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Innovazione

La Camera di Commercio di Torino punta su Innovation Block, il quartiere di Torino per le imprese del futuro

La Camera di Commercio di Torino ha presentato Innovation Block il piano di rinnovo delle sedi che affacciano su piazzale Valdo Fusi: Torino Incontra, Palazzo Affari, Borsa Merci e Borsa Valori con investimenti per oltre 25 milioni di euro per ridisegnare un quartiere a servizio dell’innovazione. Diventeranno Domus, Accademia, Forum, Anfiteatro.

Digitale, servizi innovativi, tecnologie di ultima generazione, imprenditorialità, impatto sociale, eventi e manifestazioni, tanti elementi tutti riuniti in un’unica struttura, articolata in più ambienti. Si chiama innovation block e diventerà l’area di sperimentazione innovativa messa a disposizione dalla Camera di commercio per tutte le imprese torinesi e la comunità cittadina e regionale, grazie alla contiguità in un unico isolato intorno a piazzale Valdo Fusi di tutti gli edifici storici oggetto dell’importante investimento.

Gli edifici, oggetto di un complesso intervento di riqualificazione e rigenerazione, avranno molteplici funzioni: dai servizi per l’imprenditoria e imprenditorialità sociale alle attività di attrazione e aggregazione di pmi, dai progetti di sviluppo del digitale più innovativo all’organizzazione di grandi eventi e congressi per la città.

Nel Palazzo degli Affari di Via San Francesco da Paola 24 si trova oggi l’anagrafe delle 220 mila imprese torinesi, da sempre consultabile da tutti e interamente digitale. Palazzo degli Affari, opera di Carlo Mollino con al centro il celebre scalone elicoidale, è anche la sede dei servizi di consulenza, dell’accompagnamento alle nuove imprese, dell’internazionalizzazione e di tutti i progetti di promozione del territorio, dal turismo all’enogastronomia. Grazie a un intervento strutturale con progettazione open space e postazioni multimediali per consulenze personalizzate on line e in web conference e adeguamento normativo e risparmio energetico.

Domani diventerà Domus, la casa delle imprese e in primis del Registro Imprese dove rimarrà la sede di sportelli fisici per le attività amministrative, ma diventerà anche il luogo per promuovere tutte le potenzialità dei servizi digitali come CNS, firma digitale, cassetto digitale per un dialogo con la PA più veloce ed immediato, anche da remoto. Saranno progettati, inoltre, punti di accesso fisici e multimediali a tutti i servizi di informazione, accompagnamento, consulenza, mentorship, su prenotazione o via web. Non più servizi standard, ma personalizzati e attivabili on demand sulla base delle necessità di imprese in continua evoluzione.

La Borsa Merci di Via Giolitti 15 era utilizzata per gli scambi della Borsa Merci, ora ospitata presso il Laboratorio Chimico di via Ventimiglia, lo spazio è stato in passato anche la sede per aule di formazione e corsi di aggiornamento. Il nuovo intervento riguarda la completa rifunzionalizzazione architettonica ed impiantistica del fabbricato, con spazi organizzati ad ufficio e polifunzionali per eventi. Prevista anche riqualificazione energetica.

Domani diventerà Accademia il luogo dove nascono le nuove competenze per le imprese del futuro. Formazione a tutti i livelli e per tutti i target, dai nuovi imprenditori alle scuole, dagli startupper ai professionisti, oltre che sede per iniziative e laboratori per studenti in stretto collegamento tra scuola e lavoro. Previsto inoltre un nuovo spazio co-working a disposizione di imprenditori, liberi professionisti e studenti e una sala regia attrezzata per servizi ed eventi di formazione e informazione in streaming.

Il Centro Congressi Torino Incontra nato nel 1992 per volere della Camera di commercio di Torino, ha ospitato negli anni meeting, congressi e manifestazioni a servizio della città. È stato Media Centre durante le Olimpiadi 2006. Dal 1997 al 2019 ha ospitato quasi 10 mila eventi con più di 1 milione di partecipanti.
Grazie al rinnovamento totale della struttura con adeguamento a norma degli impianti, abbattimento barriere architettoniche, rinnovo di tutti gli impianti multimediali, anche attraverso l’introduzione di componenti tecnologiche applicate ai sistemi di comunicazione e illuminazione saranno a disposizione complessivamente 8 sale, per un totale di 700 posti. Nuova sinergia, inoltre, con gli spazi della grande sala delle grida dell’ex Borsa Valori, che permetterà eventi congressuali di grandi dimensioni.

Domani diventerà il Forum , un centro congressi all’avanguardia nel cuore della città, con le dotazioni digitali e multimediali più recenti, a disposizione di tutti gli operatori del settore. Una nuova piazza, luogo di incontro fisico e digitale, facilmente raggiungibile da ogni direzione della città. Non solo meeting e congressi: questo sarà anche il luogo degli incontri di affari, dei btob, dell’accoglienza a buyer internazionali.

L’Ex Borsa Valori era un edificio nato negli anni ’50 per l’epoca innovativo nel pieno centro di Torino. La volta a padiglione a pianta quadrata di 40 metri circa di lato, è una struttura auto portante poliedrica nervata leggerissima, che, grazie ad un innovativo sistema di precompressione, consente di non avere pilastri centrali.
La Borsa diventa così un edificio simbolo del secondo novecento di un nuovo modo di concepire l’architettura: il confronto tra moderno e contesto diventa il nuovo tema sul panorama internazionale, denominato dalle riviste di settore neoliberty.

L’edificio, conosciuto e pubblicato in tutto il mondo, è divenuto così importante da ottenere il riconoscimento del Ministero dei Beni Culturali come una delle più significative opere di carattere artistico della seconda metà del Novecento.

Sede delle contrattazioni di borsa dal 1956 al 1992, quando si passò alla Borsa Telematica, l’edificio ospitava il salone delle grida, nucleo vitale delle attività di Borsa, e tutte le attività inerenti alla contrattazione: la corbeille al centro, il recinto delle grida, i tavolini degli agenti di borsa e delle banche, i tabelloni e le numerose cabine telefoniche. Negli anni la Borsa Valori ha ancora ospitato eventi nazionali e internazionali, legati in particolare al mondo della cultura, dell’arte contemporanea e della fotografia. Rimane oggi una delle sedi più richieste in città e più amate da chi organizza eventi e manifestazioni di grande impatto.

Intervento di restauro punta a dotarsi e offrire alla città e al territorio grandi spazi tecnologici e flessibili, unici per dimensione e caratteristiche nel centro di Torino. Domani diventerà Anfiteatro per esposizioni performance ed eventi. La sala alta quasi 20 metri si presterà ad installazioni e palchi di grandi dimensioni e altezza, il pavimento tecnologico permetterà una grande varietà di configurazioni e alti livelli di comfort ambientale. Il progetto prevede, poi, diversi punti di accesso ed ingressi, e la possibilità di aprirsi su piazzale Valdo Fusi lavorando in sinergia con il quartiere e la città.

Il nuovo giardino, disegnato su due livelli, su cui affacceranno il Centro Congressi Torino Incontra e la Borsa, sarà ampliamento naturale delle funzioni ospitate, e porterà luce, accessibilità ed aria alle funzioni ipogee. Al limitare del giardino a doppio livello, lungo via Nino Costa, si posizionerà il portale d’ingresso, baricentrico tra Borsa Valori e Palazzo Affari. Dal portale si potrà accedere alla hall di ingresso di Torino Incontra e alla Borsa Valori; ambienti vetrati e luminosi immersi nel verde permetteranno alle due funzioni di essere gestite e accessibili insieme o in modo indipendente.

Gli uffici storici, ripensati come spazi ibridi e flessibili, potranno ospitare su più livelli diverse attività: ci sarà la sede della Borsa Sociale e il punto aggregativo dell’ampia comunità della piattaforma di Torino Social Impact, trasformando così la Borsa Valori in “Borsa dei valori”, ma sarà possibile anche ospitare incontri con gli imprenditori eccellenti del gusto torinese o scoprire e prenotare le offerte dei progetti turistici camerali.

Il Lab esperienziale, con la possibilità di testare prototipi e avviare sperimentazioni, e la Smart Area, affacciati sul giardino ipogeo, sono studiati per ospitare funzioni ad alto contenuto tecnologico in continua evoluzione ed aggiornamento, con accesso diretto e indipendente, permettendo a imprenditori e cittadini di toccare con mano le più moderne opportunità offerte dalle tecnologie digitali emergenti con focus su settore dei servizi, commercio e turismo.

Anche Palazzo Birago, sede istituzionale della Camera di commercio di Torino è attualmente in fase di restauro, con l’obiettivo di restituire alla città una sede a disposizione di tutti per mostre, esposizioni, eventi.

L’Innovation Block potrà contare, inoltre, su alcuni vicini di casa illustri che hanno sia uno spazio condiviso, sia il medesimo obiettivo di investimento sul futuro e sull’innovazione: dal Circolo del Design, che ha una community attiva di oltre 1.000 designer, imprese, ricercatori e studenti e un pubblico di riferimento di circa 10.000 persone, alla Business School ESCP che inaugurerà nel 2024 in via Cavour 28 il suo nuovo campus con oltre 1.000 studenti da tutto il mondo, al Centro Servizi per il Volontariato VOL.TO ETS, partner della Camera di commercio e di Torino Social Impact in tanti progetti legati all’impatto sociale.


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Energia

Come è fatta una stazione di rifornimento a idrogeno

Una stazione di rifornimento idrogeno è in tutto e per tutto simile a quello che siamo abituati a vedere nella nostra quotidianità con le stazioni di fornimento di benzina e gasolio. La differenza è che una stazione di rifornimento a idrogeno è asservita a una mobilità idrogeno a zero emissioni. S

i compone di diverse parti, la prima tra tutte è ovviamente l’idrogeno, che può essere prodotto in loco tramite elettrolisi da fonti rinnovabili, oppure può essere trasportato dall’esterno, prodotto esternamente e portato all’interno della nostra stazione di rifornimento, in contenitori gassosi.

Una volta che abbiamo il nostro idrogeno all’interno della stazione di rifornimento, questo deve essere compresso ad altissime pressioni, 900-950 bar circa per poter permettere poi il rifornimento a vetture leggere o pesanti che siano.

Prima di poter però permettere il rifornimento bisogna raffreddare l’idrogeno a temperature intorno ai -40°, questo ci permette di operare in sicurezza un rifornimento in tempi che sono paragonabili a quelli della mobilità tradizionale, nell’ordine dei 5 minuti per fare un piano.

Completa il quadro della situazione della stazione di rifornimento, il dispenser, vale a dire, il bocchettone, che ci permette di fare il pieno, molto simile a quello ad oggi utilizzato per il GPL.


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Idrogeno

La fine di Nikola Corporation la startup che voleva realizzare i camion a idrogeno

Nikola Corporation, che era stata presentata come la Tesla dei camion elettrici a idrogeno  ha presentato istanza volontaria di fallimento  ai sensi del Chapter 11 delle legge americana.

Nikola Corporation, era stata fondata nel 2014 con l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il settore dell’autotrasporto attraverso l’introduzione di camion elettrici e a idrogeno a zero emissioni.

Nel 2016, viene presentato il primo veicolo, il camion a idrogeno Nikola One, che raccoglie pre-ordini per un valore dichiarato di 14 miliardi di dollari. Nonostante le promesse, il Nikola One rimane un prototipo e viene successivamente rimpiazzato dai modelli Nikola Two e Nikola Tre.

Il 4 giugno 2020, Nikola si quota in borsa, beneficiando dell’ondata di speculazione finanziaria che ha caratterizzato l’anno della pandemia di COVID-19. Il valore delle azioni dell’azienda sale rapidamente, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, nonostante l’assenza di un prodotto commercializzato.

Pochi mesi dopo la quotazione, l’agenzia Hindenburg Research pubblica un’analisi che mette in discussione la validità delle tecnologie e delle affermazioni di Nikola. Il report accusa Nikola di aver simulato il funzionamento del suo camion a idrogeno in un video di presentazione, facendolo scorrere in discesa anziché utilizzare un propulsore funzionante. Le accuse di Hindenburg Research provocano un crollo del titolo Nikola in borsa e un grave danno all’immagine dell’azienda.

In seguito alle indagini della Corte di Giustizia statunitense, il fondatore di Nikola viene accusato di frode e finisce in carcere nel 2021. L’azienda dichiara di voler rispettare la tabella di marcia e di concentrarsi sulla consegna di veicoli elettrici Nikola Tre entro la fine dell’anno.

Nel 2022, Nikola avvia la commercializzazione del Nikola Tre in versione elettrica, prodotto nello stabilimento di Coolidge, Arizona. Un anno dopo, due esemplari del Nikola Tre prendono fuoco a causa di problemi al pacco batterie. L’azienda è costretta a richiamare tutti gli esemplari in commercio e a sospendere la produzione di camion elettrici.

Con una liquidità di soli 47 milioni di dollari e un titolo azionario crollato del 98% in 12 mesi, Nikola è stata ostretta ad avviare la procedura di Chapter 11, mettendo all’asta i propri beni per rimborsare i creditori.

Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l’uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite.


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Idrogeno

Parte la sperimentazione in Lombardia dei treni a Idrogeno e della loro logistica

Entreranno in servizio nel giro di un anno i 14 treni a idrogeno sulla linea ferroviaria lombarda non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, progettati da Alstom, che andranno a sostituire gli attuali treni a gasolio e potranno percorrere fino a 600 chilometri con un pieno, rilasciando nell’aria solo vapore acqueo.

È stato inaugurato a Rovato, in provincia di Brescia, l’impianto per la manutenzione e il rifornimento dei convogli che verranno gestiti da Trenord, mentre altri tre siti sono in fase di costruzione e serviranno a produrre e stoccare l’idrogeno.
I treni verranno alimentati da veicoli provvisti di grandi bombole con pressione a 500 bar. I tempi di rifornimento variano tra 30 e 60 minuti, grazie a un sistema mobile che non necessita di compressione e stoccaggi fissi ad alta pressione.

Sul primo dei 14 treni acquistati attraverso i finanziamenti di Regione Lombardia, arrivato lo scorso 23 gennaio, sono in corso i test e le attività di collaudo necessari per l’avvio del servizio commerciale, previsto entro il primo semestre del 2026. L’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni.

L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da FNM, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede:

  • messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante;
  • realizzazione di 3 impianti di produzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 a Iseo (mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2), ad Edolo e a Brescia (mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile);
  • realizzazione di 4 impianti di rifornimento di idrogeno a Rovato (destinato principalmente alle attività di messa in servizio e successivamente alle fasi di manutenzione dei treni) e a Iseo, Edolo e Brescia (dotati di stoccaggio e destinati a rifornire i treni nel corso del servizio commerciale);
  • realizzazione di un impianto di deposito e manutenzione dei treni a Rovato, specificatamente progettato e realizzato per treni a idrogeno;
  • adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni interessate dal servizio dei nuovi treni.

Nell’impianto di Rovato  sono presenti:

  • cinque binari di sosta dei treni all’aperto;
  • un impianto di manutenzione treni dotato di due binari al chiuso per la manutenzione (attrezzati per l’accesso al treno tramite fossa di visita e tramite passerelle aeree), un binario coperto all’aperto per il lavaggio dei treni, carroponte, calacarrelli, magazzini, armadi per lo stoccaggio delle batterie di ricambio dei treni, colonnine per la connessione dei treni alla rete elettrica e zona uffici e servizi per il personale;
  • un impianto di rifornimento dei treni a idrogeno, attrezzato con dispenser per erogare idrogeno alla pressione di 350 bar e baia per ricovero del carro bombolaio, nonché di impianto di flussaggio e inertizzazione (utile per lo svuotamento dei serbatoi dell’idrogeno del treno quando previsto ai fini manutentivi).

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