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L’internet del futuro parte da blockchain e fiducia digitale

Sicurezza, trasparenza, tracciabilità, immutabilità e decentralizzazione. Sono questi i pilastri di quella che molti considerano la nuova Internet, ovvero la blockchain. Una tecnologia rivoluzionaria che sembra avere un potenziale dirompente paragonabile all’avvento del web e che può modificare profondamente il nostro modo di interagire con la società, le aziende e le istituzioni. Grazie soprattutto alla ridefinizione del concetto stesso di sicurezza delle informazioni.

Di questi temi si è parlato durante il convegno “Blockchain e fiducia digitale un nuovo modello per servizi, dati e informazione” organizzato dal CSI Piemonte e dalla Fondazione Torino Wireless all’interno di Italian Tech Week, il più importante evento tech del Paese che dal 25 al 28 giugno ha riunito a Torino le eccellenze italiane ed europee impegnate a costruire il futuro del business e della società.

Rappresentanti delle istituzioni centrali e locali, mondo accademico e della ricerca, imprese e startup si sono confrontati sull’opportunità di impiego di questa tecnologia nella pubblica amministrazione, nel mondo del business e delle aziende per la realizzazione di nuovi servizi innovativi. La nuova tecnologia può essere infatti applicata in diversi ambiti: dal settore finanziario e delle banche a quello manifatturiero, come ad esempio il comparto agroalimentare. Ma è soprattutto nella realizzazione dei servizi digitali per la PA che l’infrastruttura si mostra più promettente.

Oggi un’amministrazione veramente digitale e proiettata nel futuro non può limitarsi a proporre on line gli stessi servizi che ieri offriva tramite sportelli tradizionali: web, mobile e social permettono di semplificare i processi amministrativi e l’interazione con i cittadini, ma questo è solo il primo passo di un percorso molto più complesso, dove la blockchain può diventare protagonista.

È necessario quindi pensare a un nuovo modello di servizi digitali realizzati con il contributo di soggetti diversi: non solo PA e cittadini, ma università, istituti di ricerca, imprese, startup, sistema finanziario, organizzazioni no profit. Ognuno gioca un ruolo diverso, mette a disposizione dati, servizi, informazioni, con regole condivise che garantiscono sicurezza e trasparenza.

“Negli anni in cui lo Stato non è riuscito a mantenere il passo sui temi della digitalizzazione e l’Unione Europea non è stata capace di fare politiche comuni – ha dichiarato Laura Castelli, Viceministro dell’Economia e della Finanze – abbiamo perso risorse e competitività. In Italia serve una strategia innovativa e coraggiosa. A questo lavoriamo, anche per migliorare la qualità dei servizi che lo Stato, nella sua accezione più larga, deve offrire ai cittadini. La Blockchain ci permette di alzare la qualità della vita dei cittadini da una parte, dall’altro ci permette di massimizzare la crescita, favorendo lo sviluppo del Paese e nel contempo la tutela dei conti pubblici. I dati, inalterabili ed immodificabili, garantiscono i processi democratici e sono meno permeabili da fenomeni di corruzione. Purtroppo siamo ancora indietro, ma con un gioco di squadra possiamo recuperare il tempo perduto, lavorando soprattutto in formazione e informazione. Dobbiamo farlo mettendo a sistema la Pubblica Amministrazione e il mondo produttivo. Così facendo, riusciremo a garantire servizi più rapidi, sicuri, efficienti, ma soprattutto trasparenti, con una ricaduta positiva, in tutti i settori”.

“La Città di Torino ha iniziato il percorso sulla blockchain un paio di anni fa – ha spiegato Paola Pisano, Assessora all’Innovazione della Città di Torino – analizzando quali servizi potessero essere supportati da questa tecnologia e quali benefici potesse portare. Oggi insieme al CSI stiamo portando avanti processi importanti di innovazione per la nostra città, “pensando direttamente in digitale”, ovvero realizzando servizi solo in digitale, come ad esempio il servizio di iscrizione ai nidi d’infanzia che ha gestito on line 8.000 domande delle famiglie torinesi o il sistema di spunta digitale per l’assegnazione dei posti nelle aree mercatali torinesi. Progetti importanti che rappresentano prima di tutto quel processo di innovazione culturale di cui abbiamo bisogno per cambiare realmente il Paese”.

“Il CSI Piemonte sta esplorando i benefici di questa tecnologia – ha sottolineato Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI Piemonte – nel processo di trasformazione digitale del settore pubblico. Per questo nel nostro Piano Strategico abbiamo deciso di investire sulla Blockchain dedicandole anche uno dei sette nuovi Centri di Eccellenza. Uno dei primi progetti su cui stiamo lavorando riguarda l’adozione di questa tecnologia nel settore welfare, per la gestione dei sussidi alle famiglie che iscrivono i propri figli all’Estate Ragazzi a Torino. Attualmente le famiglie in fase di iscrizione devono compilare e consegnare moduli, autocertificazioni e documenti in formato cartaceo per attestare le condizioni richieste per l’attivazione del sussidio. Con questo progetto semplificheremo e digitalizzeremo tutto l’iter, con grandi vantaggi per tutti: il cittadino non dovrà più recarsi nei vari sportelli pubblici per avere i documenti cartacei necessari ad avere il sussidio, ma li otterrà automaticamente. Gli uffici pubblici, dal canto loro, potranno verificare in tempo reale i requisiti socio-economici e il numero di richieste pervenute, in tutta sicurezza e con risparmi di tempi e costi”.

“Il mercato delle applicazioni Blockchain è in forte crescita – ha concluso Mario Manzo Vicepresidente esecutivo di Fondazione Torino Wireless – e costituisce una grande opportunità di sviluppo tanto per le imprese dell’offerta che per i settori in cui queste soluzioni si applicano. Secondo i dati recentemente presentati dall’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano, i progetti Blockchain in Italia nel 2018 hanno visto una crescita del 76% rispetto al 2017 con un investimento di circa 15 milioni di euro e la maggiore crescita ha riguardato le soluzioni per l’e-government e per la tracciabilità agroalimentare. Considerando che si tratta di un mercato ancora agli albori, gli investimenti sono ancora limitati e vi è ancora una scarsa conoscenza di questa tecnologia, come Torino Wireless siamo impegnati tanto in attività divulgative, come la giornata di oggi insieme a CSI, quanto nello sviluppo di azioni sia a sostegno della domanda, ad esempio analizzando i casi applicativi di successo, che dell’offerta con azioni di networking ricerca e impresa e di supporto alla progettualità e alle sperimentazioni”.


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Revolut apre una filiale italiana e offre un conto corrente con un Iban italiano

Revolut apre una succursale in Italia che offre ai nuovi clienti un conto corrente con un Iban italiano. I clienti vecchi potranno fare il passaggio dall IBAN estero a quello italiano a partire dal 2025.  Si tratta di una novità che consentirà di utilizzare il conto Revolut come conto principale evitando così i problemi riscontrati con l’Iban straniero dato che fino ad oggi, i clienti italiani di Revolut disponevano di un Iban lituano.

Revolut ha deciso di lanciare il conto corrente con iban italiano per i nuovi clienti evitando così l’iban discrimination  condannata dall’Unione europea come pratica scorretta.

Con questo cambiamento, il conto Revolut potrà essere utilizzato come un vero e proprio conto principale.  Un altro vantaggio offerto dall’Iban italiano consiste nella possibilità che Revolut svolga in futuro il ruolo di sostituto d’imposta.

I tre milioni di clienti attuali di Revolut  potranno scegliere da gennaio 2025 la migrazione del cont verso un Iban italiano o mantenere l’attuale Iban. Non sarà necessario sostituire le carte di pagamento già emesse, che resteranno valide.

Revolut è una piattaforma finanziaria digitale che offre una serie di servizi bancari e finanziari attraverso un’app mobile. Fondata nel 2015, la società si è rapidamente affermata come uno degli strumenti più popolari per gestire il denaro in modo flessibile e conveniente, soprattutto per chi viaggia o ha esigenze bancarie internazionali.  Revolut si distingue anche per la sua interfaccia facile da usare e per il fatto che non è legata a una banca tradizionale, permettendo quindi costi inferiori per i suoi servizi.


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Digitale

Stefano Giordano è il nuovo Presidente di Internet Society Italia

Stefano Giordano è il nuovo Presidente di Internet Society Italia che ha preso ufficialmente il posto di Alessandro Berni, che nella funzione di Presidente onorario assicura all’Associazione continuità di impegno.

L’Assemblea dei soci ha nominato il nuovo Consiglio composto dal Presidente e 8 da Consiglieri.

Tra i Consiglieri, accanto a Laura Abba, Angelo Alù, Michele Amodeo, Vittorio Bertola, Federica Giaquinta e Ermann Ripepi, che conservano le rispettive cariche, le novità rispetto al precedente triennio sono Valeria Cantarella e Anna Pisterzi.


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TikTok rischia di essere espulso dagli USA se ByteDance non cederà la sua proprietà

tiktok

TikTok ha perso il ricorso presso la Corte d’Appello di Washington contro la legge firmata ad aprile dal presidente Joe Biden, che impone il divieto della piattaforma negli Stati Uniti a meno che la società cinese ByteDance, che la controlla, non venda la sua partecipazione entro il 19 gennaio.

La Corte d’Appello ha dato ragione al Dipartimento di Giustizia, dichiarando costituzionale la misura che conferisce al governo statunitense il potere di vietare TikTok per motivi di sicurezza nazionale. Il timore è che la piattaforma possa essere utilizzata dal governo cinese per raccogliere dati sugli utenti americani o influenzare l’opinione pubblica.

La scadenza del 19 gennaio coincide con la vigilia dell’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, che durante il suo primo mandato aveva sostenuto il divieto, ma durante la sua campagna elettorale ha promesso di “salvare TikTok”. La piattaforma aveva argomentato davanti alla Corte d’Appello che il divieto violava il diritto di espressione dei suoi utenti statunitensi – circa 150 milioni – tutelato dal Primo Emendamento.

Nella loro sentenza, i giudici hanno stabilito che la legge firmata da Biden “non viola il Primo Emendamento” e che il governo sta agendo per proteggere gli Stati Uniti da una “minaccia straniera”, respingendo così il ricorso presentato a maggio da TikTok e dai suoi creatori di contenuti.


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