Massa Critica
Il Distretto Aerospaziale Piemonte ha incontrato le imprese iscritte all’AMMA
Il Distretto Aerospaziale Piemonte ha incontrato le imprese iscritte all’AMMA l’Associazione dei Metalmeccanici torinesi e all’Unione Industriale Torino, per condividere strategie e per coinvolgere aziende che al momento, pur avendo le tecnologie, non operano ancora nel mondo dell’aerospazio.
Come ha detto il Presidente dell’AMMA, Vice Presidente Unione Industriale Torino, Stefano Serra nel suo intervento: “ll settore dell’aerospazio sta diventando determinante per il nostro territorio dove risiedono competenze uniche, tecnologia avanzata e capacità a cogliere le sfide internazionali per progetti aerospaziali a quota bassa, intermedia e nello spazio”.
Il DAP è strutturato per accompagnare le imprese attraverso un percorso di opening innovation nel mondo dell’aerospazio mettendo a disposizione un coordinamento scientifico e un supporto alla progettazione industriale, rimanendo sempre disponibile a incontri digitali e si auspica presto in presenza, di approfondimento del tema.
“ La nostra costante collaborazione con il Politecnico e l’Università di Torino e del Piemonte Orientale – dichiara il Presidente del DAP Fulvia Quagliotti – ci consente un aggiornamento continuo oltre al coinvolgimento di risorse sui temi strettamente attuali, come ad esempio, l’Urban Air Mobility e una nuova mappature delle aziende che lavorano nel mondo dell’aerospazio sul territorio piemontese. Insieme al Politecnico e a Leonardo condividiamo il
percorso di progettazione della futura città dell’Aerospazio nell’area di Corso Marche”.
Il Presidente Fulvia Quagliotti ha anche ricordato come il DAP sia al fianco delle imprese anche per strutturare progetti in grado di attrarre investimenti economici in particolare dai Fondi Europei, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dipartimento politiche europee, dai bandi ministeriali MUR e MISE, dal Programma Regionale per la Ricerca 2021-2027 e dai PIF aerospazio, i Progetti Integrati di Filiera della Regione Piemonte.
A chiusura di intervento il Presidente Quagliotti ha annunciato il sostegno del DAP alla candidatura di Torino ad ospitare una sede di ESA BIC , (ESA Business Incubation Center).
Nel coordinare i lavori dell’incontro, Andrea Romiti, in qualità di vice-Presidente di AMMA con delega all’Aerospazio oltre che di vice-Presidente del DAP, ha evidenziato l’ importanza dell’incontro per aprire alla collaborazione con imprese non prettamente aerospace tra le associate UI-AMMA, in ottica di open innovation.
Il Direttore del DAP Marco Galimberti ha indicato le linee guida del programma strategico del Distretto evidenziando alcuni temi prioritari e di interesse del settore : Smart Autonomies for Aerospace, intelligenza artificiale e autonomia robotica applicata all’aerospazio, On Board Energy management per la gestione dei sistemi dell’energia a bordo, Big Data Management per la gestione dei dati a bordo e a terra e Downstream e Upstream Integration per i sistemi di osservazione, navigazione e comunicazione.
“La missione del DAP come definito con la Regione Piemonte e le Grandi Imprese dell’aerospazio – dichiara Galimberti – è di stimolare e affiancare i progetti di sviluppo e competitività delle industrie del territorio prospettando loro una visione a medio-lungo termine negli investimenti per l’innovazione e il trasferimento tecnologico per lo sviluppo sostenibile”.
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici
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