Digitale
La relazione annuale dell’Agcom: occorre governare questa fase complessa, con una una tumultuosa transizione verso il mondo digitale
E’ stata presentata la relazione annuale dell’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazione – Agcom .
Il presidente Giacomo Lasorella nella relazione annuale al Parlamento ricorda:
”Quella di contribuire a governare questa fase complessa, caratterizzata da una tumultuosa transizione verso il mondo digitale, a maggior ragione in relazione all’attuazione del PNRR, costituisce una delle sfide più importanti che attendono Agcom in questa consiliatura. È Agcom in piena sintonia con le altre istituzioni della Repubblica, tra le quali in primo luogo il Parlamento oltre che, naturalmente, nel loro ambito il Governo e le altre autorità.
Il Consiglio ed io siamo consci della nostra missione: accompagnare il Paese verso la transizione digitale. Uno slogan che si concretizza nella possibilità di garantire al cittadino comunicazioni veloci, reti efficienti, pacchi consegnati in tempi giusti, una informazione e un intrattenimento offerti a prezzi equi e nel rispetto del pluralismo e dei valori della Costituzione, oltre ad una rete internet che costituisca un luogo di scambi e di relazioni improntato alla libertà e al rispetto dei diritti”, ha concluso il presidente.
La rete internet è stata la grande protagonista dell’anno appena trascorso: un anno di pandemia in cui l’uso della rete si è ampliato e intensificato. Attualmente la copertura del territorio nazionale, considerando l’infrastruttura qualitativamente capace di garantire prestazioni in termini di velocità di connessioni migliori, ovverosia la fibra ottica, risulta pari al 33,7% delle famiglie italiane, in crescita rispetto al 30% del 2019. Guardando all’attuale situazione della diffusione dei servizi a banda larga sul territorio italiano, a fine 2020 gli accessi broadband e ultrabroadband, residenziali e affari, hanno superato 18,1 milioni di unità, pari ad un rapporto di 30,4 linee ogni 100 abitanti. Tale indicatore è pari a 20,4 linee per 100 abitanti per le connessioni con capacità maggiori di 30 Mbit/s (16% nel 2019) e scende a 15,6 linee (11,7% lo scorso anno) con riguardo a quelle con velocità superiore a 100 Mbit/s.
Siamo in una fase complessa, caratterizzata da una tumultuosa transizione verso il mondo digitale che costituisce una delle sfide più importanti che attendono Agcom in questa consiliatura. Agcom si sta attrezzando per governare questa svolta digitale per gli atti di vigilanza di sua competenza e un primo grande banco di prova sarà sulla fruizione delle partite del campionato di calcio di serie A.
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Digitale
IT-Wallett: dal 4 dicembre 2024 i cittadini possono caricare sulla App IO carta di identità, patente di guida e tessera Sanitaria
Dal 4 dicembre 2024 tutti i cittadini potranno attivare la Carta di identità elettronica, Patente di guida e Tessera Sanitaria sulla app IO del proprio smartphone .
I Documenti personali identificativi presenti su IO hanno lo stesso valore legale dei documenti rilasciati su card o in forma cartacea.
Si possono usare facilmente in contesti di verifica dal vivo e, quando possibile, anche online.
L’attivazione dei Documenti personali su IO avviene autenticandosi con SPID o CIE.
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Digitale
Intersections raduna a Milano il mondo del marketing, della comunicazione e della creatività
Dall’unione di IAB Forum e IF! Italians Festival nasce Intersections, il più grande evento in Italia dedicato al mondo del marketing, della comunicazione e della creatività che si svolge a Allianz Mico a Milano il 29 ec 30 ottobre 2024.
IAB Italia, ADCI e UNA hanno deciso di realizzare il primo grande evento sistemico per rispondere in modo compatto all’evoluzione e alle sfide della industry in questo particolare momento storico, guidato anche dalla grande discontinuità dell’Intelligenza Artificiale.
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Digitale
Google è monopolista secondo il Dipartimento di giustizia USA. Ora potrebbe esserci il suo spezzatino
Un documento presentato al giudice federale degli USA Amit Mehta ha portato alla decisione di sanzionare Google per attività monopolistiche. La causa, promossa dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e diversi stati, sostiene che Google abbia usato il proprio potere di mercato in modo anticompetitivo, impedendo ad altre aziende di competere nel settore della ricerca online e dei servizi digitali.
Il giudice Mehta ha valutato le prove contro Google riguardo a vari accordi esclusivi con produttori di dispositivi e sviluppatori di browser che garantiscono a Google di essere il motore di ricerca predefinito su milioni di dispositivi. Questa esclusività ha reso quasi impossibile per i rivali ottenere una significativa quota di mercato, contribuendo a consolidare il monopolio di Google. Il DOJ, insieme agli avvocati generali di diversi stati, ha contestato che Google abbia illegalmente monopolizzato il mercato della ricerca e della pubblicità online attraverso accordi con aziende come Apple e Samsung per mantenere il proprio motore di ricerca come opzione predefinita su diversi dispositivi.
Il cuore dell’accusa riguarda gli “accordi esclusivi” di Google, che hanno portato all’accumulo di circa il 90% delle ricerche online e all’88% del mercato della pubblicità testuale, ostacolando i concorrenti dal punto di vista degli investimenti e dell’innovazione. Il DOJ ha dimostrato che Google paga ingenti somme per diventare il motore di ricerca predefinito, ad esempio su dispositivi Apple, scoraggiando il cambiamento di provider da parte degli utenti e limitando le scelte disponibili al consumatore.
La sentenza non prevede danni economici, ma un’ingiunzione che potrebbe includere misure per impedire a Google di continuare accordi esclusivi di default o addirittura obbligare l’azienda a separare il business della ricerca da altre operazioni come Android e Chrome.
Questo caso rappresenta un passo storico per l’antitrust negli Stati Uniti, simile al processo Microsoft degli anni ‘90, e potrebbe aprire la strada a nuove regolamentazioni per altri giganti della tecnologia, tra cui Apple e Amazon, anch’essi sotto scrutinio legale per pratiche anti-competitive.
Un team legale specializzato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ), affiancato da esperti in regolamentazione antitrust e tecnologia, sta lavorando a una serie di raccomandazioni per il giudice federale Amit Mehta. La proposta del DOJ include sia rimedi comportamentali che strutturali per affrontare l’impatto monopolistico di Google. I rimedi in valutazione spaziano da restrizioni su accordi preinstallati con produttori di dispositivi, all’accesso dei concorrenti ai dati di ricerca, fino alla potenziale separazione di parti dell’azienda per ripristinare la concorrenza nel settore dividendo Chrome, Google Play Store e il sistema operativo mobile Android dal search.
Questa prima versione delinea una serie di strade per la riforma, tra cui l’obbligo per Google di rendere accessibili i dati e i modelli di programmazione utilizzati per generare risultati tramite il suo motore di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia sta anche valutando la possibilità di chiedere al giudice di vietare a Google di utilizzare o conservare i dati che si rifiuta di condividere con società terze.
Google ha dichiarato che intende appellarsi alla decisione, sottolineando che le accuse ignorano i benefici offerti ai consumatori dal loro motore di ricerca. Le fasi successive del processo potrebbero determinare cambiamenti significativi non solo per Google ma per l’intera industria tecnologica, influenzando l’accessibilità e la concorrenza nei mercati digitali anche in Europa e negli altri continenti.
Negli ultimi dieci anni, Google ha accumulato 8,25 miliardi di euro di multe dalle istituzioni antitrust dell’Unione europea che riguardano tra gli altri il suo sistema operativo mobile Android e il servizio pubblicitario AdSense.
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