Sostenibilità
La Camera dei Deputati ha approvato la mozione di Emergenza Climatica
Mercoledì 11 dicembre, la Camera ha approvato, con 243 voti favorevoli, 135 contrari e 24 astenuti, la mozione presentata dalla deputata Rossella Muroni e firmata da diversi altri parlamentari, contenente le disposizioni per la Dichiarazione di un’Emergenza Climatica e Ambientale a livello nazionale.
Finalmente il nostro Parlamento ha riconosciuto che la più grande Crisi della storia dell’umanità è un’Emergenza e va affrontata come tale. Siamo felici che le istituzioni, finalmente, dicano formalmente che ci stanno ascoltando. Ora abbiamo bisogno che agiscano, e continueremo a ricordarlo, più entusiasti di prima.
La mozione integrale
La Camera, premesso che: eventi climatici estremi – alluvioni, siccità, ondate di calore, livello del mare e l’aumento del cuneo salino – si susseguono con sempre maggiore frequenza in diverse parti del mondo, determinando danni economici a persone, ad animali e a interi sistemi produttivi; numerosi studi accademici hanno confermato come il cambiamento climatico in atto sia direttamente influenzato e dipendente dalle attività umane, siano esse industriali o meno; l’urgenza di un intervento netto e deciso per invertire tale processo non è più in alcun modo rinviabile, come ampiamente dimostrato dal sempre crescente numero di allarmi che giungono dall’intera comunità scientifica; secondo l’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento
climatico si hanno soltanto 11 anni a disposizione per evitare la catastrofe ambientale; l’organismo scientifico dell’Onu ha invitato tutti i legislatori e i Governi ad assumere misure senza precedenti nella storia recente;
nel 2018 si sono contati 850 disastri naturali, soprattutto alluvioni, inondazioni, frane (46 per cento) e uragani e tempeste (42 per cento). L’Italia dal 1998 al 2018 ha speso, secondo dati Ispra, circa 5,6 miliardi di euro (300 milioni all’anno) in progettazione e realizzazione di opere di prevenzione del rischio idrogeologico, a fronte di circa 20 miliardi di euro spesi per «riparare» i danni del dissesto secondo dati del Cnr e della Protezione civile (un miliardo di euro all’anno in media, considerando che dal 1944 ad oggi sono stati spesi 75 miliardi di euro); gli effetti dei cambiamenti climatici non generano solo conseguenze ambientali, ma anche conseguenze sociali derivanti dagli effetti dei cambiamenti climatici. Con la pubblicazione, il 19 marzo 2018, del rapporto, la Banca mondiale ha lanciato un nuovo allarme sulle conseguenze sociali dei cambiamenti climatici. Entro il 2050, infatti, potrebbe arrivare a quota 143 milioni il numero di persone costrette ad abbandonare le proprie case per colpa dei fenomeni meteorologici estremi o delle condizioni ambientali
diventate invivibili; in Europa i disastri naturali del 2018 sono stati simili a quelli registrati negli
anni 2014, 2015, 2016 e 2017, con un totale di 113 eventi con perdite per 16 miliardi di euro. Le perdite maggiori sono state causate dalla siccità, che è costata circa 4 miliardi di dollari; uno studio internazionale pubblicato dalla rivista scientifica Climate ha precisato che i danni per le inondazioni in Europa potrebbero arrivare a costare 17 miliardi di euro all’anno, qualora le temperature medie dovessero salire di 3 gradi centigradi, alla fine del secolo, rispetto alla media preindustriale. Mentre il numero di cittadini che subiranno le conseguenze delle piene potrebbe raggiungere le 780 mila unità, in crescita del 123 per cento
rispetto ad oggi. Il problema, dunque, non riguarderebbe solo il sud del mondo; in Italia la situazione non è migliore, anzi. Il 2018 è stato l’anno più caldo per il nostro Paese dal 1800 e si assiste al susseguirsi di record che non possono lasciare indifferenti. Nubifragi, siccità, ondate di calore sempre più forti e prolungate, fenomeni meteorologici sempre più intensi ed estremi, dovuti in primis ai cambiamenti climatici, stanno causando danni ai territori e alle città, indietro nelle politiche di adattamento al clima, e alla salute dei cittadini; soltanto nel 2018 sono state 32 le vittime in 148 eventi estremi che si sono succeduti lungo tutta la penisola; 66 sono i casi di allagamenti da piogge intense; 41 casi, invece, di danni da trombe d’aria, 23 di danni alle infrastrutture e 20 esondazioni fluviali; da ultimo si veda quanto è avvenuto a Venezia, ove si è verificata una sequenza di maree eccezionali, mai verificatesi in precedenza, con l’acqua alta che ha raggiunto quota 187 centimetri, la seconda marea più elevata di sempre dopo l’alluvione del 1966; l’alta marea ha, come noto, colpito anche le isole del Lido e di Pellestrina e Chioggia. Contestualmente e ancora in queste ore si sono verificati eventi meteorologici eccezionali in aree localizzate lungo l’intero territorio italiano: dal Piemonte – in particolare nell’alessandrino – alla Liguria – con il crollo di un viadotto autostradale sull’A6 – dalla Calabria, con Reggio Calabria, alla Basilicata, con Matera e il Metapontino;
nonostante la portata storica dell’Accordo di Parigi siglato nel 2015, la strada per la sua attuazione procede con lentezza e fatica per le resistenze degli Stati ad assumere decisioni coraggiose e capaci di superare un modello di
sviluppo ormai insostenibile, sotto il profilo ambientale, ma anche sociale ed economico; nella recente Cop24 (Conferenza delle parti della Convenzione internazionale sui cambiamenti climatici) tenutasi a Katowice, in Polonia, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento degli impegni assunti dai membri della comunità internazionale; elemento positivo è stato aver dotato l’Accordo del 2015 di linee guida (rulebook) per la sua attuazione dal 2020, mentre non sono stati concordati impegni sull’adozione di un quadro normativo vincolante e condiviso; l’esempio dell’adolescente svedese Greta Thunberg ha dato vita ad una manifestazione transnazionale che il 15 marzo 2019 ha riempito di giovani e studenti le piazze di tutto il mondo, comprese quelle italiane, chiedendo l’impegno concreto dei Governi nazionali nel contrasto dei cambiamenti climatici e per salvare il pianeta, non pregiudicandone oltre il futuro; secondo gli scienziati dell’Onu dell’Ipcc si ha tempo fino al 2030 per
contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5° gradi centrigradi e molti parlamenti di Paesi europei hanno dichiarato lo stato di emergenza climatica; per dare una risposta a queste istanze bisogna investire in innovazione e ricerca, green economy, riduzione delle diseguaglianze, investimenti in infrastrutture e manutenzione; in questo drammatico contesto l’Italia ha la possibilità di assumere un ruolo da protagonista sui temi del cambiamento climatico, della tutela del paesaggio e del suolo, della transizione verso forme di energia sostenibili ed ecologiche, coniugandole con il sostegno alle nuove tecnologie e alle azioni delle comunità locali, della società civile, delle istituzioni universitarie in modo da uscire dalla crisi climatica, economica e sociale;
è positivo che nel programma il Governo, al punto 7 dei 29 punti programmatici, sia stata espressamente prevista la realizzazione di un Green new deal, che comporti un radicale cambio di paradigma culturale e porti a inserire la protezione dell’ambiente e della biodiversità tra i principi fondamentali del sistema costituzionale italiano.
Viene stabilito, altresì, che tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la protezione
dell’ambiente, il progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici. Viene, inoltre, stabilità la necessità di adottare misure che
incentivino prassi socialmente responsabili da parte delle imprese e perseguano la piena attuazione della eco-innovazione. Vengono, infine, espressamente richiamati lo sviluppo tecnologico e le ricerche più innovative,
in modo da rendere quanto più efficace la «transizione ecologica» e indirizzare l’intero sistema produttivo verso un’economia circolare, che favorisca la cultura del riciclo e del riuso e dismetta definitivamente la cultura
del rifiuto; come noto, Green new deal è il perno della strategia di sviluppo del Governo e si inserisce nel disegno di bilancio per il 2020 con la finalità di promuovere il benessere equo e sostenibile, la cui programmazione è stata introdotta in Italia in anticipo sugli altri Paesi europei e che il Governo intende rafforzare in tutte le sue dimensioni; è fondamentale rimarcare che un Green new deal non deve essere solo una agenda di impegni, seppur in chiave verde e sostenibile, ma deve essere un programma organico, sociale ed economico, che ha tra i principali obiettivi la decarbonizzazione dell’economia, l’economia circolare, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile, l’adattamento e la mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico, ma anche un programma, che comporti un fisco green che sostenga la transizione ecologica e sostenga le attività di prevenzione del rischio di danno ambientale, e una legislazione che attui pienamente il principio del «chi inquina paga» e della responsabilità estesa del produttore che realizza prodotti e sistemi produttivi impattanti;
il Governo, attraverso l’articolo 1 del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, ha già istituito un programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e per il miglioramento della qualità dell’aria, in cui sono individuate le misure di competenza nazionale da porre in essere al fine di assicurare la corretta e piena attuazione della direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008 e contrastare i
cambiamenti climatici. È auspicabile che tale politica strategica nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici si coordini con il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima e con la pianificazione di bacino per il
dissesto idrogeologico e che venga approvato e attuato con urgenza il Pnacc (Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici); è stata, altresì, riconosciuta la necessità della trasformazione del Cipe in Cipess (Comitato
interministeriale per la programmazione economica e per lo sviluppo sostenibile), come strumento di indirizzo strategico di tutti gli investimenti pubblici per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti
dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite; vanno considerate, altresì, come un passo nella giusta direzione le recenti
misure poste in essere dal Governo in ordine alla riforestazione, comprensive di misure per la dimora di alberi, di reimpianto e di silvicoltura, e per la creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane, con
l’obiettivo di garantire la salvaguardia ambientale, la lotta e l’adattamento al cambiamento climatico così come previsto dal decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34; il disegno di legge di bilancio per il 2020 ha previsto, altresì, misure importanti per la transizione ambientale, tra cui il fondo investimento delle amministrazioni centrali, finalizzato al rilancio degli investimenti sull’economia circolare, alla decarbonizzazione dell’economia, a misure di
sostegno e per l’innovazione nel compatto agricolo, tra i settori maggiormente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici, alla riduzione delle emissioni, al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, l’estensione degli incentivi di Industria 4.0 per le imprese che realizzano progetti ambientali nell’ambito dell’economia circolare, così come il piano «Rinascita urbana» finalizzato a migliorare la qualità dell’abitare e che punta, inter alia, sulla riqualificazione urbana e delle periferie; è necessario affrontare in modo integrato i rischi del cambiamento climatico con altri rischi naturali rappresentati dal rischio sismico, idrogeologico e vulcanico, così come riportato, unitamente alla valorizzazione del patrimonio abitativo, nella mission del programma «Casa Italia», ora dipartimento presso la Presidenza del Consiglio dei ministri,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative, anche normative, per:
a) riconoscere lo stato di emergenza ambientale e climatica nel nostro Paese e operare, in raccordo con il Parlamento, per consentire in tempi rapidi e certi, nel rispetto delle indicazioni scientifiche e degli accordi internazionali, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera e la progressiva decarbonizzazione dell’economia;
b) accelerare la realizzazione degli interventi di mitigazione ed adattamento al cambiamento climatico, in particolare sul fronte della prevenzione del dissesto idrogeologico;
c) promuovere l’inserimento del principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione;
d) rafforzare le misure contenute nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima per dare piena attuazione agli impegni adottati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici;
e) procedere alla ricognizione degli incentivi esistenti per l’efficientamento energetico, la valorizzazione delle aree verdi e per il sostegno all’utilizzo di tecniche e materiali di edilizia ecocompatibile, adottando le iniziative
necessarie per la loro razionalizzazione e stabilizzazione;
f) accompagnare la transizione verso un modello di economia circolare basato su un uso efficiente delle risorse naturali, su una corretta gestione dell’acqua e su un virtuoso ciclo dei rifiuti che punti, nel rispetto della gerarchia europea, alla riduzione, al riuso e al recupero di materia ed energia, rispettando i tempi per il recepimento nell’ordinamento giuridico nazionale delle direttive europee del «pacchetto economia circolare» in materia di rifiuti, imballaggi, discariche, rifiuti elettrici ed elettronici, veicoli fuori uso e pile;
g) pervenire alla progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi di cui alla legge 28 dicembre 2015, n. 221, attraverso un percorso di transizione che contempli ipotesi alternative e compensative con carattere di
sostenibilità, anche con l’eventualità di introdurre l’obbligo di valutazione ambientale preventiva dei sussidi, con l’obiettivo di salvaguardare, innovare e rafforzare le attività produttive collegate, a cominciare dall’agricoltura;
h) elaborare politiche di trasporto, edilizia, modelli produttivi che rispondano in maniera coerente alla necessità di adattamento ai cambiamenti climatici e che coinvolgano regioni e comuni;
i) favorire la transizione verso un sistema di trasporto pubblico sostenibile e verso la mobilità elettrica, con l’obiettivo della completa decarbonizzazione – emissioni zero – del settore;
l) intervenire in materia di politica industriale e di riqualificazione del settore manifatturiero, sostenendo e favorendo la transizione verso un modello economico-produttivo ecologicamente sostenibile;
m) realizzare un piano strutturale di messa in sicurezza del territorio, con politiche di prevenzione e mitigazione del rischio e di adattamento ai cambiamenti climatici;
n) realizzare un grande programma di investimenti pubblici orientati ai principi della sostenibilità ambientale, con azioni di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica degli edifici pubblici e privati, politiche di rigenerazione urbana delle città, di tutela dei beni culturali, paesaggistici e degli ecosistemi, di contrasto al nuovo consumo di suolo e all’abusivismo edilizio;
o) sostenere a livello europeo la proposta di arrivare alla «carbon neutrality» entro il 2050;
p) rendere possibili finanziamenti agevolati, da parte degli istituti bancari e creditizi, per sostenere l’economia circolare e quella eco-compatibile;
q) promuovere lo sviluppo della filiera agricola convenzionale e biologica e delle buone pratiche agronomiche, in modo da ridurre l’impatto della chimica nel suolo e tutelare le risorse sotto il profilo qualitativo e quantitativo,
aumentare e mantenere la qualità del territorio, la fertilità organica del suolo ed il sequestro di carbonio;
r) favorire l’occupazione giovanile attraverso l’introduzione di incentivi e agevolazioni fiscali per le imprese che assumono a tempo indeterminato giovani per svolgere attività finalizzate alla salvaguardia delle risorse naturali,
con particolare riferimento alla protezione del territorio e alla gestione delle emergenze, nonché all’implementazione delle fonti di energia rinnovabili e allo sviluppo dell’economia circolare;
s) attuare la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, rendendo pienamente operativa la cabina di regia «Benessere Italia», istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri dell’11 giugno 2019, attraverso il potenziamento della struttura in termini di adeguate risorse umane e finanziarie necessarie al perseguimento delle finalità e all’assolvimento dei compiti istitutivi.
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Ambiente
Festa dell’albero 2024 dal 21 al 24 novembre
Questo è il periodo dell’anno giusto per metterli a dimora anche se alcuni dei loro fondamentali benefici per la vita quotidiana di ognuno di noi emergeranno più tardi, ovvero nel periodo estivo quando entrerà in gioco la loro funzione regolatrice del clima. È anche per questo che dal 21 al 24 novembre – in concomitanza con la Giornata nazionale degli alberi (21 novembre) – si celebra la Festa dell’Albero, la storica campagna di Legambiente, grazie all’impegno di volontari e volontarie dei Circoli insieme ad associazioni, scuole, amministrazioni locali e imprese.
Per la 29esima edizione della Festa dell’Albero – sostenuta dai partner AzzeroCO2, FRoSTA, e Statkraft – sono in programma più di 250 eventi a cui parteciperanno 13mila studenti e studentesse, per la messa a dimora di 5mila alberi che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi del progetto europeo Life Terra, di cui Legambiente è partner. Alcuni di questi eventi sono già partiti lo scorso weekend ed altri sono in programma in 15 regioni italiane nei prossimi giorni, molti saranno aperti al pubblico (consulta la mappa degli eventi).
Isole di calore e eventi meteo estremi in città. Nella lotta alla crisi climatica gli alberi sono i nostri preziosi alleati, e ancor di più nel contrasto al fenomeno delle isole di calore in città e gli eventi meteo estremi: si stima che gli effetti del cambiamento climatico siano già evidenti nelle aree urbane del pianeta sempre più soggette ad ondate di calore e fenomeni meteorologici estremi. Le morti legate al caldo tra gli over 65 sono aumentate del 167% nel 2023, rispetto agli anni ’90. Dagli ultimi studi (fonte Global Centre for Clean Air Research GCCAR) è emerso che il maggior fattore di mitigazione delle ondate di calore in città è la presenza di giardini botanici (in media fanno registrare un -5 gradi centigradi) e di alberi lungo le strade (-3,8 gradi), mitigazione amplificata se questi spazi verdi – giardini verticali, parchi urbani, viali alberati e alberi lungo le strade – fossero collegati tra loro.
Verde urbano e alberi in città. Eppure, secondo i dati dell’ultimo rapporto Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente, solo 9 città capoluogo possono vantare più di 100 mq di verde urbano pro capite (tra zone di verde storico, parchi urbani, aree verdi attrezzate, giardini scolastici, foreste urbane, orti urbani e orti botanici), in diminuzione rispetto agli anni precedenti: erano infatti 19 nel 2020 (dati ISTAT). Le città “più verdi” sono Isernia, Rieti, Trento e Sondrio con oltre 300 metri quadri; le località con minore superficie verde (meno di 10 metri quadri ad abitante) sono invece Savona e Imperia in Liguria insieme a Lecce, Bari, Foggia, Chieti, Siracusa, Trapani, Messina e Crotone. Sono invece 50 le città italiane con 20 o più alberi ogni 100 abitanti (erano 44 lo scorso anno); 14 tra queste ne contano almeno 40 ogni 100 abitanti, mentre all’opposto, sono 6 quelle con 5 o meno alberi ogni 100 abitanti, tutte localizzate al sud e nelle isole: Campobasso, Sassari, Agrigento, Napoli, Crotone, Siracusa. Invece il maggior numero di alberi per ogni 100 abitanti sono a Belluno, Modena, Cremona e Trieste.
“I benefici che derivano dalla messa a dimora di alberi sono davvero tanti, dall’adattamento al cambiamento climatico al contrasto all’inquinamento atmosferico oltre che la riduzione del dissesto idrogeologico e della perdita di biodiversità – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. È per questo che quello della Festa dell’Albero è un appuntamento a cui teniamo particolarmente. Ogni evento che sia una messa a dimora di poche decine di alberi o che conti un maggiore quantitativo è ugualmente di fondamentale importanza per la vita di chi vive in quelle aree. Un ringraziamento speciale va ai volontari e le volontarie dei Circoli di Legambiente che in tutta Italia in occasione della Festa dell’Albero riescono ad essere da aggregatori di diverse anime delle loro comunità e soprattutto riescono a sottrarre ettari ed ettari dei loro territori alla cementificazione e al consumo di suolo. Estendiamo l’invito a quanti vorranno partecipare agli eventi in programma”.
“Si tratta di un’ulteriore tappa di una collaborazione ormai consolidata tra le due realtà” afferma Gianluca Mastrocola, AD FRoSTA Italia che, proprio in occasione della Festa dell’albero presenterà la nuova busta per i surgelati fatta al 90% di carta. “Legambiente e FRoSTA, diverse ma complementari, da anni si supportano e lavorano insieme per cercare di pensare e realizzare opere concrete per la salvaguardia dell’ambiente, supportandosi a vicenda. Impegno concreto sottolineato proprio da momenti come questi che ci vedono ancora una volta fianco a fianco sul territorio. La nostra ambizione come FRoSTA è diventare di esempio per altre realtà industriali come la nostra, perché per avere un impatto significativo serve essere sicuramente concreti, ma soprattutto uniti e numerosi. Questo è sicuramente uno dei principali obiettivi che condividiamo con gli amici di Legambiente”.
Alcuni appuntamenti di Festa dell’Albero 2024
Sono diverse le specie che verranno piantate in luoghi simbolo delle nostre città: nelle aree a ridosso di zone ad alto insediamento urbano e industriale, in aree abbandonate e da riqualificare oppure in parchi e giardini delle scuole. Due iniziative con FRoSTA: il 25 novembre a Monza dove avverrà il ripristino della cartellonistica dell’oasi ambientale di piazza Castello; e il 29 novembre alle ore 10 a Pietracatella (Campobasso) dove saranno messe a dimora varietà di meli e peri per realizzare un frutteto di comunità. Il 20 novembre, a Verona nel quartiere San Massimo (in via Sant’Euprepio 8) sarà creato un giardino didattico per bambini e bambine, famiglie e scuole. Sarà piantata una siepe ornamentale, composta da oltre 170 piante di diverse specie, per circondare un’area prima degradata e destinata a essere un parcheggio. Il 21 novembre, presso il museo MIRA di Mercogliano (AV), sono in programma laboratori per bambini e bambine per sensibilizzare sulle caratteristiche e sull’importanza del patrimonio arboreo del Parco Regionale del Partenio. Il 23 novembre, a Roma presso la palestra della scuola Rosa Parks in via Mario Ugo Guattari 45, in occasione di Festa dell’Albero si terrà una giornata dedicata all’ambiente e allo sport, con una partita di basket in carrozzina “contro le barriere” tra l’Asd Futura e l’Asd Casilino23 Successivamente, saranno messe a dimora due alberi, come simbolo di inclusione. Il 23 novembre, a Gallipoli saranno messe a dimora 100 querce nella pineta del Parco Regionale, con la collaborazione di cittadini e cittadine, scuole, associazioni. Il 24 novembre ad Alpignano (TO) presso Cascina Govean, una speciale caccia al tesoro all’interno del bosco per conoscere meglio la vita e la varietà degli alberi. Il 24 novembre, a Pisa appuntamento in via Guido De Ruggiero: visite guidate per conoscere il bosco e laboratori di educazione ambientale.
Gli appuntamenti in Piemonte e Valle d’Aosta
Diversi sono gli appuntamenti realizzati dai circoli di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.
Martedì 19 novembre il circolo Pasquale Cavaliere dà il via alla campagna con un’iniziativa di messa a dimora di nuovi alberi con le scuole di Barone Canavese (TO). Gli appuntamenti con le scuole continuano giovedì 21 novembre a Mazzè (TO) con il circolo Pasquale Cavaliere e a Rivoli (TO) con il circolo di Rivoli; venerdì 22 novembre a Ivrea (TO) presso il Parco Lago di Città con il circolo Dora Baltea e a Trino (VC) con il circolo Vercellese e della Val Sesia. Sempre venerdì 22 novembre appuntamento ad Alpignano (TO) con il circolo CEA Cascina Govean insieme ai bambini del progetto “Crescere nel bosco” e le loro rispettive famiglie. Le iniziative di messa a dimora proseguono anche nel fine settimana, aperte alla cittadinanza e in collaborazione con le associazioni locali: sabato 23 novembre mattina in frazione Tagliaferro a Moncalieri (TO) insieme al circolo Fare Insieme; a Rivoli (TO) presso il Parco Luigi Colla e al Giardino Paolo Borsellino insieme al circolo di Rivoli; nel pomeriggio a Torino presso il pratone Parella insieme al circolo Molecola. Domenica 24 novembre pomeriggio secondo appuntamento ad Alpignano (TO) presso il CEA Cascina Govean con una speciale caccia al tesoro nel bosco.
“Negli ultimi anni, anche grazie al progetto europeo Life Terra – dichiara Federica Sisti, responsabile campagne di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – abbiamo avviato importanti collaborazioni e sinergie con istituzioni e imprese virtuose, che ci fanno ben sperare che la lotta ai cambiamenti climatici sia davvero possibile. Mettere a dimora nuovi alberi, soprattutto nelle aree più critiche come le città, rappresenta l’azione più concreta e alla portata di tutti, che ci permette di coinvolgere l’intera comunità nel protagonismo attivo a tutela del nostro Pianeta.”
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Raccolta differenziata
RaccogliamoPiuPile per la raccolta differenziata delle pile scariche e degli accumulatori portatili
RaccogliamoPiuPile.it è la campagna per la raccolta differenziata delle pile scariche e degli accumulatori portatili associata a un tour partito dalla città di Sanremo .
La rete dei punti di raccolta delle pile e degli accumulatori portatili è di oltre 10.000 punti: i cittadini possono riportarli nei punti vendita dove li hanno acquistati, utilizzare i contenitori dislocati sul territorio e messi a disposizione dagli enti locali oppure consegnarli nei centri di raccolta comunali.
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Economia circolare
Archeoplastica: la storia dei prodotti attraverso i contenitori di plastica finiti sulla spiaggia
Il progetto Archeoplastica ha la finalità di sensibilizzare sul tema dell’inquinamento dei mari determinato dall’utilizzo della plastica e, nello specifico, dalla scorretta gestione del fine vita della stessa.
Archeoplastica è un progetto per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento da plastica e promuovere un uso più consapevole e responsabile di questo materiale. Dal 2018 sono stati selezionati numerosi rifiuti di plastica, datati dai 30 ai 60 anni fa, per realizzare un museo virtuale e diverse mostre nelle scuole e in altri luoghi pubblici.
La messa in mostra di reperti di plastica spiaggiata di oltre cinquant’anni fa è il pretesto per raccontare una storia senza fine, quella della plastica, immortale, che si accumula sempre di più nei nostri mari. Solo la conoscenza e la consapevolezza del problema potranno portare al cambiamento di ciascuno di noi nell’uso quotidiano della plastica.
Non sussiste alcuna volontà da parte di Archeoplastica di accusare e denigrare le aziende produttrici dei prodotti rinvenuti in mare ed esposti nel presente museo virtuale, né tantomeno sussiste alcuna volontà di agganciamento ai marchi stessi.
I marchi citati sono riportati al solo fine di dimostrare la datazione dei rifiuti rinvenuti.
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