Massa Critica
Green deal per l’Italia: una maratona in streaming per la sostenibilità su Raiplay
Giovedì 25 giugno si svolgerà dalle 10 alle 17 in streaming su Raiplay Green deal per l’Italia, una maratona green di sette ore che metterà a confronto politici, protagonisti dell’industria italiana, intellettuali, artisti, rappresentanti delle istituzioni europee per tracciare la strada di un’economia verde in grado di sostenere la crescita con un progetto di sviluppo all’altezza delle sfide attuali.
Una maratona green di sette ore che metterà a confronto politici, protagonisti dell’industria italiana, intellettuali, artisti, rappresentanti delle istituzioni europee per tracciare la strada di un’economia verde in grado di sostenere la crescita con un progetto di sviluppo all’altezza delle sfide attuali.
L’evento è organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con a media partnership di RAI e trae ispirazione dal Manifesto per il Green New Deal per l’Italia, una proposta articolata di riforme, trasversale a tutti i settori e basata su una visione sostenibile e innovativa del futuro, firmato finora da oltre 500 imprese italiane.
Per seguire la diretta di Green Deal Italia
https://www.raiplay.it/dirette/raiplay
Il programma prevede sei incontri tematici su energia, economia circolare e innovazione, gestione circolare dei rifiuti, mobilità, green city, sistema agroalimentare. Ci sarà un’apertura istituzionale sulle proposte strategiche per il green new deal e prosegue con sei incontri tematici su energia, economia circolare e innovazione, gestione circolare dei rifiuti, mobilità, green city, sistema agroalimentare. Tra gli oltre 50 ospiti anche il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il Vice Ministro dell’Economia Antonio Misiani, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Riccardo Fraccaro, il messaggio del Commissario Europeo all’Economia Paolo Gentiloni, il Presidente della Rai Marcello Foa e l’Amministratore Delegato Fabrizio Salini, il Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi e numerosi ospiti tra i quali l’astronauta Samantha Cristoforetti, lo scrittore Sandro Veronesi, nonché amministratori delegati, imprenditori e sindaci di importanti realtà.
Green deal per l’Italia
Gli avvenimenti che viviamo oggi stanno rimettendo in discussione il nostro modo di nutrirci, di spostarci, di abitare, di lavorare, produrre e consumare. Siamo costretti a ripensare i nostri stili di vita, ponendoci serie domande sulle nostre priorità, i nostri reali bisogni ed i nostri comportamenti quotidiani: in una parola, chiedendoci come avere cura del nostro futuro. Un numero sempre crescente di intellettuali, economisti, imprenditori e cittadini ha ormai chiaro che esiste una forte relazione fra il Covid-19 e l’insostenibilità ambientale del sistema economico mondiale, come se questa enorme crisi sanitaria fosse una risposta del Pianeta ad un modello di sviluppo sbagliato.La green economy (di cui l’Italia è un’eccellenza mondiale grazie alle sue produzioni di qualità) è il nuovo modello di sviluppo sostenibile su cui possiamo puntare per superare le vecchie abitudini anti-ecologiche, portando anche nuovi posti di lavoro e crescita duratura. Molte imprese lo hanno capito e si sono avviate negli ultimi anni su un percorso “green” di trasformazione del modo di concepire e produrre. Molti consumatori stanno richiedendo prodotti più rispettosi dell’ambiente e aprono nuovi mercati, molte città e territori stanno puntando su stili di vita più sostenibili.Siamo ora ad un bivio che possiamo definire storico: in Italia e in Europa stanno per essere decise misure straordinarie per uscire dalla crisi sanitaria ed economica, con un intervento pubblico – nazionale ed europeo – di dimensioni mai viste dal dopoguerra a oggi. Si parla di Piano per la Rinascita, di nuovi Piani Marshall, etc. Come sceglieremo di allocare le enormi risorse che dovremo mettere a disposizione della ripresa determinerà in modo sostanziale il modello sociale ed economico che si affermerà nei prossimi decenni.
Non c’è tempo per la paura, dobbiamo evitare gli errori del 2008, quando i pacchetti di stimolo dell’economia hanno aumentato i problemi ambientali invece di risolverli, e cogliere questa occasione per puntare su una nuova rotta: un “green Deal”, un programma articolato di riforme trasversale a tutti i settori e basato su una nuova visione positiva del futuro, incentrata sulla sostenibilità e l’innovazione.In particolare per l’Italia, questa è una via percorribile che sta già dando risultati concreti, anche economici e occupazionali, e va rafforzata e solidificata.Le nuove sfide green si fondano su due pilastri: economia circolare (con ridotto consumo di risorse, altissime percentuali di riciclo e attività rigenerative degli asset naturali),e decarbonizzata (in cui le fonti energetiche fossili sono sostituite da quelle rinnovabili ed i cicli produttivi vengono portati ed emissioni quasi zero). È la nuova economia delle imprese italiane,sempre più green; quella delle attività agroalimentari sempre più richieste e multifunzionali; quelle della sua bioeconomia rigenerativa che può rivitalizzare territori marginali; quelle delle sue città da rilanciare con un vasto programma di rigenerazione urbana green;quelle del suo ingente capitale naturale e culturale, vitale per un rilancio di un settore di crescente importanza come il turismo; quelle dove l’Italia ha raggiunto punti di eccellenza come il riciclo e le fonti rinnovabili di energia; quelle della mobilità elettrica e condivisa del futuro; quelle dell’innovazione digitale che potrà contribuire a migliorare il lavoro, lo studio e la prevenzione e cura della nostra salute
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Difesa Ambiente
Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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Acqua
Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici
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