Difesa Ambiente
Nevediversa 2022, il report di Legambiente sul turismo ambientale nell’era dei cambiamenti climatici
Nevediversa 2022 è la nuova edizione del report presentato da Legambiente sulla situazione del turismo invernale influenzato dai cambiamenti climatici. Il titolo del report di quest’anno – presentato il 14 marzo, la Giornata nazionale del Paesaggio – è infatti: “Il turismo invernale nell’era dei cambiamenti climatici, tra esperimenti di transizione ecologica, buone pratiche e accanimenti terapeutici”.
Il report raccoglie dati su infrastrutture in via di costruzione in aree da tutelare, sugli impianti che hanno un futuro incerto a causa della mancanza di neve, su quelli che per “sopravvivere” continuano a ricevere iniezioni di denaro, sui rischi dei giochi olimpici invernali e infine su 10 buone pratiche individuate sul territorio nazionale.
Nello specifico sono 150 i nuovi progetti individuati che interessano aree della rete Natura 2000, progetto istituito dall’Unione Europea “per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario“. La rete non impone aree protette interdette all’attività antropica ma cerca di tutelare una gestione sostenibile delle zone interessate.
La creazione di nuovi impianti sciistici andrebbe quindi, per Legambiente, a minare gli equilibri di quelle aree sottoposte a tutela. Le infrastrutture sciistiche hanno infatti un grande impatto ambientale. Comportano un grande dispendio di energia degli impianti di risalita e di innevamento artificiale – sempre più necessario per la mancanza di neve naturale – e alte emissioni dovute ad una tipologia intensiva di turismo. Spesso inoltre i nuovi progetti interessano luoghi montani a quote molto basse ad alto rischio di mancanza di neve naturale. L’associazione ambientalista vede nei fondi del PNRR un ulteriore rischio, dato che senza adeguati controlli potrebbero confluire nella realizzazione di questi progetti e minare alcuni obiettivi di tutela e transizione ecologica. Un esempio significativo è dato in questa sezione dal progetto di ampliamento del comprensorio sciistico dei Monti Sibillini nelle Marche, dove non sono presenti vette sopra i duemila metri.
135 sono invece gli impianti già esistenti che hanno un futuro incerto. Le cause vanno dalla mancanza di neve, ai problemi economici o gestionali, per finire con l’obsolescenza e la fine vita tecnica. Inoltre sono stati individuati 149 siti che sopravvivono soltanto grazie ai cosiddetti accanimenti terapeutici, ovvero grazie a ingenti iniezioni di denaro pubblico.
Un focus del report si concentra poi sulla questione dei giochi olimpici invernali, in programma a Milano e Cortina nell’inverno 2026. In particolare Legambiente critica ad esempio la scelta di costruire un nuovo impianto per il bob, nonostante un numero relativamente alto di anelli dismessi in tutto il mondo. Già le Olimpiadi di Torino nel 2006 avevano lasciato in eredità numerose strutture inutilizzate e l’associazione evidenzia il rischio che questo si ripeta. Inoltre a rischio sono le Olimpiadi invernali in generale, dato che il progressivo aumento delle temperature potrebbe compromettere la possibilità delle località montane italiane di ospitare un’eventuale nuova rassegna nei prossimi decenni.
Esistono però anche esempi positivi, le cosiddette 10 buone pratiche messe in luce nel report. In Valle Maira in Piemonte il Consorzio Turistico offre una grande varietà di itinerari di sci escursionismo, sci alpinismo con le pelli di foca e sci di fondo in luoghi di grande bellezza preservati dal passaggio di veicoli sulle strade in quota. In Valle d’Aosta invece l’associazione di imprenditori, agricoltori, artigiani e allevatori Naturavalp propone un’offerta di ciaspolate con guide alpine, escursioni con gli scii e arrampicate. A queste proposte vengono però accompagnate anche visite alle malghe che producono il formaggio o alle botteghe degli artigiani che lavorano il legno e il ferro battuto.
Questi sono solo alcuni esempi che tuttavia mostrano un’offerta turistica diversificata e non dipendente da un’unica attività intensiva, che risulta anche più sostenibile a livello ambientale.
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Difesa Ambiente
Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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Beni Comuni
Settimana della Protezione Civile 2024: dal 6 ottobre al via sesta edizione
Dal 6 al 13 ottobre 2024 si svolge la sesta edizione della Settimana Nazionale della Protezione Civile, istituita nel 2019 in corrispondenza della Giornata internazionale per la riduzione del rischio dei disastri naturali che si celebra ogni anno il 13 ottobre.
Obiettivo della manifestazione è diffondere la cultura di protezione civile e sensibilizzare i cittadini ai temi di protezione civile, anche attraverso la sinergia tra le diverse realtà che concorrono alle attività di previsione, prevenzione e riduzioni dei rischi. Prevenzione, gestione dell’emergenza, conoscenza dei comportamenti consapevoli e delle misure di autoprotezione saranno il filo conduttore delle iniziative in programma in numerose città italiane.
Un cittadino consapevole, infatti, è un cittadino capace di scegliere, in grado di adottare comportamenti corretti per la riduzione dei rischi e la salvaguardia dell’ambiente.
L’edizione 2024 dedica particolare attenzione ai giovani con il lancio del fumetto «L’Attimo decisivo – La virgola», che nel mese di ottobre verrà distribuito in tutte le scuole secondarie di I grado d’Italia per sensibilizzare gli studenti sui temi di protezione civile con particolare riguardo al rischio vulcanico ai Campi Flegrei e alla crisi bradisismica in atto in quest’area.
L’iniziativa è stata promossa dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare ed è stata realizzata nell’ambito dell’accordo tra il Dipartimento della Protezione Civile e il Ministero dell’Istruzione e Merito.
Tra i primi appuntamenti in calendario, domenica 6 ottobre, l’Open Day organizzato dal Dipartimento della Protezione Civile presso la sede operativa di via Vitorchiano 2. I partecipanti avranno la possibilità di scoprire, con la guida degli esperti del Dipartimento, le diverse attività e le sale che quotidianamente si occupano di monitoraggio sismico, vulcanico, meteo-idrogeologico e idraulico, oltre alla Sala Situazione Italia e al Comitato Operativo da dove si coordinano le emergenze nazionali e internazionali.
La Settimana proseguirà con numerosi eventi promossi dal Dipartimento della Protezione Civile e organizzati a livello nazionale e locale, in collaborazione con enti e strutture del Servizio Nazionale della Protezione Civile, ma anche con il mondo delle professioni, dell’impresa e della scuola. Lunedì 7 ottobre, l’appuntamento sarà a Pesaro, Capitale italiana della Cultura 2024, dove si svolgerà l’iniziativa «Cultura e protezione civile». Ai temi della disabilità sarà invece dedicato il convegno di martedì 8 ottobre ad Assisi mentre a Roma, il Dipartimento e la Polizia di Stato invitano la cittadinanza a donare il sangue nella centrale piazza Cavour. Sempre a Roma, giovedì 10 ottobre, presso la sede di Confindustria si parlerà di «Cultura della prevenzione e business continuity. Quali azioni per imprese e territori resilienti», nell’incontro promosso dal Dipartimento e Piccola Industria Confindustria.
Il focus principale della Settimana sarà l’esercitazione nazionale di protezione civile «Exe Flegrei 2024», finalizzata a testare il Piano nazionale per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei e a diffonderne la conoscenza tra la popolazione. Le attività esercitative, in calendario dal 9 al 12 ottobre, saranno anche occasione per testare il sistema di allarme pubblico IT-alert che sarà diffuso, nel pomeriggio di venerdì 11 ottobre, nella Regione Campania.
Proprio al rischio vulcanico e al fenomeno del bradisismo in area Flegrea è dedicato il secondo numero del fumetto «L’Attimo decisivo – La virgola» che, nel mese di ottobre, sarà distribuito nelle scuole secondarie di I grado di tutta Italia. Questo nuovo progetto editoriale, come il precedente diffuso lo scorso anno, ha l’obiettivo di sensibilizzare e avvicinare i ragazzi alla cultura della riduzione del rischio. Disegnato da Mattia Surroz per la sceneggiatura di Roberto Gagnor, il fumetto realizzato dal Dipartimento, è promosso dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e Merito.
A chiudere la sesta edizione della «Settimana nazionale della protezione civile», domenica 13 ottobre – in occasione della Giornata internazionale per la Riduzione del Rischio dei Disastri – sarà infine il consueto appuntamento con la campagna nazionale di comunicazione «Io non rischio» che, grazie all’impegno di migliaia di volontarie e volontari di protezione civile, tornerà ad animare le piazze italiane per diffondere le buone pratiche, cioè azioni concrete per la riduzione del rischio, contribuendo così alla creazione di una cultura di protezione civile nel nostro Paese.
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Ambiente
Alta Quota: montagna e crisi climatica da un punto di vista cinematograficamente inedito
Si intitola “Alta Quota”, il nuovo documentario dei registi Fabio Mancari, Giacomo Piumatti e Stefano Scarafia, frutto di una co-produzione italo-francese, in corso di realizzazione durante il 2024 in diverse località dell’arco alpino. Il film vuole mostrare la situazione odierna e le condizioni di vita in alta montagna, partendo dal punto di vista, cinematograficamente inedito, di chi gestisce rifugi oltre i tremila metri di altitudine (i cosiddetti “rifugisti”), donne e uomini alle prese ogni giorno con nuove sfide: da quelle ambientali e logistiche fino alla gestione delle diversi tipologie di turismo che si sovrappongono in quota, con differenti necessità e visioni.
«Si tratta di un documentario dal taglio osservativo autoriale, che affronta il tema della montagna mettendone in luce alcuni aspetti-chiave, a partire dagli effetti del cambiamento climatico -spiegano i registi- L’idea è di raccontare, senza pregiudizi, uno spaccato di questo mondo di frontiera tra uomo e natura, con le connessioni tra chi vive in alta quota, a volte in condizioni estreme, chi fa dell’alpinismo una ragione di vita e chi frequenta questi territori anche in modo occasionale e, a volte, più inconsapevole. Un mondo dove tradizione e modernità vengono a contatto e spesso si scontrano».
“Alta Quota” sviluppa, in particolare, le storie di quattro rifugi (in Italia, Francia e Svizzera) e di chi li gestisce, due donne e due uomini (e una bambina): professionisti dell’ospitalità montana, al servizio di alpinisti esperti e di turisti avventurosi; persone che si trovano ad affrontare una natura potente, a volte ostile e oggi sempre più minacciata dal cambiamento climatico. Qui la sopravvivenza dipende, oggi più che mai, dalla loro capacità di adattarsi alle condizioni climatiche e al territorio.
«Salvo rare eccezioni, finora l’alta montagna è stata raccontata, tanto nel cinema quanto nella letteratura, attraverso grandi imprese, avventure mitiche o sfide estreme di alpinisti eroici -proseguono Mancari, Piumatti e Scarafia- Nel nostro film, di eroi, non ce ne sono. Il punto di vista è quello di personaggi da sempre ai margini di quest’epica: i rifugisti. Anello di congiunzione tra gli eterogenei frequentatori di un mondo in bilico tra l’immaginario romantico di un tempo, quando le Alpi sembravano eterne e immutabili, da esplorare e conquistare con sacrificio e a sprezzo della vita, e la realtà di oggi, turistica e pop, in cui da scoprire è rimasto poco o niente, e che rappresenta un importante indotto economico a cui è difficile rinunciare. I nostri protagonisti sono persone normali che gestiscono situazioni straordinarie, tentando ostinatamente di mandare avanti le loro vite e le loro attività, confrontandosi con i propri limiti e le proprie (e altrui) ambizioni. Il tutto in un luogo pieno di conflitti estetici e narrativi, che gli si sta letteralmente sfaldando intorno, tra ghiacciai che scompaiono, interi pendii che si sgretolano e rifugi che crollano».
E così “Alta Quota” diventa un documentario che fotografa un mondo destinato a mutare inesorabilmente e che necessita -urgentemente- di un cambio di paradigma da parte di chi lo frequenta e di chi ci lavora. Un documentario che racconta il presente (in qualche modo forse già la memoria), ma parla anche di futuro.
“Le Alpi si stanno sgretolando a causa della crisi climatica. Le conseguenze dell’aumento delle temperature sono ovunque sotto gli occhi di tutti, ma le montagne si stanno surriscaldando a velocità doppia rispetto al resto: per questo, in alta quota, l’impatto risulta ancora più devastante. I ghiacciai stanno sparendo, il permafrost si scioglie… vivere lì diventa sempre più estremo”
“Alta Quota” (Italia – Francia, 80’, colore, in lavorazione) è prodotto da Stuffilm, Pulp Films e L’Eubage; ha già ricevuto il contributo allo sviluppo da parte della Film Commission Torino Piemonte e il sostegno alla produzione da parte della Film Commission Valle d’Aosta; è inoltre sostenuto dal Club Alpino Svizzero e dal Club Alpino Francese, che ne garantiscono la distribuzione capillare nei rispettivi territori nazionali, con un pubblico potenziale di centinaia di migliaia di soci interessati ai temi del film.
I registi hanno una vasta esperienza nella realizzazione di documentari di montagna e hanno partecipato a importanti Festival internazionali (Berlinale, Locarno, Trento Film Festival, Pakistan International Mountain Film Festival, Cinemambiente e Cervino Mountain Film Festival). I loro film sono stati trasmessi in televisione (Sky e Rai), proiettati nei cinema italiani e sono disponibili in streaming su piattaforme come Amazon Prime Video, Netflix e Rakuten Tv.
Rispetto al tema del cambiamento climatico in montagna è inoltre prevista una prestigiosa collaborazione con Ice Memory, iniziativa scientifica internazionale riconosciuta dall’UNESCO, e in particolare con i co-fondatori italiani della Fondazione Ice Memory: l’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università Ca’ Foscari Venezia. Ice Memory si pone l’obiettivo di raccogliere e conservare campioni prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi a causa del riscaldamento globale, per metterli a disposizione delle future generazioni di scienziati.
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