Ambiente
Secondo il rapporto speciale di Ipcc il benessere della terra è la chiave per il futuro del pianeta
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Secondo il nuovo Ipcc Special Report on climate change, desertification, land degradation, sustainable land management, food security, and greenhouse gas fluxes in terrestrial ecosystems presentato dall’Intergovernmental panel on climate change: “Il benessere della terra è la chiave per il futuro del pianeta. Per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi dobbiamo migliorare la gestione del territorio, trasformare l’agricoltura in una soluzione climatica e ridurre le emissioni da combustibili fossili, tutto allo stesso tempo”.
Il rapporto è stato scritto da 107 scienziati di spicco provenienti da 52 paesi di tutto il mondo. Il 53% degli autori provengono da Paesi in via di sviluppo, il che fa di questo rapporto il primo rapporto dell’Ipcc ad avere una minoranza di autori provenienti da Paesi sviluppati. Per arrivare alla pubblicazione del Rapporto sono stati analizzati oltre 7.000 studi scientifici. Il rapporto ha ricevuto 28.275 commenti da parte di revisori esperti e governi.
Il riscaldamento globale causato dall’uomo farà aumentare la siccità e le piogge estreme in tutto il mondo, pregiudicando la produzione agricola e la sicurezza delle forniture alimentari. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto le popolazioni più povere di Africa e Asia, con guerre e migrazioni. Ma anche il Mediterraneo è ad alto rischio di desertificazione e incendi.
Il rapporto lancia un pressante allarme e rivela che, dal periodo preindustriale ad oggi la temperatura sulle terre emerse è già aumentata di 1,53 gradi centigradi, con un aumento medio globale di 0,87 se si tiene conto della variazione di temperatura sopra gli oceani.
Anche con un riscaldamento globale a 1,5 gradi dai livelli pre-industriali (l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015), vengono valutati “alti” i rischi da scarsità d’acqua, incendi, degrado del permafrost e instabilità nella fornitura di cibo. Ma se il cambiamento climatico raggiungerà o supererà i 2 gradi (l’obiettivo minimo di Parigi),i rischi saranno “molto alti”. Con l’aumento delle temperature, la frequenza, l’intensità e la durata degli eventi legati al caldo, comprese le ondate di calore, continueranno a crescere nel 21/o secolo, prevede lo studio. Aumenteranno la frequenza e l’intensità delle siccità,particolarmente nella regione del Mediterraneo e dell’Africa meridionale, come pure gli eventi piovosi estremi. La stabilità delle forniture di cibo è previsto che calerà all’aumento della grandezza e della frequenza degli eventi atmosferici estremi, che spezzano la catena alimentare. Livelli aumentati di CO2 possono anche abbassare le qualità nutritive dei raccolti.
Nelle regioni aride, il cambiamento climatico e la desertificazione causeranno riduzioni nella produttività dei raccolti e del bestiame. Le zone tropicali e subtropicali saranno le più vulnerabili. Si prevede che Asia e Africa avranno il maggior numero di persone colpite dall’aumento della desertificazione, mentre Nord America, Sud America,Mediterraneo, Africa meridionale e Asia centrale vedranno aumentare gli incendi. I cambiamenti climatici possono amplificare le migrazioni sia all’interno dei paesi che fra un paese e l’altro. Eventi atmosferici estremi possono portare alla rottura della catena alimentare, minacciare il tenore di vita, esacerbare i conflitti e costringere la gente a migrare. Il cambiamento climatico inoltre aumenterà gli impatti economici negativi della gestione non sostenibile del territorio.
Il rapporto speciale ssi denuncia che :
Gli impatti climatici sui suoli sono già gravi: in alcune regioni, le ondate di caldo e la siccità sono diventate più frequenti e intense e la sicurezza alimentare è già stata compromessa dall’impatto dei cambiamenti climatici sulle rese agricole e sulla produzione zootecnica.
Un riscaldamento globale a 2° C comporta la minaccia di una crisi alimentare, in particolare per le regioni tropicali e subtropicali. Il rapporto Speciale prevede che «una combinazione di innalzamento del livello del mare e di cicloni più intensi metterà a repentaglio la vita e i mezzi di sussistenza nelle zone soggette a cicloni». Il riscaldamento globale ha già aumentato il rischio di incendi boschivi e si prevede che gli incendi boschivi arriveranno ad un livello di rischio elevato già a 1,5° C di riscaldamento.
L’agricoltura, la produzione alimentare e la deforestazione sono fattori significativi che contribuiscono al cambiamento climatico e producono circa il 23% delle emissioni di gas serra di origine antropica, ma. a differenza dell’industria dei combustibili fossili, sottraendo carbonio dall’atmosfera e stoccandolo nei campi, l’agricoltura sostenibile potrebbe far parte della soluzione contro il riscaldamento globale. Ma l’Ipcc avverte che «La finestra di opportunità si sta chiudendo rapidamente, poiché la capacità dei suoli di svolgere questa funzione diminuisce con l’aumento delle temperature».
Per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi «sono necessari rapidi progressi verso una profonda trasformazione dell’agricoltura, della silvicoltura e dell’uso del suolo. Tale trasformazione deve essere ben avviata entro il 2040».
Da un corretto utilizzo dei suoli deriverebbero soluzioni vantaggiose per, in particolare nell’agricoltura e nella silvicoltura, ma avverte che alcune soluzioni come la biomass energy with carbon capture and storage se non vengono attuate con attenzione o se attuate su una scala non appropriata, possono costringere a compromessi con la produzione alimentare.
Conferma che i suoli in tutto il mondo si stanno degradando a causa di molteplici fattori di stress, che le ondate di caldo si stanno intensificando e diventando sempre più frequenti eche l’andamento delle precipitazioni sta cambiando. Inoltre, i terreni sono sempre più degradati a causa di uno sfruttamento senza precedenti e dell’intensificazione del land management.
Concentrarsi unicamente sull’uso del suolo non basterà per vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici: per quello è fondamentale procedere all’eliminazione graduale dei combustibili fossili.
Il 23% delle emissioni umane di gas a effetto serra derivano proprio dalla deforestazione, dagli incendi e dall’agricoltura industriale.
Negli ultimi 60 anni il consumo di carne è più che raddoppiato e il suolo è stato convertito a uso agricolo ad un ritmo senza precedenti nella storia umana. Nel mondo ci sono circa 2 miliardi di adulti in sovrappeso o obesi, mentre 821 milioni di persone sono denutrite.
Il rapporto completo Ipcc Special Report on climate change, desertification, land degradation, sustainable land management, food security, and greenhouse gas fluxes in terrestrial ecosystems
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Ambiente
Parte il Progetto Bike & Flowers: un corridoio ecologico per la biodiversità tra Pinerolese e Cuneese
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Ha preso il via la prima fase di Bike & Flowers, un progetto che ha l’obiettivo di promuovere la tutela e conservazione degli insetti impollinatori, grazie al coinvolgimento di 8 Comuni dell’area rurale del Pinerolese e del Cuneese oggi attraversati o in prossimità della pista ciclabile “Via delle Risorgive” – Cumiana, Piscina, Airasca, Cercenasco, Scalenghe, Vigone, Villafranca Piemonte e Moretta. (altro…)
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Ambiente
Mal’aria: per battere l’inquinamento in Val Padana occorre affrontare anche le emissioni di agricoltura e allevamenti
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Dopo un inizio d’anno piovoso e con pochi picchi di smog, siamo entrati nel periodo critico degli spandimenti dei liquami agricoli: dopo il blocco dei mesi di dicembre e gennaio, infatti, gli allevatori si trovano a dover spandere sui campi vicini i contenuti dei serbatoi stracolmi di liquami. E’ anche per questo che, da diversi anni, il mese di febbraio è quello con i più alti picchi di inquinamento, soprattutto per quanto riguarda il particolato sottile. Una gran parte di esso infatti deriva dai composti dall’ammoniaca, gas che esala soprattutto dai liquami zootecnici. (altro…)
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Ambiente
Il sito che racconta la qualità dell’aria in Piemonte giorno per giorno
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Se volete conoscere la qualità dell’aria in Piemonte esiste il sito aria.ambiente.piemonte.it
che consente l’accesso alle informazioni relative al Sistema Regionale di Rilevamento della qualità dell’Aria.
Il servizio fornisce nozioni riguardanti i principali parametri inquinanti, le serie storiche, gli attori del progetto e la Normativa di riferimento. È anche possibile visualizzare le stime modellistiche, calcolate da ARPA Piemonte, relative a NO2, O3 e PM10, con una finestra temporale di un anno.
Il sito è realizzato grazie a una collaborazione tra Regione Piemonte, Arpa Piemonte e CSI Piemonte.
Nella home page è presente la cartina del Piemonte che consente di effettuare ricerche sulla qualità dell’aria, con la possibilità di fare uno zoom sull’area di interesse, fino a raggiungere un dettaglio comunale.
Nella sezione qualità dell’aria è possibile capire quali sono gli inquinanti che originano le problematiche ambientali, gli effetti che questi hanno su salute e ambiente, le fonti da cui si origina l’inquinamento.
La sezione valutare l’aria presenta il sistema regionale di rilevamento della qualità dell’aria e l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera che raccoglie i dati relativi ai principali inquinanti, emessi in un anno.
Nella sezione politiche per l’aria è possibile consultare il nuovo Piano Regionale di Qualità dell’Aria e le misure previste per la sua attuazione. In questa sezione si possono trovare tutti i progetti della Regione Piemonte che hanno per obiettivo il miglioramento della qualità dell’aria.
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