Sostenibilità
Il programma di CinemAmbiente di lunedì 3 giugno

Lunedì 3 giugno, riprendono al Festival gli appuntamenti mattutini dedicati alle Scuole della sezione CinemaAmbiente Junior. Tra questi, spicca il seminario “Scuole EcoAttive, buone pratiche di sostenibilità” (ore 9-13, I.I.S. “A. Avogadro”), rivolto a dirigenti e docenti di scuole di ogni ordine e grado (dall’infanzia alle superiori) del Piemonte. Le scuole hanno oggi un’importante responsabilità nell’affrontare la sfida dell’educazione ambientale e possono diventare promotrici attive di cambiamenti comportamentali. Gli esempi e le pratiche hanno in questo campo una valenza educativa profonda ed è pertanto importante accompagnare le iniziative e gli sforzi sul piano educativo con azioni concrete che promuovano, e rinforzino abitudini positive per la tutela dell’ambiente e la sostenibilità.
Quali risorse esistono per lo sviluppo dell’educazione ambientale nelle scuole? Come organizzare la raccolta differenziata? Si possono eliminare le bottiglie di plastica e orientare gli acquisti della scuola (dalla carta ai detergenti) in senso green? Acquisti ecologici comportano costi necessariamente elevati? Queste alcune delle domande a cui sarà dedicata la mattinata, nella quale, oltre a presentare buone pratiche e ragionare sulle esperienze esistenti anche in chiave critica, si intende lanciare la proposta della costruzione di una rete di scuole eco-attive sul territorio piemontese e dell’istituzione della nuova figura del referente scolastico ambientale. Al seminario parteciperanno rappresentanti di associazioni ed enti che si occupano di ambiente, formazione e promozione di progetti educativi ambientali sul piano locale e nazionale.
Gli appuntamenti aperti a tutto il pubblico prenderanno il via nel pomeriggio con le proiezioni di un nuovo gruppo di cortometraggi in concorso, riuniti sotto il titolo generale “Ecoanimazione” (ore 16, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria). I nove film brevi selezionati affidano alla fantasia, all’immaginazione e all’ironia il loro messaggio ecosostenibile, spesso invertendo ruoli e amplificando contraddizioni e paradossi, in una girandola di personaggi tanto improbabili quanto emblematici: animali che si mettono in posa per uno scatto da copertina prima dell’estinzione (On the Cover di Yegane Moghaddam), strane specie in via di scomparsa che lottano per la sopravvivenza nelle strade di Berlino (Flat Dog Town di Max Andersson), mucche e galline che salvano gli umani nella giungla d’asfalto (A World that Flew Away on the Back of a Cow di Wojciech A. Hoffmann), bambini che, per vedere la Luna, scappano dalla cupola di vetro messa a protezione della loro città sommersa dalle acque del mare (The Sky Underwater di Maria Galliani Dyrvik), registi che vorrebbero fare film contro la caccia ma non hanno fatto i conti con un padre cacciatore (Uno strano processo di Marcel Barelli). Completano la sottosezione un video-appello all’imprenditore visionario Elon Musk per scongiurare la sesta estinzione di massa (Welcome to the Sixtinction di Chiara Cant), un diario per immagini che registra cinque anni di industrializzazione, urbanizzazione e trasformazioni sociali in una città della Cina (Debris di Kaide Wang), un breve inno visuale all’essenziale ricongiungimento di uomo e natura (Alegría di Katalin Egely) e un piccolo poema in bianco e nero, dall’atmosfera inquietante, in cui l’animale, l’organico e l’industriale si fondono (Rhizoma di Santiago Pérez Rodríguez).
Sempre nel pomeriggio il Festival propone due titoli del Concorso Documentari One Hour. Secrets in the World’s Largest Forest, (ore 16, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati), documentario naturalistico firmato dal canadese Ryszard Hunka, è un viaggio esplorativo alla scoperta delle stupefacenti relazioni che si instaurano tra le grandi varietà di specie arboree di uno dei principali biomi terrestri, la Foresta Boreale. Attraverso spettacolari riprese panoramiche e l’uso della più sofisticata computer graphic, il film ci svela la vita segreta degli alberi, che, come hanno scoperto le più recenti ricerche scientifiche, è molto più dinamica di quanto si sia mai supposto. In un’esplorazione originale e suggestiva condotta con l’ausilio di scienziati ed ecologisti, vengono mostrate le capacità delle piante di comunicare le une con le altre, di stringere amicizia con gli animali vicini e di allearsi per affrontare gli elementi avversi, attivando forme di connessione sociale che permettono loro la sopravvivenza anche in condizioni difficili. La proiezione sarà seguita da un incontro con Maria Lodovica Gullino, docente di Patologia vegetale all’Università di Torino. Con Take Light (ore 17, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria), la regista nigeriana-canadese Shasha Nakhai offre un ritratto inedito del Paese in cui ha vissuto prima di trasferirsi a Toronto. Sebbene la Nigeria sia tra le nazioni con le maggiori riserve di gas naturale al mondo e il principale produttore africano di energia, non riesce a fornire la corrente elettrica alla sua popolazione. Più del 50% dei nigeriani non ha accesso all’elettricità, quelli che hanno l’allacciamento devono accontentarsi di poche ore di fornitura al giorno. A Port Harcourt, città in cui l’autrice ha trascorso l’infanzia, importante hub di raffinazione nel Delta del Niger, i blackout sono la norma. Indagine su uno stato perenne di crisi energetica paradossale e apparentemente incomprensibile, il film allarga lo sguardo sull’intera società nigeriana, sulla corruzione del Paese, sugli scontri interni, sulla lotta tra governi attuali e poteri coloniali, sottolineando tanto l’urgenza di una transizione verso un modello economico più egualitario e sostenibile, quanto la forza della speranza che continua ad animare la popolazione e che è in grado di rendere possibile il cambiamento.
In parallelo, prosegue la sezione non competitiva Panorama | Testimonianze, organizzata dal Festival in collaborazione con il Centro Studi Sereno Regis. Rare (ore 17, Centro Studi Sereno Regis, Sala Poli), di Furio Busignani, è un viaggio per l’Italia le cui tappe sono scandite dalle storie di sette donne molto differenti tra loro, ma accomunate da un percorso non usuale, intrapreso in solitaria e nel totale rispetto per la terra, scelta come ambiente lavorativo e progetto di vita. Il film racconta il loro cammino “agricologico” perseguito con determinazione e passione – nonostante le difficoltà e i pregiudizi che dividono ancora i lavori in femminili e maschili – rendendo, in parallelo, omaggio alla centralità del ruolo delle donne nell’economia familiare rurale prima della migrazione degli anni Settanta verso le fabbriche delle grandi città. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista, con Laura Cima, femminista ed ecologista, e con Giorgia Serughetti, ricercatrice presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Milano Bicocca; modera Elisabetta Chiacchella, docente di Lingua italiana all’Università per stranieri di Perugia.
Per la sezione Panorama | Inventing Tomorrow, sempre nel pomeriggio, viene proposto Global Thermostat (Thermostat Climatique, ore 17.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati). Diretto dal regista francese Arthur Rifflet, il film esplora le nuove frontiere della geoingegneria che assicura di riuscire a combattere i cambiamenti climatici riducendone la causa fondamentale, la concentrazione di diossido di carbonio nell’atmosfera. Dal BECCS per la produzione di bioenergia attraverso le piante con contenimento delle emissioni negative, allo Stratospheric Aerosols Injections e al Marine Cloud Brightening per la gestione delle radiazioni solari, agli impianti DAC (Direct Air Capture), capaci di separare l’anidride carbonica dagli altri gas che costituiscono l’aria e di stoccarla, sono molti i progetti presentati dagli scienziati come in grado di rallentare, o persino invertire, gli effetti del riscaldamento globale. Ma come funzionano queste nuove tecnologie e quanto sono realmente utilizzabili? E, soprattutto, quali costi e quali rischi per il Pianeta comporta la loro introduzione su larga scala? Energia e sviluppo sostenibili: sogni o realtà possibili? La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista, con Silvia Onidi, coordinatore della Commissione Ambiente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino, e Guido Satta, vice coordinatore della Commissione Ambiente dell’Ordine Ingegneri di Torino.
Ancora nel pomeriggio, viene inaugurata (alle ore 17.30) la seconda sezione della mostra Intrecci ambientali, realizzata dal gruppo Noname – costituito da giovani artiste e artisti provenienti dall’Accademia di Belle arti – che è ospitata nelle sale della Pinacoteca Albertina e che si integra con quella già aperta dallo scorso venerdì al Circolo degli Artisti. L’esposizione – che si compone di installazioni, videoinstallazioni, dipinti, sculture, fotografie – presenta i lavori di Delia Gianti, Bahar Heidarzade, Elena Radovix, Valentina Rotundo Serra, Dede Varetto e rimarrà aperta fino al 9 giugno.
Nel tardo pomeriggio, il Festival presenta altri due titoli del Concorso Documentari Italiani. Mirabilia Urbis (ore 18.15, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria), di Milo Adami, rende omaggio a uno dei padri dell’ambientali smo italiano, Antonio Cederna (1921-1996), e alle sue instancabili battaglie per una crescita del Paese secondo regole urbanistiche concordate, nel rispetto della qualità di vita delle persone e nella tutela dei vincoli paesaggistici e storico artistici. In un immaginario viaggio a ritroso, guidato da fotografie d’epoca e da filmati d’archivio, tra gli appunti, le lettere, i ricordi, gli articoli del giornalista e intellettuale milanese, il film ripercorre decenni di disarmonico sviluppo urbanistico della città di Roma. Come rileggendo un taccuino privato, la voce dell’attore Giuseppe Cederna, figlio di Antonio, dà vita alle parole del padre, in un tempo sospeso tra un passato che torna presente e un presente che sembra passato, dilatato all’oggi dalle immagini dei mega insediamenti urbani e commerciali costruiti a Roma nell’ultimo decennio. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e con il giornalista Giulio Cederna. Il film a seguire, La patente, di Giovanni Gaetani Liseo, delicato affresco di vita rurale, ci porta, invece, nell’entroterra della Sicilia, dove, in una fattoria isolata, abita Domenico, pastore diciottenne, con la sua famiglia. Lavorano tutti nei campi e con gli animali, come si faceva una volta. Nelle lunghe giornate al pascolo con il gregge, immerso nei suoi pensieri, il ragazzo coltiva un sogno segreto: ottenere la patente di guida. Decide di iscriversi all’autoscuola, ma la distanza che lo separa dal paese, gli orari rigidi imposti dal suo lavoro, le incombenze quotidiane rendono più complicato del previsto la realizzazione del semplice desiderio. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
In orario preserale, il cartellone dà nuovamente spazio al Concorso Cortometraggi Internazionali presentando quattro film brevi, riuniti sotto il titolo generale “Animalia” (ore 19, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati) e volti a esplorare i nostri rapporti – a volte idilliaci, più spesso crudeli – con gli altri coinquilini senzienti del Pianeta. La piccola carrellata fornisce esempi ora sconcertanti, ora rincuoranti: cognati che si scontrano in Africa sui fronti opposti del bracconaggio (Sides of a Horn di Toby Wosskow), un giovane leone dissezionato sotto gli occhi dei bambini in uno sventramento-show in uno zoo danese (In a Lion – Wnętrze Lwa di Karol Lindholm), un gallo viziato che spadroneggia nella casa di una famiglia indiana, ma ha il destino segnato (Tungrus di Rishi Chandna), una donna malata che condivide con una lumaca un viaggio di sopravvivenza e resilienza (The Sound of a Wild Snail Eating di Elisabeth Tova Bailey, tratto dall’omonimo romanzo della stessa regista, in italiano “Il rumore di una chiocciola che mangia”, edito da Marsilio). Le proiezioni saranno seguite da un incontro con Franco Andreone, curatore zoologo del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, e con Valentina Isaja, direttore scientifico del bioparco Zoom.
Ancora in orario preserale e serale, in cartellone al Blah Blah la seconda sonorizzazione live che rientra negli “Ecoventi” proposti dal Festival al di fuori delle sale cinematografiche. Con Requiem Naturae (ore 19-21), concerto per paesaggi sonori e strumenti acustici, Fabio Battistetti mette il pubblico di CinemAmbiente in ascolto della natura come fosse una sinfonia. L’attacco struggente dei requiem a cui si ispira apre al canto degli uccelli e, via via, alle voci del paesaggio, accompagnate da accenti di strumenti musicali e dal suono di carrube, pigne, rami e foglie.
In prima serata il Concorso Documentari Internazionali prosegue con un titolo in arrivo dai Paesi Bassi, Ubiquity (ore 20, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria), che esplora un tema di crescente attualità. Diretto dalla regista Bregtje van der Haak, il film affronta il problema dell’elettrosensibilità attraverso le storie di tre “esuli” dell’era digitale. Lo svedese Per, la giapponese Asaka e l’olandese Anouk fanno, infatti, parte di quella schiera in costante aumento di persone che, intolleranti alle radiazioni elettromagnetiche, per evitare la vicinanza a smartphone e altri dispositivi digitali, sono costrette a vivere ai margini del mondo moderno, a rifugiarsi in luoghi protetti o isolati. Di fronte alle grandi tech company come Facebook e Google, che annunciano nuovi piani per rendere ubiquo l’accesso wireless a Internet espandendolo in ogni angolo del Pianeta, il film si domanda quale sarà il destino degli elettrosensibili e se essi, come canarini nelle miniere di carbone, non stiano in realtà allertandoci sui pericoli e sui rischi (non solo per la nostra salute fisica) della connessione di massa. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista e con Paolo Orio, presidente dell’Associazione Italiana Elettrosensibili.
Sempre in prima serata, si torna al Concorso Documentari Italiani con Il sorriso del gatto (ore 20.45, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati), di Mario Brenta e Karine de Villers, film con cui il co-fondatore della scuola di Ipotesi Cinema e la regista equadoregna proseguono lungo la strada del documentario di creazione intrapresa insieme dal 2010. Il nuovo lavoro nato dal loro sodalizio è uno sguardo sulla realtà così come appare oggi nelle strade e nelle cit tà del mondo in quanto immagine della crisi e del declino della società occidentale nell’era della globalizzazione. Nella “Terra della sera”, la crisi, se non la fine, di ogni ideologia, di ogni credenza, a parte quella riposta nei feticci del potere, del denaro, della tecnica, ha lasciato l’uomo solo con se stesso in una sorta di protagonismo assoluto e autoreferenziale: una solitudine da cui cerca di uscire mediante un malinteso senso di uguaglianza, di avvicinamento e di comunione con l’altro, ossia attraverso un’omologazione che richiede come prezzo la perdita della propria individualità. Chi non accetta le regole del gioco – i senza tetto, i senza lavoro, i migranti, i vagabondi su cui il film si sofferma – è cacciato dalla tribù, dalla grande famiglia universale, e costretto a vivere ai margini della società in una nuova, estrema solitudine. La voce narrante è di Marco Paolini. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi.
In seconda serata, il nuovo attivismo giovanile a cui è dedicata quest’edizione del Festival torna protagonista in Youth Unstoppable (ore 22.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria), presentato nella sezione Concorso Documentari Internazionali e diretto dalla canadese Slater Jewell-Kemker, che fin dall’età di quindici anni ha iniziato a seguire, e a documentare, i summit internazionali dell’ambiente. A metà tra il diario e il reportage, il film racconta dieci anni di militanza della regista, oggi ventisettenne (e già apparsa due volte sulle pagine di “Forbes”), ricostruendo, al contempo, la storia del nuovo movimento ambientalista in gran parte ancora incompreso e poco conosciuto. Le riprese effettuate nel corso del tempo in diverse parti del mondo danno voce ai giovanissimi di diverse nazionalità, restituendo un ritratto di una generazione che, decisa a difendere a oltranza il proprio diritto al futuro, condivide a ogni latitudine la consapevolezza della necessità e dell’urgenza della lotta globale ai cambiamenti climatici. Al termine della proiezione, gli studenti del Laboratorio di Comunicazione ambientale dell’Università di Torino dialogheranno con la regista in collegamento Skype.
L’appuntamento conclusivo della giornata è con un titolo del Concorso Internazionale One Hour in arrivo dall’Islanda, UseLess (ore 22.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Soldati). Diretto da Rakel Garðarsdóttir e Agusta Olafsdottir, il film si concentra sul problema dei rifiuti e, in particolare, su quelli prodotti dagli sprechi alimentari e dall’industria della moda, diventati una pressante emergenza sociale e ambientale. Raccontato dalla prospettiva di una giovane madre islandese intenzionata a cambiare le proprie abitudini, il film analizza il fenomeno attraverso interviste con esperti, stilisti, ambientalisti, offrendo soluzioni concrete ed efficaci per la riduzione degli sprechi e dimostrando come piccole, buone pratiche adottate nella vita quotidiana potrebbero avere un impatto positivo e significativo sul Pianeta. Al termine della proiezione, gli studenti del Laboratorio di Comunicazione ambientale dell’Università di Torino dialogheranno con le registe.
Tutti gli eventi e le proiezioni del Festival sono a ingresso libero
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Eventi
Dal 14 al 16 marzo a Fiera Milano Rho la nuova edizione di Fa’ la cosa giusta!

Dal 14 al 16 marzo si svolge a Fiera Milano Rho la nuova edizione di Fa’ la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili.
Il filo rosso dell’edizionec 2025 è “Il gusto della fiducia” con 300 incontri per tutte le età nel programma culturale e 400 stand nelle 4 nuove aree tematiche Cura e Benessere, Sapori e Saperi, Cultura e Partecipazione, Viaggio e Fiera dei Grandi Cammini il tutto quest’anno a ingresso gratuito.
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Idrogeno
La fine di Nikola Corporation la startup che voleva realizzare i camion a idrogeno

Nikola Corporation, che era stata presentata come la Tesla dei camion elettrici a idrogeno ha presentato istanza volontaria di fallimento ai sensi del Chapter 11 delle legge americana.
Nikola Corporation, era stata fondata nel 2014 con l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il settore dell’autotrasporto attraverso l’introduzione di camion elettrici e a idrogeno a zero emissioni.
Nel 2016, viene presentato il primo veicolo, il camion a idrogeno Nikola One, che raccoglie pre-ordini per un valore dichiarato di 14 miliardi di dollari. Nonostante le promesse, il Nikola One rimane un prototipo e viene successivamente rimpiazzato dai modelli Nikola Two e Nikola Tre.
Il 4 giugno 2020, Nikola si quota in borsa, beneficiando dell’ondata di speculazione finanziaria che ha caratterizzato l’anno della pandemia di COVID-19. Il valore delle azioni dell’azienda sale rapidamente, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, nonostante l’assenza di un prodotto commercializzato.
Pochi mesi dopo la quotazione, l’agenzia Hindenburg Research pubblica un’analisi che mette in discussione la validità delle tecnologie e delle affermazioni di Nikola. Il report accusa Nikola di aver simulato il funzionamento del suo camion a idrogeno in un video di presentazione, facendolo scorrere in discesa anziché utilizzare un propulsore funzionante. Le accuse di Hindenburg Research provocano un crollo del titolo Nikola in borsa e un grave danno all’immagine dell’azienda.
In seguito alle indagini della Corte di Giustizia statunitense, il fondatore di Nikola viene accusato di frode e finisce in carcere nel 2021. L’azienda dichiara di voler rispettare la tabella di marcia e di concentrarsi sulla consegna di veicoli elettrici Nikola Tre entro la fine dell’anno.
Nel 2022, Nikola avvia la commercializzazione del Nikola Tre in versione elettrica, prodotto nello stabilimento di Coolidge, Arizona. Un anno dopo, due esemplari del Nikola Tre prendono fuoco a causa di problemi al pacco batterie. L’azienda è costretta a richiamare tutti gli esemplari in commercio e a sospendere la produzione di camion elettrici.
Con una liquidità di soli 47 milioni di dollari e un titolo azionario crollato del 98% in 12 mesi, Nikola è stata ostretta ad avviare la procedura di Chapter 11, mettendo all’asta i propri beni per rimborsare i creditori.
Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l’uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite.
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Ambiente
E’ morto a 90 anni Fulco Pratesi , fondatore del WWF Italia di cui è stato a lungo presidente

E’ morto a Roma a 90 anni Fulco Pratesi : architetto, giornalista, autore, disegnatore, fondatore del Wwf Italia di cui è stato a lungo presidente.
Il WWF Italia piange la scomparsa del suo padre fondatore e si stringe con commozione alla famiglia Pratesi. La moglie Fabrizia si era spenta meno di 5 mesi fa, il 4 ottobre 2024 Fulco Pratesi lascia 4 figli, 6 nipoti e una pronipote. Grazie a Fulco Pratesi l’ecologia è entrata nelle case degli italiani, il suo amore smisurato per la natura ha avviato una vera e propria rivoluzione culturale da cui è nato il movimento ambientalista italiano.
Conoscere, amare e difendere la natura. Queste tre semplici regole ci aiuteranno a vivere in armonia
https://www.youtube.com/watch?v=9hg41_d9Z8A&feature=youtu.be
Il ricordo di Fulco Pratesi dal WWF Italia
Fulco Pratesi, nato a Roma nel 1934 e presto sfollato nella prima infanzia con la famiglia nella proprietà di campagna nel viterbese, è entrato presto a contatto con la natura. Fin da piccolissimo s’innamorò degli animali e del disegno. Dopo un’infatuazione giovanile per la caccia, convertì il suo interesse per la natura e gli animali nella conservazione. La sua seconda vita iniziò nel 1963, nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, dove si era recato a caccia. Gli si parò di fronte un’orsa con tre piccoli. Fu un incontro “folgorante” come lui stesso lo ha definito tante volte. Un incontro che gli fece cambiare totalmente prospettiva. Tornato in Italia, vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica. Presto, si convertì all’amore incondizionato per tutte le forme viventi e decise di impegnarsi per la conservazione, tanto da abbandonare la professione di architetto. Saputo della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, li contattò per far nascere la sezione italiana. “Ma dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto” fu la risposta. Con famiglia e già 4 figli, non era facile. Riuniti alcuni amici illuminati nel suo studio di architetto, nacque nel 1966 il WWF Italia, con pochi soldi e tanto entusiasmo. Entusiasmo che è rimasto sempre stato il suo tratto distintivo fino agli ultimi giorni della sua vita.
Fondamentale il suo contributo alla definizione e approvazione di leggi fondamentali per la tutela della natura italiana, dalla della legge 157 sulla fauna a quella sui parchi del 1991. Ma il suo orgoglio più grande erano le oltre 100 Oasi del WWF che amava e conosceva una per una. Fulco Pratesi ha reso migliore il nostro Paese per tutti questi motivi e tanti altri, a cominciare dalla grande vocazione alla divulgazione: storico collaboratore del Corriere della Sera, ha pubblicato una dozzina di libri e curato decine di pubblicazioni anche per ragazzi, trasmettendo la sua grande passione per piante e animali a milioni di italiani attraverso testi accattivanti e disegni dal tratto unico. Ha viaggiato in tutto il mondo, dall’India all’America latina, e tutti i suoi incontri con la natura sono documentati nei suoi inseparabili taccuini.
Seppe fare quello che solo i grandi sanno fare: trasformare un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali allora braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata. Con un vero e proprio atto di coraggio, con pochi soldi in cassa (i primi soci si erano autotassati), la prima azione del neonato WWF Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi di protezione e del “modello Oasi”, che contraddistingue il WWF Italia dagli altri WWF nel mondo. Oggi le aree gestite o di proprietà sono oltre 100 e proteggono circa 27.000 ettari di natura. Fondamentale è stato anche il suo contributo alla nascita del sistema dei Parchi nazionali, attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Sempre, gettando il cuore oltre l’ostacolo: come quando, nel 1985, l’Associazione raccolse oltre 600 milioni di lire – con un vero e proprio crowdfunding ante litteram – per l’acquisto dell’area di Monte Arcosu, con l’obiettivo di salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione.
La sua vita racconta la storia della nostra Associazione. Proverbiali le sue battaglie contro la caccia (per impedire ai cacciatori di entrare nei fondi privati), che lo portarono a ricevere insulti e minacce. Ma anche per la salvaguardia delle creature marine, dai cetacei alla foca monaca, dalle reti spadare. Aveva una grande passione per i piccoli uccelli e per gli ambienti di palude, considerati malsani dai più e invece visti da Fulco, giustamente, come ecosistemi ricchissimi di biodiversità. Da tutelare. In natura passava ore a osservare gli uccelli e a comporre i primi schizzi per i suoi acquerelli. “Se considereremo la natura e il nostro Pianeta come un posto da conquistare e dominare, allora sarà la nostra fine” ha ripetuto nell’ultima intervista.
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