Eventi
Il programma di domenica 3 ottobre a Cinemabiente 2021
Giornata con un cartellone fitto di appuntamenti al Festival Cinemabiente, dove le proiezioni si avviano nel primo pomeriggio (ore 15.30, Cinema Massimo – Sala Soldati) con due titoli della sezione Made in Italy. Girato a Venezia, La città delle sirene, di Giovanni Pellegrini, è una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico, che minaccia di far scomparire il nostro mondo e di cui la splendida città sembra essere solo un fragile avamposto. Il film sarà seguito da un incontro con il regista.
Il film a seguire, Blue Future vede protagonista il mare, il Mediterraneo, risorsa essenziale per la vita e il lavoro di milioni persone, oggi ecosistema in pericolo. Una nuova generazione di persone, però, si sta mobilitando per rigenerarlo. Opera corale, il film è realizzato dal WWF e dal progetto Cogito insieme a tre giovani videomaker dell’area mediterranea: il croato Ante Gugić, il tunisino Rabii Ben Brahim e l’italiano Emanuele Quartarone. Girato in Croazia, Tunisia e Italia, il documentario racconta tre esperienze di altrettanti giovani – Marina, Rania e Simone – che, dopo aver viaggiato, studiato, cercato nuove idee, stanno mettendo in pratica l’“economia blu”, la nuova frontiera della sostenibilità applicata al mare. La proiezione sarà seguita da un incontro con Irene Ameglio, executive producer del film, e Beatrice Surano, content supervisor ed editor.
Sempre nel pomeriggio, per la sezione Panorama internazionale vengono proposti due titoli. Taming the Garden (ore 16, Cinema Massimo – Sala Cabiria) è un lungometraggio che affronta il concetto di sradicamento, inteso non solo in senso metaforico. La regista georgiana Salomé Jashi punta infatti l’obiettivo sul surreale hobby di un suo ricco e potente connazionale, che si diletta a prelevare enormi alberi centenari dalla costa per trapiantarli nel giardino di casa, stravolgendo i territori delle comunità locali. Tra tanti titoli di recentissima produzione, il Festival riserva uno spazio a un classico da riscoprire, Serengeti non morirà (Serengeti darf nicht sterben) (ore 17, Cinema Massimo – Sala Soldati), girato dallo zoologo tedesco Bernhard Grzimek nel celebre Parco nazionale della Tanzania. Vincitore del Premio Oscar nel 1960, considerato una pietra miliare del cinema naturalistico, il documentario fu all’epoca un grande successo, rafforzato dalla contemporanea uscita del libro omonimo. Il tempo lo ha fatto scivolare nell’oblio, ma le spettacolari ed emozionanti riprese della vita degli animali nella savana, unite alla preveggenza di Grzimek sull’importanza che i territori protetti avrebbero assunto nei decenni successivi per la conservazione delle specie a rischio, restituiscono oggi al film la sua intatta attualità. La proiezione sarà seguita da un incontro con il critico cinematografico Enzo Lavagnini.
Nel tardo pomeriggio, il Concorso documentari presenta l’unico film italiano in gara. Isole (ore 18, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Karine de Villers e Mario Brenta, è un film di montaggio che raccoglie materiali girati durante la pandemia da più di settanta autori di tutto il mondo. Nella condizione di isolamento evocata dal titolo, le immagini in arrivo da amici, colleghi, parenti o addirittura sconosciuti diventano il linguaggio universale in grado di cancellare le frontiere e riavvicinane gli uni agli altri: un patchwork di frammenti di realtà, di selfies dell’io interiore, di singolari visioni del mondo, che invita a pensare e riflettere. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
In contemporanea, nel Salotto Arcobaleno allestito all’esterno del Cinema Massimo, proseguono le “conversazioni sul mondo che verrà”. L’ospite del nuovo appuntamento (ore 18.30) è Paolo Pileri, docente di progettazione e pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano, autore di Progettare lento, che interverrà sulle potenzialità del turismo e della mobilità slow.
In orario preserale (ore 19, Cinema Massimo – Sala Soldati) riprendono le proiezioni della sezione Made in Italy. Si può essere zoonomo al servizio dell’allevamento intensivo e nello stesso tempo avere un rapporto simbiotico e di profonda comunicazione con gli animali? La manza, di Chiara Ortolani, racconta, attraverso la testimonianza diretta del protagonista, l’esperienza di questa strana relazione, mettendo in luce una prospettiva inconsueta che può aiutarci a svelare le contraddizioni e l’ipocrisia dell’attuale società dei consumi e gli aspetti più profondamente irrisolti nel rapporto tra l’uomo e gli animali. Nel cortometraggio a seguire, Ogni posto è una miniera, Giuseppe Cederna e Simone Corallini dipingono un poetico ritratto del Quarticciolo. Come affacciandosi a una finestra, il noto attore e il regista colgono con il loro sguardo ricchezza e contraddizioni della borgata di Roma. Attraverso letture di poesie e racconti, il filo conduttore del loro viaggio diventa l’ambiente, la natura, il vivere, la società. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi Chiara Ortolani e Simone Corallini.
In serata, altri due titoli che gareggiano nel Concorso documentari. 70/30: Democracy’s Race against the Climate Crisis (ore 20, Cinema Massimo – Sala Cabiria), della danese Phie Ambo, affronta in modo diretto il tema della transizione a partire dal testo legislativo approvato due anni fa dal governo del suo Paese che prevede una riduzione del 70 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2030. Attraverso interviste a giovani attivisti e a responsabili delle istituzioni, il film si domanda se i rappresentanti eletti da una democrazia saranno realmente in grado di intervenire sulla crisi climatica e se la classe politica sia pronta a realizzare il cambiamento che farebbe della Danimarca un Paese pilota nella lotta al riscaldamento globale. La proiezione sarà seguita da un incontro online con la regista. A quasi dieci anni dall’uscita del primo Fuck for Forest (presentato al Festival nel 2013), l’omonima organizzazione no profit, che mette l’hard core al servizio della battaglia per la salvaguardia delle foreste pluviali, ci riprova. Nel nuovo eco-porn Fuck for Forest – First Years (ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria) i due fondatori, i norvegesi Tommy Hol Ellingsen e Leona Johansson, ricostruiscono la storia degli esordi della loro organizzazione, nata a Oslo nel 2004: dall’idea di usare il sesso per la causa ambientalista, alle iniziali esibizioni live che attirano l’attenzione mediatica, alla realizzazione del primo film, ai contatti con le comunità amazzoniche e all’avvio della raccolta di fondi (spesso rifiutati, per la loro provenienza, dalle organizzazioni istituzionali) a sostegno di progetti di cooperazione internazionale. La proiezione sarà seguita da un incontro online con i registi.
In serata proseguono con quattro titoli anche le proiezioni di Made in Italy. Il primo film proposto (dalle ore 21, Cinema Massimo – Sala Soldati), Ricordo di una città, diretto da Camilla Marcotulli, è un mediometraggio ambientato nella provincia sud di Roma. Grazie al ritrovamento casuale di un ritaglio di un vecchio giornale, la regista viene a conoscenza di un’esplosione tossica avvenuta nella zona, di cui non aveva mai saputo nulla. Inizia così una ricerca in cui la memoria dei testimoni di allora riaffiora in una dimensione apparentemente senza tempo. Il film a seguire, Ciudad lineal, di Riccardo Bertoia, è un viaggio nella storia che, attingendo al materiale dell’archivio Superottimisti, racconta la Torino dagli anni Quaranta agli Ottanta. Ispiratosi all’utopia urbanistica di Arturo Soria y Mata, il film si configura come il ritratto corale di una città in trasformazione. Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi.
Anche i due film proposti in seconda serata (dalle ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Soldati) si occupano di habitat umani soggetti a grandi cambiamenti. Living in a Postcard, di Christian Nicoletta, è una riflessione ad ampio raggio sul turismo come fenomeno di massa cresciuto negli anni senza sosta, che pone diversi interrogativi. Può esistere un turismo che contempera necessità dei viaggiatori e necessità dei residenti? Gli effetti del lockdown hanno davvero mitigato nelle mete da cartolina i problemi creati dal turismo di massa?
L’atmosfera della città può essere specchio e stimolo degli stati d’animo di chi ne percorre gli spazi e ne scopre stranianti trasformazioni. Mario Piavoli coglie questo sentimento di spaesamento con il suo Attraverso, un breve viaggio tra il cemento e i meandri della psiche: archeologie industriali, nuovi mezzi di trasporto e moderne strutture architettoniche sono l’ambientazione in cui un uomo vaga, come un flâneur del terzo millennio.
Le proiezioni saranno seguite da un incontro con i registi.
Il programma di domenica 3 ottobre a Cinemabiente 2021
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 15.30
La città delle sirene di Giovanni Pellegrini (Italia 2020, 54’)
Il 12 novembre 2019 Venezia è colpita da una delle mareggiate più violente della sua storia. Un uragano di oltre 100 chilometri orari si abbatte sulla città, provocando un improvviso innalzamento della marea che allaga tutto. Piazza San Marco, il luogo più iconico della città, è sommersa da oltre un metro d’acqua. Le immagini della devastazione che colpisce Venezia scuotono l’opinione pubblica di tutto il mondo. Partendo dalla sua casa e dal suo studio allagati, il regista racconta in prima persona cosa vuol dire convivere con l’acqua alta e come i Veneziani cercano di reagire. Ne scaturisce una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico che minaccia di far scomparire il nostro mondo e di cui la splendida Venezia sembra essere solo un fragile avamposto.
Giovanni Pellegrini, laureato in Storia della navigazione, lavora come guida eco-naturalistica nella laguna di Venezia. Nel 2012 si diploma in Regia del documentario al Centro Sperimentale di Palermo ma sin dal 2003 realizza videoclip e cortometraggi. Nel 2013 realizza il documentario Bring the Sun Home e nel 2017 Aquagranda in crescendo, premiati al Festival di Locarno e alla Mostra del Cinema di Venezia.
Blue Future di Il collettivo di registi mediterranei (Italia 2021, 30’)
Un’opera corale, nata dalla collaborazione tra WWF e un gruppo di giovani videomakers, che parla di Mediterraneo e della sua tutela. Marina, Rania e Simone non si conoscono. Vivono in paesi diversi, parlano lingue diverse, sono cresciuti circondati da culture e comunità diverse. Eppure condividono la stessa visione. Un futuro in cui l’uomo e la natura convivono e collaborano, in cui la tecnologia viene utilizzata per rafforzare la biodiversità, anziché impoverirla, in modo da realizzare progetti innovativi per creare ecosistemi resilienti e posti di lavoro più gratificanti. Perciò questi giovani, partendo da una riflessione sulla cosiddetta “economia blu”, hanno studiato, viaggiato, cercato nuove idee, lavorato e superato le sfide poste da un sistema troppo spesso cieco e senza capacità di supporto per coloro che vogliono una reale trasformazione.
Il collettivo di registi mediterranei è costituito da Ante Gugić, videomaker croato, sempre alla ricerca delle migliori tecnologie per riprendere la natura sopra e sotto il livello del mare, Rabii Ben Brahim, l’esploratore dei luoghi meno conosciuti della Tunisia, Emanuele Quartarone giovane documentarista e storyteller italiano. Hanno lavorato insieme alla video-editor e documentarista Beatrice Surano.
Al termine della proiezione incontro con Giovanni Pellegrini, regista di La città delle sirene, e con Irene Ameglio, executive producer, e Beatrice Surano, content supervisor ed editor di Blue Future
Cinema Massimo – Sala Cabiria – ore 16.00
Taming the Garden di Salomé Jashi (Svizzera/Georgia/Germania 2021, 92’) Un’ode alla rivalità tra Uomo e Natura, un viaggio evocativo tra dimensione surreale e realtà attraverso il racconto di come un uomo potente si abbandona a un’insolita passione: sradicare alberi centenari lungo la costa georgiana per poi trapiantarli nel suo giardino privato. Gran parte di loro raggiungono dimensioni altissime, caratterizzando fortemente il paesaggio e la vita delle comunità locali, le quali, di conseguenza, sono costrette ad assistere e ad adattarsi allo sconvolgimento radicale dell’ambiente circostante. Per circa due anni la macchina da presa segue il lento processo del trasferimento degli alberi e al contempo ritrae i bisogni e i valori della società georgiana contemporanea, riflettendo sul tema della migrazione forzata, dove lo “sradicamento” è più di una metafora.
Salomé Jashi, di formazione giornalista, nel 2005 lascia la Georgia con una borsa di studio del British Council per studiare Cinema documentario alla Royal Holloway di Londra. Realizza Bakhmaro (2011) e The Dazzling Light of Sunset (2016) entrambi premiati nei maggiori festival internazionali. Fondatrice delle società di produzione Sakdoc Film e Microcosmos, nel 2017 è borsista del programma Berlino Nipkow e nel 2020 del programma DAAD Artists-in-Berlin.
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 17.00
Serengeti non morirà di Bernhard Grzimek (Germania Ovest 1959, 85’)
Serengeti nella lingua Masai significa «pianura sconfinata». Un grande Parco Nazionale creato nel 1951, gioiello della Tanzania riconosciuto dal 1961 parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. In anticipo sui tempi, Grzimek aveva già compreso l’importanza delle terre protette per il futuro dell’uomo e scriveva: «Nei prossimi decenni e nei prossimi secoli gli uomini non andranno più a visitare le meraviglie della tecnica, ma dalle città aride migreranno con nostalgia verso gli ultimi luoghi in cui vivono pacificamente le creature di Dio. I Paesi che avranno salvato questi luoghi saranno benedetti e invidiati dagli altri, perché saranno la meta di fiumi di turisti.
La natura e i suoi liberi abitanti non sono come i palazzi distrutti dalla guerra: questi si possono ricostruire, ma se la natura sarà annientata nessuno potrà farla rivivere».
Bernhard Grzimek, zoologo e naturalista, diviene Direttore dello Zoo di Francoforte e autore di una famosa Enciclopedia degli Animali. A partire dagli anni Cinquanta dirige il neonato Parco del Serengeti. Dopo aver scritto il libro Serengeti non morirà, realizza l’omonimo documentario, al quale nel 1959 viene assegnato il premio Oscar, portando così il tema della salvaguardia della fauna selvatica dell’Africa all’attenzione del mondo intero.
Al termine della proiezione incontro con Enzo Lavagnini, critico cinematografico
Cinema Massimo – Sala Cabiria – ore 18.00
Isole di Mario Brenta e Karine De Villiers (Italia/Belgio 2021, 78’)
Un racconto corale di voci soliste: più di settanta sguardi personali, di singolari visioni del mondo, frammenti sensibili di un’attualità incerta e mutevole che invita a riflettere. Ogni immagine porta in sé il ritratto intimo di chi l’ha creata; immagini giunte da amici, parenti, lontani conoscenti o addirittura da sconosciuti, che compongono cartoline illustrate e selfie dell’io interiore, un patchwork colorato di caos ordinato e armonico, di sensazioni, pensieri, ricordi, attese, solitudini, speranze. Tante “isole”, terre emerse circondate dal mare e dallo stesso mare separate e al contempo unite. Similitudine di una umanità in cui gli individui si rivelano diversi nella prossimità e simili nella distanza, esistendo in quanto nodi e intersezioni di quei lunghi fili invisibili tessuti dall’esistenza.
Mario Brenta regista, sceneggiatore, direttore della fotografia, dirige Vermisat (1974), Maicol (1988), Barnabò delle montagne (1994), premiati nei maggiori festival internazionali. Cofondatore con Ermanno Olmi della scuola laboratorio Ipotesi Cinema, è docente presso l’Università di Padova e visiting professor in diverse università straniere. Karine de Villers, archeologa e storica dell’Arte, esordisce con Je suis votre Voisin (1990), FIPA d’Oro a Cannes. Seguono Le petit Château (1998), Luc de Heusch, une Pensée sauvage (2007).
Negli ultimi dieci anni i due artisti firmano la co-regia di Calle della pietà (2010), Agnus Dei (2012), Black Light (2015), Corpo a corpo (2014), Delta Park (2017), Il sorriso del gatto (2018), vincitore della 22^ edizione di CinemAmbiente, e Vanitas (2020).
Al termine della proiezione incontro con i registi
Salotto Arcobaleno – ore 18.30
Andare lento. Conversazione con Paolo Pileri
Paolo Pileri, autore del libro Progettare la lentezza, è docente di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano. Ideatore e responsabile scientifico di VenTO, dorsale cicloturistica tra Venezia e Torino lungo il fiume Po.
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 19.00
La manza di Chiara Ortolani (Italia 2021, 52’)
Le manze, i cavalli, il gigantismo somatico dei bovini, la ricerca genetica delle sue forme, l’ingrasso, la loro fine inesorabile, la crudezza dell’industria della grande distribuzione. Tutto ciò viene descritto in modo dettagliato dalla macchina da presa attraverso la lunga testimonianza di uno zoonomo che ha fatto dell’allevamento intensivo l’intera sua vita. Un rapporto simbiotico totale, una prospettiva inconsueta che può aiutarci a svelare le contraddizioni e l’ipocrisia dell’attuale società dei consumi e gli aspetti più profondamente irrisolti nel rapporto tra l’uomo e gli animali.
Chiara Ortolani laureata in Lettere e Filosofia all’Università Roma Tre, frequenta la London Film School e il CSC Lab di fotografia e in seguito il corso di alta formazione in regia cinematografica con Marco Bellocchio. Nel 2018 è finalista del Premio Solinas Documentario per il Cinema con il cortometraggio Conversation of Death.
Ogni posto è una miniera di Simone Corallini, Giuseppe Cederna (Italia 2020, 22’) «Ogni posto è una miniera. Basta lasciarsi andare, darsi tempo, osservare la gente, così il posto più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare». Dalle parole di Tiziano Terzani, l’ispirazione per un viaggio all’interno del quartiere romano il Quarticciolo, dove, attraverso letture di poesie e racconti, il filo conduttore diventa l’ambiente, la natura, il vivere, la società.
Giuseppe Cederna, attore teatrale, inizia la carriera cinematografica negli anni Ottanta con Marco Bellocchio, Luigi Comencini, Gabriele Salvatores, Ettore Scola. Nel tempo coniuga brillantemente la sua passione per il teatro e il cinema con il mestiere di scrittore, attingendo anche all’esperienza del viaggio come ricerca personale. Nel 2021 riceve la nomination al David di Donatello per il film Hammamet di Gianni Amelio.
Simone Corallini, è assistente alla regia in La Terra dell’Abbastanza (2004) di Fabio e Damiano D’Innocenzo. Dirige il cortometraggio Nkiruka – il meglio deve ancora venire (2017), proiettato alla 74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Per LA7 lavora nel programma Eden – Un Pianeta da salvare e nel 2021 è ancora co-regista con Giuseppe Cederna di Su questa Terra.
Al termine della proiezione incontro con il regista Simone Corallini.
Cinema Massimo – Sala Cabiria – ore 20.00
70/30 – Democracy’s Race Against the Climate Crisis di Phie Ambo (Danimarca 2021, 138’) Nel 2019 migliaia di giovani danesi sono scesi in piazza, hanno disertato la scuola per manifestare sul problema del clima, mobilitando i loro genitori e chiedendo risposte immediate. Quando nello stesso anno si sono svolte le elezioni, è risultato subito chiaro quanto il consenso dei cittadini si giocasse sulle politiche ambientaliste, tanto da far salire la questione climatica al primo posto nell’agenda politica. Ora il nuovo governo danese deve agire sulla base delle promesse elettorali. Saranno in grado, politici, cittadini e industria, di unire le forze e rendere la Danimarca un paese pioniere dell’ecologia, o le ambizioni ecologiche contenute nella Legge sul Clima sono destinate a crollare di fronte alla realtà?
Phie Ambo si diploma alla National Film School of Denmark ed esordisce alla regia nel 2001 con Family. Realizza una trilogia sul rapporto tra scienza ed esistenza umana, Mechanical Love (2007), Free the Mind (2012) e Ripples at the Shore (2014), seguita da Good Things await (2014). Il recente Rediscovery (2019), come 70/30, è dedicato alle istanze delle nuove generazioni sulla questione della sostenibilità ambientale.
Al termine della proiezione incontro online con la regista
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 21.00
Ricordo di una città di Camilla Marcotulli (Italia 2021, 35’)
La giovane Camilla abita nella provincia sud di Roma. Un giorno trova un ritaglio di giornale con un articolo su di un’esplosione tossica avvenuta nella zona, di cui lei non aveva mai saputo nulla. In un viaggio attraverso luoghi abbandonati e a lei sconosciuti, la ragazza inizia una ricerca in cui la memoria dei testimoni di allora riaffiora in una dimensione apparentemente senza tempo.
Camilla Marcotulli dopo la laurea a La Sapienza in Arti e Scienze dello spettacolo, completa gli studi presso l’Accademia Rufa – Rome University of Fine Arts. Realizza il cortometraggio A tempo (2019), seguito da alcuni videoclip musicali e contenuti video per il Museo Nazionale delle Arti MAXXI di Roma.
Ciudad lineal di Riccardo Bertoia (Italia 2021, 31’)
Ispiratosi all’utopia urbanistica di Arturo Soria y Mata, che con la sua Ciudad lineal teorizzava un’idea di espansione urbana universale, aprioristica, ripetibile all’infinito e adattabile a tutte le condizioni, il film si configura come il ritratto corale di una città in trasformazione. Il materiale che lo costituisce, attinto dall’Archivio regionale Superottimisti, è la produzione cinematografica privata e amatoriale di nove famiglie che la abitano e che impugnando la cinepresa dentro e fuori le proprie case, tracciano itinerari eterogenei nello spazio e nel tempo, inseguendo gli amori, i desideri e le esperienze drammatiche delle loro vite.
Riccardo Bertoia studia Urbanistica al Politecnico di Milano e all’Università di Amsterdam. Nel 2016 si iscrive alla Civica Scuola di Cinema di Milano dove si specializza in Realizzazione Multimediale. La sua ricerca è incentrata sugli aspetti concettuali e culturali dell’urbanistica e abbraccia modalità espressive differenti. Alcuni suoi lavori di fotografia e video vengono presentati a Milano, Venezia e Lisbona.
Al termine della proiezione incontro con i registi
Cinema Massimo – Sala Cabiria – ore 22.30
Fuck for Forest – First Years di Tommy Hol Ellingsen, Leona Johansson (Germania 2020, 80’) Dopo il successo dello scandaloso Fuck for Forest di Michael Marczak (2012), Tommy Hol Ellingsen, cofondatore insieme a Leona Johansson dell’omonima organizzazione no profit, ci riprova. La filosofia del nuovo Fuck for Forest è sempre la stessa: unire le idee neohippy legate alla rivoluzione sessuale, alla causa ambientalista. Nel suo primo anno di attività, il gruppo, attraverso le esibizioni sessuali in pubblico e la vendita degli abbonamenti al relativo sito porno, ha raccolto ben 100.000 dollari per la protezione delle foreste pluviali. Il film si fa ancora una volta strumento delle istanze dell’organizzazione, la quale, a causa dei suoi metodi non ortodossi, si è vista rifiutare da più enti per la tutela ambientale le sue donazioni, decidendo così di lavorare direttamente con le comunità amazzoniche.
Leona Johansson, Tommy Ellingsen sono attori e attivisti norvegesi. Nel 2004 fondano l’organizzazione Fuck for Forest.
Al termine della proiezione incontro online con i registi
Cinema Massimo – Sala Soldati – ore 22.30
Living in a Postcard di Christian Nicoletta (Italia 2021, 50’)
La possibilità di viaggiare è cresciuta senza sosta negli anni, vendendoci un’immagine di destinazioni turistiche da cartoline perfette. Dalle Cinque Terre a Venezia, da Londra a Barcellona, passando per i fiordi norvegesi, un’esplorazione attraverso il turismo di massa, un’indagine sulla sua sostenibilità, che pone una domanda basilare: può esistere un turismo equilibrato tra necessità dei viaggiatori e necessità dei residenti? Nel marzo del 2020, arriva il Covid: il turismo si ferma e con lui si fermano tutti i problemi che aveva generato. Ma sono davvero scomparsi? Il sociologo Giovanni Semi e con lui gli esperti inglesi del Responsible Tourism Movement, rivelano gli effetti del lockdown, aiutandoci a comprenderne gli esiti.
Christian Nicoletta si laurea in Cinema all’Università di Bologna. Nel 2014 fonda Reassemblage Produzioni Audiovisive. Collabora con BabyDocFilm e Mufilm con cui produce e dirige L’allenatore dei sogni (2014). Nel 2016 è cofondatore di ALPA, Associazione Produttori Audiovisivi Liguri. Attualmente si occupa di vari progetti documentari internazionali.
Attraverso di Mario Piavoli (Italia 2020, 15’)
Un breve viaggio tra il cemento e i meandri della psiche. Archeologie industriali, nuovi mezzi di trasporto e moderne strutture architettoniche sono l’ambientazione in cui un uomo vaga, come un flâneur del terzo millennio. Nel mistero di atmosfere sospese e rarefatte emergono luoghi di una trasformazione urbana che amplifica lo spaesamento interiore e un senso profondo di alienazione.
Mario Piavoli con la sua Zefirofilm realizza documentari e reportage come Libero Bizzari (2005), Con l’aria sotto i piedi (2013), Il suono del mio passo (2016), presentato ai festival Vision du Reél e CinemAmbiente, La cittadinanza del corpo (2016).
Al termine della proiezione incontro con i registi
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Rapporto Rifiuti Urbani 2024 dell’ISPRA: crescono i rifiuti insieme con la differenziata
Giovedì 11 dicembre è stata presentata l’ edizione 2024 del Rapporto Rifiuti Urbani dell’ISPRA. La diretta streaming. (altro…)
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Eventi
Il 9 dicembre è la giornata mondiale contro la corruzione
Il 9 dicembre è la giornata mondiale contro la corruzione. La corruzione è un fenomeno sociale, politico ed economico che colpisce tutti i paesi, minando le istituzioni e lo stato di diritto, distorcendo i mercati e i processi elettorali. In definitiva, questo fenomeno priva i cittadini di diritti fondamentali e rallenta lo sviluppo economico.
La corruzione crea un circolo vizioso che impoverisce sempre più i paesi dove il problema è endemico. Tra le conseguenze: gli investimenti stranieri leciti vengono scoraggiati e le piccole imprese nazionali non riescono a superare l’ostacolo dei cosìdetti “costi di avviamento”. In molti paesi la credibilità e la fiducia dei cittadini nel governo viene minata principalmente dalla corruzione, che alimenta anche forme di estremismo e divisioni sociali.
Il 31 ottobre 2003, l’Assemblea Generale dell’ONU, in risposta al crescente fenomeno della corruzione e alla minaccia che rappresenta per la stabilità e la sicurezza, ha adottato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (United Nations Convention against Corruption). La Convenzione mira a promuovere un approccio globale e multisettoriale per prevenire e combattere il fenomeno. Questo anche in considerazione della sua dimensione transnazionale. La Convenzione, entrata in vigore nel dicembre 2005, è uno degli strumenti più innovativi ed è il primo strumento giuridico vincolante nella lotta contro la corruzione. Essa prevede misure di prevenzione e la criminalizzazione delle principali forme di corruzione. Crea una piattaforma comune che rafforza la collaborazione tra la polizia e la magistratura per l’arresto e l’estradizione dei colpevoli.
La Convenzione prevede misure finalizzate al recupero dei patrimoni trafugati, le prime nella loro specificità, che obbligano i paesi a restituire capitali o beni – ottenuti attraverso atti di corruzione – al paese ai quali sono stati sottratti.
L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) fu incaricato dall’Assemblea Generale di svolgere funzioni di segretariato del principale organo decisionale della Convenzione: la Conferenza degli Stati Parte della Convenzione (Risoluzione 58/4).
Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell’ Agenda 2030, l’obiettivo 16 “Pace, giustizia e istituzioni forti”, fa particolare riferimento alla necessità di ridurre la corruzione e gli abusi di potere come uno dei traguardi da raggiungere entro il 2030. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo richiede misure efficaci e istituzioni inclusive, responsabili e trasparenti. Le istituzioni sane, capaci di far fronte alla criminalità, catalizzano il cambiamento positivo delle società.
Per promuovere la campagna della giornata internazionale, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e UNODC hanno sviluppato lo strumento Uniti contro la corruzione per lo sviluppo, la pace e la sicurezza. Indirizzato a tutti i settori delle società, esso indica misure concrete attraverso le quali combattere la corruzione.
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Eventi
Un corso di formazione per giornaliste e giornalisti per raccontare la cooperazione internazionale
Il 5 dicembre 2024 a Palazzo Venturi, via Verdi 25 (Aula M) dalle 14 alle 16 – ma fruibile anche a distanza – si terrà il corso “Raccontare la Cooperazione internazionale”. L’evento di formazione è promosso dal Master in Giornalismo ‘Giorgio Bocca’, con il patrocinio di Ucsi Piemonte in collaborazione con Plan Italia ET.S. e il Consorzio Ong Piemontesi, organizzato nell’ambito del Progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda! – Giovani e territori per l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo sostenibile”, finanziato da AICS – Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo, del quale capofila è Focsiv – Volontari nel mondo ETS.
Lo scopo è quello di rilanciare la cultura, il valore e lo strumento della cooperazione internazionale per uno sviluppo sostenibile, volgendo la sua attenzione, in particolare, verso cittadinanza, e soprattutto le persone più giovani, le e gli studenti, il corpo docente, la politica e, non ultimi, i e le giornaliste. Attraverso la condivisione di dati, analisi, storie ed esperienze, l’obiettivo della formazione è quello di accrescere la conoscenza sul settore da parte dei media e degli operatori della comunicazione nel trattare il tema della cooperazione, in modo da contribuire a costruire un’opinione pubblica più informata e consapevole.
Nell’ambito del progetto è stato realizzato un Media kit su come raccontare la cooperazione internazionale scaricabile gratuitamente .
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