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Ambiente

La foresta di Bialowieza, il luogo dove è stato salvato dall’estinzione il bisonte europeo

Situata tra Polonia e Bielorussia, la foresta di Bialowieza si erge per più di mille km2 e costituisce ciò che è rimato della foresta vergine che copriva tutta l’Europa Centrale. 876 km2 fanno inoltre parte del Parco Nazionale istituito dalla Polonia e del sito Patrimonio dell’umanità UNESCO. Famosa in tutto il mondo per ospitare il più grande branco in libertà di bisonte europeo – per l’Unesco conta di circa 900 esemplari – la foresta ha una storia centenaria di tutele, istituzioni di riserve di caccia e sfruttamenti da parte delle popolazioni europee.

Il primo a porre una protezione ufficiale a tutela della foresta di Bialowieza fu il re di Polonia Sigismondo il Vecchio nel 1538, istituendo la pena di morte per i bracconieri di bisonti. In precedenza era stata riserva di caccia prima e riserva di cibo per l’esercito del re Ladislao II poi. Dopo molti anni in cui rimase riserva di caccia, lo zar di Russia Paolo I – in seguito alle spartizioni della Confederazione polacco-lituana alla fine del XVIII secolo – rese servi della gleba tutti gli abitanti della foresta e abolì ogni tipo di protezione. Il risultato fu che in 15 anni numerosi cacciatori vi entrarono e la popolazione dei bisonti passo approssimativamente da 500 a 200 individui. Nel 1801 lo zar Alessandro I istituì quindi nuovamente la riserva di Bialowieza e il numero di bisonti salì fino a circa 700 unità. In epoca zarista seguirono poi periodi di tutela alternati a periodi senza protezioni alla foresta, fino alla prima guerra mondiale quando l’esercito imperiale tedesco prese la foresta. Al termine dell’occupazione era stato ucciso ogni esemplare di bisonte europeo del luogo.

Dal 1921 parte della foresta si trova all’interno del Parco Nazionale istituito dal governo polacco, nel quale vennero reintrodotti alcuni esemplari di bisonte europeo, comprati tra i pochi rimasti in alcuni giardini zoologici sparsi per l’Europa. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la foresta fu divisa tra Polonia e Bielorussia e nel 1992 venne infine inserita nei siti Patrimonio dell’umanità UNESCO e venne poi riconosciuta come Riserva della Biosfera.

Oggi la foresta ospita la riserva di bisonti europei e moltissime altre specie tra le quali alci, castori, cinghiali, lupi, varie specie di uccelli, cervi e cavalli selvatici. La “riserva stretta” – ovvero la parte più centrale, caratterizzata da una pressoché totale mancanza di ingerenza umana – può essere inoltre visitata con l’accompagnamento di guide specializzate. La foresta è quindi anche una risorsa economica molto importante per i villaggi locali poiché permette un afflusso turistico pressoché continuo. Tuttavia, nella parte polacca, il Parco Nazionale copre solo il 16% dell’estensione totale della foresta e sono in atto numerose proteste, con Greenpeace che negli ultimi anni ha denunciato uno sfruttamento sempre maggiore di legname nella parte della foresta non protetta, anche a fronte di una sentenza della Corte di Giustizia Europea in cui si invitava la Polonia a rispettare i suoi obblighi di protezione forestale.


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Ambiente

A Cecilia Di Lieto il Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno 2024

È stato assegnato a Cecilia Di Lieto, storica voce di Radio Popolare, il Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno”, alla sua XV edizione. La cerimonia di consegna del Premio si è tenuta venerdì 29 novembre, a Casale Monferrato (AL), la città piemontese teatro da alcuni anni dell’importante riconoscimento promosso da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore che unisce numerose realtà casalesi, all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese e al Comune monferrino. (altro…)


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Ambiente

‘Voglio raccontarti una storia’, successo per lo spettacolo teatrale che racconta la tragedia dell’alluvione del 1994 in Piemonte

Occhi lucidi, ricordi, e tante emozioni hanno accompagnato lo spettacolo teatrale “Voglio raccontarti una storia” andato in scena venerdì 22 novembre 2024 al Cinema Moretta di Alba. L’evento, inserito tra le celebrazioni del Trentennale della grande alluvione che il 5-6 novembre colpì il sud Piemonte, ha fatto segnare il tutto esaurito con una grande partecipazione della cittadinanza e alcuni momenti davvero emozionanti: dall’omaggio ai familiari del Sindaco albese Enzo Demaria che si trovò a fronteggiare nel 1994 l’Alluvione a quello a Mauro Marchiani, Assessore ai Servizi Ambientali del Comune di Lugo di Romagna, centro nel ravennate colpito duramente dalle alluvioni del 2023 e del 2024.

L’evento è stato introdotto dalla vicesindaca del Comune di Alba, assessora alla cultura, Caterina Pasini, che ha ricordato l’importanza di quanto la cittadinanza albese si scoprì unita e solidale per superare un momento così difficile, che aveva causato morte e distruzione chiamata sul palco da Luigi Bosio, Presidente della Cooperativa ERICA che proprio dopo quell’evento tragico iniziò la sua attività. Presenti anche molti Sindaci e rappresentanti dei Comuni del territorio come Castagnito, Ceresole d’Alba, Ceva, Cherasco, Clavesana, Gorzegno, Guarene, Lequio Tanaro, Monchiero, Neive, Ormea, Piozzo, Roddi, Rodello, Serralunga d’Alba, Treiso.

Lo spettacolo, nato da un testo di Roberto Cavallo e per la regia di Oliviero Corbetta, è stato promosso alla Cooperativa ERICA, con il supporto di Stroppiana SpA e la collaborazione della compagnia teatrale “Liberipensatori Paul Valery”. Durante la serata tanti partecipanti hanno potuto acquistare il libro celebrativo “Voglio raccontarti una storia, contenente il testo integrale dello spettacolo: il ricavato di 1500 euro sarà devoluto, come annunciato a fine serata, alla Fondazione Specchio dei Tempo per la sua raccolta fondi a favore dei comuni alluvionati dell’Emilia-Romagna.

Luigi Bosio, Presidente del CdA di E.R.I.C.A. soc. coop. ha dichiarato: “Abbiamo ricordato un momento che ha segnato il nostro territorio, perché la memoria e il ricordo servono per le vecchie e le nuove generazioni ed in qualche modo ci difendono dalle fake news. Sempre ed ancor di più in questo momento in cui i disastri accaduti in Emilia-Romagna, Catania e Valencia pongono l’accento su quanto sia importante tutelare il territorio e l’ambiente in generale. E per questo che l’impegno di E.R.i.CA. su queste tematiche è e sarà continuo per fare in modo che la consapevolezza e la sensibilità delle persone aumenti e contribuisca a mitigare l’impatto di tali eventi in futuro”.


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Ambiente

Mediterraneo sempre più caldo, biodiversità in pericolo: la Pinna nobilis rischia l’estinzione

Il cambiamento climatico minaccia di spingere diverse specie del Mediterraneo verso l’estinzione, trasformando il mare in un ambiente sempre più caldo e tropicale. Tra quelle che rischiano letteralmente di sparire vi è la Pinna nobilis, il mollusco bivalve più grande del Mare Nostrum. In passato era comune trovarne anche decine di esemplari in un fazzoletto di fondale ma, a partire dal 2016, un’epidemia ha determinato una mortalità senza precedenti della specie, con un tracollo di oltre il 95% delle popolazioni e l’inserimento nella lista rossa IUCN in “pericolo critico” (critically endangered). (altro…)


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