Digitale
Il computer quantistico di Google: un progetto che dimostra la supremazia quantistica
Il computer quantistico è una realtà dopo l’esperimento coordinato da Google e condotto fra Germania e Stati Uniti nel quale il computer ha risolto in poco più di 3 minuti un’operazione che a un computer tradizionale richiederebbe 10.000 anni.
Il risultato dell’esperimento a cui hanno partecipato la Nasa, il California Institute of Technology (Caltech) e università di Aachen e Centro Jülich in Germania, è pubblicato sull’ultimo numero di Nature dal gruppo di ricerca del fisico John Martinis, di Google e dell’Università della California a Santa Barbara.
I computer quantistici sfruttano le proprietà degli atomi per aumentare le capacità di calcolo.
Per “supremazia quantistica” si intende infatti un concetto espresso nel 2012 da John Preskill, fisico teorico americano, secondo il quale tale supremazia si verifica quando i computer quantistici riescono a fare cose impossibili per i computer tradizionali.
L’informatica quantistica non utilizza i transistor tradizionali per rappresentare i numeri binari, ma si serve di elettroni che possono assumere stati diversi. Il qubit non può assumere solo il valore di 1 o 0, ma può rappresentare anche una sovrapposizione di stati, cioè può essere sia 1 che 0 allo stesso tempo.
Il cuore del computer quantistico è il processore Sycamore, che consiste in un array bidimensionale di 54 transmon qubits. Il processore Sycamore è realizzato in alluminio , mentre è stato utilizzato indio, affine all’alluminio, per l’incollaggio tra due wafer di silicio. Il processore per funzionare è raffreddato a 20 mK, cioè circa -273,15° C.
L’Europa ha lanciato un ambizioso programma sulle tecnologie quantistiche finanziato dalla Commissione Europea con 1 miliardo di euro. L’iniziativa, che prevede dieci anni di lavoro, vede l’Italia in prima fila con il Cnr.
“E’ un passo significativo verso la cosiddetta supremazia quantistica, ossia della capacità di questo computer di svolgere un compito che a un computer tradizionale richiederebbe un tempo lunghissimo, che può anche andare oltre l’età conosciuta dell’universo”, ha detto all’ANSA, Augusto Smerzi, dell’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ino). Gli autori dello studio hanno realizzato un programma, una sorta di gioco matematico, che non ha ancora applicazioni e che il computer quantistico di Google, chiamato Sycamore, ha risolto in poco più di tre minuti. Merito di un processore con 53 qubit, le unità di informazione di base di questi computer del futuro. I computer quantistici non sono ancora una realtà, ma si stanno avvicinando progressivamente. Il risultato è di fondamentale importanza. Dimostra infatti per la prima volta che un dispositivo quantistico può effettuare operazioni in tempi significativamente più brevi di quanto possano fare i computer tradizionali più potenti attualmente a disposizione”.
La notizia è anche stata pubblicata da Sundar Pichai, CEO di Google, in un post sul blog ufficiale, nel quale viene raccontata la storia del computer quantistico.
Secondo il team di Google, simulando un sistema non quantistico, per completare il calcolo che Sycamore ha risolto in 200 secondi, servirebbero 10.000 anni di calcoli del supercomputer Jülich con 100.000 core e una memoria di 250 terabytes. IBM non è daccordo dato che sostiene che lo stesso calcolo potrebbe essere risolto in 2,5 giorni da un supercomputer tradizionale e con molta più precisione.
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Intersections raduna a Milano il mondo del marketing, della comunicazione e della creatività
Dall’unione di IAB Forum e IF! Italians Festival nasce Intersections, il più grande evento in Italia dedicato al mondo del marketing, della comunicazione e della creatività che si svolge a Allianz Mico a Milano il 29 ec 30 ottobre 2024.
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Digitale
Google è monopolista secondo il Dipartimento di giustizia USA. Ora potrebbe esserci il suo spezzatino
Un documento presentato al giudice federale degli USA Amit Mehta ha portato alla decisione di sanzionare Google per attività monopolistiche. La causa, promossa dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e diversi stati, sostiene che Google abbia usato il proprio potere di mercato in modo anticompetitivo, impedendo ad altre aziende di competere nel settore della ricerca online e dei servizi digitali.
Il giudice Mehta ha valutato le prove contro Google riguardo a vari accordi esclusivi con produttori di dispositivi e sviluppatori di browser che garantiscono a Google di essere il motore di ricerca predefinito su milioni di dispositivi. Questa esclusività ha reso quasi impossibile per i rivali ottenere una significativa quota di mercato, contribuendo a consolidare il monopolio di Google. Il DOJ, insieme agli avvocati generali di diversi stati, ha contestato che Google abbia illegalmente monopolizzato il mercato della ricerca e della pubblicità online attraverso accordi con aziende come Apple e Samsung per mantenere il proprio motore di ricerca come opzione predefinita su diversi dispositivi.
Il cuore dell’accusa riguarda gli “accordi esclusivi” di Google, che hanno portato all’accumulo di circa il 90% delle ricerche online e all’88% del mercato della pubblicità testuale, ostacolando i concorrenti dal punto di vista degli investimenti e dell’innovazione. Il DOJ ha dimostrato che Google paga ingenti somme per diventare il motore di ricerca predefinito, ad esempio su dispositivi Apple, scoraggiando il cambiamento di provider da parte degli utenti e limitando le scelte disponibili al consumatore.
La sentenza non prevede danni economici, ma un’ingiunzione che potrebbe includere misure per impedire a Google di continuare accordi esclusivi di default o addirittura obbligare l’azienda a separare il business della ricerca da altre operazioni come Android e Chrome.
Questo caso rappresenta un passo storico per l’antitrust negli Stati Uniti, simile al processo Microsoft degli anni ‘90, e potrebbe aprire la strada a nuove regolamentazioni per altri giganti della tecnologia, tra cui Apple e Amazon, anch’essi sotto scrutinio legale per pratiche anti-competitive.
Un team legale specializzato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ), affiancato da esperti in regolamentazione antitrust e tecnologia, sta lavorando a una serie di raccomandazioni per il giudice federale Amit Mehta. La proposta del DOJ include sia rimedi comportamentali che strutturali per affrontare l’impatto monopolistico di Google. I rimedi in valutazione spaziano da restrizioni su accordi preinstallati con produttori di dispositivi, all’accesso dei concorrenti ai dati di ricerca, fino alla potenziale separazione di parti dell’azienda per ripristinare la concorrenza nel settore dividendo Chrome, Google Play Store e il sistema operativo mobile Android dal search.
Questa prima versione delinea una serie di strade per la riforma, tra cui l’obbligo per Google di rendere accessibili i dati e i modelli di programmazione utilizzati per generare risultati tramite il suo motore di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia sta anche valutando la possibilità di chiedere al giudice di vietare a Google di utilizzare o conservare i dati che si rifiuta di condividere con società terze.
Google ha dichiarato che intende appellarsi alla decisione, sottolineando che le accuse ignorano i benefici offerti ai consumatori dal loro motore di ricerca. Le fasi successive del processo potrebbero determinare cambiamenti significativi non solo per Google ma per l’intera industria tecnologica, influenzando l’accessibilità e la concorrenza nei mercati digitali anche in Europa e negli altri continenti.
Negli ultimi dieci anni, Google ha accumulato 8,25 miliardi di euro di multe dalle istituzioni antitrust dell’Unione europea che riguardano tra gli altri il suo sistema operativo mobile Android e il servizio pubblicitario AdSense.
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Digitale
Sabato 26 Ottobre 2024 torna il Linux Day
Sabato 26 Ottobre 2024 torna il Linux Day: la principale manifestazione italiana dedicata al software libero, la cultura aperta ed alla condivisione promosso da Italian Linux Society e supportato da GARR.
Il Linux Day nasce nel 2001 come appuntamento annuale per riunire le forze di tutte le persone attiviste nel movimento del software libero, dell’open source, ed in particolare di Linux. Proponiamo una rete di eventi decentralizzati in tutta Italia, organizzati autonomamente da gruppi di persone volontarie e appassionate. È il più grande evento italiano sul tema con migliaia di visitatori. L’accesso al Linux Day è libero e gratuito.
Il Linux Day di Torino si svolge al Collegio degli Artigianelli in Corso Palestro 14 nel pomeriggio di Sabato 26 Ottobre.
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