Massa Critica
Muoversi in modo sano: le proposte di Assemblea Popolare per la mobilità a Torino
I gruppi di discussione, sui temi trasporto pubblico, mobilità attiva e gestione del traffico e della logistica, hanno elaborato proposte di azione per l’agenda politica cittadina.
Dopo una rielaborazione con la collaborazione degli esperti, i commenti dei partecipanti e l’approvazione da parte degli aderenti, le proposte sono pronte per essere condivise con la cittadinanza, i media e le istituzioni.
https://www.facebook.com/assembleapopolare/videos/722583555172012/
Gli obiettivi del lavoro
- Il macro obiettivo di questo lavoro è trovare soluzioni per dimezzare le emissioni di inquinanti e gas climalteranti entro il 2030, garantendo la salute e la parità di diritti tra le persone.
- E’ stato fissato un orizzonte temporale di 10 anni perchè data l’urgenza, riconosciuta ormai a tutti i livelli, occorre intervenire subito; per questo motivo le proposte privilegiano soluzioni di breve/medio periodo. Di conseguenza le infrastrutture che traguardano questo orizzonte, come una seconda linea della metropolitana, seppur funzionali al ridisegno della mobilità della città, non sono state prese in considerazione.
- Le proposte emerse, seppur non risolutive di tutti i problemi della mobilità, rappresentano il contributo di cittadine e cittadini che hanno provato a rispondere alle problematiche che sentono più vicine alla propria vita quotidiana.
A chi sono rivolte le proposte?
- Le proposte sono state elaborate dai cittadini e organizzazioni della società civile con il contributo di alcuni ricercatori ed esperti del settore.
- Come tali rappresentano il punto di vista di quella parte della società che si pone prioritariamente obiettivi legati ai fondamenti dell’Assemblea: salute, giustizia sociale, ambientale e intergenerazionale.
- Le proposte verranno presentate prima ai rappresentanti delle forze produttive e sindacali, con l’obiettivo di individuare elementi di convergenza e di sintesi
- Il destinatario finale delle proposte sono le amministrazioni e le forze politiche, che devono mettere in campo le decisioni necessari a trasformare le proposte in azioni.
Le proposte generate sono state discusse in tre aree tematiche
- Mobilità attiva,
- Trasporto pubblico,
- Traffico e logistica
A valle della revisione delle proposte da parte degli esperti e con l’obiettivo di fornire un quadro organico di riferimento, le proposte emerse sono state raggruppate in tre assi strategici:
- Comunicazione, educazione e formazione
- Facilitazione e abilitazione
- Infrastrutture
Le proposte emerse dai tavoli sono un contributo alla formazione di una agenda di trasformazione radicale della mobilità a Torino e nella sua area metropolitana.
Per le ovvie limitazioni di tempo e competenze necessarie ai tavoli non sono dei veri e propri progetti e non sostituiscono un vero e proprio “Piano della mobilità”. Le stime dei tempi e costi sono volutamente proposte all’interno di un range abbastanza ampio per tenere conto di queste limitazioni.
Si tratta di «spunti progettuali» emersi dal confronto tra esperti del settore, esponenti di associazioni e cittadini interessati e sensibili al tema della mobilità.
L’urgenza dei problemi, ed in particolare la necessità di dimezzare le emissioni in atmosfera al più presto e comunque non oltre il 2030, richiedono azioni immediate, che non possono attendere i normali tempi della pianificazione.
Muoversi in modo sano: le proposte
Comunicazione, educazione e formazione
- La città dei 15 minuti, facilitata da un’app
- Educare e formare alla mobilità attiva
- Bambini autonomi e attivi
Facilitazione e abilitazione
- Cambiamo gli orari della città
- Consegne a domicilio «a zero emissioni»
- Consegne intelligenti ai negozianti
- Rilanciamo i Mobility Manager
- Muoversi con un solo abbonamento
- Un aiuto per la bici pieghevole
- Dalla bici all’autobus senza problemi
- In tram con la bici
- Chi si sposta in bici guadagna
- Linee di forza per un trasporto pubblico efficiente
Infrastrutture
- Equa ripartizione dello spazio pubblico
- Aumentare la sicurezza dei percorsi ciclabili
- Punti di ritiro merci
- Parcheggio la bici in stazione
- Migliorare la funzionalità dei nodi intermodali periferici
Principi dell’Assemblea Popolare
L’attuale pandemia ci ha messi di fronte all’insostenibilità del nostro modello di sviluppo che ha privilegiato la crescita economica rispetto al benessere individuale e sociale.
Se vogliamo evitare il ripetersi e il perdurare di situazioni come quella che stiamo vivendo, dobbiamo essere disposti a cambiare radicalmente il nostro modo di vivere, di produrre e di consumare, per raggiungere obiettivi giusti e condivisi, in primis: la salute, la giustizia sociale, la giustizia ambientale e la giustizia intergenerazionale.
Cambiamenti di questa portata possono avvenire solo con il contributo di una società civile forte e attraverso decisioni fondate sulla conoscenza e sulla condivisione.
L’assemblea popolare intende essere una piattaforma per esplorare problemi e proporre soluzioni in tutti gli aspetti della vita individuale, sociale ed economica nel contesto metropolitano torinese .
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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