Innovazione
I3P l’lncubatore d’Imprese Innovative del Politecnico di Torino ha festeggiato i 20 anni di attività. E’ il migliore al mondo

Un totale di 255 imprese nate al suo interno e il riconoscimento come Miglior Incubatore Pubblico su scala globale, confermano il successo del suo modello. Sono 169 le startup attive ed indipendenti, 27 sono state acquisite da gruppi Industriali; il fatturato aggregato delle aziende nate in I3P ha superato 1161 milioni di euro.
Dal 1999 al 2019 ha incubato 255 imprese , di cui 22 soltanto negli ultimi 12 mesi, che hanno generato 2 mila posti di lavoro, un giro d’affari di 161 milioni di euro e 182 di valore di produzione.
L’ìncubatore del Politecnico di Torino – 13P, supporta la nascita e lo sviluppo di startup innovative con elevata intensità tecnologica e potenzialità di crescita, fondate sia da ricercatori universitari e studenti, sia da imprenditori esterni, fornendo servizi di consulenza strategica, coaching, mentoring, supporto al fundraising e spazi. 13P, fondato nel 1999, è una società per azioni partecipata da Politecnico di Torino, Fondazione LlNKS, Camera di Commercio di Torino, Finpiemonte, Città Metropolitana di Torino e Fondazione Torino Wireless. La mission dell’incubatore del Politecnico di Torino è sostenere l’ecosistema dell’imprenditorialità, con l’obiettivo di generare sviluppo economico e occupazione nelle filiere industriali innovative. 13P adotta una strategia di collaborazione con soggetti privati ed istituzioni, impegnati nella ricerca e nell’alta formazione, nei servizi per il trasferimento tecnologico, nel finanziamento dell’innovazione, nell’internazionalizzazione.
“In 20 anni il panorama dell’innovazione e delle startup si è decisamente trasformato: sono cambiati i processi, la richiesta e l’offerta, le opportunità, gli attori dell’ecosistema, dal mondo industriale a quello finanziario. Anche 13P è evoluto, migliorando i servizi e le prestazioni, ma mantenendo sempre la mission di supportare l’ecosistema dell’imprenditorialità per generare sviluppo economico ed occupazione in aree e filiere industriali ad elevata intensità di innovazione. Per farlo, abbiamo costruito nel tempo una strategia di collaborazione con oggetti privati ed istituzioni impegnati nella ricerca ed alta formazione, nei servizi per il trasferimento tecnologico, nel finanziamento dell’innovazione, nell’internazionalizzazione. Un network che negli anni si è ampliato, permettendoci di offrire un supporto sempre più importante alle startup incubate”, sottolinea Giuseppe Scellato, Presidente 13P.
- le persone dei successi di 20 anni di I3P
“Quelli del 2019 sono stati mesi davvero importanti per 13P che ha festeggiato i suoi 20 anni ricevendo anche il riconoscimento come il Miglior Incubatore Pubblico su scala globale secondo l’UBI Global World Rankings of Business Incubators and Accelerators 2019 – 2020”, ricorda Scellato. “II modello di 13P è quello di una piattaforma che genera valore per le imprese incubate attraverso servizi ad alto valore aggiunto e connessioni con il sistema della ricerca, industria e finanza. In occasione del ventennale delle attività dell’incubatore è per me importante riconoscere il fondamentale contributo apportato da tutte le istituzioni socie di 13P ed il sostegno finanziario fornito dalla Regione Piemonte”.
Con un tasso medio di crescita del turnover aggregato delle startup supportate negli ultimi 5 anni del 25%, nel 2018 il fatturato aggregato delle startup è stato pari a 161 milioni di euro, con un aumento di quasi 21 milioni rispetto all’anno precedente, e ha raggiunto 182 milioni di euro di valore di produzione. Nel corso del 2019 le startup supportate hanno raccolto complessivamente investimenti seed ed early-stage per 14,3 milioni di euro, raggiungendo oltre 98 milioni di euro di valore postmoney aggregato.
Nell’ultimo anno le exit sono state tre, due delle quali realizzate grazie all’interesse di Zucchetti, il principale gruppo italiano nell’offerta di software, hardware e servizi IT per imprese e professionisti. Zucchetti ha infatti acquisito il 100% di Intervieweb, nota sul mercato per il suo software di punta Inrecruiting, uno dei principali Applicant Tracking System (ATS)/Recruiting Software presenti sul mercato europeo, e il 51% di Fluida, piattaforma cloud di Employee Relationship Management, con una exit realizzata in tempi record a soli 15 mesi dal lancio. Invece Dead Pixels, lo studio specializzato nella realizzazione di contenuti nell’ambito della Computer Grafica, Realtà Virtuale/Aumentata e dell’Animazione, è stata acquisita da Tps Group, società quotata in Borsa che opera nel settore dei servizi tecnici, ingegneristici e multimediali.
Delle 255 imprese totali entrate nel percorso di incubazione la maggior parte lavora nell’ambito IT/Digital (41%), mentre il 35% appartiene al settore Industriai; seguono e startup Cleantech (13%) e Medtech (11%).
Il riconoscimento di UBI Global va ad aggiungersi ai tanti conquistati dalle startup di 13P nel 2019. Tra i più rilevanti: Omnidermal Biomedics ha ricevuto il Premio Leonardo Start up, assegnato dal Comitato Leonardo in collaborazione con il MISE e l’Agenzia ICE; Ermes Cyber Security si è aggiudicata il Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” 2018; Enerbrain ha vinto la seconda edizione di B Heroes, la competizione per startup ad alto contenuto d’innovazione, e si è aggiudicata il premio “Gaetano Marzotto 2019”. Inoltre, la startup ClearBox, da poco entrata nel percorso di incubazione di 13P e che propone soluzioni di explainable Artificiallntelligence, ha vinto il prestigioso Premio Nazionale dell’Innovazione nell’area ICT: il team di fondatori di ClearBox è internazionale e comprende ricercatori italiani che hanno scelto di rientrare a Torino dopo lunghe esperienze all’estero per lanciare la nuovo avventura imprenditoriale.
Il 9 dicembre in occasione della Festa delle Startup(ore 17, Sala Agorà di 13P – Via Pier Carlo Boggio 59, Torino) saranno inoltre premiate la “Startup dell’anno”, il riconoscimento assegnato ogni anno dall’incubatore 13P del Politecnico di Torino alle imprese che si sono contraddistinte per i risultati ottenuti dopo tre anni di incubazione.
“II nostro obiettivo – conclude Scellato – è continuare a offrire alle startup occasioni per acquisire le risorse necessarie alla maturazione dei progetti imprenditoriali e creare un network che supporti l’accesso al mercato, ai partner industriali ed agli investitori. In futuro 13P mira ad ampliare il proprio portafoglio di startup attraverso tre canali: il potenzia mento delle startup derivanti dalla ricerca accademica del Politecnico di Torino, l’attrazione sul territorio di progetti imprenditoriali da altre aree italiane e dall’estero, il supporto allo sviluppo di spinoff industriali. Ciò sarà possibile attraverso il supporto finanziario da parte della Regione Piemonte e con sinergie con il piano di sviluppo del Politecnico di Torino su specifici domini tecnologici, quali l’aerospazio, la manifattura avanzata, l’energia ed il clean-tech”.
Il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco sottolinea proprio la stretta relazione tra l’Incubotore e l’Ateneo: “II percorso di successo compiuto dal nostro Incubatore 13P in questi vent’anni dimostra che il modello di Ateneo integrato, anche fisicamente, con le startup e le realtà aziendali, per il quale si è caratterizzato da sempre il Politecnico di Torino e che recentemente si è arricchito di processi di integrazione ancora maggiore tra ricerca accademica e trasferimento delle tecnologie sul mercato, è non solo vincente, ma indispensabile per creare valore aggiunto e lavoro sul territorio”. “II recente riconoscimento come miglior incubatore pubblico del mondo ci riempie di orgoglio e conferma che siamo sulla strada giusta: a 13P auguro altri vent’anni di successi!”, conclude il Rettore.
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Energia
Come è fatta una stazione di rifornimento a idrogeno

Una stazione di rifornimento idrogeno è in tutto e per tutto simile a quello che siamo abituati a vedere nella nostra quotidianità con le stazioni di fornimento di benzina e gasolio. La differenza è che una stazione di rifornimento a idrogeno è asservita a una mobilità idrogeno a zero emissioni. S
i compone di diverse parti, la prima tra tutte è ovviamente l’idrogeno, che può essere prodotto in loco tramite elettrolisi da fonti rinnovabili, oppure può essere trasportato dall’esterno, prodotto esternamente e portato all’interno della nostra stazione di rifornimento, in contenitori gassosi.
Una volta che abbiamo il nostro idrogeno all’interno della stazione di rifornimento, questo deve essere compresso ad altissime pressioni, 900-950 bar circa per poter permettere poi il rifornimento a vetture leggere o pesanti che siano.
Prima di poter però permettere il rifornimento bisogna raffreddare l’idrogeno a temperature intorno ai -40°, questo ci permette di operare in sicurezza un rifornimento in tempi che sono paragonabili a quelli della mobilità tradizionale, nell’ordine dei 5 minuti per fare un piano.
Completa il quadro della situazione della stazione di rifornimento, il dispenser, vale a dire, il bocchettone, che ci permette di fare il pieno, molto simile a quello ad oggi utilizzato per il GPL.
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Idrogeno
La fine di Nikola Corporation la startup che voleva realizzare i camion a idrogeno

Nikola Corporation, che era stata presentata come la Tesla dei camion elettrici a idrogeno ha presentato istanza volontaria di fallimento ai sensi del Chapter 11 delle legge americana.
Nikola Corporation, era stata fondata nel 2014 con l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il settore dell’autotrasporto attraverso l’introduzione di camion elettrici e a idrogeno a zero emissioni.
Nel 2016, viene presentato il primo veicolo, il camion a idrogeno Nikola One, che raccoglie pre-ordini per un valore dichiarato di 14 miliardi di dollari. Nonostante le promesse, il Nikola One rimane un prototipo e viene successivamente rimpiazzato dai modelli Nikola Two e Nikola Tre.
Il 4 giugno 2020, Nikola si quota in borsa, beneficiando dell’ondata di speculazione finanziaria che ha caratterizzato l’anno della pandemia di COVID-19. Il valore delle azioni dell’azienda sale rapidamente, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, nonostante l’assenza di un prodotto commercializzato.
Pochi mesi dopo la quotazione, l’agenzia Hindenburg Research pubblica un’analisi che mette in discussione la validità delle tecnologie e delle affermazioni di Nikola. Il report accusa Nikola di aver simulato il funzionamento del suo camion a idrogeno in un video di presentazione, facendolo scorrere in discesa anziché utilizzare un propulsore funzionante. Le accuse di Hindenburg Research provocano un crollo del titolo Nikola in borsa e un grave danno all’immagine dell’azienda.
In seguito alle indagini della Corte di Giustizia statunitense, il fondatore di Nikola viene accusato di frode e finisce in carcere nel 2021. L’azienda dichiara di voler rispettare la tabella di marcia e di concentrarsi sulla consegna di veicoli elettrici Nikola Tre entro la fine dell’anno.
Nel 2022, Nikola avvia la commercializzazione del Nikola Tre in versione elettrica, prodotto nello stabilimento di Coolidge, Arizona. Un anno dopo, due esemplari del Nikola Tre prendono fuoco a causa di problemi al pacco batterie. L’azienda è costretta a richiamare tutti gli esemplari in commercio e a sospendere la produzione di camion elettrici.
Con una liquidità di soli 47 milioni di dollari e un titolo azionario crollato del 98% in 12 mesi, Nikola è stata ostretta ad avviare la procedura di Chapter 11, mettendo all’asta i propri beni per rimborsare i creditori.
Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l’uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite.
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Idrogeno
Parte la sperimentazione in Lombardia dei treni a Idrogeno e della loro logistica

Entreranno in servizio nel giro di un anno i 14 treni a idrogeno sulla linea ferroviaria lombarda non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, progettati da Alstom, che andranno a sostituire gli attuali treni a gasolio e potranno percorrere fino a 600 chilometri con un pieno, rilasciando nell’aria solo vapore acqueo.
È stato inaugurato a Rovato, in provincia di Brescia, l’impianto per la manutenzione e il rifornimento dei convogli che verranno gestiti da Trenord, mentre altri tre siti sono in fase di costruzione e serviranno a produrre e stoccare l’idrogeno.
I treni verranno alimentati da veicoli provvisti di grandi bombole con pressione a 500 bar. I tempi di rifornimento variano tra 30 e 60 minuti, grazie a un sistema mobile che non necessita di compressione e stoccaggi fissi ad alta pressione.
Sul primo dei 14 treni acquistati attraverso i finanziamenti di Regione Lombardia, arrivato lo scorso 23 gennaio, sono in corso i test e le attività di collaudo necessari per l’avvio del servizio commerciale, previsto entro il primo semestre del 2026. L’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni.
L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da FNM, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede:
- messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante;
- realizzazione di 3 impianti di produzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 a Iseo (mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2), ad Edolo e a Brescia (mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile);
- realizzazione di 4 impianti di rifornimento di idrogeno a Rovato (destinato principalmente alle attività di messa in servizio e successivamente alle fasi di manutenzione dei treni) e a Iseo, Edolo e Brescia (dotati di stoccaggio e destinati a rifornire i treni nel corso del servizio commerciale);
- realizzazione di un impianto di deposito e manutenzione dei treni a Rovato, specificatamente progettato e realizzato per treni a idrogeno;
- adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni interessate dal servizio dei nuovi treni.
Nell’impianto di Rovato sono presenti:
- cinque binari di sosta dei treni all’aperto;
- un impianto di manutenzione treni dotato di due binari al chiuso per la manutenzione (attrezzati per l’accesso al treno tramite fossa di visita e tramite passerelle aeree), un binario coperto all’aperto per il lavaggio dei treni, carroponte, calacarrelli, magazzini, armadi per lo stoccaggio delle batterie di ricambio dei treni, colonnine per la connessione dei treni alla rete elettrica e zona uffici e servizi per il personale;
- un impianto di rifornimento dei treni a idrogeno, attrezzato con dispenser per erogare idrogeno alla pressione di 350 bar e baia per ricovero del carro bombolaio, nonché di impianto di flussaggio e inertizzazione (utile per lo svuotamento dei serbatoi dell’idrogeno del treno quando previsto ai fini manutentivi).
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