Sostenibilità
E’ nata AVEC, Alleanza Verde e Civica per una transizione ecologica e giusta in Italia
E’ nata AVEC – Alleanza Verde e Civica un’associazione politica composta da rete di attivisti, esperti di sostenibilità, ricercatori, liste civiche, imprenditori, donne e uomini nelle istituzioni che vogliono guidare politicamente e facilitare con coraggio, competenza e visione una transizione ecologica e giusta in Italia.
La carta d’intenti di AVEC
In un Pianeta dove, negli ultimi 50 anni, la popolazione è raddoppiata raggiungendo gli 8 miliardi, i consumi di energia – per la gran parte di origine fossile – sono quasi triplicati e quelli di materiali sono quadruplicati, la transizione ecologica è ineludibile per affrontare la crisi climatica, la scarsità delle risorse naturali e per assicurare prosperità per tanti e non per pochi, tutelando capitale naturale, biodiversità e servizi eco-sistemici, indispensabili per le presenti e le future generazioni.
Per arrivare, in pochi decenni, ad azzerare le emissioni nette di gas serra e ad un’economia circolare e rigenerativa, dobbiamo realizzare cambiamenti epocali. Per assicurare un benessere durevole e inclusivo, basato su una maggiore giustizia sociale e ambientale, urgono profondi cambiamenti dell’economia: per un’economia di mercato sociale ed ecologica e una crescita realmente sostenibile. Anche per proteggere ed estendere conquiste fondamentali come le libertà democratiche e i diritti individuali e civili, dobbiamo fermare in tempo la drammatica accelerazione della crisi climatica ed ecologica. La pandemia da Covid-19 ci ha mostrato quanto siamo vulnerabili: un virus si è diffuso rapidamente causando numerose vittime e ingenti danni in tutto il mondo. Il fallimento della transizione ecologica ci esporrebbe a rischi ancora più devastanti.
Questa consapevolezza è tanto più necessaria in questo momento drammatico della storia europea, con una guerra d’invasione in corso, finanziata anche con le nostre importazioni di gas, di petrolio e di carbone. Operare per la pace richiede oggi di accelerare la transizione energetica e climatica, con misure straordinarie per il risparmio, l’efficienza energetica, per la circolarità della nostra economia e per il rapido sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, necessario per abbattere le emissioni di gas serra e, visti i loro notevoli minori costi rispetto ai combustibili fossili e all’energia nucleare, anche per ridurre le bollette energetiche. Per prevenire le guerre e dare solidità alla pace è necessario rafforzare il ruolo delle istituzioni internazionali, l’iniziativa politica e diplomatica multilaterale, la cooperazione internazionale.
È necessario raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, per uno sviluppo sostenibile, equo ed esteso, con la consapevolezza che sono i paesi più poveri e le fasce sociali più deboli , ovunque , a subire i danni maggiori. Nel rispetto della nostra Costituzione , che ripudia la guerra come strumento di offesa di altri popoli e afferma il diritto a difendersi difronte ad un’aggressione, esprimiamo una ferma condanna dell’invasione dell’Ucraina da parte del regime di Putin e delle atrocità commesse dalle forze armate russe, unitamente al nostro sostegno alla resistenza del popolo ucraino. Allo stesso tempo ribadiamo la nostra contrarietà nei confronti di una nuova corsa internazionale agli armamenti e alle armi nucleari. Andare verso una difesa europea comune può comportare una riduzione delle spese militari, attraverso un uso più razionale e condiviso delle risorse. La difesa comune richiede una riforma democratica della UE, contro veti e derive illiberali che le impediscono di dispiegare le sue migliori potenzialità in diversi campi.
Difronte a una situazione di rischio e instabilità, la transizione ecologica rappresenta una grande opportunità di innovazione e di sviluppo sostenibile, alla base del Green Deal europeo. Questa opportunità deve essere colta con maggiore determinazione nel nostro Paese che è fra i leader europei della green economy e dispone di enormi potenzialità sottoutilizzate. Il made Italy e le eccellenze di diversi settori e produzioni non possono più prescindere da un’elevata qualità ecologica.
Siamo convinti che per cogliere le potenzialità della transizione ecologica e superare resistenze e ritardi, serva anche in Italia una maggiore spinta politica nelle istituzioni a tutti i livelli. In diversi Paesi europei tale spinta è più forte grazie ad una rilevante presenza politica dei verdi che, a differenza di quanto accade in Italia , hanno ottenuto risultati elettorali a doppia cifra.
Riteniamo ormai giunto il momento di superare questo ritardo. Per puntare ad avere una presenza politica elettoralmente consistente , di dimensione europea , riteniamo indispensabile aggiornare e cambiare profondamente il profilo politico e programmatico verde in Italia, con un solido riferimento ai verdi europei, con la valorizzazione di adeguate competenze e di robuste conoscenze scientifiche, con una maggiore capacità di dialogo con i cittadini e l’adozione di metodi di lavoro e di decisione trasparenti e inclusivi. Per affrontare le sfide impegnative che abbiamo davanti a noi , dobbiamo realizzare cambiamenti di vasta portata in tempi rapidi : cambiamenti che richiedono efficaci politiche e misure di governo . E’, quindi , necessario candidarsi credibilmente a ruoli di governo , superando i limiti di un approccio identitario e minoritario , troppo spesso caratterizzato da tanti “no” in contrasto con obiettivi della transizione ecologica . Serve maggiore iniziativa per allargare l’interlocuzione politica. Cerchiamo il confronto e il coinvolgimento di persone provenienti da diverse esperienze culturali, associative e politiche. Vogliamo evitare recinti ideologici obsoleti e alleanze elettorali opportuniste e riduttive rispetto all’ampia interlocuzione necessaria per far avanzare la transizione ecologica. Il nostro progetto politico è complessivo, non settoriale, può contare su una cultura politica che ha ormai un ruolo di primo piano in Europa, riformatrice e innovativa, all’altezza delle nuove sfide di questa nostra epoca.
La crescita in tutta Italia di liste civiche, impegnate anche sulle tematiche ambientali, è sintomo di una maggiore consapevolezza di un numero crescente di cittadini e della ridotta credibilità delle forze politiche tradizionali. L’ attenzione alla partecipazione, alle concrete esigenze dei cittadini e dei territori di molte liste civiche locali, presenta rilevanti convergenze con le migliori pratiche verdi in Europa. La transizione ecologica non si fa solo con le regole, ma modificando consumi, stili di vita, produzioni e processi produttivi. Consumi e stili di vita responsabili e sostenibili , richiedono maggiore senso civico, consapevolezza degli interessi condivisi della comunità umana, impegno personale, esercizio attivo della cittadinanza. Produzioni e processi produttivi sostenibili richiedono responsabilità sociale delle imprese ed estesa dei produttori: verso la natura, la cittadinanza e le future generazioni. La valorizzazione della dimensione civica costituisce una parte rilevante dalla qualificazione del nostro progetto politico.
Per realizzare la transizione ecologica è necessario avere una partecipazione più ampia e consapevole. Troppi, pur condividendo valori e obiettivi, stanno a guardare e non trovano le ragioni e i modi per impegnarsi politicamente. Puntiamo a promuovere un maggiore coinvolgimento dei cittadini, dei giovani in particolare, sempre più preoccupati per la crisi climatica e più attenti alla tutela dell’ambiente e della natura.
Diamo grande importanza al dialogo e al rapporto con le associazioni ambientaliste e con le organizzazioni del terzo settore. Convinti che la transizione ecologica generi, complessivamente, maggiore occupazione e richieda attenzione alle tematiche sociali e del lavoro, cerchiamo un attivo confronto con le organizzazioni sindacali. Riteniamo che sia giunto il tempo per dare adeguata rappresentanza politica al mondo delle imprese della green economy – ormai diffuse in Italia in diversi settori, dell’industria e dell’agricoltura, dei servizi e dell’energia – che esprime grandi potenzialità e non trova adeguata ed efficace interlocuzione con le attuali forze politiche. Puntiamo a prestare maggiore attenzione anche al mondo dell’università, della ricerca, delle competenze tecniche e scientifiche, dove c’è una diffusa consapevolezza delle sfide epocali e delle possibilità di affrontarle e che, con un approccio multidisciplinare, punta ad avere maggior peso nelle scelte e nelle misure decise a livello politico ed anche nel cambiamento culturale in direzione della sostenibilità. L’enciclica Laudato si’ ha espresso riflessioni e proposte che riteniamo di grande rilievo per un progetto di transizione ecologica, che non hanno trovato interlocuzione politica adeguata in Italia. Nel rispetto della laicità necessaria ad una politica democratica, intendiamo promuovere il confronto e valorizzare i contenuti della Laudato si’.
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Clima
I devastanti incendi nella contea di Los Angeles sono l’effetto di come il cambiamento climatico stia modificando i fattori di rischio delle nostre vite
La contea di Los Angeles sta affrontando una delle peggiori stagioni di incendi nella sua storia recente. Nonostante la stagione degli incendi nel sud della California solitamente si concluda a fine autunno, venti secchi e forti hanno alimentato incendi devastanti che hanno sconvolto la regione nel cuore dell’inverno. Questo fenomeno anomalo sottolinea l’intensificazione degli effetti del cambiamento climatico e mette a dura prova le risorse delle autorità locali.
Gli incendi hanno causato la morte di almeno dieci persone e distrutto quasi 10.000 strutture, tra case, aziende e infrastrutture. Più di 180.000 persone sono state costrette a evacuare le loro abitazioni, con ulteriori 200.000 sotto avviso di evacuazione. Le fiamme hanno consumato oltre 14.000 ettari di terreno, compresi parchi naturali e aree protette, con effetti devastanti sulla flora e fauna locali.
Le condizioni meteorologiche hanno giocato un ruolo chiave nella propagazione degli incendi. Venti secchi, noti come “Santa Ana winds,” hanno raggiunto velocità fino a 70 km/h, alimentando le fiamme e rendendo difficili le operazioni di contenimento. Questi venti, combinati con temperature insolitamente elevate e una vegetazione resa estremamente secca dalla siccità, hanno creato un ambiente ideale per il rapido sviluppo degli incendi.
Le autorità locali e statali hanno mobilitato risorse significative per combattere gli incendi. Più di 3.000 vigili del fuoco sono stati dispiegati sul campo, supportati da aerei antincendio e elicotteri per il lancio di acqua e ritardanti sulle fiamme. Il presidente Joe Biden ha dichiarato lo stato di emergenza, garantendo l’accesso a risorse federali per supportare le operazioni di emergenza e la ricostruzione.
Le comunità colpite si trovano ad affrontare una crisi umanitaria. Molte famiglie hanno perso tutto e sono state costrette a rifugiarsi in centri di accoglienza temporanei. Le scuole sono state chiuse, e l’aria nella regione è diventata irrespirabile a causa del fumo denso, aumentando i rischi per la salute pubblica.
Gli esperti concordano sul fatto che il cambiamento climatico abbia aggravato la frequenza e l’intensità degli incendi in California. L’alternanza di periodi di piogge intense seguiti da lunghi periodi di siccità — un fenomeno noto come “latigazo hidroclimático” — ha reso la vegetazione più suscettibile agli incendi. La rapida crescita della vegetazione durante le piogge seguita da una secchezza estrema fornisce un’enorme quantità di combustibile per le fiamme.
La crisi in corso nella contea di Los Angeles evidenzia l’urgenza di affrontare le cause profonde del cambiamento climatico. Investire in misure di prevenzione, come la gestione della vegetazione e l’adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio degli incendi, è fondamentale per ridurre il rischio di disastri futuri. Allo stesso tempo, è necessario sostenere le comunità colpite, garantendo loro le risorse necessarie per ricostruire e riprendersi da questa tragedia.
Gli incendi nella contea di Los Angeles rappresentano un monito per il resto del mondo: l’intensificazione degli eventi climatici estremi è una realtà che richiede azioni immediate e coordinate a livello globale.
La California continua a essere teatro di incendi devastanti da anni , con il 2024 che ha registrato una stagione particolarmente intensa. Le condizioni climatiche estreme, caratterizzate da una combinazione di periodi di piogge intense seguiti da siccità prolungate, hanno creato un ambiente propizio per la propagazione degli incendi. Questo fenomeno, noto come “latigazo hidroclimático”, ha aumentato la vulnerabilità della vegetazione, rendendola più suscettibile alle fiamme.
Le condizioni meteorologiche estreme, come ondate di calore e siccità, hanno esacerbato la frequenza e l’intensità degli incendi in California. Il cambiamento climatico, alimentato dalle emissioni di combustibili fossili, ha contribuito a questi eventi, creando un ciclo di condizioni favorevoli agli incendi. La rapida alternanza tra periodi umidi e secchi ha aumentato il rischio di incendi, con la vegetazione che cresce rapidamente durante le piogge e si secca durante le siccità, diventando combustibile per le fiamme.
Le autorità locali e federali hanno mobilitato risorse significative per combattere gli incendi, con il presidente Joe Biden che ha approvato l’assistenza federale, compreso il dispiegamento di ulteriori risorse antincendio. Nonostante gli sforzi, la portata e l’intensità degli incendi hanno messo a dura prova le capacità di risposta, evidenziando la necessità di strategie più efficaci per affrontare queste emergenze.
La devastazione causata dagli incendi ha avuto un impatto significativo sulle comunità locali, con migliaia di persone evacuate, case distrutte e infrastrutture danneggiate. La ricostruzione richiederà tempo e risorse, e la frequenza crescente di questi eventi solleva preoccupazioni sul futuro della regione. È essenziale affrontare le cause profonde del cambiamento climatico e implementare misure di mitigazione per ridurre il rischio di incendi futuri e proteggere le comunità vulnerabili.
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Clima
Il 2024 si è confermato come l’anno più caldo da quando si eseguono registrazioni meteorologiche con copertura globale
L’agenzia Copernicus ECMWF ha diffuso i dati sul clima globale del 2024. Il 2024 si è confermato come l’anno più caldo da quando si eseguono registrazioni meteorologiche con copertura globale (1850): la temperatura media planetaria (15,10 °C) ha superato di 0,12 °C il precedente (e già sorprendente) primato del 2023, e di 1,6 °C i livelli preindustriali. Si tratta del primo anno a varcare il limite di +1,5 °C.
Questo non comporta ancora il superamento della soglia indicata dall’Accordo di Parigi – che si riferisce al livello di riscaldamento di +1,5 °C come media ventennale – tuttavia la situazione è sintomatica della rapidità con cui ci stiamo avviando verso uno stato climatico pericoloso per gli equilibri della biosfera, umanità inclusa.
Se non bastasse gli ultimi 10 anni (2015–2024) sono stati i 10 più caldi nel mondo. A livello continentale, Il 2024 è risultato l’anno più caldo ovunque salvo in Antartide e Oceania. In Europa, con un’anomalia di +1,47 °C rispetto alla media 1991-2020, si è superato di 0,28 °C il precedente record del 2020.
Un nuovo primato di temperatura media giornaliera a scala planetaria è stato stabilito il 22 luglio 2024 (17,16 °C) nella serie di rianalisi globale ERA5 con inizio nel 1940. Il 2024 ha visto anche un nuovo record di temperatura media annua della superficie oceanica (zone extra polari), pari a 20,87 °C, superando di 0,51 °C la media 1991-2020, e di 0,28 °C il precedente massimo del 2020.
Per il secondo anno consecutivo (2023 e 2024) il ghiaccio marino intorno all’Antartide ha raggiunto o avvicinato (a seconda dei periodi) i record negativi di estensione.
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Clima
Polo Nord: il primo giorno estivo senza ghiaccio in Artide potrebbe essere già nel 2027
Lo scioglimento del ghiaccio nell’oceano Artico sta procedendo a una velocità superiore a quella prevista anni fa e gli scienziati hanno previsto una data nei mesi estivi DEL in cui il Polo Nord sarà completamente libero dal pack ghiacciato. (altro…)
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