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Massa Critica

Tanti auguri Internet: 50 anni fa nasceva Arpanet il precursore della Rete delle Reti

Sono passati 50 anni dal 1969 in cui è nata Arpanet il precursore di Internet e in 50 anni la Rete delle Reti ha cambiato il mondo. Le origini di Internet affondano in Arpanet un progetto ideato per difendere gli Stati Uniti dalla guerra nucleare, che si è poi trasformato in un importante strumento di crescita pacifica per il mondo civile.

Correva l’anno di grazia 1969. A Parigi iniziavano i negoziati di pace sulla guerra del Vietnam. Gheddafi prendeva il potere in Libia, mentre De Gaulle si dimetteva in Francia. L’evento dell’anno si svolse pero’ il 21 luglio quando Neil Armstrong scese dall’Apollo 11 sulla Luna, primo uomo a mettere piede sul nostro satellite.

Nel 1958 il Governo degli Stati Uniti decise di creare ARPA un’agenzia di ricerca, acronimo di Advanced Research Projects Agency, per sviluppare soluzioni tecnologiche innovative per la Difesa.

Nel 1966 i responsabili del dipartimento per le ricerche informatiche dell’ARPA decisero di promuovere la costruzione di una rete che collegasse dei computer sparsi sul territorio nazionale che fu uno dei primi incarichi dell’Agenzia: pensare una rete di telecomunicazioni letteralmente a prova di bomba.

La struttura doveva essere in grado di resistere anche se degli attacchi nucleari avessero intaccato parte della rete. Non doveva essere un progetto accentrato, ma costruito in modo che ciascun calcolatore fosse autonomo nella sua comunicazione con gli altri nodi. Tutti i nodi della rete sarebbero dovuti essere sullo stesso piano degli altri, ogni nodo con la propria autorità di comunicare con gli altri.

Il progetto venne sviluppato con la collaborazione di importanti università americane, a partire dalle ricerche che Paul Baran aveva iealizzato alla RAND corporation sulle tecnologie di comunicazione sicura.

Nel 1968 il progetto concettuale di Arpanet era definito, serviva un attuatore che lo realizzasse: fu scelta Bolt, Beranek and Newman Inc. (BBN) una società con sede a Cambridge, Massachusetts, che costruì un piccol team gestito da Frank Heart

Il gruppo di lavoro includeva anche Robert Kahn che con Vinton Cerf, ideò poi il protocollo TCP/IP, la suite di protocolli anche oggi usata per trasmettere informazioni via Internet.

BBN realizzò una rete basata su piccoli computer ad hoc chiamati IMP Interface Message Processors, i precursori degli odierni router, che avevano fuznione di connettete le diverse stazioni locali. I primi IMPs furono costruiti da BBN con degli Honeywell DDP-516.

Il 2 settembre 1969 vennero collegati i primi quattro nodi della rete situati in quattro famose università dell’Ovest degli USA: University California Santa Barbara, Stanford University, University California Los Angeles, e Utah University. Nel 1971: la rete Aarpanet connetteva tra loro 23 computer. Il servizio di posta elettronica fu inventata da Ray Tomlinson della BBN nel 1971.

Vinton Cerf lavorò con Robert Kahn le ricerche relative ai protocolli di comunicazione TCP/IP che vennero utilizzati alla fine del 1982 e divennero la base della neonata Internet che sostituì dal 1983 Arpanet che esaurì il suo scopo militare.

Con il passare del tempo il Pentagono si disinteressò sempre più del progetto che rimase sotto il pieno controllo delle università, diventando un utile strumento per scambiare le conoscenze scientifiche e per comunicare.

Il 6 agosto 1991 Tim Berners Lee pubblicò il primo sito web che si trovava al CERN di Ginevra.

In Europa Internet è arrivata in una seconda fase e ha dovuto connettersi alle diverse reti presenti sul suo territorio. Internet è arrivata in Italia partendo da Universitaà e centri di ricerca. Il primo ente collegato ad Internet in Italia e’ stato l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Nel 1988 e’ stato creato il GARR (Gruppo per l’Armonizzazione delle Reti per la Ricerca) un ente con l’obiettivo di creare una rete per delle reti universitarie che ha poi dato il suo stesso nome al backbone italiano fra le reti accademiche italiane.

È negli anni ottanta, grazie all’avvento dei personal computer, che ci fu un primo grande impulso alla diffusione della rete al di fuori degli ambiti più istituzionali e accademici. Poi la crescita è diventata esponenziale.

Data  Host online
05/82 235
08/83 562
10/84 1,024
10/85 1,961
02/86 2,308
12/87 28,174
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10/91 617,000
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10/93 2,056,000
10/94 3,864,000
07/95 6,642,000
07/96 12,881,000
07/97 19,540,000
01/98 29,670,000


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Arte

Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento

In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.

Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).

Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.

Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.

Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).

In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).

Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.

Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.


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Difesa Ambiente

Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale

Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)


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Acqua

Torino, a trent’anni dall’alluvione del Tanaro un dibattito sulla pianificazione e gestione dei rischi climatici

A Torino, Palazzo Madama ospiterà una nuova edizione del River Café sul Po, un evento che, a trent’anni dalla drammatica alluvione del Tanaro, riunirà cittadini ed esperti per un confronto sui temi della pianificazione territoriale e della gestione dei rischi legati ai cambiamenti climatici. L’incontro è organizzato nell’ambito del progetto europeo LIFE CLIMAX PO, dedicato all’adattamento del distretto del fiume Po al clima che cambia.

(altro…)


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