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Massa Critica

Si è chiusa Fa’ la cosa giusta! 2019: 65 mila presenze in tre giorni

Si è chiusa con 65mila presenze la sedicesima edizione di Fa’ la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che si è svolta dall’8 al 10 marzo 2019 a Fieramilanocity.

Tra le iniziative più partecipate: quella dedicata al salvataggio del pregiato legno del “Bosco Stradivari”, in Val di Fiemme, distrutto nello scorso autunno dalla “Tempesta Vaia”; il dialogo tra Stefano Caserini, docente al Politecnico di Milano, e il giornalista scientifico Franco Borgogno su cambiamento climatico e inquinamento da plastica; il punto sull’intreccio di soldi, impatto ambientale e criminalità, nello smaltimento della plastica organizzato da Valori.it; i due incontri sulla crisi umanitaria alle frontiere d’Europa, che hanno portato in fiera testimoni come Cristina Cattaneo, Giorgia Linardi, Cecilia Strada, Alessandro Bergonzoni e gli attivisti di Mediterranea. Saving Humans, la nave delle realtà della società civile.

Il torinese Francesco Trovò vince il primo premio di ReStartAlp 2018
Nell’ambito di “Fa’ la cosa giusta!” si è svolto l’evento di premiazione della terza edizione di ReStartAlp, l’incubatore d’impresa per il rilancio delle Terre Alte, promosso e organizzato da Fondazione Cariplo e Fondazione Edoardo Garrone. I premi, per un valore complessivo di 60.000 euro, sono stati assegnati da Fondazione Edoardo Garrone ai tre migliori progetti elaborati nel corso del Campus residenziale, che si è svolto dal 18 giugno al 28 settembre 2018 a Premia (VCO), nel cuore delle Alpi Nord Occidentali.

Ad aggiudicarsi il primo premio di 30.000 euro Francesco Trovò (33 anni, Torino) con “Future is Nature – Playground”, un progetto in più fasi per la realizzazione, nell’area della Serra biellese, di un parco giochi che, attraverso attività ludiche, vuole avvicinare giovani e adulti alla riscoperta sensoriale della natura. Ha vinto il secondo premio, del valore di 20.000 euro, Chiara Spigarelli (28 anni, Udine) con “Vello D’oro”, impresa che si propone di trasformare gli scarti della lana ovina in teli per la pacciamatura, più funzionali di quelli in plastica, secondo una filiera corta e sostenibile. Terzo premio di 10.000 euro a Luisa Lodrini (32 anni, Brescia), che con SAMBLOOM intende sviluppare un progetto di ecoturismo esperienziale in valle Sabbia e successivamente dedicarsi alla gestione di piante spontanee autoctone presenti a margine del bosco, tra cui sambuco e altre erbe officinali, per creare prodotti alimentari e cosmetici.

Tante classi a Fa’ la cosa giusta 2019
2400 in totale gli insegnanti, dirigenti scolastici, genitori e studenti che hanno partecipato ai 110 incontri e laboratori proposti dalla seconda edizione di Sfide. La scuola di tutti, per un totale di 4150 iscrizioni agli appuntamenti.

Il Progetto Scuole ha visto la partecipazione di 66 classi. Gli studenti della provincia di Milano, vista la concomitanza con la chiusura delle scuole in occasione del Carnevale Ambrosiano, sono stati presenti all’interno di gruppi scout, comunità o centri d’aggregazione giovanile, per un totale di oltre 1600 ragazzi.

280 i giornalisti accreditati nei tre giorni. La fiera ha visto la copertura di TG1, TG3 e delle edizioni locali, delle maggiori radio nazionali con decine di interviste agli organizzatori ed espositori della fiera. Ampia la rassegna stampa sui principali quotidiani, settimanali e mensili nazionali e l’attenzione delle agenzie, a cominciare da Ansa.

Le istituzioni hanno confermato una rilevante presenza nella sezione Turismo Consapevole e Percorsi, con la partecipazione di Regione Lazio, Regione Lombardia, Regione Marche, Regione Puglia, Regione Sardegna, Regione Sicilia, Regione Umbria e del Comune di Milano.

“Un ringraziamento speciale – concludono gli organizzatori – va agli oltre 200 volontari, che anche quest’anno sono stati un affiancamento prezioso allo staff di Fa’ la cosa giusta!, e a Ciessevi–Centro Servizi per il Volontariato Città Metropolitana di Milano che li ha seguiti”.


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Arte

Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento

In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.

Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).

Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.

Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.

Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).

In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).

Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.

Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.


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Difesa Ambiente

Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale

Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)


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Acqua

Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici

A Torino, Palazzo Madama ospiterà una nuova edizione del River Café sul Po, un evento che, a trent’anni dalla drammatica alluvione del Tanaro, riunirà cittadini ed esperti per un confronto sui temi della pianificazione territoriale e della gestione dei rischi legati ai cambiamenti climatici. L’incontro è organizzato nell’ambito del progetto europeo LIFE CLIMAX PO, dedicato all’adattamento del distretto del fiume Po al clima che cambia.

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