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Ambiente

LIFE PRIMED: un progetto per salvare i boschi del Mediterraneo

Biodiversità, cambiamenti climatici, deperimento forestale… sono le parole chiave più che mai attuali di un Progetto europeo che si avvarrà in Italia di 1.055.281,00€, di cui 795.323,00 € finanziati direttamente dalla Commissione Europea attraverso lo strumento finanziario “Programma LIFE” da investire per azioni di ripristino ecologico in un’area protetta delle coste laziali, il Bosco di Palo Laziale (Ladispoli), uno degli ultimi esempi di bosco umido di pianura che un tempo si estendevano lungo tutta la costa tirrenica dell’Italia centrale. Un progetto dimostrativo che ambisce a sviluppare tecniche e soluzioni innovative da esportare in altri Stati Membri dell’Unione Europea per sostenere il ripristino degli ecosistemi costieri mediterranei su scala continentale-. In questo schema, LIFE PRIMED prevede di applicare simili metodologie di ripristino ecologico di Palo Laziale in un altro sito europeo della Rete Natura 2000: il Parco Nazionale del Delta del Fiume Nestos, situato nel nord della Grecia, per cui sono stati destinati ulteriori 1.081.494,00 € di budget.

Capofila del progetto LIFE PRIMED è l’Hellenic Society for the Protection of the Nature (HSPN), una ONG greca che ha fatto della protezione della natura una missione statutaria in Grecia così come in tutta Europa, mentre beneficiari italiani sono il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università di Roma Sapienza e l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura (ARSIAL). “Gli ecosistemi mediterranei sono tra i più vulnerabili ai cambiamenti climatici e alle pressioni antropiche. Minacce ormai sempre più evidenti anche ai non addetti ai lavori – dichiara il professor Fabio Attorre del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma – il Bosco di Palo Laziale è stato oggetto di una prolungata aridità e salinizzazione dei suoli, che hanno favorito l’insorgere di parassiti di debolezza, in particolare l’azione di un fungo chiamato Biscogniauxia mediterranea, che hanno causato la morte progressiva di oltrel’80% degli alberi presenti, un fenomeno di deperimento forestale che trova riscontro in tanti altri casi a livello europeo e non solo, con un concreto rischio in termini di perdita di biodiversità”.

Uno degli intenti più importanti del progetto sarà quello di sperimentare, in seguito ad una fase preliminare di studio di tutti i parametri ambientali dell’area, un sistema di raccolta delle acque superficiali a limitato impatto ambientale (carbon free e sotterraneo). Questa risorsa idrica accumulata potrà poi essere rilasciata durante la stagione secca per mantenere un livello di umidità dei suoli in grado di favorire la ripresa della vegetazione forestale e capace di smaltire i sali in eccesso presenti nel terreno. Alla realizzazione di questo sistema idraulico saranno integrati interventi di ripulitura della vegetazione infestante, eliminando così fenomeni di concorrenza ecologica, e pratiche di gestione selvicolturale per diminuire la densità del bosco e consentire all’ecosistema forestale uno sfruttamento ottimale delle risorse bio-chimico-fisiche disponibili. Per dare un ulteriore sostegno alla ripresa del bosco è prevista anche un’azione vivaistica che, a partire dalla raccolta del seme delle specie arboree autoctone del sito (in situ), prevedrà l’allevamento in vivaio di fitocelle per consentire la produzione e la conseguente messa a dimora di circa 2.500 esemplari di specie forestali tipiche del bosco stesso.

Alla fine del progetto, si arriverà a sviluppare una metodologia di intervento e delle soluzioni innovative che potranno essere replicate, con i dovuti adattamenti, in altri casi simili del Mediterraneo sottoposti a problematiche ambientali paragonabili (es. siccità prolungata, attacco di patogeni, salinizzazione dei suoli, carente gestione selvicolturale, ecc.), a cominciare proprio dai boschi ripariali del Parco Nazionale del Delta del Fiume Nestos. Fondamentali saranno, a tal fine, le attività di comunicazione, sia scientifica che divulgativa, sviluppate dal progetto e affidate alla Sapienza.

Di equale importanza, infine, la capacità del progetto di incamerare risorse europee sul territorio per mettere in pratica le azioni previste dal progetto: “Siamo appena all’inizio – dichiara Antonio Rosati Presidente di ARSIAL – ma disponiamo di capacità finora poco espresse che possono essere impiegate a pieno regime, come ad esempio, il Servizio Integrato Agrometeorologico (SIARL), che si occuperà del monitoraggio dei parametri meteorologici e climatici caratterizzanti l’area geografica entro cui si sviluppa Palo Laziale, o l’Azienda Dimostrativa di Cerveteri, che accoglierà il vivaio forestale, capitalizzando l’enorme bagaglio di competenza dei nostri tecnici forestali. Grazie ai finanziamenti europei potremo continuare a potenziare tutto il nostro know how e proseguire lungo questo percorso di valorizzazione tecnica-scientifica e anche della realtà imprenditoriale locale, che l’Agenzia, in collaborazione con Sapienza, potrà fornire al progetto”.

La presentazione del Progetto LIFE PRIMED (LIFE17 NAT/GR/000511) sarà

Giovedì 20 dicembre dalle ore 09:00 alle ore 17:00

Presso l’ Orto Botanico di Roma, Sala Aranciera, Largo Cristina di Svezia, 24

Per dettagli: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-life-primed-il-ripristino-ecologico-delle-aree-costiere-del-mediterraneo-52617908581 [per i crediti giornalistici è necessario registrarsi tramite portale SIGEF]

CREDITI FORMATIVI PER I GIORNALISTI

L’evento della mattina (9-13) è accreditato presso l’ODG del Lazio sul SIGEF ai fini della formazione continua con il rilascio di n. 4 crediti formativi.


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Ambiente

E’ morto a 90 anni Fulco Pratesi , fondatore del WWF Italia di cui è stato a lungo presidente

E’ morto a Roma a 90 anni Fulco Pratesi : architetto, giornalista, autore, disegnatore, fondatore del Wwf Italia di cui è stato a lungo presidente.

Il WWF Italia piange la scomparsa del suo padre fondatore e si stringe con commozione alla famiglia Pratesi. La moglie Fabrizia  si era spenta meno di 5 mesi fa, il 4 ottobre 2024 Fulco Pratesi lascia 4 figli, 6 nipoti e una pronipote.  Grazie a Fulco Pratesi l’ecologia è entrata nelle case degli italiani, il suo amore smisurato per la natura ha avviato una vera e propria rivoluzione culturale da cui è nato il movimento ambientalista italiano.

Conoscere, amare e difendere la natura. Queste tre semplici regole ci aiuteranno a vivere in armonia

https://www.youtube.com/watch?v=9hg41_d9Z8A&feature=youtu.be

Il ricordo di Fulco Pratesi dal WWF Italia

Fulco Pratesi, nato a Roma nel 1934 e presto sfollato nella prima infanzia con la famiglia nella proprietà di campagna nel viterbese, è entrato presto a contatto con la natura. Fin da piccolissimo s’innamorò degli animali e del disegno. Dopo un’infatuazione giovanile per la caccia, convertì il suo interesse per la natura e gli animali nella conservazione. La sua seconda vita iniziò nel 1963, nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, dove si era recato a caccia. Gli si parò di fronte un’orsa con tre piccoli. Fu un incontro “folgorante” come lui stesso lo ha definito tante volte. Un incontro che gli fece cambiare totalmente prospettiva. Tornato in Italia, vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica. Presto, si convertì all’amore incondizionato per tutte le forme viventi e decise di impegnarsi per la conservazione, tanto da abbandonare la professione di architetto. Saputo della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, li contattò per far nascere la sezione italiana. “Ma dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto” fu la risposta. Con famiglia e già 4 figli, non era facile. Riuniti alcuni amici illuminati nel suo studio di architetto, nacque nel 1966 il WWF Italia, con pochi soldi e tanto entusiasmo. Entusiasmo che è rimasto sempre stato il suo tratto distintivo fino agli ultimi giorni della sua vita.

Fondamentale il suo contributo alla definizione e approvazione di leggi fondamentali per la tutela della natura italiana, dalla della legge 157 sulla fauna a quella sui parchi del 1991. Ma il suo orgoglio più grande erano le oltre 100 Oasi del WWF che amava e conosceva una per una. Fulco Pratesi ha reso migliore il nostro Paese per tutti questi motivi e tanti altri, a cominciare dalla grande vocazione alla divulgazione: storico collaboratore del Corriere della Sera, ha pubblicato una dozzina di libri e curato decine di pubblicazioni anche per ragazzi, trasmettendo la sua grande passione per piante e animali a milioni di italiani attraverso testi accattivanti e disegni dal tratto unico. Ha viaggiato in tutto il mondo, dall’India all’America latina, e tutti i suoi incontri con la natura sono documentati nei suoi inseparabili taccuini.

Seppe fare quello che solo i grandi sanno fare: trasformare un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali allora braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata. Con un vero e proprio atto di coraggio, con pochi soldi in cassa (i primi soci si erano autotassati), la prima azione del neonato WWF Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi di protezione e del “modello Oasi”, che contraddistingue il WWF Italia dagli altri WWF nel mondo. Oggi le aree gestite o di proprietà sono oltre 100 e proteggono circa 27.000 ettari di natura. Fondamentale è stato anche il suo contributo alla nascita del sistema dei Parchi nazionali, attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Sempre, gettando il cuore oltre l’ostacolo: come quando, nel 1985, l’Associazione raccolse oltre 600 milioni di lire – con un vero e proprio crowdfunding ante litteram – per l’acquisto dell’area di Monte Arcosu, con l’obiettivo di salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione.

La sua vita racconta la storia della nostra Associazione. Proverbiali le sue battaglie contro la caccia (per impedire ai cacciatori di entrare nei fondi privati), che lo portarono a ricevere insulti e minacce. Ma anche per la salvaguardia delle creature marine, dai cetacei alla foca monaca, dalle reti spadare. Aveva una grande passione per i piccoli uccelli e per gli ambienti di palude, considerati malsani dai più e invece visti da Fulco, giustamente, come ecosistemi ricchissimi di biodiversità. Da tutelare. In natura passava ore a osservare gli uccelli e a comporre i primi schizzi per i suoi acquerelli. “Se considereremo la natura e il nostro Pianeta come un posto da conquistare e dominare, allora sarà la nostra fine” ha ripetuto nell’ultima intervista.


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Ambiente

Parte il Progetto Bike & Flowers: un corridoio ecologico per la biodiversità tra Pinerolese e Cuneese

Ha preso il via la prima fase di Bike & Flowers, un progetto che ha l’obiettivo di promuovere la tutela e conservazione degli insetti impollinatori, grazie al coinvolgimento di 8 Comuni dell’area rurale del Pinerolese e del Cuneese oggi attraversati o in prossimità della pista ciclabile “Via delle Risorgive” – Cumiana, Piscina, Airasca, Cercenasco, Scalenghe, Vigone, Villafranca Piemonte e Moretta. (altro…)


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Ambiente

Mal’aria: per battere l’inquinamento in Val Padana occorre affrontare anche le emissioni di agricoltura e allevamenti

Dopo un inizio d’anno piovoso e con pochi picchi di smog, siamo entrati nel periodo critico degli spandimenti dei liquami agricoli: dopo il blocco dei mesi di dicembre e gennaio, infatti, gli allevatori si trovano a dover spandere sui campi vicini i contenuti dei serbatoi stracolmi di liquami. E’ anche per questo che, da diversi anni, il mese di febbraio è quello con i più alti picchi di inquinamento, soprattutto per quanto riguarda il particolato sottile. Una gran parte di esso infatti deriva dai composti dall’ammoniaca, gas che esala soprattutto dai liquami zootecnici. (altro…)


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