Massa Critica
246 nuovi progetti verranno realizzati in Piemonte e Valle d’Aosta con 3,8 milioni di euro di contributi della Fondazione CRT
246 nuovi progetti verranno realizzati in Piemonte e Valle d’Aosta con 3,8 milioni di euro di contributi della Fondazione CRT. Le risorse sono assegnate alle istituzioni e agli enti non profit vincitori della seconda sessione di richieste “ordinarie”, ossia non rientranti in specifici bandi tematici.
“Contribuire alla costruzione di reti, progetti e azioni sostenibili sul territorio, in linea con gli obiettivi di sviluppo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: lungo questa traiettoria la Fondazione CRT promuove la realizzazione di iniziative capillarmente diffuse, che rafforzano la capacità di resilienza delle organizzazioni del Terzo Settore e la tenuta stessa della comunità”, affermano il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia e il Segretario Generale Massimo Lapucci.
Welfare e Territorio
Per l’area Welfare e Territorio Fondazione CRT ha deliberato 118 contributi per complessivi 1,28 milioni di euro.
In particolare, in ambito di volontariato, la Fondazione CRT sostiene il progetto “Lanaterapia a supporto di pazienti oncologici” dell’Associazione Gomitolo Rosa di Biella, che unisce lo strumento terapeutico alla salvaguardia ambientale e alla solidarietà sociale: l’iniziativa prevede infatti di avvicinare al lavoro a maglia i pazienti oncologici e i malati di Alzheimer in sei ospedali piemontesi, recuperando lana italiana in esubero; i manufatti prodotti saranno destinati alle persone fragili, anziane o con disabilità.
Diverse iniziative messe in campo per gli adolescenti in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria: il progetto “Facciamo salotto” dell’Associazione di promozione sociale Teatrulla di Moncalieri che, con attività di doposcuola ed esperienze di residenzialità fuori casa, contrasta l’isolamento cresciuto tra i giovani con il lockdown; il progetto “Tangram” della Cooperativa sociale Frassati di Torino, che propone un servizio sperimentale professionale per il trattamento domiciliare/territoriale di minori con problemi psichiatrici, un corso di formazione sui disturbi mentali per operatori, insegnanti e genitori e la presa in carico di 20 ragazzi delle Valli Susa e Sangone.
In ambito sviluppo del territorio, Fondazione CRT ha assegnato contributi al progetto “Université d’été – Valorizzazione dei beni culturali del territorio per un turismo responsabile” dell’Associazione culturale Antonella Salvatico a La Morra e alla candidatura della Città di Valenza nella rete delle Città Creative Unesco.
E ancora, in ambito Protezione Civile sono stati selezionati progetti quali “Diffusione della Cultura della Sicurezza – la Casa degli Errori” dell’Associazione nazionale Vigili del Fuoco del Corpo nazionale – sezione di Torino – e l’iniziativa “Beni Culturali in area di crisi: Recupero e Protezione” del Coordinamento Protezione Civile ANC Regione Piemonte-Odv Torino.
Ricerca e Istruzione
Per l’area Ricerca e Istruzione sono stati approvati 93 contributi per 2,2 milioni di euro: circa 1 milione di euro agli enti del territorio e 1,2 milioni di euro a sostegno degli Atenei.
In particolare, sul fronte educazione, la Fondazione CRT sostiene iniziative per innovare e integrare la didattica, recuperando le lacune nell’apprendimento e nella socialità dei ragazzi a causa della lunga emergenza sanitaria. Di rilievo è il sostegno a una realtà di divulgazione scientifica per gli studenti, come Centroscienza.
Sul lato ricerca, la Fondazione CRT continua a sostenere il sistema degli Atenei del Piemonte e della Valle d’Aosta: i contributi allo sviluppo di progetti di eccellenza dell’Università degli Studi di Torino – dall’oncologia all’informatica, dalla neurologia all’ambiente, dalla veterinaria alla fisica, dall’economia alla psicologia – permettono a giovani scienziati di portare avanti la propria attività e, allo stesso tempo, contribuiscono all’avanzamento della conoscenza in numerosi campi del sapere. Da segnalare, tra le numerose attività di ricerca, la proposta dell’Istituto Zooprofilattico per studiare gli effetti inquinanti nelle acque causati dalla dispersione dei medicinali utilizzati in maniera massiccia nella cura del Covid-19. Confermato il supporto alla Fondazione Edo ed Elvo Tempia Valenta, importante riferimento nell’attività clinica e di ricerca sul territorio biellese.
Arte e Cultura
Nel campo dell’Arte e della Cultura la Fondazione CRT ha assegnato 35 contributi per oltre 300 mila euro destinati a festival cinematografici e culturali, premi, iniziative di audience engagement.
Dalla XXIV edizione del Premio letterario Esperienze in Giallo di Fossano, dedicato a racconti inediti di trama gialla o noir al Festival dell’Illustrazione, nell’ambito del “Progetto DI-SE disegnare il territorio”, a Domodossola: un’occasione per vedere all’opera alcuni professionisti dell’immagine. E ancora, il progetto di “rinascita” di Villa Caccia, a Romagnano Sesia, una delle location dell’innovativo progetto “CIAK! Piemonte che Spettacolo”, ideato e messo in campo da Fondazione CRT, Film Commission Torino Piemonte e Fondazione Piemonte dal Vivo, per promuovere le eccellenze del patrimonio storico, architettonico, paesaggistico e i talenti delle performing arts, attraverso la realizzazione di dieci clip e cortometraggi d’autore; il progetto “Pietre d’inciampo” del Museo Diffuso della Resistenza di Torino: piccole targhe d’ottone – creazione dell’artista tedesco Gunter Demnig – per non dimenticare le deportazioni nei campi di sterminio nazisti; il “ProgettoItalia” dell’Associazione torinese “Liberamenteunico”, un percorso di studio e ricerca, un viaggio trasversale e multigenerazionale lungo la penisola, con tappe in diverse regioni; MOM – Multimedia Outdoor Museum a Santo Stefano Belbo: un vero e proprio museo all’aperto, tra reale e digitale, in onore di Cesare Pavese e del territorio di Langhe-Roero e Monferrato. Fondazione CRT ha inoltre assegnato contributi al progetto “Riprendo la storia – José Domingo Molas, le guerre e la Resistenza nell’Astigiano” ad Albugnano, dedicato al missionario noto come «l’eroe del Chaco», e a “Donne forti – Racconto per immagini: le allevatrici ricordano Agitu Ideo Gudeta”: l’iniziativa, realizzata nell’ambito del Valsusa Filmfest di Condove, ripercorre la storia di 20 allevatrici valsusine e ricorda Agitu Ideo Gudeta, l’imprenditrice agricola e allevatrice etiope, fondatrice dell’azienda “La capra felice”, vittima di femminicidio.
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici
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