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Ambiente

L’alluvione in Emilia – Romagna: il risultato di interazioni tra cause, naturali e antropiche

Il sito di meterologia Nimbus diretto da Luca Mercalli ha analizzato scientificamente le alluvioni del maggio 2023 in Emilia Orientale e Romagna concludendo che:

Eventi alluvionali come quelli dei giorni scorsi in Emilia-Romagna sono il risultato di complesse interazioni tra un insieme di cause, naturali e antropiche, pertanto mal si prestano a commenti frettolosi, parziali e fuorvianti che sono all’ordine del giorno nei mezzi di informazione e sui social network. In attesa di poter fare analisi più approfondite, ci limitiamo qui a riassumere alcuni elementi:

– le precipitazioni sono state eccezionali, dell’ordine di grandezza dei massimi noti in un secolo nella zona, e anche superiori – in un poco più di due settimane – alla metà della media annua (fino a circa 250 mm in due giorni e oltre 600 mm nelle prime due decadi di maggio);

– La pianura romagnola è particolarmente incline alla pericolosità idraulica, come ben evidenziato nella cartografia ISPRA: tramite una fitta rete di canalizzazioni, i lavori di bonifica susseguitisi nei secoli hanno permesso di ricavare terre abitabili e coltivabili in luoghi precedentemente paludosi, tuttavia in occasione di piene straordinarie la rottura o il sormonto degli argini dei corsi d’acqua con alveo pensile (sopraelevato rispetto al piano campagna) può determinare inondazioni improvvise e rovinose, come peraltro avvenuto anche in altri anni recenti, seppure con gravità ed estensione minore (20 settembre 2014, 13 maggio 2019). La forte antropizzazione della zona amplifica inoltre i danni alluvionali. Ciononostante, eventi pluviometrici di tale portata avrebbero probabilmente causato guasti rovinosi, anche in un territorio meno occupato.

– La cura del territorio montano (come la gestione dei boschi, delle coltivazioni, dei muretti a secco) è doverosa e importante per molte ragioni – economiche, culturali, paesaggistiche – ma non può scongiurare il verificarsi di disastri idrogeologici a seguito di piogge così intense e concentrate. Le alluvioni di maggio 2023 in Emilia-Romagna non sono state causate dall’abbandono delle terre appenniniche!

– Azioni spesso invocate come salvifiche, quali la rimozione della vegetazione ripariale che cinge i fiumi o l’asportazione di materiale sabbioso-ghiaioso dagli alvei, sono dannose poiché rispettivamente compromettono la stabilità delle sponde e alterano il profilo idrodinamico dei corsi d’acqua innescando pericolosi processi erosivi a monte.

– In assenza di valutazioni modellistiche di “weather attribution” non è possibile stabilire quale sia stato il contributo dei cambiamenti climatici antropogenici all’evento, tuttavia è noto che questi rendano più probabili gli episodi di pioggia intensa attraverso una maggiore evaporazione dai mari divenuti più caldi, e da una maggiore capacità dell’aria calda di contenere vapore acqueo, dunque acqua precipitabile (Legge di Clausius-Clapeyron, +7% di vapore alla saturazione per ogni grado °C di aumento di temperatura di una massa d’aria).


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Ambiente

E’ morto a 90 anni Fulco Pratesi , fondatore del WWF Italia di cui è stato a lungo presidente

E’ morto a Roma a 90 anni Fulco Pratesi : architetto, giornalista, autore, disegnatore, fondatore del Wwf Italia di cui è stato a lungo presidente.

Il WWF Italia piange la scomparsa del suo padre fondatore e si stringe con commozione alla famiglia Pratesi. La moglie Fabrizia  si era spenta meno di 5 mesi fa, il 4 ottobre 2024 Fulco Pratesi lascia 4 figli, 6 nipoti e una pronipote.  Grazie a Fulco Pratesi l’ecologia è entrata nelle case degli italiani, il suo amore smisurato per la natura ha avviato una vera e propria rivoluzione culturale da cui è nato il movimento ambientalista italiano.

Conoscere, amare e difendere la natura. Queste tre semplici regole ci aiuteranno a vivere in armonia

https://www.youtube.com/watch?v=9hg41_d9Z8A&feature=youtu.be

Il ricordo di Fulco Pratesi dal WWF Italia

Fulco Pratesi, nato a Roma nel 1934 e presto sfollato nella prima infanzia con la famiglia nella proprietà di campagna nel viterbese, è entrato presto a contatto con la natura. Fin da piccolissimo s’innamorò degli animali e del disegno. Dopo un’infatuazione giovanile per la caccia, convertì il suo interesse per la natura e gli animali nella conservazione. La sua seconda vita iniziò nel 1963, nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, dove si era recato a caccia. Gli si parò di fronte un’orsa con tre piccoli. Fu un incontro “folgorante” come lui stesso lo ha definito tante volte. Un incontro che gli fece cambiare totalmente prospettiva. Tornato in Italia, vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica. Presto, si convertì all’amore incondizionato per tutte le forme viventi e decise di impegnarsi per la conservazione, tanto da abbandonare la professione di architetto. Saputo della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, li contattò per far nascere la sezione italiana. “Ma dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto” fu la risposta. Con famiglia e già 4 figli, non era facile. Riuniti alcuni amici illuminati nel suo studio di architetto, nacque nel 1966 il WWF Italia, con pochi soldi e tanto entusiasmo. Entusiasmo che è rimasto sempre stato il suo tratto distintivo fino agli ultimi giorni della sua vita.

Fondamentale il suo contributo alla definizione e approvazione di leggi fondamentali per la tutela della natura italiana, dalla della legge 157 sulla fauna a quella sui parchi del 1991. Ma il suo orgoglio più grande erano le oltre 100 Oasi del WWF che amava e conosceva una per una. Fulco Pratesi ha reso migliore il nostro Paese per tutti questi motivi e tanti altri, a cominciare dalla grande vocazione alla divulgazione: storico collaboratore del Corriere della Sera, ha pubblicato una dozzina di libri e curato decine di pubblicazioni anche per ragazzi, trasmettendo la sua grande passione per piante e animali a milioni di italiani attraverso testi accattivanti e disegni dal tratto unico. Ha viaggiato in tutto il mondo, dall’India all’America latina, e tutti i suoi incontri con la natura sono documentati nei suoi inseparabili taccuini.

Seppe fare quello che solo i grandi sanno fare: trasformare un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali allora braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata. Con un vero e proprio atto di coraggio, con pochi soldi in cassa (i primi soci si erano autotassati), la prima azione del neonato WWF Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi di protezione e del “modello Oasi”, che contraddistingue il WWF Italia dagli altri WWF nel mondo. Oggi le aree gestite o di proprietà sono oltre 100 e proteggono circa 27.000 ettari di natura. Fondamentale è stato anche il suo contributo alla nascita del sistema dei Parchi nazionali, attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Sempre, gettando il cuore oltre l’ostacolo: come quando, nel 1985, l’Associazione raccolse oltre 600 milioni di lire – con un vero e proprio crowdfunding ante litteram – per l’acquisto dell’area di Monte Arcosu, con l’obiettivo di salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione.

La sua vita racconta la storia della nostra Associazione. Proverbiali le sue battaglie contro la caccia (per impedire ai cacciatori di entrare nei fondi privati), che lo portarono a ricevere insulti e minacce. Ma anche per la salvaguardia delle creature marine, dai cetacei alla foca monaca, dalle reti spadare. Aveva una grande passione per i piccoli uccelli e per gli ambienti di palude, considerati malsani dai più e invece visti da Fulco, giustamente, come ecosistemi ricchissimi di biodiversità. Da tutelare. In natura passava ore a osservare gli uccelli e a comporre i primi schizzi per i suoi acquerelli. “Se considereremo la natura e il nostro Pianeta come un posto da conquistare e dominare, allora sarà la nostra fine” ha ripetuto nell’ultima intervista.


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Ambiente

Parte il Progetto Bike & Flowers: un corridoio ecologico per la biodiversità tra Pinerolese e Cuneese

Ha preso il via la prima fase di Bike & Flowers, un progetto che ha l’obiettivo di promuovere la tutela e conservazione degli insetti impollinatori, grazie al coinvolgimento di 8 Comuni dell’area rurale del Pinerolese e del Cuneese oggi attraversati o in prossimità della pista ciclabile “Via delle Risorgive” – Cumiana, Piscina, Airasca, Cercenasco, Scalenghe, Vigone, Villafranca Piemonte e Moretta. (altro…)


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Ambiente

Mal’aria: per battere l’inquinamento in Val Padana occorre affrontare anche le emissioni di agricoltura e allevamenti

Dopo un inizio d’anno piovoso e con pochi picchi di smog, siamo entrati nel periodo critico degli spandimenti dei liquami agricoli: dopo il blocco dei mesi di dicembre e gennaio, infatti, gli allevatori si trovano a dover spandere sui campi vicini i contenuti dei serbatoi stracolmi di liquami. E’ anche per questo che, da diversi anni, il mese di febbraio è quello con i più alti picchi di inquinamento, soprattutto per quanto riguarda il particolato sottile. Una gran parte di esso infatti deriva dai composti dall’ammoniaca, gas che esala soprattutto dai liquami zootecnici. (altro…)


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