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Innovazione

Nasce Giappichelli EDU, start-up per sviluppare soluzioni innovative per l’insegnamento e l’apprendimento universitario

È l’ora dell’EdTech in università e di nuovi strumenti digitali, metodologie di insegnamento all’avanguardia. Un ambito che promette di dare un forte aiuto al sistema universitario italiano, in ritardo su scala europea, ma che richiede competenze e spessore scientifico.

È in questo contesto che nasce Giappichelli EDU, la società benefit del Gruppo Giappichelli. Una realtà che intende mettere a disposizione l’esperienza centenaria della casa editrice – primo editore nelle facoltà di Giurisprudenza e solidamente sul podio anche in quelle di Economia – per sviluppare soluzioni innovative per l’insegnamento e l’apprendimento universitario nel campo delle scienze sociali.

Il lavoro, di quello che si propone di essere il centro di R&D del Gruppo Giappichelli, servirà a sviluppare percorsi e proposte innovative per docenti e studenti che in Italia si trovano alle prese con un sistema che mostra le proprie debolezze rispetto al contesto europeo. La media UE della popolazione tra i 25 e i 34 anni con un titolo universitario è del 41% (dati Eurostat 2021) e l’obiettivo che l’Unione si è data per il 2030 è portare questa percentuale al 45%. L’Italia però è in fortissimo ritardo e con il proprio 28% è al penultimo posto in Europa.

Il nostro Paese, inoltre, dedica all’istruzione solo il 4% del Pil, rispetto alla media europea del 4,7%. A livello universitario e scolastico è alto il tasso di abbandoni che varia molto, però, a livello geografico, passando dal 9,6% nel Nord-Est al 15% al Sud (dati Unimpresa).

La proposta formativa di Giappichelli EDU si concentrerà sullo sviluppo di una piattaforma didattica che presenterà dei format digitali per l’insegnamento e dei toolkit per lo studio. Si tratta di strumenti e contenuti sperimentali che saranno testati nel corso dell’a.a. 2022/2023 e resi disponibili nel corso del prossimo anno accademico.

La nuova generazione della famiglia Giappichelli è alla guida di questa nuova avventura. Giulia Giappichelli, amministratore delegato della società benefit, dichiara: “Inauguriamo una start-up EdTech con 101 anni di esperienza: un unicum assoluto. La domanda da cui siamo partiti è: come possiamo migliorare la qualità della preparazione della nostra futura classe dirigente? Una classe dirigente che dovrà affrontare questioni complesse che necessitano di competenze e strumenti evoluti. Giappichelli EDU intende sviluppare prodotti didattici di nuova generazione che diano un contributo significativo alla formazione terziaria e che possano avere un impatto nella qualità della preparazione accademica degli studenti”.

“Da quel 5 ottobre 1921 quando è cominciato il nostro cammino, esattamente 101 anni fa, siamo sempre stati al fianco dei docenti e degli studenti. Mai come in questi anni però ci siamo trovati al centro di una transizione sociale e culturale che trasformerà le modalità di trasmissione della conoscenza”, afferma Giuliano Giappichelli, amministratore delegato di Giappichelli Editore e azionista di Giappichelli EDU. “Il libro rimane lo strumento formativo in grado di superare ogni crisi e ogni cambiamento e sarà centrale anche nello studio di domani, ma al contempo il digitale è un ecosistema oramai ben radicato nella vita delle persone. Il ruolo dell’editore deve superare il dualismo analogico/digitale e deve guardare alla produzione culturale come un sistema integrato in grado di intercettare e selezionare contenuti, linguaggi e competenze utili a trasformare il sapere e capace di rispondere quotidianamente alle mutevoli necessità di chi insegna e di chi studia”.

Il contesto globale in cui si inserisce Giappichelli EDU è quello di un rapido sviluppo del settore EdTech, che ha raggiunto nel mondo i 106 miliardi di dollari di valore nel 2021 e secondo le stime di Grand View Research ha il potenziale per veder crescere il fatturato globale a 377 miliardi di dollari nel 2028.

Il progetto è fortemente connesso alla ricerca e all’innovazione didattica in ambito accademico e si avvale di un comitato scientifico, con la funzione di advisory, che raduna alcuni tra i più brillanti docenti nel campo giuridico e dell’innovazione didattica. I membri del comitato sono: Prof.ssa Susanna Sancassani Responsabile di METID, Metodi e Tecnologie Innovative per la Didattica del Politecnico di Milano, Prof.ssa Maria Teresa Carinci, Docente Ordinario di Diritto del Lavoro, Direttrice di Dipartimento di Diritto Privato e Storia del Diritto presso l’Università degli studi di Milano, Prof. Fulvio Cortese, Docente Ordinario di Diritto Amministrativo e Direttore di Dipartimento di Giurisprudenza presso l’Università Trento, Prof. Antonio Punzi, Docente Ordinario di Metodologia della Scienza Giuridica e Direttore di Dipartimento di Giurisprudenza presso l’Università Luiss, Prof. Francesco Viganò, Giudice della Corte Costituzionale e Docente Ordinario di Diritto Penale all’Università Bocconi.

Nel progetto Giappichelli EDU sono coinvolti professionisti della formazione, project manager, instructional designer e content editor con un programma di lavoro quinquennale e un investimento complessivo fino ad un milione di euro.

Al fianco di Giappichelli EDU c’è un partner tecnologico come Synesthesia. La digital experience company torinese che, come Giappichelli EDU, è una società benefit impegnata da oltre dieci anni nel campo dell’open innovation e delle esperienze digitali.

“In Synesthesia crediamo fermamente nell’importanza di fornire a tutti gli strumenti necessari per raggiungere i propri obiettivi professionali. Riteniamo che sia essenziale colmare sempre di più il gap a livello formativo, soprattutto universitario, che ci separa dagli altri Paesi dell’Unione Europea. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di prendere parte attivamente al progetto Giappichelli EDU e mettere a disposizione il nostro know how tecnologico e creativo e l’esperienza maturata negli anni nella realizzazione di piattaforme per l’e-learning” afferma Francesco Ronchi, president e founder di Synesthesia SB.


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Idrogeno

La fine di Nikola Corporation la startup che voleva realizzare i camion a idrogeno

Nikola Corporation, che era stata presentata come la Tesla dei camion elettrici a idrogeno  ha presentato istanza volontaria di fallimento  ai sensi del Chapter 11 delle legge americana.

Nikola Corporation, era stata fondata nel 2014 con l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il settore dell’autotrasporto attraverso l’introduzione di camion elettrici e a idrogeno a zero emissioni.

Nel 2016, viene presentato il primo veicolo, il camion a idrogeno Nikola One, che raccoglie pre-ordini per un valore dichiarato di 14 miliardi di dollari. Nonostante le promesse, il Nikola One rimane un prototipo e viene successivamente rimpiazzato dai modelli Nikola Two e Nikola Tre.

Il 4 giugno 2020, Nikola si quota in borsa, beneficiando dell’ondata di speculazione finanziaria che ha caratterizzato l’anno della pandemia di COVID-19. Il valore delle azioni dell’azienda sale rapidamente, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, nonostante l’assenza di un prodotto commercializzato.

Pochi mesi dopo la quotazione, l’agenzia Hindenburg Research pubblica un’analisi che mette in discussione la validità delle tecnologie e delle affermazioni di Nikola. Il report accusa Nikola di aver simulato il funzionamento del suo camion a idrogeno in un video di presentazione, facendolo scorrere in discesa anziché utilizzare un propulsore funzionante. Le accuse di Hindenburg Research provocano un crollo del titolo Nikola in borsa e un grave danno all’immagine dell’azienda.

In seguito alle indagini della Corte di Giustizia statunitense, il fondatore di Nikola viene accusato di frode e finisce in carcere nel 2021. L’azienda dichiara di voler rispettare la tabella di marcia e di concentrarsi sulla consegna di veicoli elettrici Nikola Tre entro la fine dell’anno.

Nel 2022, Nikola avvia la commercializzazione del Nikola Tre in versione elettrica, prodotto nello stabilimento di Coolidge, Arizona. Un anno dopo, due esemplari del Nikola Tre prendono fuoco a causa di problemi al pacco batterie. L’azienda è costretta a richiamare tutti gli esemplari in commercio e a sospendere la produzione di camion elettrici.

Con una liquidità di soli 47 milioni di dollari e un titolo azionario crollato del 98% in 12 mesi, Nikola è stata ostretta ad avviare la procedura di Chapter 11, mettendo all’asta i propri beni per rimborsare i creditori.

Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l’uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite.


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Idrogeno

Parte la sperimentazione in Lombardia dei treni a Idrogeno e della loro logistica

Entreranno in servizio nel giro di un anno i 14 treni a idrogeno sulla linea ferroviaria lombarda non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, progettati da Alstom, che andranno a sostituire gli attuali treni a gasolio e potranno percorrere fino a 600 chilometri con un pieno, rilasciando nell’aria solo vapore acqueo.

È stato inaugurato a Rovato, in provincia di Brescia, l’impianto per la manutenzione e il rifornimento dei convogli che verranno gestiti da Trenord, mentre altri tre siti sono in fase di costruzione e serviranno a produrre e stoccare l’idrogeno.
I treni verranno alimentati da veicoli provvisti di grandi bombole con pressione a 500 bar. I tempi di rifornimento variano tra 30 e 60 minuti, grazie a un sistema mobile che non necessita di compressione e stoccaggi fissi ad alta pressione.

Sul primo dei 14 treni acquistati attraverso i finanziamenti di Regione Lombardia, arrivato lo scorso 23 gennaio, sono in corso i test e le attività di collaudo necessari per l’avvio del servizio commerciale, previsto entro il primo semestre del 2026. L’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni.

L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da FNM, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede:

  • messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante;
  • realizzazione di 3 impianti di produzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 a Iseo (mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2), ad Edolo e a Brescia (mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile);
  • realizzazione di 4 impianti di rifornimento di idrogeno a Rovato (destinato principalmente alle attività di messa in servizio e successivamente alle fasi di manutenzione dei treni) e a Iseo, Edolo e Brescia (dotati di stoccaggio e destinati a rifornire i treni nel corso del servizio commerciale);
  • realizzazione di un impianto di deposito e manutenzione dei treni a Rovato, specificatamente progettato e realizzato per treni a idrogeno;
  • adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni interessate dal servizio dei nuovi treni.

Nell’impianto di Rovato  sono presenti:

  • cinque binari di sosta dei treni all’aperto;
  • un impianto di manutenzione treni dotato di due binari al chiuso per la manutenzione (attrezzati per l’accesso al treno tramite fossa di visita e tramite passerelle aeree), un binario coperto all’aperto per il lavaggio dei treni, carroponte, calacarrelli, magazzini, armadi per lo stoccaggio delle batterie di ricambio dei treni, colonnine per la connessione dei treni alla rete elettrica e zona uffici e servizi per il personale;
  • un impianto di rifornimento dei treni a idrogeno, attrezzato con dispenser per erogare idrogeno alla pressione di 350 bar e baia per ricovero del carro bombolaio, nonché di impianto di flussaggio e inertizzazione (utile per lo svuotamento dei serbatoi dell’idrogeno del treno quando previsto ai fini manutentivi).

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In Evidenza

Verso la Notte europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori 2025: seminari per giornalisti su fisica quantistica e scienza della sicurezza

In preparazione della prossima edizione della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, che si terrà a settembre, NET, in collaborazione con Stampa Romana, propone un ciclo di seminari formativi sui principali temi della scienza e della ricerca italiana. I primi due appuntamenti sono previsti per il 14 febbraio 2025 e il 14 marzo 2025 dalle 10:00 alle 13:00. (altro…)


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