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INSS-Imprenditore Non Sei Solo: la prima Onlus in Italia a supportare imprenditori in difficoltà
INSS-Imprenditore Non Sei Solo è una realtà associativa, una Onlus, fondata nel 2018 al fine di supportare gli imprenditori in difficoltà grazie ad una rete di grandi e piccoli imprenditori volontari che gratuitamente scelgono di sostenere le imprese in crisi, fornendo loro una formazione sul giusto approccio manageriale e su tematiche verticali.
I volontari diventano soci della No Profit e scelgono di partecipare a un programma di formazione imprenditoriale e di sviluppo di soft skills, ideato gratuitamente per la Onlus in collaborazione con OSM-Open Source Management, ossia una società di consulenza manageriale nonché la principale realtà sostenitrice e promotrice della No Profit.
Ad oggi INSS ha supportato 696 imprenditori, conta 459 assistiti attivi nel percorso di formazione, 275 volontari in tutta Italia e ha raggiunto i 900mila euro di donazioni erogate a sostegno del progetto. Tra le imprese aiutate dalla Onlus troviamo la L.M.B di Torino in Piemonte, dove non esiste ancora una classe di assistenza e gli imprenditori sono costretti a frequentare quella di altre città, prima fra tutte Milano, motivo per cui nasce l’appello ai colleghi in difficoltà a chiedere aiuto e la richiesta alle partite Iva piemontesi di contattare la Onlus per diventare volontari nella propria regione.
La L.M.B è un’officina meccanica di precisione, situata nella località di Pianezza(TO), specializzata nella realizzazione di attrezzature complete per lo stampaggio a caldo e a freddo e in attività da oltre 50 anni. Si tratta infatti di un’impresa di famiglia che Cristina Barcaro ha preso in mano insieme al fratello e al marito negli anni ’90, occupandosi della gestione amministrativa e del personale.
L’azienda da sempre attenta al rinnovo tecnologico, all’alta formazione del personale e all’uso di macchinari di nuova generazione, è andata incontro a delle difficoltà dal momento che l’80% della produzione era destinata ad un unico cliente, dinamica che era diventata fonte di preoccupazione per chi aveva assunto le redini dell’azienda. Per rispondere a questo problema Cristina e i suoi collaboratori hanno deciso di investire e rilevare un ramo dell’azienda di un fornitore che aveva chiuso la sua attività e contemporaneamente acquistare un nuovo capannone: impegni economici troppo importanti, tant’è che nel 2012 alle difficoltà finanziarie si aggiunge la perdita del cliente principale, i conti non tornano più e l’azienda è costretta a ridurre la redditività in concomitanza con forti tensioni familiari.
Nel 2019 Cristina viene a conoscenza della Onlus e lei e il marito decidono di entrare a far parte del programma, quest’ultimo permette loro di ridurre i costi del 20% liquidando l’azienda che avevano rilevato e far tornare i conti in equilibrio, il tutto nell’ottica di un percorso formativo che ha permesso loro di sviluppare capacità e volontà di voler uscire da situazioni negative impegnandosi a fondo, e che gli ha permesso di condividere l’esperienza con altri imprenditori che sono diventati compagni di un percorso in cui non si è mai soli. “Oggi abbiamo una struttura efficiente, che fattura due milioni e mezzo di euro annui con 16 dipendenti ma che potrebbe rendere molto di più se riuscissimo a spalmare meglio i nostri costi fissi. Fatichiamo, infatti, a trovare personale altamente specializzato in grado di usare macchine a controllo numerico e centri di lavoro, autonomi nella programmazione, con buona conoscenza del disegno tecnico e padronanza nell’utilizzo degli strumenti di misura e controllo. Stiamo cercando due persone per il reparto torneria e due per il reparto frese e offriamo contratto a tempo indeterminato” spiega Cristina Barcaro.
INSS è perciò una realtà fondamentale, fornisce un’assistenza strutturata che parte dalla compilazione di un questionario attitudinale al quale segue un consulto individuale durante il quale si discutono le aree di miglioramento precedentemente individuate nell’ambito della gestione manageriale; la classe di assistenza offre inoltre consulenze specifiche collegate alle proprie professionalità facendo sì che nasca una rete virtuosa di sostegno che consenta il miglioramento sia dei volontari che degli assistiti. L’idea alla base di questa realtà associativa è che le partite IVA e le piccole imprese siano il futuro del Paese, realtà sulle quali investire e da valorizzare per creare aziende sane in grado di generare offerta di lavoro.
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Economia circolare
VIII EcoForum per l’Economia Circolare – Per la prima volta calano i Comuni Rifiuti Free in Piemonte
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Online il secondo report di ORA – Osservatorio Regionale Antidiscriminazione
È stato presentato mercoledì 4 dicembre 2024, presso il grattacielo della Regione Piemonte a Torino, il secondo report di ORA – Osservatorio Regionale Antidiscriminazione. Il secondo report ha analizzato 6.346 articoli, monitorando dal 1° novembre 2023 al 31 luglio 2024 e offrendo una panoramica dettagliata su come i media locali piemontesi trattano i temi cruciali di genere e disabilità.
O.R.A. è stata realizzata da un team di lavoro misto composto dalle ricercatrici universitarie Rossella Iannone, Francesca Tampone, Elena Morrone, Arianna Pellizzer, e da quattro professioniste dell’informazione appartenenti alla rete GIULIA: Stefanella Campana, Ilaria Leccardi, Elena Miglietti, Sara Perro.
È possibile scaricare il report completo al seguente link: https://www.collane.unito.it/oa/items/show/206#?c=0&m=0&s=0&cv=0
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Secondo il rapporto Ispra continua il consumo di suolo in Italia
Venti ettari al giorno persi, al ritmo 2,3 metri quadrati ogni secondo: nel giro di dodici mesi appena, in Italia con un consumo di 72,5 chilometri quadrati di suolo. È il dato che salta agli occhi leggendo l’edizione 2024 del rapporto di Ispra Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici.
Nel 2023 la riduzione dell’”effetto spugna”, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, secondo le stime, costa al Paese oltre 400 milioni di euro all’anno. Un “caro suolo” che si affianca agli altri costi causati dalla perdita dei servizi ecosistemici dovuti alla diminuzione della qualità dell’habitat, alla perdita della produzione agricola, allo stoccaggio di carbonio o alla regolazione del clima.
Cambia la classifica dei comuni “Risparmia suolo”, quelli in cui le trasformazioni della copertura del suolo sono limitate o assenti: sul podio del 2024 salgono Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM)
A descrivere l’andamento nazionale del fenomeno, il rapporto SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” che in questa edizione pubblica le stime per tutte le regioni, le province e i comuni italiani relative al 2023. Ad accompagnare il report, l’EcoAtlante il quale, oltre a rappresentare un vero e proprio viaggio nell’ambiente italiano, consente di consultare e scaricare le mappe dettagliate del consumo di suolo e di personalizzarle in base alle proprie esigenze.
Nel 2023 risultano cementificati più di 21.500 km2, dei quali l’88% su suolo utile. In aumento la cancellazione del suolo ormai irreversibile con nuove impermeabilizzazioni permanenti pari a 26 km2 in più rispetto all’anno precedente. Il 70% del nuovo consumo di suolo avviene nei comuni classificati come urbani secondo il recente regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Nelle aree, dove il nuovo regolamento europeo prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97ettari). In calo costante quindi la disponibilità di aree verdi: meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi.
Proseguono le trasformazioni nelle aree a pericolosità idraulica media, dove la superficie artificiale avanza di oltre 1.100 ettari, mentre si sfiorano i 530 ettari nelle zone a pericolosità da frana, dei quali quasi 38 si trovano in aree a pericolosità molto elevata.
La Valle d’Aosta e la Liguria sono le uniche regioni sotto i 50 ettari: la Valle d’Aosta, con +17 ettari, è la regione che consuma meno suolo, seguita dalla Liguria (+28) che si contiene al di sotto di 50 ettari. Gli incrementi maggiori per l’ultimo anno si sono verificati in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521). Escludendo le aree ripristinate (operazione da cui si ricava il consumo di suolo netto) segnano gli aumenti maggiori Emilia-Romagna (+735 ettari), Lombardia (+728), Campania (+616), Veneto (+609), Piemonte (+533) e Sicilia (+483).
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