promuovere il progresso? A queste e molte altre domande risponderanno Paola Govoni, professoressa di Storia della scienza e della tecnica all’Università di Bologna ed esperta di rapporti tra scienza e società, il giornalista e comunicatore scientifico Marco Boscolo e Roberto Paura, presidente dell’Italian Institute for the Future, co-fondatore dell’Associazione dei Futuristi Italiani e direttore di “Futuri”, rivista italiana di futures studies, durante il workshop per giornalisti e comunicatori della scienza realizzato con il contributo incondizionato di Fondazione MSD (accreditato per la formazione dei giornalisti, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti).

Roberto Paura sarà anche protagonista di un incontro sui rischi e le opportunità del prevedere il futuro tra scienza e pseudoscienza, presentando l’evoluzione degli studi di previsione e gli scenari indagati dai futurologi sui rischi globali, nonché il modo con cui tali strumenti vengono usati per immaginare altri e nuovi futuri; di nuovi orizzonti futuribili, scientificamente attendibili e in parte già presenti, come la Space Economy, discuteranno poi il divulgatore scientifico Nicolò Bagnasco e l’ingegnere aerospaziale Vittorio Baraldi.

L’ingegnere e coordinatore nazionale del CICAP Andrea Ferrero, esperto di spazio, racconterà le appassionanti vicende che si celano dietro l’esplorazione spaziale e interessanti aneddoti su alcuni dei protagonisti meno noti o “dimenticati” della ricerca nel settore.

Sempre a proposito del rapporto tra fatti e rappresentazioni dei fatti, il filosofo Stefano Bigliardi e l’antropologa Eleonora D’Agostino si confronteranno su come armonizzare il dovere di rispettare i propri valori di riferimento e, al tempo stesso, le proprie fonti e il pubblico al quale la ricerca o la divulgazione sono rivolte. E ancora, a proposito di responsabilità verso i cittadini, ovvero noi tutti, l’importanza di cogliere i segnali di pericolo che il pianeta ci invia e che confermano le previsioni degli scienziati, invece di ignorarli o falsificarli, è ciò su cui insisterà la fisica e climatologa Serena Giacomin parlando dell’emergenza climatica fra scienza e responsabilità a partire da un recente rapporto ONU secondo il quale tale crisi è più veloce della nostra capacità di adattamento, e qualsiasi ulteriore ritardo nell’azione per contrastarla rischia di compromettere il futuro dell’umanità.

Un altro tema è come reagire quando la scienza dice cose che non piacciono o smentisce certezze o luoghi comuni: la risposta è “accetta le prove”, un invito a fare i conti con verità che, per quanto difficili o gravi, possono aiutare a vivere meglio, ad esempio attraverso ciò che può insegnare l’errore in medicina, perché se è vero che la scienza procede per prove ed errori è altrettanto cruciale evitarli il più possibile, argomento su cui rifletteranno i dottori Franco Aprà e Fabrizio Elia, esperti in Medicina di Urgenza (Asl Città di Torino), insieme a Vincenzo Crupi, professore di filosofia della scienza all’Università di Torino. Insieme alla biologa Antonella Viola ci si confronterà inoltre su come, da scienziati, affrontare situazioni e argomenti complessi che possono suscitare controversie.

In compagnia della giornalista scientifica Silvia Bencivelli si ripercorrerà invece la storia della medicina, raccontando in particolare il ruolo degli “autosperimentatori”, cioè di quei medici che hanno deciso di provare le proprie idee direttamente su sé stessi, spesso con un tocco di pazzia e di incoscienza, altre volte con sincero altruismo e cocciuto coraggio (a partire dal suo ultimo libro Eroica, folle, visionaria, Bollati Boringhieri, 2023). Fino ad arrivare ai giorni nostri, con un Servizio Sanitario Nazionale che per essere sostenibile e universale deve fare i conti, letteralmente, con temi complessi quali l’esaurimento delle risorse pubbliche, da un lato, e la prevenzione, dall’altro, come spiegheranno il giornalista e conduttore Massimo Cirri, protagonista di un incontro in cui dialogherà con il presidente della Fondazione GIMBE Nino Cartabellotta, e, in un altro appuntamento, il farmacologo Silvio Garattini a partire dal suo ultimo libro Prevenzione è rivoluzione (Il Mulino, 2023).

Per ragionare, inoltre, sul senso di responsabilità che dovrebbe guidare il progresso nella scienza e nella tecnica, Vincenzo Bronte, direttore scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto, racconterà la storia e le storie della medicina negli ultimi 100 anni, spiegando com’è nata l’immunoterapia in un incontro in collaborazione con Fondazione Pezcoller. Con Marco Annoni, bioeticista e ricercatore, coordinatore del Comitato Etico di Fondazione Umberto Veronesi ETS, ci si domanderà poi se la felicità sia un dono e come l’altruismo possa

essere la chiave per una vita migliore per noi stessi e per gli altri, a partire dal suo libro edito da Sonzogno durante un appuntamento in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi ETS. Inoltre, in collaborazione con Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, si parlerà del rapporto tra malattia e narrazione, in particolare per quanto riguarda le patologie tumorali, insieme allo scrittore e giurista Giacomo Cardaci, la psicologa Eleonora Criscuolo, la sociolinguista Vera Gheno e l’autrice e conduttrice radiofonica Chiara Galeazzi.

Nella nostra epoca di Big Data e “informazioni”, o presunte tali, immediatamente disponibili per tutti, l’Interpretazione dei numeri è un altro settore in cui dar prova di responsabilità: una prima casistica in questo senso sarà quella delle indagini, con la testimonianza del giornalista d’inchiesta de “Il Post” Stefano Nazzi, che si occuperà di cronaca nera e giustizia, spiegando come dati e indizi diventano informazioni e prove o, invece, possono essere manipolati in mezzi di strumentalizzazione e falsificazione della realtà (temi al centro del suo popolare podcast Indagini e del libro Il volto del male, Mondadori, 2023). Un’altra riguarderà più specificamente l’impatto dei dati nel mondo dell’informazione e nei processi decisionali: Lorenzo Pregliasco, analista politico co-fondatore e direttore di YouTrend, spiegherà come raccontarli e interpretarli, quali sono i meccanismi che portano a orientare la nostra percezione e come essi possano essere un prezioso strumento per capire il presente. Ancora di numeri, ma da un punto di vista finanziario, si ragionerà con la giornalista e co-fondatrice di Rame, piattaforma che si pone l’obiettivo di fare formazione e informazione sui temi economico-finanziari Annalisa Monfreda, Ivana Neffat, Responsabile Banking Academy Program di UniCredit e il dirigente scolastico Gustavo Matassa a proposito di formazione e parità di genere, in vista di un autentico progresso sociale.

Al CICAP Fest ci sarà spazio anche per una commemorazione, in occasione dei dieci anni dalla scomparsa di Margherita Hack: l’autore televisivo e divulgatore Federico Taddia ripercorrerà la vita e la storia della grande scienziata, fra lascito scientifico ed eredità culturale.

Nel filone sulla responsabilità non potevano mancare occasioni di confronto su temi intrecciati a doppio filo all’attualità, a cominciare dall’importanza della ricerca e innovazione scientifica, impegno e missione di Telethon da oltre vent’anni, come racconteranno Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon, Alessandro Aiuti, ematologo e immunologo all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, e Annamaria Zaccheddu, esperta di comunicazione scientifica.

Cruciali anche le sfide mediche e il dibattito politico sollevati dalla fecondazione assistita, dalla maternità surrogata e dalle famiglie omogenitoriali, orizzonti di scienza e società già parte del nostro presente, sui quali si confronteranno Maurizio Bonati, responsabile del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile, direttore del Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute e Capo del Dipartimento di Salute Pubblica, e la giornalista Eva Benelli, responsabile della sede di Roma dell’agenzia di editoria scientifica Zadig.

E per investire sugli scienziati e innovatori del futuro, il modo migliore è incuriosire e coltivare la passione per la ricerca di conoscenza fin da giovanissimi: la rappresentazione della scienza nel mondo dei fumetti è uno degli strumenti più efficaci, come mostreranno il fumettista Tito Faraci e il chimico e divulgatore scientifico Dario Bressanini, che proprio su questo tema anticiperà al pubblico del CICAP Fest alcuni dei contenuti del suo

nuovo libro Doctor Newtron, in uscita il 31 ottobre per Feltrinelli, e lo storico della scienza Marco Ciardi, protagonista di una conferenza sul rapporto che lega la scienza alla cultura di massa, oggetto anche del suo nuovo libro Quando Darwin incontrò Flash Gordon (in uscita il 29 settembre per Carocci). Lo studioso di animazione Marco Bellano e gli artisti digitali Igor Imhoff e Alessia Lorenzi saranno protagonisti di un incontro di presentazione dei risultati di un progetto europeo dedicato al modo in cui le arti visive possono aiutare la scienza a mostrare fenomeni difficili o impossibili da rappresentare. Un’altra via di accesso alle meraviglie della scienza, per suscitare interesse, avvicinare a quel mondo e ampliare i propri orizzonti, è sicuramente quella dei musei scientifici, fondamentali non solo per trasmettere la storia della scienza ma anche per plasmare l’immaginario collettivo ad essa legato: di questo speciale modo di fare cultura parleranno la responsabile scientifica del Museo Botanico di Padova Elena Canadelli e il direttore dell’Orto Botanico di Parma Renato Bruni. Inoltre, nell’anno del centenario della nascita di Calvino, il chimico e scrittore Marco Malvaldi parlerà del rapporto tra letteratura e scienza.

Sempre nell’ambito della comunicazione e del racconto della scienza, i canali social rappresentano uno spazio di informazione e un’occasione di divulgazione scientifica ormai imprescindibili e sono luoghi dove emergono nuove voci che il CICAP Fest intende valorizzare, come quella del sito e canale “Il chimico sulla tavola”, che si occupa di fare informazione sui temi legati all’alimentazione sfatando molti miti, e quella del comunicatore scientifico Alfonso Lucifredi, che esplorerà le leggende legate al mondo marino. E per dare risalto al senso di responsabilità, chiarezza e trasparenza con cui si dovrebbero sempre trattare e comunicare la scienza e la ricerca, il CICAP ha istituito il Premio in difesa della ragione, conferito ogni anno a un giornalista che si sia distinto per l’impegno nella diffusione del pensiero critico e scientifico e nel contrasto alle pseudoscienze: a riceverlo quest’anno sarà il giornalista Ferdinando Cotugno che, dopo la cerimonia, affronterà il tema del ruolo e della responsabilità dei giornalisti dialogando con Sofia Pasotto, attivista per il clima.

La trasparenza, nel rispetto dei giusti ambiti di riservatezza, è un elemento fondamentale per creare coesione e fiducia: al CICAP Fest, in particolare, sarà declinata come costruzione e condivisione di regole e pratiche comuni, codici di condotta, sistemi di controllo e verifica, utili a consentire un accesso libero e chiaro alle informazioni e a conoscere e comunicare in modo corretto. Diversi i temi all’ordine del giorno nella discussione pubblica in ambito scientifico e al centro degli incontri di questa sezione: la presidente emerita del Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) e docente di studi scientifici e tecnologici dell’ETH di Zurigo Helga Nowotny si soffermerà sulle politiche della scienza, analizzando il rapporto fra quest’ultima e la società in dialogo con Sergio Della Sala durante l’inaugurazione del festival (in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova), tema che svilupperà anche Massimiano Bucchi, professore di Scienza, Tecnologia e Società all’Università degli Studi di Trento, focalizzandosi sul complesso tema del rapporto tra governo dell’innovazione e proibizione.

Sempre a proposito dell’influenza dell’innovazione scientifica sulla società, il giornalista e ricercatore Fabio Chiusi proporrà una critica ideologica di Elon Musk, indagando la matrice culturale e filosofica, tra debolezze e pericolosità, di uno degli uomini potenzialmente più di impatto nella nostra epoca. Si discuterà anche di etica e intelligenza artificiale con Federico Cabitza, professore di Interazione Uomo-Macchina all’Università di Milano-Bicocca, mentre con Andrea Pezzana, medico dietologo e docente all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, si affronterà il tema del futuro dell’alimentazione alla luce delle scelte più o meno responsabili dei cittadini. Parlando ancora di salute si tratteranno temi emergenti come la “One Health”, e Lorenzo Richiardi, presidente dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, ripercorrerà gli effetti del cambiamento climatico sugli esseri umani. La crisi climatica e l’acqua saranno invece il focus della lectio di Giulio Boccaletti, saggista, ricercatore onorario alla Smith School di Oxford e Direttore Scientifico del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, cui seguirà un panel su siccità e genetica, con lo stesso relatore affiancato da Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca genomica e bioinformatica del CREA e coordinatore del progetto nazionale per le biotecnologie sostenibili in agricoltura, Antonio Dall’Amore, direttore di Cerealproteici e responsabile sementi di Terremerse, e Chiara Faenza, responsabile sostenibilità e innovazione valori di Coop Italia, in collaborazione con Coop Alleanza 3.0.

Il progresso scientifico ha sempre un impatto decisivo sulla società e sull’economia, anche se talvolta può suscitare dubbi o destabilizzare: negli ultimi mesi, ad esempio, uno dei temi più discussi nel dibattito pubblico è stato indubbiamente quello della carne coltivata, oggetto di proposte di regolamentazione non sempre basate sulla scienza. Un argomento complesso che sarà affrontato al festival dal giurista e docente all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo Michele Fino. Con Fabiana Zollo, ricercatrice dell’Università Ca’ Foscari presso il Center for the Humanities and Social Change, il comunicatore della scienza Alessandro Tavecchio e la giornalista scientifica Roberta Villa si tornerà a parlare di manipolazione dei dati e della comunicazione, per capire che, con i giusti rimedi e le dovute attenzioni, è possibile vaccinarsi contro la disinformazione allo stesso modo in cui si combattono i virus più contagiosi.

Spazio anche alle presentazioni dei libri finalisti alla XVII edizione del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, promosso dal Comune di Padova: Su un altro pianeta di Amedeo Balbi (Rizzoli; 2023), Materiali per la vita di Devis Bellucci (Bollati Boringhieri; 2023), La malattia da dieci centesimi di Agnese Collino (Codice; 2023), Siamo tutti Greta di Sara Moraca ed Elisa Palazzi (Dedalo; 2023) e In alto mare di Danilo Zagaria (Add; 2023).

Accanto alla libertà di espressione occorre la capacità di verifica, ovvero la competenza come metodo, per evitare equivoci o distorsioni della realtà. Questo il senso con cui il terzo filone metterà alla prova dei fatti e sotto la lente d’ingrandimento leggende urbane, falsificazioni storiche, fenomeni di distrazioni di massa, riportando anche alla luce innovazioni e scoperte scientifiche dimenticate.

Tra gli ospiti internazionali del CICAP Fest spicca Edzard Ernst, in assoluto colui che ha studiato di più e meglio le pratiche mediche alternative, che sarà protagonista di un incontro in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova. Formatosi come medico nella Germania degli anni Settanta del secolo scorso, si è occupato di omeopatia, agopuntura e riflessologia, interessandosi fin da subito alla comprensione dei meccanismi alla

base di queste pratiche, ma soprattutto alla loro efficacia e alla sicurezza. A metà degli anni Novanta ottiene la prima cattedra al mondo sulle medicine complementari, all’Università di Exeter in Inghilterra, dove per oltre vent’anni ha lavorato per cambiare l’approccio allo studio di queste discipline. In seguito alla critica molto aspra di un rapporto commissionato dall’allora Principe Carlo sull’efficacia delle medicine alternative, nella quale Ernst diceva che era stato “scritto a partire dalle conclusioni senza guardare alle prove”, ha subìto un’indagine formale risoltasi con un nulla di fatto sul piano delle accuse, ma sufficiente a far tagliare i fondi di ricerca, isolare lo scienziato e costringerlo al pensionamento due anni prima del previsto.

I giornalisti Andrea Capocci e Roberta Villa racconteranno i problemi del parlare di scienza in un quotidiano generalista, in particolare per quanto riguarda i grandi temi controversi, come il cambiamento climatico. Legata a questa emergenza è anche l’analisi di Andrea Rinaldo, professore di Costruzioni idrauliche all’Università di Padova, direttore del Laboratoire d’Écohydrologie dell’École Polytechnique Fédérale di Losanna, a cui è stato assegnato lo Stockholm Water Prize 2023, il premio Nobel dell’acqua. Rinaldo parlerà di dissesto ecologico e del governo dell’acqua, a partire dal suo omonimo libro (Marsilio, 2023), ovvero delle politiche ambientali e del modo in cui l’uomo conserva e utilizza, o sfrutta e distrugge, l’ambiente naturale e costruito.

A proposito, invece, di ciò che sfida l’evidenza dei fatti, che è immateriale ma al tempo stesso produce effetti concreti, si proverà a rispondere ad alcuni dei più affascinanti e filosofici misteri della scienza: cos’è la coscienza? Come possiamo definire l’intelligenza? L’arduo compito spetterà al neuroscienziato Giorgio Vallortigara, che rifletterà anche sulle profonde implicazioni politiche, morali e pratiche che tali interrogativi sollevano, dallo sfruttamento degli animali a fini alimentari sino alla possibilità di riconoscere diritti ai robot. Con il genetista e scrittore Guido Barbujani, poi, si esplorerà un tema decisamente di attualità, quello della teoria del complotto della sostituzione etnica.

Cambiando prospettiva, uno sguardo decisamente diverso alla realtà è offerto dalle teorie e tecnologie quantistiche, delle quali si occuperà il fisico Tommaso Calarco, direttore dell’Institute of Quantum Control e autore nel 2016 del “Quantum Manifesto”, che ha avviato l’iniziativa Quantum Flagship della Commissione europea, mentre alzando lo sguardo dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, l’astrofisico Giulio Magli, professore al Politecnico di Milano – dove tiene l’unico corso accademico in Italia di Archeoastronomia – esplorerà il rapporto fra astronomia, architettura e paesaggio nell’antichità. Si resta fra le stelle con Paolo Attivissimo, con cui si approfondiranno i motivi del ritorno dell’uomo sul nostro satellite, alla ricerca di minerali pregiati e misteriosi e di acqua per alimentare una base spaziale da dove partire alla volta di Marte, e i risultati delle osservazioni del progetto Euclid, il telescopio spaziale dell’ESA. Al confine tra scienza, arte e fantascienza, invece, con il circlemaker Francesco Grassi si parlerà di cerchi nel grano e falsi misteri, per spiegarne le tecniche di creazione, decisamente tutte umane. Con Gabriele Ferrari, paleontologo e giornalista scientifico, autore di Polvere e ossa (in uscita a metà ottobre per Codice), si farà un viaggio nell’America del Nord ai tempi del Far West, per scoprire come anche la ricerca scientifica non sia immune da profonde rivalità che possono degenerare in atti di spionaggio e di reciproco sabotaggio.


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Rapporto Rifiuti Urbani  2024 dell’ISPRA: crescono i rifiuti insieme con la differenziata

Giovedì 11 dicembre è stata presentata l’ edizione 2024 del Rapporto Rifiuti Urbani  dell’ISPRA. La diretta streaming. (altro…)


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Il 9 dicembre è la giornata mondiale contro la corruzione

Il 9 dicembre è la giornata mondiale contro la corruzione.  La corruzione è un fenomeno sociale, politico ed economico che colpisce tutti i paesi, minando le istituzioni e lo stato di diritto, distorcendo i mercati e i processi elettorali. In definitiva, questo fenomeno priva i cittadini di diritti fondamentali e rallenta lo sviluppo economico.

La corruzione crea un circolo vizioso che impoverisce sempre più i paesi dove il problema è endemico. Tra le conseguenze: gli investimenti stranieri leciti vengono scoraggiati e le piccole imprese nazionali non riescono a superare l’ostacolo dei cosìdetti “costi di avviamento”. In molti paesi la credibilità e la fiducia dei cittadini nel governo viene minata principalmente dalla corruzione, che alimenta anche forme di estremismo e divisioni sociali.

Il 31 ottobre 2003, l’Assemblea Generale dell’ONU, in risposta al crescente fenomeno della corruzione e alla minaccia che rappresenta per la stabilità e la sicurezza, ha adottato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (United Nations Convention against Corruption). La Convenzione mira a promuovere un approccio globale e multisettoriale per prevenire e combattere il fenomeno. Questo anche in considerazione della sua dimensione transnazionale. La Convenzione, entrata in vigore nel dicembre 2005, è uno degli strumenti più innovativi ed è il primo strumento giuridico vincolante nella lotta contro la corruzione. Essa prevede misure di prevenzione e la criminalizzazione delle principali forme di corruzione. Crea una piattaforma comune che rafforza la collaborazione tra la polizia e la magistratura per l’arresto e l’estradizione dei colpevoli.

La Convenzione prevede misure finalizzate al recupero dei patrimoni trafugati, le prime nella loro specificità, che obbligano i paesi a restituire capitali o beni – ottenuti attraverso atti di corruzione – al paese ai quali sono stati sottratti.

L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) fu incaricato dall’Assemblea Generale di svolgere funzioni di segretariato del principale organo decisionale della Convenzione: la Conferenza degli Stati Parte della Convenzione (Risoluzione 58/4).

Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell’ Agenda 2030, l’obiettivo 16 “Pace, giustizia e istituzioni forti”, fa particolare riferimento alla necessità di ridurre la corruzione e gli abusi di potere come uno dei traguardi da raggiungere entro il 2030. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo richiede misure efficaci e istituzioni inclusive, responsabili e trasparenti. Le istituzioni sane, capaci di far fronte alla criminalità, catalizzano il cambiamento positivo delle società.

Per promuovere la campagna della giornata internazionale, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e UNODC hanno sviluppato lo strumento Uniti contro la corruzione per lo sviluppo, la pace e la sicurezza. Indirizzato a tutti i settori delle società, esso indica misure concrete attraverso le quali combattere la corruzione.


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Un corso di formazione per giornaliste e giornalisti per raccontare la cooperazione internazionale

Il 5 dicembre 2024 a Palazzo Venturi, via Verdi 25 (Aula M) dalle 14 alle 16 – ma fruibile anche a distanza – si terrà il corso “Raccontare la Cooperazione internazionale”. L’evento di formazione è promosso dal Master in Giornalismo ‘Giorgio Bocca’, con il patrocinio di Ucsi Piemonte in collaborazione con Plan Italia ET.S. e il Consorzio Ong Piemontesi, organizzato nell’ambito del Progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda! – Giovani e territori per l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo sostenibile”, finanziato da AICS – Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo, del quale capofila è Focsiv – Volontari nel mondo ETS.

Lo scopo è quello di rilanciare la cultura, il valore e lo strumento della cooperazione internazionale per uno sviluppo sostenibile, volgendo la sua attenzione, in particolare, verso cittadinanza, e soprattutto le persone più giovani, le e gli studenti, il corpo docente, la politica e, non ultimi, i e le giornaliste. Attraverso la condivisione di dati, analisi, storie ed esperienze, l’obiettivo della formazione è quello di accrescere la conoscenza sul settore da parte dei media e degli operatori della comunicazione nel trattare il tema della cooperazione, in modo da contribuire a costruire un’opinione pubblica più informata e consapevole.

Nell’ambito del progetto è stato realizzato un Media kit su come raccontare la cooperazione internazionale scaricabile gratuitamente .


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