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I migliori film sugli Hacker secondo Panda Security: da Wargames a Citizenfour

Il mondo degli hacker è da anni nell’immaginario collettivo e più volte protagonista di produzioni al cinema. Panda Security ha proposto una lista di film, tra cui vari basati su fatti realmente accaduti che possono insegnare qualcosa sulla storia dell’informatica e sui problemi di sicurezza informatica.

  • Wargames

Grande classico del 1983, un giovanissimo Matthew Broderick, hacker alle prime armi, durante le sue scorribande informatiche entra in un computer del Pentagono degli Stati Uniti e, per sbaglio, dà inizio al conto alla rovescia di una guerra nucleare. Wargames ci fa riflettere sugli equilibri di potere e del ruolo delle nuove tecnologie nel mondo della politica, ma anche sull’importanza del controllo degli accessi e sull’utilizzo improprio di sistemi informatici critici.

  • The Italian Job

Uscito nel 2003, prima dell’avvento del 5G e della diffusione dell’Internet of Things, The Italian Job poneva già il dilemma del successivo decennio: che cosa succederà quando le città saranno diventate smart city e la maggior parte dei dispositivi elettronici sarà connessa a Internet? Nel film, l’hacker che forma parte della banda di ladri prende il controllo di semafori e altri dispositivi del traffico per facilitare la fuga dei suoi “colleghi”.

  • The Matrix

Capolavoro della fantascienza distopica del 1999, la banda di Morfeus è tecnicamente un gruppo di hacktivist, che – attenzione allo SPOILER se non hai ancora visto il film – impara a disconnettersi dalla finta realtà prodotta dalle macchine per sabotarle e liberare l’umanità dalla schiavitù.

  • Il Tredicesimo Piano

Cult fantascientifico anni 90, in un mondo parallelo creato ad arte da un Computer interagiscono i protagonisti intrecciando l’amore, l’informatica e la scelta di vivere tra una vita digitale o reale. Alcune tematiche sono state riprese dal capolavoro letterario nerd “Ready Player One” di E. Clyne.

  • Tron

Circa vent’anni prima di Matrix e di Tredicesimo Piano, persone reali e programmi virtuali si incontrano per la prima volta nel cult Tron. I creatori del film percepiscono i computer come un gioco arcade e, nonostante le varie azioni di pirateria informatica menzionate, il ritratto che ne emerge ricorda il videogioco degli anni ’70 Space Invaders. Estremamente naif, ma nonostante (o grazie) a ciò, si afferma come un grande classico della fantascienza.

  • Hackers

Uscito nel 1995 e ambientato alla fine degli anni 80, narra la storia di un gruppo di hacker adolescenti che scopre un worm utilizzato da una grande società per operazioni illegali. In questo film – in cui debutta come protagonista la ventenne Angelina Jolie – troviamo moltissimi spunti interessanti. La legislazione attuale si è adattata ai crimini informatici e alle nuove tecnologie? Come dev’essere trattato dalla legge chi smaschera un reato commettendone altri, seppur minori?

  • Millennium – Uomini che odiano le donne

Il protagonista di questo adattamento dell’omonimo romanzo di Stieg Larsson, usa una vecchia NMPA per realizzare una scansione dei computer delle persone di suo interesse. Questa parte della storia è piuttosto fattibile perché l’hacking diventa uno dei modi più efficienti per scavare nei segreti di una determinata persona. Tale sistema è spesso più facile, economico e sicuro che stabilire un sistema di sorveglianza segreta o irrompere nell’appartamento della vittima. Ma c’è un modo ancora più efficace: rubare il suo smartphone.

  • Codice Swordfish

Lo spionaggio spesso è andato a braccetto con l’hacking. Capita anche al protagonista di questo film, Stanley Jobson miglior hacker del mondo ed in libertà vigilata, con il divieto di utilizzare il computer altrimenti tornerà in prigione. Ma al formidabile hacker viene offerta una paga di 10 milioni di dollari se disposto a lavorare in un progetto orchestrato da un carismatico agente segreto – l’audace furto telematico di un fondo governativo.

  • Synapse – Pericolo In Rete

S.Y.N.A.P.S.E., un rivoluzionario sistema di broadcasting satellitare, è in grado di integrare in un unico software e memoria elettronica tutti i canali di comunicazione di audio, video, testi del mondo. Ma tutte queste informazioni fanno gola a molti e infatti Milo Hoffman scopre il vero volto della società che produce il sistema: sfrutta i dipendenti e ruba codici informatici per commercializzarli.

  • Citizenfour

Premio Oscar 2015 al miglior documentario, racconta la storia di Edward Snowden, informatico e attivista statunitense. Il documentario tratta aspetti controversi come la privacy dei documenti governativi, le responsabilità giuridiche di organizzazioni come WikiLeaks e giornalisti come Sarah Harrison, la collega di Assange che ha letteralmente salvato Snowden dai segugi del governo americano.


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Digitale

Google chiude contezioso con il fisco italiano versando quasi 326 milioni di euro

Google ha chiuso un contenzioso tributario con il fisco italiano versando quasi 326 milioni di euro, mettendo così fine a una disputa aperta dalla metà del 2023. A seguito di questo pagamento e dell’esclusione dell’ipotesi di evasione fiscale dopo le verifiche svolte, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’indagine penale.

L’inchiesta, emersa nel giugno scorso, riguardava Google Ireland Limited, società del gruppo californiano, e vedeva indagata una responsabile della sede irlandese. L’indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano sotto il coordinamento dei pm Giovanna Cavalleri, Giovanni Polizzi e Cristiana Roveda, era nata da una verifica fiscale chiusa nel giugno 2023 con un “verbale di constatazione” relativo ai periodi d’imposta dal 2015 al 2020.

Secondo gli accertamenti, la società irlandese non avrebbe dichiarato né versato le imposte sui redditi prodotti in Italia, sfruttando una presunta “stabile organizzazione occulta” costituita dai server e dall’infrastruttura tecnologica essenziale per l’erogazione dei servizi digitali. Inoltre, la presenza di server, personale di Google Italy e la vendita di spazi pubblicitari avrebbero fatto emergere una mancata tassazione sui ricavi. Si contestava anche l’omessa applicazione delle ritenute sulle royalties versate alle società estere dello stesso gruppo per l’utilizzo di software, algoritmi, marchi e altre proprietà intellettuali.

Tuttavia, i pm hanno ritenuto che tale condotta non violasse alcuna norma tributaria, ma ne eludesse l’applicazione, configurandosi come un caso di presunta elusione fiscale o “abuso del diritto” e non di evasione. La presenza di incertezze interpretative e le peculiarità del caso hanno portato la Procura a concludere che non vi fossero elementi sufficienti per sostenere un’accusa in sede penale.

Sul piano tributario, pur dissentendo tecnicamente dalle conclusioni dell’Agenzia delle Entrate, Google ha deciso di chiudere la controversia versando il 14 novembre scorso circa 326 milioni di euro. Di questi, oltre 265 milioni erano relativi a omesse ritenute su royalties, comprensive di sanzioni e interessi, mentre più di 60 milioni riguardavano Ires e Irap, anch’essi comprensivi di sanzioni e interessi.

L’indagine su Google, ora in attesa della valutazione di un giudice per l’archiviazione, è solo una delle numerose inchieste della Procura di Milano su colossi del web e dell’high-tech, molte delle quali si sono concluse con transazioni per centinaia di milioni di euro. Già nel 2017, Google aveva chiuso un altro contenzioso con il fisco italiano versando 306 milioni di euro per sanare le pendenze dei 15 anni precedenti.

Un caso simile ha riguardato Netflix, che nel maggio 2022 ha versato oltre 55 milioni di euro in un’unica soluzione e ha aperto una sede operativa in Italia. Il cosiddetto “modello Milano”, caratterizzato da una stretta collaborazione tra verifiche fiscali, accertamenti tributari e indagini penali, ha permesso negli ultimi tre anni di recuperare circa 2 miliardi di euro a beneficio della collettività, come sottolineato dal procuratore Marcello Viola.

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Digitale

Che cosa è DeepSeek l’azienda cinese che tenta di cambiare lo scenario dell’ Intelligenza Artificiale

L’avvento della piattaforma AI cinese DeepSeek ha cambiato in poche ore gli scenari borsistici e finanziari mondiali con una perdita di 589 miliardi di dollari: secondo quanto riferisce Bloomberg, si tratterebbe della perdita più grande di sempre per il mercato statunitense.

Il modello di AI sviluppato da DeepSeek ha dimostrato che è possibile raggiungere risultati paragonabili a quelli dei leader del settore, come ChatGPT, con investimenti molto più contenuti soprattutto dei chip per AI di Nvidia come l’A100 che i cinesi di DeepSeek avevano ottenuto prima che scattasse il divieto di esportazione degli Stati Uniti, insieme a chip meno potenti.

DeepSeek è un’azienda cinese di intelligenza artificiale specializzata nello sviluppo di modelli linguistici di grandi dimensioni con sede a Hangzhou  ed è finanziat dall’ hedge found cinese High-Flyer, il cui co-fondatore, Liang Wenfeng, ha fondato la società nel 2023 e ne ricopre il ruolo di CEO.

La sua tecnologia è stata sviluppata in un contesto di restrizioni imposte dagli Stati Uniti sull’esportazione di chip Nvidia verso la Cina, limitando la capacità del Paese di sviluppare sistemi di IA avanzati. DeepSeek usa un modello di chatbot generativo open source e distribuito.

Il 10 gennaio 2025, DeepSeek ha rilasciato la sua prima applicazione chatbot gratuita. In meno di tre settimane, il 27 gennaio, l’app è diventata la più scaricata negli Stati Uniti, superando ChatGPT.

DeepSeek ha anche lanciato Janus-Pro, un nuovo modello di generazione di immagini da testo che ma mira a competere con rivali statunitensi come DALL-E 3 e Stable Diffusion, offrendo una qualità e precisione superiori nella creazione di immagini.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su App.

L’Autorità ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina.


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Bando PID-Next per accedere a percorsi personalizzati per la trasformazione digitale delle imprese

Grazie al Bando PID-Next mille micro, piccole e medie aziende, con sede legale o operativa in Italia, avranno la possibilità di accedere a percorsi personalizzati di first assessment e attività di orientamento in grado di supportare la trasformazione digitale della propria attività.
PID-Next prevede la concessione di contributi, sotto forma di servizi, per supportare le aziende beneficiarie  nel loro percorso di trasformazione digitale. Gli incentivi sono destinati a coprire i costi relativi all’assessment iniziale e all’orientamento post-assessment.
PID-Next è finanziato con fondi del Piano nazionale di impresa e resilienza, che copriranno i costi dei servizi resi, da un minimo del 90% per le medie imprese fino al 100% per le micro e piccole.

Il progetto PID -Next, promosso da Unioncamere con il supporto di Dintec, sarà realizzato dai Punti impresa digitale delle Camere di commercio. La Camera di Commercio di appartenenza contatterà le aziende beneficiarie e avvierà il percorso.
Ecco come PID-Next può supportare la trasformazione digitale dell’impresa:

PRIMO STEP: Analisi personalizzata maturità digitale  L’analisi personalizzata della maturità digitale attraverso un incontro in impresa con un addetto del Polo che svolgerà una valutazione del livello di maturità digitale, degli obiettivi dell’azienda e dei fabbisogni tecnologici necessari al loro raggiungimento.

SECONDO STEP: Orientamento e Innovazione  A seguito dell’incontro, il secondo step prevede l’analisi dei fabbisogni da parte di un team nazionale che si occuperà anche di individuare le migliori opportunità per orientare il percorso di digitalizzazione dell’impresa.

TERZO STEP: Opportunità per le Imprese  La consegna del report che non sarà solo una analisi del livello di maturità digitale dell’impresa, ma offrirà suggerimenti riguardo ai partner con cui l’impresa può proseguire il proprio cammino di digitalizzazione e segnalazioni in merito ad eventuali ed ulteriori possibilità di finanziamento.

PID-Next apre così la strada al trasferimento tecnologico e l’accesso a un network di partner pubblici e privati mirato sulle esigenze dell’impresa.

Per partecipare è necessario utilizzare l’apposita pagina sulla piattaforma restart.infocamere.it a partire dal 16/12/2024, accedendo con SPID/CIE/CNS, e fino a ore 16:00 del 18/02/2025.


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