Massa Critica
La statua di Frankenstein apre la trasformazione urbana delle case popolari di via Reiss Romoli a Torino
Una grande statua del dottor Frankenstein sarà il primo segno di una trasformazione urbana delle case popolari di via Reiss Romoli. Domenica 16 giugno il Mufant, Museo della Fantascienza, organizza una giornata di festa aprendo le porte alla città e presentanto le tante iniziative che ha saputo creare in quella fetta delle economia che è rappresentata dall’impresa sociale: fare opere sociali non attraverso il volontariato ma con mentalità d’impresa, creando benessere e innovazione, lavoro e qualità della vita. Lo hanno fatto in partenariato con la cooperativa sociale Altra Mente ma anche grazie alla partecipazione, a partire dal 2018, ai bandi promossi dalla Città di Torino nell’ambito dei progetti Pon Metro Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020/ Torino Social Factory, Co-City Torino e AxTO, Azioni per le periferie torinesi.
Restituire bellezza e vitalità a una periferia che può diventare punto di attrazione turistica è lo scopo del Mufant. Il mostro che si eleva a icona e mostra la sua umanità, annulla la distanza della “diversità”, trasformandola in risorsa: nel quarantennale della Legge Basaglia, in collaborazione con l’associazione il Bandolo, sul personaggio della prima opera di fantascienza creato da Mary Shelley verrà incisa una frase di Franco Basaglia: “Visto da vicino nessuno è normale”. Una delle prossime opere ad essere realizzata, il Centauro che rappresenta Primo Levi, ua creatura a metà tra le applicazioni della chimica e la letteratura che trae spunto dalle sue leggi e dalle sue liasons dangereuses. Le nove opere saranno l’interpretazione di altrettante figure iconiche dell’immaginario moderno, come alieni, robot e androidi. Sono frutto della cooperazione di differenti attori: i prototipi delle sculture sono realizzati dagli scenografi del Prop Maker Lab, il laboratorio sociale di scenografia della cooperativa Altra Mente avviato nell’ambito del bando Pon Metro, il disegno tecnico-operativo è in capo all’architetto Ferruccio Capitani dell’AIAPP – Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio – e la produzione delle sagome in ferro corten è affidata alla maestria dei fabbri Fratelli Latini.
La realizzazione del Parco è parte di Loving the Alien, progetto attualmente in fase di start up promosso dalla Cooperativa Sociale Altra Mente e dal museo, supportato dal bando Pon Metro e nell’ambito di Torino Social Factory, misura dell’assessorato all’Innovazione della Città di Torino nata per sostenere progetti di innovazione sociale attraverso un percorso di accompagnamento e un sostegno finanziario. Loving the Alien ha attivato anche due laboratori artigiani che coinvolgono professionalmente più di venti persone, alcune delle quali in condizioni di disagio sociale. Si tratta di una sartoria che produce costumi da esposizione o per il cosplay, e un laboratorio di produzione di manufatti artistici e piccola falegnameria: il Prop Maker Lab, direttamente coinvolto nel design delle statue del Parco. Momento decisivo del progetto sarà, nella primavera del 2020, l’organizzazione di un Festival del Fantastico proprio nel Parco riqualificato, un appuntamento annuale che, a partire da suggestioni inevitabilmente fantascientifiche, si aprirà al mondo delle esperienze di rigenerazione urbana e di inclusione sociale. Per sostenere il festival è imminente il lancio di una campagna di crowdfunding nell’ambito di un’ulteriore misura del Pon Metro della Città e con il mentoring dell’European Crowdfunding Center.
PROGRAMMA
Ore 15:00 Inaugurazione della prima scultura del Parco del Fantastico. Intervengono: gli scenografi del Prop Maker Lab., Ferruccio Capitani, architetto AIAPP, Pier Cesare Uras, ingegnere, Cristiano e Valentina Latini – Fabbri Latini.
Ore 15:30 Saluti Istituzionali. Intervengono: Paola Pisano, assessora all’innovazione Città di Torino; Marco Giusta, assessore pari opportunità Città di Torino; Alberto Unia, assessore ambiente Città di Torino; Marco Novello, presidente Circoscrizione 5; Massimo Giovara consigliere comunale del settore Cultura.
Ore 15:45 Presentazione dell’opera e dei giardini Riccardo Valla sostenuti dal progetto Co-city. Intervengono: Silvia Casolari, direttrice e Project Manager MUFANT, Antonello Raciti, psicoterapeuta e direttore cooperativa Sociale Altra Mente, Davide Monopoli, direttore e project manager MUFANT e Altra Mente, Barbara Li Cursi, responsabile associazione Il Bandolo. Ospite la famiglia Valla.
Ore 16:00 Loving the Alien: il Parco, il Festival e i due laboratori sociali. Presentazione del progetto sostenuto dal bando Pon Metro/Torino Social Factory. Intervengono gli staff dei due laboratori. Lancio del sito e presentazione della campagna di crowdfunding per il festival Loving The Alien.
Ore 16:30 Una Statua Per Frankenstein. Perché il “Frankenstein” continua ad essere un’opera letteraria attuale e cosa ha da dirci, oggi, a proposito di “mostri”. Interviene il critico Franco Pezzini.
Ore 17:00 Inaugurazione del Videogame Lab, un nuovo spazio torinese per il Videogioco. Si inaugura la nuova sala interattiva del museo dedicata al videogame di genere fantastico sostenuta dal AxTO, Azioni per le Periferie torinesi. A seguire: presentazione del libro Intermundia Genesis con l’autore Giorgio Catania, membro di AESVI-Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani e Federico Ercole, giornalista videoludico (Il Manifesto, Dagospia).
Ore 17:30 Riusiamo l’Italia: rigenerare spazi per la Cultura. Cosa significa oggi rigenerazione urbana. Intervengono Giovanni Campagnoli, autore di “Riusiamo l’Italia. Da spazi vuoti a start up culturali e sociali”, bocconiano, formatore per Hangar Piemonte e Valeria Dinamo, coordinatrice del Programma Hangar Piemonte e co-autrice del volume “La (quasi) impresa culturale”, per Ilsole24ore.
Ore 18:00 Presentazione delle mostre: “Fabbricanti di Universi” e “H.G.O. Héctor Germán Oesterheld. Il creatore dell’Eternauta nell’Argentina dei desaparecidos”. Intervengono Alberto Taverna e Tea Taramino co-curatori di “Fabbricanti di Universi” e Antonio Scuzzarella, curatore di “H.G.O.”. Partecipa l’artista Paolo Armitano, tra i principali autori di Dylan Dog, con una performance di live drawing ispirata all’Eternauta.
informazioni: MUFANT/MuseoLab del Fantastico e della Fantascienza, via Reiss Romoli 49 bis/Torino
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici
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