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Cibo

29 settembre è la Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla perdita e sullo spreco alimentare

Il 29 settembre è la Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla perdita e sullo spreco alimentare – The International Day of Awareness of Food Loss and Waste.

L’iniziativa, proclamata dalle Nazioni Unite, rappresenta un chiaro invito all’azione per sensibilizzare il mondo intero, cittadini e Istituzioni, sulla centralità della questione delle perdite e dello spreco di cibo e sulle sfide più rilevanti da affrontare per favorire un’economia sostenibile e circolare per il futuro del Pianeta.
Agenzia per la Coesione Territoriale
L’impegno contro gli sprechi alimentari dev’essere una priorità globale: il risparmio del cibo, infatti, non è solo un problema etico ma determina anche effetti sui piani economico e ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Affrontare la perdita e lo spreco di cibo è fondamentale per aumentare l’efficienza nel modo in cui il nostro cibo viene prodotto, distribuito e consumato.

Ogni anno un terzo del cibo sulla terra, 1,3 miliardi circa di tonnellate, viene sprecato senza neanche arrivare in tavola, che fanno ottenere a loro volta 4,4 miliardi di tonnellate di CO2 emessa nell’atmosfera e un consumo di acqua pari a 170 miliardi di metri cubi. Intanto, oltre 820 milioni di persone nel mondo soffrono la fame: è il 10,8% della popolazione, ovvero 1 persona su 10 che abita il pianeta. C’è poi lo spreco alimentare legato alla gestione e fruizione del cibo nelle nostre case.
Solo in Italia, lo spreco alimentare domestico pesa 529,9 grammi ogni settimana per ciascun cittadino, pari a oltre 25 kg di cibo gettati ogni anno. Considerando l’intera popolazione italiana si arriva a un dato vertiginoso: 1.526400 tonnellate di cibo ogni anno sprecate in Italia, nelle sole dinamiche di fruizione domestica del cibo”.

Per spingere verso comportamenti più responsabili bisogna fare fronte comune. Ci sono, infatti, termini internazionali che servono a raccontare e smuovere la lotta allo spreco alimentare.

Food Loss: espressione selezionata dalla FAO per indicare lo spreco alimentare che avviene all’inizio della filiera, da distinguersi da “food waste” che si riferisce a quello che avviene durante la distribuzione e dopo la vendita.
Pre-Consumer Waste: indica lo spreco che si verifica prima dell’acquisto, durante la produzione. A questo segue il “Post-Consumer Waste“, ovvero lo spreco dopo la vendita.
FLW: sigla per “Food Loss and Waste Protocol”, il protocollo internazionale contro lo spreco di cibo. Nello specifico, è uno standard che permette di calcolare quanto spreco alimentare si genera a livello globale.
Close the Loop: espressione che indica la fine del processo di riciclaggio, quando il consumatore finale acquista un prodotto riciclato. Letteralmente significa “chiudere il cerchio” e allude a un processo che potenzialmente, essendo circolare, potrebbe non interrompersi mai.
Minimization: racchiude tutti gli sforzi (tra cui il riciclaggio) per ridurre la quantità di rifiuti e si ottiene attraverso la riprogettazione dei prodotti o dei modelli di produzione e di consumo.
Spazio all’azione

A volte basterebbe davvero poco per evitare lo spreco alimentare: pochi e semplici comportamenti per vivere in maniera più sostenibile.

Three R’s: dall’inglese letteralmente “le tre erre”, è la triade di azioni per evitare lo spreco, ovvero “ridurre, riusare e riciclare”. Anche in campo alimentare, infatti, un acquisto consapevole e un utilizzo (e riutilizzo) adeguato possono contribuire a ridurre la quantità di cibo scartato.
Meal planning: termine inglese che si riferisce alla creazione di un calendario dei pasti. Oltre ad essere utile per la vita di tutti i giorni, questo strumento può essere un buon alleato contro lo spreco casalingo: una buona pianificazione dei pasti, infatti, permette un acquisto ed un uso consapevole del cibo.
Doggy bag: farsi preparare una “doggy bag”, ovvero un contenitore per gli avanzi del cibo al ristorante, è sempre un buon modo per evitare gli sprechi. Questa pratica è già molto diffusa all’estero e fortunatamente sta prendendo sempre più piede anche in Italia.
Natmad: anche i danesi hanno una parole per indicare la “doggy bag”, anche dopo una cena tra le quattro mura di casa. “Natmad”, in particolare, è la pratica di lasciare ai propri ospiti gli avanzi della cena per uno spuntino notturno.
Bokashi (ぼかし): letteralmente “miscuglio organico“, è un particolare metodo di fermentazione giapponese di compostaggio adatto anche per carne, latticini, ossa e frutti di mare. Questa tecnica permette di prendersi cura del proprio suolo con del compost fermentato autoprodotto. In questo modo si può fertilizzare la terra sfruttando gli scarti domestici che normalmente andrebbero buttati e quindi sprecati.
La parola alle culture

Le parole possono anche raccontare bisogni sentiti dalle società e volti ad evitare lo spreco.

Mottainai (もったいない): in Giappone viene solitamente utilizzata per esprimere disappunto per qualcosa che viene sprecato per niente. Non è, infatti, raro che chi lascia molto cibo nel piatto venga redarguito con un “mottainai!“.
Itadakimasu (いただきます): tradotta generalmente come “buon appetito”, in realtà l’espressione giapponese “itadakimasu” si ferisce a un rituale di gratitudine e di riflessione. L’idea alla base di questo rituale è che il cibo che si sta per mangiare è di grande importanza e non può essere sprecato.
Lagom: termine svedese non del tutto traducibile in italiano. Indica un concetto di misura riassumibile con “non troppo, non troppo poco”. L’espressione “lagom” sottintende l’idea che non esista una misura comune a tutti: ogni persona deve trovare il suo equilibrio.
Resfest: parola svedese che indica un pasto a base di avanzi, rielaborato per essere gustoso e diverso. Ad esempio una pasta gratinata a base di polpette e spaghetti avanzati dalla cena del giorno prima. In tedesco questo concetto si esprime con la parola “resteverwertung“.
Kutt-matsvinn uke: è la settimana norvegese contro lo spreco alimentare, un periodo per aumentare la consapevolezza sullo spreco e su ciò che l’industria alimentare e della ristorazione può fare, nonché per mostrare come ogni singolo individui giochi un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questi obiettivi. Da considerare inoltre che uno degli obiettivi della Norvegia è dimezzare il food waste entro il 2030.
Se, lukt, smak: letteralmente “guarda, annusa, assaggia”, è invece un’espressione norvegese per incoraggiare i consumatori a non affidarsi solo alla data di scadenza di un prodotto. Proprio per questo la data di scadenza dei prodotti in Norvegia è indicata con “Best før, ofte god etter”, ovvero “Da consumarsi preferibilmente entro – Anche se potrebbe essere ancora buono dopo”. Qualcosa di simile avviene anche in Svezia con la dicitura “Bäst före, ofta bra efter”.
Containern: in tedesco l’azione di salvare del cibo ancora commestibile, ma scartato dai supermercati per motivi estetici.
Pfandflaschen: parola tedesca per indicare il vuoto a rendere. In Germania, infatti, quella del vuoto a rendere è una pratica molto comune: le bottiglie costano 25 centesimi in più, ma si può riavere questa differenza di costo restituendo successivamente la bottiglia in negozio per farla riutilizzare.
Weiterverwertung von Lebensmittelresten: letteralmente “riutilizzo dei residui alimentari”, in tedesco si riferisce al riuso di scarti alimentari per creare qualcosa di nuovo – ad esempio produrre un prodotto per la pulizia a partire dalla buccia di limoni o arance oppure utilizzare i fondi di caffè per realizzare cosmetici.
Come lo que compras y compra lo que necesitas: proverbio spagnolo letteralmente traducibile in “mangia quello che compri e compra quello che ti serve”.


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Agricoltura

Una guida allo sviluppo rurale in Piemonte 2023-2027

Dal 1° gennaio 2023 è partita la nuova programmazione della Politica Agricola Comune (PAC). Il piano strategico nazionale dell’Italia, dal valore di 37 miliardi di euro, è stato approvato dalla Commissione Europea e grandi somme di tale piano saranno dedicate agli obiettivi climatici e ambientali, agli ecoschemi e ai giovani agricoltori.

La Rrgione Piemonte ha pubbllicato una guida a disposizione degli agricoltori piemontesi.

La programmazione 2023-2027 avrà una durata di cinque anni. La PAC ha tradizionalmente tre obiettivi generali, uno economico relativo alla competitività delle aziende e alla creazione di filiere agroalimentari, uno ambientale dedicato alla sostenibilità e alla conservazione delle risorse naturali e uno sociale riguardante l’ingresso dei giovani in agricoltura e lo sviluppo delle comunità nelle zone rurali.

Nella PAC 2023-2027 ogni obiettivo generale è suddiviso in 3 obiettivi specifici, come indicato nella figura sottostante. É inoltre presente un decimo obiettivo, trasversale, dedicato alla costruzione di sistemi di conoscenza e innovazione tra mondo della ricerca, attori privati e pubblici.

Nella programmazione precedente la Commissione Europea aveva previsto due strumenti per l’attuazione della PAC: il “Primo Pilastro” (aiuti diretti e interventi settoriali) e il “Secondo Pilastro” (misure di sviluppo rurale) gestito prevalentemente dalle singole Regioni attraverso i PSR (Programmi di sviluppo rurale).

Nel nuovo ciclo, è invece previsto un unico strumento di attuazione di livello nazionale, il Piano strategico della PAC (PSP), che comprende sia il Primo, sia il Secondo pilastro e che include tutti gli interventi sui territori. Anche se non esisteranno più i PSR regionali, ogni Regione ha definito un Complemento regionale per lo sviluppo rurale 2023-2027 (CSR), che rappresenta lo strumento attuativo a livello locale della strategia nazionale. Il CSR del Piemonte avrà una dotazione finanziaria di 750 milioni di euro e attiverà 49 interventi all’interno di otto ambiti indicati dai diversi colori in questa guida.

Altre informazioni utili sono reperibili alla apgina dello Sviluppo Rurale in Piemonte, e alla rivista Quaderni dell Agricoltura online.


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Agricoltura

Parte il primo programma di accelerazione di LaGemma Venture con un investimento di 1,7 milioni di euro per agricoltura , alimentare e economia circolare

La Gemma Venture , società d’investimenti nata nel marzo 2024 con l’obiettivo di creare un hub di innovazione e di crescita con sede in provincia di Cuneo, ha annunciato l’investimento di 1,7 milioni di euro in 11 realtà selezionate, che partecipano al suo primo programma di accelerazione AGRIFOOD24 focalizzato su agricoltura, filiera alimentare, alimentazione ed economia circolare e realizzato in collaborazione con SocialFare – Centro per l’Innovazione Sociale.

Secondo la Direttrice Wilma Tesio

Le startup selezionate sono realtà con possibilità di crescita e sviluppo che, attraverso questo percorso e grazie alle nostre risorse investite, potranno accrescere al meglio il loro potenziale.
LaGemma Venture con un investimento, per questa prima annualità, di 1,7 milioni di euro, punta non solo a fornire supporto finanziario, ma anche mentoring strategico e percorsi di crescita alle startup e realtà selezionate. Sono con noi partner d’eccellenza quali SocialFare, le aziende e le istituzioni del nostro territorio, un team di tecnici ed esperti, professionisti provenienti da imprese e organizzazioni che sono un indispensabile supporto per i nuovi imprenditori. LaGemma Venture punta a generare non solo crescita economica, ma anche sociale e ha scelto di farlo investendo in 2 realtà imprenditoriali particolarmente attive proprio nel sociale.

Il programma di accelerazione, iniziato il 13 gennaio, si svolgerà nella nuova sede operativa di LaGemma Venture, all’interno di Spazi per l’Italia, nella sede centrale delle Poste di Cuneo e si concluderà il 20 maggio con l’Investor Day.

Dopo un processo di selezione che ha valutato le 70 candidature ricevute, queste sono le realtà in cui LaGemma Venture ha scelto di investire che si distinguono per l’offerta di prodotti o servizi innovativi nell’ambito dell’Agrifood, capaci di generare un impatto sociale e ambientale positivo concreto:

● Kelpeat S.r.l. (Piemonte): startup che produce snack e alimenti a base di alghe con l’obiettivo di promuovere la biodiversità sia in natura sia in tavola.

● Agree Net S.r.l. (Piemonte): startup che progetta soluzioni innovative che, attraverso biomateriali attivi e biodegradabili, si propongono di aumentare la durata di conservazione di alimenti freschi e ridurre gli sprechi.

● Aqua Farm S.r.l. Società Benefit (Piemonte): startup che realizza impianti di acquaponica, una tecnica che combina l’acquacoltura con la coltivazione idroponica, creando un sistema integrato che consente di ridurre l’uso di risorse naturali, offrendo alimenti freschi, sani e a filiera corta.

● RedMoringa S.r.l. (Piemonte): startup che produce e commercializza integratori, cosmetici naturali, oltre a prodotti per animali a base di moringa oleifera, con un approccio etico alla produzione, per migliorare la salute.

● Vortex S.r.l. (Piemonte): startup che attraverso tecnologie brevettate valorizza i sottoprodotti dell’industria agroalimentare, trasformandoli in ingredienti di alta qualità certificati da economia circolare. Tra le loro principali linee di produzione ci sono i cosmetici Naste Beauty, oltre a prodotti impiegabili in ambito food e pet food.

● 8pari (Piemonte): realtà nascente dall’attività educativa agricola di Progetto Emmaus – attivo da 25 anni nell’inclusione sociale nelle zone di Alba, Bra, Langhe e Roero – produce vini di qualità attraverso l’inserimento lavorativo di persone fragili (persone con disabilità, disturbo della salute mentale, rifugiati).

● Mondo Pane S.r.l. (Piemonte): realtà che opera nell’ambito dell’economia carceraria impiegando persone delle case circondariali nella realizzazione di prodotti da forno artigianali di alta qualità, con l’obiettivo di venderli ad aziende dei settori Ho.Re.Ca. e Food Service.

● NuHpro (Emilia-Romagna): startup che punta a migliorare la qualità di vita delle persone, sviluppando prodotti alimentari per prevenire e trattare diabete, problemi intestinali e intolleranze al lattosio.

● Nutras S.r.l. (Marche): con un approccio lean, la startup sviluppa integratori alimentari e un kit dal design pratico per averli sempre con sé, per migliorare il benessere delle persone che soffrono di intolleranze alimentari, in particolare al lattosio, o problemi di digestione.

● PlantVoice S.r.l. Società Benefit (Trentino-Alto Adige): startup che, attraverso un innovativo innesto intelligente, monitora in tempo reale la salute delle piante da frutto analizzando la linfa. Un sistema avanzato che consente di ridurre gli sprechi, migliorare l’efficienza produttiva e la sostenibilità agricola.

● Sylfib S.r.l. Società Benefit (Lombardia): startup specializzata nella lavorazione delle fibre naturali, con un focus particolare sulla macerazione delle fibre liberiane. Promuove un modello industriale circolare e rispettoso dell’ambiente, con applicazioni nei settori tessile, edile, cartario e dei materiali compositi.


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Cibo

A Torino il suo Incontro nazionale della Rete Italiana Politiche Locali del Cibo

La Rete Italiana Politiche Locali del Cibo organizza il suo  VIII Incontro nazionale il 30 e 31 gennaio a Torino insieme all’Università degli Studi di Torino

Il programma degli eventi


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