Tecnologia
Studio rivela: il Metaverso usato solo per i videogiochi
Sebbene il metaverso sia stato largamente elogiato come la prossima grande innovazione del secolo, un nuovo studio dell’agenzia newyorkese di sviluppo app BlueLabel dimostrerebbe il contrario: solo il 48% degli intervistati utilizza il metaverso, e lo fa principalmente per motivi ludici.
Lo studio ha coinvolto 1008 persone, tra i 18 e gli 84 anni, e ha analizzato l’uso dei 19 metaversi più in voga al giorno d’oggi. Lo studio esamina anche le motivazioni per utilizzare il metaverso (ovvero divertimento e lavoro) ed eventuali spese e guadagni relativi all’uso.
Condotto durante i primi giorni di Dicembre 2022, rivela i seguenti dati:
– Poco più della metà degli intervistati (52%) ha dichiarato di non utilizzare alcun metaverso.
– L’utilizzo del metaverso è ampiamente frammentato tra le 19 piattaforme incluse nella indagine, con Minecraft il più popolare (17%), seguito da Fortnite (10%) e con Roblox (8%) al terzo posto.
– Solo l’1,5% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare HorizonWorld, la piattaforma metaverse di Meta.
– 75 persone hanno dichiarato di guadagnare grazie al metaverso. Il loro guadagno medio è di $1548, ma la mediana e la moda sono entrambe $0.
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Energia
Politecnico di torino e Ogr danno vita a una Comunità Energetica Rinnovabile
Politecnico e OGR hanno fatto partire i lavori per la costituzione della nuova Comunità di Energia Rinnovabile urbana – CER, che permetterà di condividere energia rinnovabile in surplus autoprodotta grazie all’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, tra gli edifici dell’Ateneo e delle ex Officine Grandi Riparazioni.
Il piano dei lavori prevede la costituzione di un nuovo soggetto giuridico la “CER” appunto che potrà governare e gestire tutto il processo per concretizzare le competenze già sviluppate dal Politecnico in ambito di Comunità Energetiche grazie al lavoro portato avanti dall’Energy Center di Ateneo, con un progetto che sia a supporto anche di altri enti che vorranno aderire all’iniziativa per condividere l’energia rinnovabile e massimizzare i benefici derivanti. Benefici importanti per l’ambiente e per la cittadinanza, ma anche economici, per via dell’incentivo erogato sull’energia condivisa.
L’iniziativa, rappresenta un’azione concreta dell’Ateneo e delle OGR verso la transizione energetica che andrà verso il coinvolgimento di altri soggetti del territorio in un meccanismo virtuoso di autoproduzione e condivisione dell’energia rinnovabile, promuovendo nel contempo una maggiore consapevolezza dell’uso dell’energia e azioni in ambito di risparmio energetico ed efficienza energetica.
L’area occupata dal Campus del Politecnico e dalle OGR rappresenta un ecosistema territoriale ideale per la costituzione di una CER, poiché coesistono consumi elettrici rilevanti derivanti da strutture didattiche, laboratori, residenze di studenti, attività commerciali, iniziative culturali, e abitazioni, e superfici in grado di ospitare impianti fotovoltaici. Si tratta anche di un ecosistema di competenze con una comunità attiva di docenti, ricercatori, studenti, start-up innovative, PMI e grandi imprese, coordinati dal Politecnico e dalle OGR Torino, che contribuirà ad assicurare la gestione dinamica del sistema “CER”, sviluppando anche nuovi servizi e sperimentando sul campo nuove tecnologie, in particolare lo storage.
La CER “POLITO-OGR Torino” sarà a disposizione per i comuni, le imprese e i cittadini che vorranno costituire Configurazioni di Autoconsumo sul territorio, mentre sinergie e collaborazioni saranno possibili e auspicate con altre iniziative di CER in fase di costituzione.
L’avvio della CER tra Politecnico e OGR si inserisce nel quadro più ampio determinato dall’approvazione delle Regole Operative del GSE all’inizio del 2024, che ha completato l’iter di recepimento della Direttiva Europea RED-II. Le CER oggi si possono concretamente realizzare grazie agli incentivi per l’energia condivisa nell’ambito del perimetro delle cabine primarie di distribuzione e – per i Comuni con meno di 5 mila abitanti – un contributo a fondo perduto pari al 40% dell’investimento in impianti di produzione di energia rinnovabile. Tali misure consentono di realizzare nuovi impianti a fonte rinnovabile in modo economicamente vantaggioso, soprattutto se l’impianto entra in una CER ben bilanciata. Per costruire una CER servono inoltre competenze multidisciplinari e adeguate capacità di gestione tecnica. Le CER dovranno poi essere gestite utilizzando sistemi digitali anche complessi che includono ad esempio l’Intelligenza Artificiale, soprattutto a partire dal 2025, quando cominceranno a cambiare le regole del mercato elettrico in un’ottica sempre più dinamica e con maggior inclusività dei singoli e piccoli consumatori e produttori i quali potranno, ad esempio, aggregarsi per fornire servizi alla ret
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Digitale
Intersections raduna a Milano il mondo del marketing, della comunicazione e della creatività
Dall’unione di IAB Forum e IF! Italians Festival nasce Intersections, il più grande evento in Italia dedicato al mondo del marketing, della comunicazione e della creatività che si svolge a Allianz Mico a Milano il 29 ec 30 ottobre 2024.
IAB Italia, ADCI e UNA hanno deciso di realizzare il primo grande evento sistemico per rispondere in modo compatto all’evoluzione e alle sfide della industry in questo particolare momento storico, guidato anche dalla grande discontinuità dell’Intelligenza Artificiale.
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Digitale
Google è monopolista secondo il Dipartimento di giustizia USA. Ora potrebbe esserci il suo spezzatino
Un documento presentato al giudice federale degli USA Amit Mehta ha portato alla decisione di sanzionare Google per attività monopolistiche. La causa, promossa dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e diversi stati, sostiene che Google abbia usato il proprio potere di mercato in modo anticompetitivo, impedendo ad altre aziende di competere nel settore della ricerca online e dei servizi digitali.
Il giudice Mehta ha valutato le prove contro Google riguardo a vari accordi esclusivi con produttori di dispositivi e sviluppatori di browser che garantiscono a Google di essere il motore di ricerca predefinito su milioni di dispositivi. Questa esclusività ha reso quasi impossibile per i rivali ottenere una significativa quota di mercato, contribuendo a consolidare il monopolio di Google. Il DOJ, insieme agli avvocati generali di diversi stati, ha contestato che Google abbia illegalmente monopolizzato il mercato della ricerca e della pubblicità online attraverso accordi con aziende come Apple e Samsung per mantenere il proprio motore di ricerca come opzione predefinita su diversi dispositivi.
Il cuore dell’accusa riguarda gli “accordi esclusivi” di Google, che hanno portato all’accumulo di circa il 90% delle ricerche online e all’88% del mercato della pubblicità testuale, ostacolando i concorrenti dal punto di vista degli investimenti e dell’innovazione. Il DOJ ha dimostrato che Google paga ingenti somme per diventare il motore di ricerca predefinito, ad esempio su dispositivi Apple, scoraggiando il cambiamento di provider da parte degli utenti e limitando le scelte disponibili al consumatore.
La sentenza non prevede danni economici, ma un’ingiunzione che potrebbe includere misure per impedire a Google di continuare accordi esclusivi di default o addirittura obbligare l’azienda a separare il business della ricerca da altre operazioni come Android e Chrome.
Questo caso rappresenta un passo storico per l’antitrust negli Stati Uniti, simile al processo Microsoft degli anni ‘90, e potrebbe aprire la strada a nuove regolamentazioni per altri giganti della tecnologia, tra cui Apple e Amazon, anch’essi sotto scrutinio legale per pratiche anti-competitive.
Un team legale specializzato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ), affiancato da esperti in regolamentazione antitrust e tecnologia, sta lavorando a una serie di raccomandazioni per il giudice federale Amit Mehta. La proposta del DOJ include sia rimedi comportamentali che strutturali per affrontare l’impatto monopolistico di Google. I rimedi in valutazione spaziano da restrizioni su accordi preinstallati con produttori di dispositivi, all’accesso dei concorrenti ai dati di ricerca, fino alla potenziale separazione di parti dell’azienda per ripristinare la concorrenza nel settore dividendo Chrome, Google Play Store e il sistema operativo mobile Android dal search.
Questa prima versione delinea una serie di strade per la riforma, tra cui l’obbligo per Google di rendere accessibili i dati e i modelli di programmazione utilizzati per generare risultati tramite il suo motore di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia sta anche valutando la possibilità di chiedere al giudice di vietare a Google di utilizzare o conservare i dati che si rifiuta di condividere con società terze.
Google ha dichiarato che intende appellarsi alla decisione, sottolineando che le accuse ignorano i benefici offerti ai consumatori dal loro motore di ricerca. Le fasi successive del processo potrebbero determinare cambiamenti significativi non solo per Google ma per l’intera industria tecnologica, influenzando l’accessibilità e la concorrenza nei mercati digitali anche in Europa e negli altri continenti.
Negli ultimi dieci anni, Google ha accumulato 8,25 miliardi di euro di multe dalle istituzioni antitrust dell’Unione europea che riguardano tra gli altri il suo sistema operativo mobile Android e il servizio pubblicitario AdSense.
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