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Massa Critica

Ivrea ICO Valley – Human Digital Hub: le startup digitali nell’ex area Olivetti

E’ stata presentata a Ivrea ICO Valley – Human Digital Hub, uno spazio che coniuga la più nobile storia industriale italiana con il futuro digitale del Paese. ICO Valley (da Ivrea, Canavese, Olivetti) nasce sull’onda della nomina di Ivrea quale “città industriale del XX secolo” patrimonio dell’umanità.

Un’intuizione del 2018 della Senatrice Tiraboschi, quella del primo Human Digital Hub, che ha significato quasi due anni di lavoro e che – dopo la costituzione del Comitato Promotore il 26 giugno 2020 – ha portato oggi alla presentazione, nella Sala Conferenze di Palazzo Uffici di Ivrea, del progetto di revamping degli edifici Olivetti, sede iconica del primo Human Digital Hub italiano.

ICO Valley vuole rappresentare una buona pratica nazionale di riqualificazione di ex siti industriali – gli storici edifici protagonisti della gloriosa storia Olivetti – attraverso un’esperienza innovativa di unione tra “contenitore e contenuto. Una sinergia vincente che porti a ricadute positive sul territorio e sia di riferimento a livello nazionale e internazionale.

ICO Valley è un progetto industriale che, anche grazie alla promozione svolta da Prelios SGR in qualità di società di gestione del Fondo Anastasia proprietario degli immobili, ha visto la partecipazione e la condivisione di importanti realtà pubbliche, dell’associazionismo e private, a livello sia locale sia nazionale. Il progetto prevede ampi spazi destinati alla formazione, così come luoghi condivisi tra le aziende, per un miglior sharing di competenze e esperienze, e la realizzazione di servizi complementari quali gallerie commerciali e aree destinate all’hospitality.

“Grazie agli stabilimenti Olivetti, Ivrea torna ad essere centrale nel XXI secolo sull’asse Torino Milano” spiega Virginia Tiraboschi “e diventa protagonista di una rinascita industriale, ancora una volta basata sull’innovazione tecnologica. Le tecnologie riducono le distanze. Ribaltando il paradigma centro urbano-periferie rendono protagonisti territori interni quale il Canavese, un unicum ambientale per qualità di vita e servizi, in cui il concetto di comunità tanto caro a Adriano Olivetti rivive in termini contemporanei grazie alle tecnologie di quinta generazione che favoriscono lo sviluppo di Smart and Digital Community così come della economia immateriale”.

‘’Ci siamo ispirati all’esperienza di successo del Bioindustry Park che si è basata su questi stessi parametri, ovvero costruire il contenitore a partire dal contenuto: in questo modo il Parco è diventato un grande attrattore di imprese internazionali e startup” dichiara Alberta Pasquero, Amministratore Delegato del Parco e componente del Comitato Promotore.

La National Digital Accademy – guidata dall’Università degli di Studi e dal Politecnico di Torino – inaugura in Ivrea un percorso di alta formazione accademica, innovativa nei contenuti e nelle modalità. Nasce per essere il luogo di offerta di master specializzati nei diversi settori dell’economia reale, sia per dare risposte immediate e concrete al mondo delle imprese, sia per formare i “CEO del XXI secolo”, figure manageriali che oggi non esistono sul mercato.
Il mondo scientifico, politico e imprenditoriale ha la responsabilità di formare queste nuove professionalità, per governare compiutamente la pervasività delle tecnologie nella comunità sociale e l’ibridazione tra analogico e digitale nell’economia reale.

“Siamo orgogliosi di aver attivamente contribuito a questa iniziativa e di averla promossa” ha affermato Alessandro Busci, Head of Fund Management di Prelios SGR S.p.A. “ICO Valley consente una vera rigenerazione urbana, che mira non soltanto alla riqualificazione e riposizionamento degli immobili, ma anche alla creazione di un distretto industriale focalizzato sull’economia digitale facendo leva sulla storia, le competenze e le eccellenze italiane e di quest’area geografica in particolare. Un investimento che, in coerenza con l’attenzione di Prelios SGR verso i più avanzati principi ESG, mira ad avere riflessi positivi sull’economia reale in una logica di impact investing e di partenariato pubblico-privato”.

Giovanni Ronca, Presidente Olivetti (Gruppo TIM) ha sottolineato: “È motivo di grande orgoglio poter partecipare all’inaugurazione di questo spazio: assistere alla rinascita, a Ivrea, di un polo d’eccellenza dell’Innovazione è un segnale importante per il territorio, per il Paese, in continuità con l’importante eredità lasciata da Adriano Olivetti. Partecipiamo a questa iniziativa con grande entusiasmo e proprio per questo abbiamo deciso di aderire da subito alla costituzione del Comitato Promotore del progetto. Per Olivetti e il Gruppo TIM è fondamentale contribuire alla digitalizzazione e alla diffusione della cultura dell’innovazione nel Paese, crediamo che rappresentino un volano importante per lo sviluppo del tessuto economico e sociale. Human Digital Lab è un concetto forte che mette al centro la persona, nella migliore tradizione olivettiana, parte di un importante percorso che darà sicuramente nuova linfa al territorio del Canavese, insieme a partner di altissimo livello”.

Il progetto non ha quale unico obiettivo la formazione: ICO Valley nasce per essere anche un ‘’acceleratore’’ in cui far transitare le startup che oggi passano solo per il 18% da queste strutture, potenzialmente idonee a far evolvere il concetto di ‘’incubatori’’ nei quali i migliori talenti sono sostenuti e trattenuti da un ecosistema digitale che consente loro di progettare e creare servizi personalizzati, a vantaggio del tessuto produttivo italiano, densamente popolato da PMI e artigianato di eccellenza, così come diventare imprenditori delle loro idee innovative.

ICO Valley è il luogo dove nascono e vengono ospitate piattaforme digitali e tutto ciò che può valorizzare e potenziare il marchio Made in Italy, sintesi perfetta di “bello, buono, ben fatto, bel vivere italiano”, cui si aggiungeranno tutti i servizi utili alla pubblica Amministrazione per migliorarne la fruizione in termini di efficienza e efficacia, così come uno spazio dove si valorizzano servizi, Big Data, Intelligenza Artificiale, Internet of Things, cloud, blockchain.

L’adesione di tutti i Soci fondatori avverrà entro fine luglio. Entro i primi giorni di agosto verranno indicati il Presidente e i componenti del Comitato promotore che lo affiancheranno nella definizione operativa della strategia, che entrerà in fase attuativa subito dopo l’estate, attraverso la creazione di appositi organismi giuridici.


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Arte

Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento

In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.

Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).

Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.

Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.

Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).

In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).

Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.

Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.


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Difesa Ambiente

Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale

Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)


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Acqua

Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici

A Torino, Palazzo Madama ospiterà una nuova edizione del River Café sul Po, un evento che, a trent’anni dalla drammatica alluvione del Tanaro, riunirà cittadini ed esperti per un confronto sui temi della pianificazione territoriale e della gestione dei rischi legati ai cambiamenti climatici. L’incontro è organizzato nell’ambito del progetto europeo LIFE CLIMAX PO, dedicato all’adattamento del distretto del fiume Po al clima che cambia.

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