Massa Critica
Alla GAM di Torino Mupin presenta una mostra e due eventi sulla storia del computer, del digitale e di internet e alla storia delle donne nella scienza e nella tecnologia
Mupin Museo Piemontese dell’informatica presenta una tre giorni alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, dedicata alla storia del computer, del digitale e di internet e alla storia delle donne nella scienza e nella tecnologia. Durante tutti i giorni dell’evento saranno disponibili due mostre dedicate alla storia del computer e di internet. In parallelo si svolgeranno due eventi Ada Lovelace Day Italia 2019 e Leonardo il calcolatore. L’evento su Facebook
Ada Lovelace Day Italia 2019
26 ottobre ore 15.30-18.30
L’Ada Lovelace Day è un evento internazionale dedicato alle donne e ai loro risultati in ambito scientifico, tecnologico ingegneristico e matematico.
Programma
– Incontro sui temi dell pari opportunità all’interno dell’università
– incontro con Giovanna Giordano e Cinzia Ballesio autrici di “L’informatica al femminile”
– Incontro con Mariella Berra e Giulia Maria Cavaletto che presentano il libro “Scienza e tecnologia : superare il gender gap”
Coordina Floriana Ferrara
a seguire Aperitivo e concerto di “the Loop station project”: 3 voci femminili e un batterista alla loop station: onde sonore e mondo digitale in sinergia
Leonardo il calcolatore
27 ottobre ore 15.30-18.30
Oggi ognuno di noi ha in tasca l’apice raggiunto in secoli di progresso tecnologico, ma come siamo arrivati a tutto questo ? La conferenza illustra anche le principali tappe dell’evoluzione del calcolo, in un percorso che parte dall’iphone e, attraverso i contributi di geni quali Turing o Babbage, arriva alle prime, pionieristiche, calcolatrici. Sarà anche presentato il primo modello in stampa 3D della presunta calcolatrice progettata da Leonardo in base ai disegni rinvenuti nel codice di Madrid.
Programma
Andrea Poltronieri, Pierantonio Manco, Carlo Randone raccontano la storia dell’informatica attraverso il percorso storico delienato da Babbage, Odnher, Pascal Skichard, Olivetti p101, Ibm Pc, Apple Macintosh, Apple Iphone
Le Mostre: Leonardo il calcolatore – Viaggio nella storia di Internet
25-27 ottobre ore 9.00 – 18.00
Due mostre per raccontare la storia del computer e della rete Internet In Italia
Le mostre sono stare realizzate da MUPIN Museo Piemontese dell’Informatica con la collaborazione di Fablab Pavone e da GARR la rete nazionale a banda ultralarga dedicata alla comunità dell’istruzione e della ricerca.
Viaggio nella storia di Internet
Un percorso di immagini per illustrare le tappe più significative della storia di Internet e del web: dalla nascita di Arpanet nel 1969, alla prima mail, all’invenzione di Tim Berners-Lee al CERN nel ’91, fino alla nascita dei social network e alle più recenti innovazioni in ambito tecnologico. Una storia che ha visto la rete della ricerca GARR sempre protagonista, spesso anticipando le esigenze della propria comunità di utenti.
Leonardo il calcolatore
La storia del calcolo in 12 macchine (+1) Il racconto della storia del calcolo attraverso le macchine che ne hanno segnato il percorso storico.Da Leonardo a Wilhelm Schickard: il primo tentativo, Pascal : la prima calcolatrice commerciale, Leibniz: perfezionamento e successo, Babbage: il computer che avrebbe potuto esistere, Odhner: l’origine del microprocessore, Perrault e gli aritmografi, Capellaro, Olivetti e la Divisumma, Olivetti 101: Il primo computer personale, la Triade: PET/TRS-80/AppleII: L’informatica personale, Ibm PC: Il Personal Computer per antonomasia, Apple Macintosh: facile e per tutti, Iphone : tutto quello che serve in tasca.
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici
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