Digitale
Zoom Video Communications sarà uno dei prossimi colossi Tech
Stanno finendo gli anni di Skype; la startup estone poi acquisita da Ebay e infine da Microsoft? Durante questa emergenza Coronavirus abbiamo assistito ad un uso esponenziale di Zoom Video: dalla politica, alla didattica fino alle riunioni aziendali.
Zoom Video: la rivoluzione delle video call
Zoom Video Communications è stata fondata nel 2011 a San Jose, in California, da Eric Yuan, ingegnere di origine cinese della Cisco Systems a capo della divisione Webex. Grazie alla sua esperienza nel colosso informatico, ha studiato a fondo il mercato delle video call e nel 2010 ha scelto di fondare una sua compagnia migliorando l’esperienza delle chiamate video e di gruppo.
Zoom è stata introdotta sul mercato a Gennaio 2013 e a Maggio dello stesso hanno poteva contare già su 1 milione di iscritti. Il successo ha portato questa azienda a quotarsi al Nasdaq il 18 Aprile 2019.
Quando l’azienda è approdata a Wall Street è stata valutata 16 miliardi, con un prezzo di 36 Dollari per azione: ora l’azienda vale quasi 40 miliardi e quota 140 dollari ad azione.
Zoom Video è esplosa con il Covid19
L’uso di Zoom è aumentato in modo esponenziale quando le scuole e le aziende hanno adottato la piattaforma per il lavoro a distanza come risposta alla pandemia: i download sono aumentati del 70% da inizio anno.
I notiziari statunitensi hanno riferito che migliaia di scuole nel mondo sono passate a lezioni online usando Zoom. [16] [17] La società ha offerto i suoi servizi gratuitamente in molti paesi. Grazie a queste misure, in un giorno l’app di Zoom è stata scaricata 343.000 volte.
L’aspetto negativo della diffusione della formazione online attraverso Zoom ha portato a sollevare preoccupazioni relative alla privacy dei dati degli studenti e, in particolare, informazioni di identificazione personale. Secondo l’FBI, anche gli indirizzi IP degli studenti, la cronologia di navigazione, i progressi accademici e i dati biometrici potrebbero essere a rischio.
Le funzioni di Zoom Video
- Video Conference Zoom
- Zoom Phone
- Webinar Zoom
Altre funzioni interessanti di Zoom Video
- chat private o di gruppo
- sondaggi
- domande e risposte del pubblico dei webinar
- video Conference scritte in tempo reale
- sollevamento mano, tipo indice di gradimento
- indicatore di attenzione del pubblico per capire se i tuoi contenuti hanno raggiunto l’obiettivo o se devi rivedere qualcosa
- monetizzare i webinar tramite Paypal
Zoom Video è solo all’inizio: potrebbe diventare una FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google) e far diventare l’acronimo FAANGZ?
Noi scommettiamo di si.
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Digitale
Intersections raduna a Milano il mondo del marketing, della comunicazione e della creatività
Dall’unione di IAB Forum e IF! Italians Festival nasce Intersections, il più grande evento in Italia dedicato al mondo del marketing, della comunicazione e della creatività che si svolge a Allianz Mico a Milano il 29 ec 30 ottobre 2024.
IAB Italia, ADCI e UNA hanno deciso di realizzare il primo grande evento sistemico per rispondere in modo compatto all’evoluzione e alle sfide della industry in questo particolare momento storico, guidato anche dalla grande discontinuità dell’Intelligenza Artificiale.
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Digitale
Google è monopolista secondo il Dipartimento di giustizia USA. Ora potrebbe esserci il suo spezzatino
Un documento presentato al giudice federale degli USA Amit Mehta ha portato alla decisione di sanzionare Google per attività monopolistiche. La causa, promossa dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e diversi stati, sostiene che Google abbia usato il proprio potere di mercato in modo anticompetitivo, impedendo ad altre aziende di competere nel settore della ricerca online e dei servizi digitali.
Il giudice Mehta ha valutato le prove contro Google riguardo a vari accordi esclusivi con produttori di dispositivi e sviluppatori di browser che garantiscono a Google di essere il motore di ricerca predefinito su milioni di dispositivi. Questa esclusività ha reso quasi impossibile per i rivali ottenere una significativa quota di mercato, contribuendo a consolidare il monopolio di Google. Il DOJ, insieme agli avvocati generali di diversi stati, ha contestato che Google abbia illegalmente monopolizzato il mercato della ricerca e della pubblicità online attraverso accordi con aziende come Apple e Samsung per mantenere il proprio motore di ricerca come opzione predefinita su diversi dispositivi.
Il cuore dell’accusa riguarda gli “accordi esclusivi” di Google, che hanno portato all’accumulo di circa il 90% delle ricerche online e all’88% del mercato della pubblicità testuale, ostacolando i concorrenti dal punto di vista degli investimenti e dell’innovazione. Il DOJ ha dimostrato che Google paga ingenti somme per diventare il motore di ricerca predefinito, ad esempio su dispositivi Apple, scoraggiando il cambiamento di provider da parte degli utenti e limitando le scelte disponibili al consumatore.
La sentenza non prevede danni economici, ma un’ingiunzione che potrebbe includere misure per impedire a Google di continuare accordi esclusivi di default o addirittura obbligare l’azienda a separare il business della ricerca da altre operazioni come Android e Chrome.
Questo caso rappresenta un passo storico per l’antitrust negli Stati Uniti, simile al processo Microsoft degli anni ‘90, e potrebbe aprire la strada a nuove regolamentazioni per altri giganti della tecnologia, tra cui Apple e Amazon, anch’essi sotto scrutinio legale per pratiche anti-competitive.
Un team legale specializzato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ), affiancato da esperti in regolamentazione antitrust e tecnologia, sta lavorando a una serie di raccomandazioni per il giudice federale Amit Mehta. La proposta del DOJ include sia rimedi comportamentali che strutturali per affrontare l’impatto monopolistico di Google. I rimedi in valutazione spaziano da restrizioni su accordi preinstallati con produttori di dispositivi, all’accesso dei concorrenti ai dati di ricerca, fino alla potenziale separazione di parti dell’azienda per ripristinare la concorrenza nel settore dividendo Chrome, Google Play Store e il sistema operativo mobile Android dal search.
Questa prima versione delinea una serie di strade per la riforma, tra cui l’obbligo per Google di rendere accessibili i dati e i modelli di programmazione utilizzati per generare risultati tramite il suo motore di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia sta anche valutando la possibilità di chiedere al giudice di vietare a Google di utilizzare o conservare i dati che si rifiuta di condividere con società terze.
Google ha dichiarato che intende appellarsi alla decisione, sottolineando che le accuse ignorano i benefici offerti ai consumatori dal loro motore di ricerca. Le fasi successive del processo potrebbero determinare cambiamenti significativi non solo per Google ma per l’intera industria tecnologica, influenzando l’accessibilità e la concorrenza nei mercati digitali anche in Europa e negli altri continenti.
Negli ultimi dieci anni, Google ha accumulato 8,25 miliardi di euro di multe dalle istituzioni antitrust dell’Unione europea che riguardano tra gli altri il suo sistema operativo mobile Android e il servizio pubblicitario AdSense.
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Digitale
Sabato 26 Ottobre 2024 torna il Linux Day
Sabato 26 Ottobre 2024 torna il Linux Day: la principale manifestazione italiana dedicata al software libero, la cultura aperta ed alla condivisione promosso da Italian Linux Society e supportato da GARR.
Il Linux Day nasce nel 2001 come appuntamento annuale per riunire le forze di tutte le persone attiviste nel movimento del software libero, dell’open source, ed in particolare di Linux. Proponiamo una rete di eventi decentralizzati in tutta Italia, organizzati autonomamente da gruppi di persone volontarie e appassionate. È il più grande evento italiano sul tema con migliaia di visitatori. L’accesso al Linux Day è libero e gratuito.
Il Linux Day di Torino si svolge al Collegio degli Artigianelli in Corso Palestro 14 nel pomeriggio di Sabato 26 Ottobre.
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