Massa Critica
IThanks, la Startup torinese dal forte impatto sociale
IThanks da qualche mese è entrata nel gruppo di Torino Social Impact: un gruppo di enti e aziende con un grande impatto sociale. Per Andrea Gasco, co-funder e CTO della Startup, l’agenda 2030 dell’Onu è stata fondamentale per delineare l’idea
Gli inizi: la fase più difficile
IThanks è un assistende digitale per la GDO: grazie ad un sistema di automatizzazione per il controllo delle scadenze alimentari nella GDO quindi nei supermercati, nei negozi, ma anche nelle farmacie combatte lo spreco ed ottimizza la gestione della merce in scadenza. Lo scopo è: ridurre le perdite economiche, aiutare i dipendenti con il lavoro e la lotta allo spreco alimentare. “Le Nazioni Unite con l’agenda 2030 hanno voluto mettere tra i punti fondamentali l’ambiente e lo spreco del cibo: secondo noi chi fa impresa deve tener conto dei punti dell’agenda per il futuro. Durante la prima fase, quindi quella della validazione del prodotto, Andrea Gasco e Marco Cartolano hanno messo mano al portafoglio e usato risorse proprie: “non è tanto l’impegno economico quello che fa la differenza, ma il tempo che è davvero la moneta più preziosa”.
Poi, dopo poco, la Startup ha trovato il suo angelo custode: Max crede nel progetto ed entra nella società con una quota di minoranza per portare risorse economiche e aiutare Andrea e Marco nella fase più difficile. Purtroppo, dopo un anno, Max diventa un vero angelo e vola improvvisamente in cielo.
“Volevamo cambiare qualcosa e osare”
“Inizialmente avevamo un’altra idea perchè Marco Cartolano, Ceo di IThanks, aveva individuato un business interessante, ma poi, lavorando nella GDO, ha capito che prima di tutto voleva risolvere il problema delle scadenze alimentari“. Andrea e Marco avevano il sogno di creare qualcosa di diverso e dare lavoro: questo è stato il fuoco che li ha spinti a voler fare business, ma han capito presto che per cambiare le regole del gioco avrebbero duvuto affrontare varie difficoltà eppure non si aspettavano di riuscire a superarne molte anche durante la pandemia Covid19.
“L’Ascensore sociale è bloccato”
L’Italia da decenni si porta dietro un sistema molto stantio e che dà poco spazio ai giovani bloccando quell’ascensore sociale per anni simbolo del boom economico del bel paese ed è per questa situazione che molti giovani decidono di crearsi da soli un lavoro sperando di aver più fortuna nel business che nella continua ricerca di lavori precari o mal pagati. “In Italia qualcosa si sta muovendo o almeno c’è la volontà di cambiare le cose, ma bisogna dare ai giovani il coraggio per spronarli a creare Startup. Solo così il paese può di ventare un posto giusto per creare aziende innovative” racconta Andrea con grande entusiasmo.
Il primo premio all’Atena Startup Battle
Dopo una lunga selezione in tutta Italia alla quale hanno partecipato circa 600 Startup, nella finalissima al Talent Garden di Milano, Andrea Gasco si è trovato a fare due Pitch davanti ad una giuria di esperti che lo han portato a far vincere ad IThanks questa importante competizione. “Siamo lusingati e felici di aver vinto numerosi premi come Atena Startup Battle, il premio Tim e Torino innova, ma alla fine quello che conta per noi è la soddisfazione dei nostri clienti per il nostro prodotto“.
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Difesa Ambiente
Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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Acqua
Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici
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