Massa Critica
Facebook integrerà le sue applicazioni Messenger, WhatsApp e Instagram: problemi gravi per la privacy e per il mercato
Secondo il New York Times che cita fonti, anonime, sotto forma di quattro persone che lavorano nel progetto di integrazione, Facebook entro la fine del 2019 inizio 2020 integrerà le sue applicazioni Messenger, WhatsApp e Instagram utilizzando anche la crittografia per rendere sicure le comunicazioni.
Zuckerberg aveva promesso di non unire i servizi che Facebook ha comprato negli anni, ma ora la situazione economica della sua azienda, che tra pochi giorni compie 15 anni, non è più così rosea: dopo l’evidente disaffezione da parte di moltissimi utenti dopo i vari e multipli problemi giudiziari e di immagini dell’azienda,
Secondo le indiscrezioni del New York Times Facebook, Messenger, WhatsApp e Instagram pur restando distinte come app sugli smartphone, dovrebbero migrare e condividere utenti e business con evidenti problemi di oligopolio sul mercato e di privacy,a partire dallo scandalo Cambridge Analytica
Facebook ha comprato Instagram. nel 2012 per 1 miliardo di dollari e WhatsApp nel 2014 per 14 miliardi di dollari.
Dal New York Times
Mark Zuckerberg, Facebook’s chief executive, plans to integrate the social network’s messaging services — WhatsApp, Instagram and Facebook Messenger — asserting his control over the company’s sprawling divisions at a time when its business has been battered by scandal.
The services will continue to operate as stand-alone apps, but their underlying technical infrastructure will be unified, said four people involved in the effort. That will bring together three of the world’s largest messaging networks, which between them have more than 2.6 billion users, allowing people to communicate across the platforms for the first time.
The move has the potential to redefine how billions of people use the apps to connect with one another while strengthening Facebook’s grip on users, raising antitrust, privacy and security questions. It also underscores how Mr. Zuckerberg is imposing his authority over units he once vowed to leave alone.
The plan — which is in the early stages, with a goal of completion by the end of this year or early 2020 — requires thousands of Facebook employees to reconfigure how WhatsApp, Instagram and Facebook Messenger function at their most basic levels, said the people involved in the effort, who spoke on the condition of anonymity because the matter is confidential.
Mr. Zuckerberg has also ordered that the apps all incorporate end-to-end encryption, the people said, a major step that protects messages from being viewed by anyone except the participants in a conversation.
In a statement, Facebook said it wanted to “build the best messaging experiences we can; and people want messaging to be fast, simple, reliable and private.” It added: “We’re working on making more of our messaging products end-to-end encrypted and considering ways to make it easier to reach friends and family across networks.”
By stitching the apps’ infrastructure together, Mr. Zuckerberg hopes to increase Facebook’s utility and keep users highly engaged inside the company’s ecosystem. That could reduce people’s appetite for rival messaging services, like those offered by Apple and Google. If users can interact more frequently with Facebook’s apps, the company might also be able to increase its advertising business or add new revenue-generating services, the people said.
The change follows two years of scrutiny of Facebook’s core social network, which has been criticized for allowing election meddling and the spreading of disinformation. Those and other issues have slowed Facebook’s growth and damaged its reputation, raising the hackles of lawmakers and regulators around the world. Mr. Zuckerberg has repeatedly apologized for the problems and has vowed to fix them.
Knitting together Facebook’s apps is a stark reversal of Mr. Zuckerberg’s previous stance toward WhatsApp and Instagram, which were independent companies that Facebook acquired. At the time of the acquisitions, Mr. Zuckerberg promised WhatsApp and Instagram plenty of autonomy from their new parent company. (Facebook Messenger is a homegrown service spun off the main Facebook app in 2014.)
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Donne
Se io non voglio, tu non puoi – Se tu non vuoi io non posso – Contro la violenza sulle donne per il 25 novembre
In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, la Fondazione Una Nessuna Centomila lancia una campagna per ribadire se necessario che il consenso non è una concessione, è un diritto.
Ogni giorno troppe donne si sentono giudicate, colpevolizzate o abbandonate di fronte alla violenza subita.
Quante volte si è cercato di giustificare uno stupro con frasi come “Perché non ha reagito?” o “Ma come eri vestita?”
Un “NO” deve essere ascoltato.
Il silenzio NON è un assenso
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Difesa Ambiente
Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino | Convegno il 13 novembre all’Unione Culturale
Il 13 novembre 2024 alle ore 18, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli Torino (via Cesare Battisti 4/a), è in programma il convegno dal titolo “Ricordando Giorgio Faraggiana. Attualità della tutela del paesaggio a Torino”. (altro…)
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