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Beni ecclesiastici: la prima apertura automatizzata in Italia con l’app ‘Chiese a porte aperte’

Al via la prima apertura automatizzata in Italia di due beni ecclesiastici, cui si potrà accedere tramite smartphone con la app “Chiese a porte aperte”: una sperimentazione tecnologica innovativa, nata in Piemonte per ampliare le opportunità di accesso al patrimonio ecclesiastico del territorio nell’ambito di “Città e Cattedrali”, il grande progetto ideato dalla Fondazione CRT e dalle Diocesi del territorio, e sviluppato in collaborazione con la Regione Piemonte e gli organi periferici del MIBACT.

I primi due beni interessati da questo innovativo intervento sono: la Cappella di San Bernardo di Aosta a Piozzo in Provincia di Cuneo (Diocesi di Mondovì) e la Cappella di San Sebastiano a Giaveno (Diocesi di Torino).

La tecnologia a supporto dei volontari. “Chiese a porte aperte” è un sistema automatizzato per l’apertura e la valorizzazione di siti di particolare interesse storico artistico, che permette di effettuare le visite autonomamente, anche in assenza di un presidio umano: l’apertura automatizzata permetterà di affrontare meglio la sfida dell’organizzazione dei presìdi e della flessibilità degli orari necessari per tenere aperti i tanti luoghi e spazi del sacro presenti sul territorio piemontese.

La tecnologia si pone al servizio della fruizione della cultura, a supporto dell’insostituibile ruolo dei volontari – motore ed elemento fondamentale del sistema di valorizzazione di “Città e Cattedrali” –, che si sono formati e sono maturati nella consapevolezza del percorso di crescita delle comunità locali e nel senso di appartenenza dei beni culturali e del paesaggio.

“La Chiesa piemontese e valdostana è consapevole delle straordinarie potenzialità ecclesiali e sociali di questo progetto – evidenzia mons. Derio Olivero, Vescovo delegato per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Piemontese –. Il miglior modo di conservare la tradizione è innovarla”.

“Il progetto Città e Cattedrali ha saputo mettere in rete, territorialmente e digitalmente, il grande e prezioso patrimonio artistico e architettonico costituito dalle 18 cattedrali e dagli oltre 500 beni ecclesiastici del Piemonte e della Valle d’Aosta, coniugando la loro anima devozionale con quella artistica e sociale, il passato con il futuro, il recupero strutturale con la valorizzazione – sottolinea il Presidente Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. La sperimentazione dell’apertura automatizzata di due beni ecclesiastici, la prima in Italia, è solo l’ultimo passo di questo lungo percorso di attenzione al patrimonio culturale che ha visto affiancate Fondazione CRT e Consulta per i Beni culturali ecclesiastici. Un modello di intervento che può fare scuola e che già guarda al futuro: l’innovativa tecnologia adottata è già predisposta per recepire i dispositivi di monitoraggio dello stato di salute dei beni, nell’ottica della conservazione programmata”.

Come funziona l’accesso? Dopo aver scaricato sul proprio smartphone l’applicazione “Chiese a porte aperte”, sia per Ios sia per Android, occorre registrarsi e prenotare la visita gratuita. Il visitatore, giunto davanti al bene nell’orario di visita selezionato, inquadrerà il QR code e la porta si aprirà automaticamente. All’interno, un meccanismo multimediale avvierà una narrazione storico-artistico-devozionale del bene culturale, in italiano e in inglese. La narrazione sarà valorizzata, oltre che dalla voce narrante, anche dalle luci: un sistema di micro proiettori con fasci direttivi accompagnerà l’audio per facilitare la lettura e la comprensione degli affreschi. Quando il visitatore lascerà l’edificio, la porta si chiuderà automaticamente. Ai fini della sicurezza del bene, è previsto un sistema di microcamere per il controllo degli ingressi.

I criteri di scelta dei primi due beni. L’individuazione dei primi beni per la sperimentazione dell’apertura automatizzata è stata dettata da molteplici fattori, quali la presenza di pitture murarie di pregio, la disponibilità di una copertura di rete mobile e di un impianto elettrico, l’assenza di beni mobili di valore facilmente asportabili, in modo da garantire la fruizione in totale sicurezza per i beni stessi.

CAPPELLA DI SAN SEBASTIANO A GIAVENO (TORINO)
Sec. XV-XVI – Diocesi di Torino
La vicenda della storia della Cappella di San Sebastiano è ancora in larga parte da delineare. La sua particolare posizione, al liminare del borgo e vicina alla strada che collega Avigliana e la Valle di Susa, potrebbero dare adito a supposizioni riguardanti la sua iniziale costruzione: un luogo coperto che permetteva una notte al riparo per i pellegrini diretti verso la via Francigena oppure una parte del lazzaretto per la cura degli appestati.
Addossata al muro di cinta del camposanto, presente linee architettoniche semplici, con due piccole finestre ai lati della porta d’ingresso, sormontata da un rosone. A fianco fu costruita una piccola sacrestia, dalla quale successivamente si eresse il basso campanile in mattoni rossi.
Con il passare degli anni, stando alle testimonianze documentarie di cui si dispone, pare che la Cappella sia stata costantemente abbellita ed arricchita. Una dettagliata inventariazione del 1757 la descrive infatti ben curata, ricca e impreziosita con l’acquisizione di una tela raffigurante San Sebastiano, che adornava la parete di fondo e che, per lungo tempo, ha occultato l’antico affresco.
Il recente ritrovamento, al suo interno, di un affresco quattro-cinquecentesco che narra la storia di San Sebastiano e che adorna la parete di fondo della chiesa, ne ha fatto l’edificio religioso più antico di Giaveno.

CAPPELLA DI SAN BERNARDO D’AOSTA A PIOZZO (CUNEO)
Sec. XV – Diocesi di Mondovì
Edificata alle porte del paese, posta al bivio tra la strada proveniente da Carrù e quella che conduce a Benevagienna, è di forma architettonica semplice, a pianta quadrata e abside rotonda.
La struttura muraria in laterizio a vista della fine del ‘300 si alza sul basamento di un’antica torre da guardia, eretta intorno al Mille.
La facciata fu edificata nel XVII secolo; il tetto è a capriate, mentre il presbiterio e l’abside si presentano rialzati rispetto alla struttura principale.
All’interno un importante ciclo di affreschi, restaurati nel 1967 dal professor Fiume di Milano, portano, in modo ben evidente, scritte sui capitelli dipinti dell’arco trionfale: la data del 1 Settembre 1451 e la firma dell’autore «Frater Enricus Pinxit».
Alcuni riconoscono il pittore Enrico Mazzucco, fratello maggiore di Giovanni Mazzucco che, trent’anni dopo, firmò gli affreschi della Chiesa del S. Sepolcro sempre a Piozzo. Molto più probabilmente si tratta di un frate domenicano (forse il Padre Inquisitore) che soggiornava durante il periodo estivo nella cascina con annessa Cappella, detta Santa Maria Bianca, in località Valle, di proprietà dei Domenicani di Mondovì; molti sono infatti i richiami ai Santi Domenicani raffigurati nei medaglioni del fregio che borda in alto le pitture delle pareti.
Nel catino absidale la mandorla con il Cristo Giudice benedicente tra gli angeli è circondata dai simboli dei quattro evangelisti. Sulla parete absidale al centro, seduta in trono, la Vergine con Bambino. Ai lati segue una serie di Santi: Caterina da Siena che adora il Cristo nel sepolcro (Cristo di Pietà), Lorenzo, Pietro, Bernardo d’Aosta o forse Giacomo di Compostela protettori dei pellegrini, Bernardino da Siena e il martirio di S. Sebastiano.
Nell’arco trionfale è rappresentata l’Annunciazione. Le pareti laterali sono anch’esse affrescate: la maggior parte degli affreschi giaceva, prima del restauro, sotto lo scialbo.
Nella parete sinistra sono raffigurati Santa Caterina d’Alessandria con corona, libro e ruota del martirio e Sant’Antonio Abate con il bastone a tau e la campanella.
Nella parete di destra si scorgono San Martino e il mendicante e, sotto, San Michele che pesa le anime.
San Tommaso e San Pietro da Verona, in abiti domenicani, sono ritratti nei medaglioni del fregio.
Otto pannelli narrano la storia del Pellegrino di Compostela e, precisamente, il miracolo della forca e dell’impiccato salvato.

Le schede sui beni ecclesiastici sono disponibili sul portale www.cittaecattedrali.it


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Dal 23 ottobre su App IO le versioni digitali tessera sanitaria, patente e Carta europea della disabilità

Dal 23 ottobre 2024 saranno progressivamente rilasciate ai cittadini su App IO le versioni digitali della tessera sanitaria, della patente di guida e della Carta europea della disabilità. Per il 2025, è prevista l’adozione dell’IT-Wallet.

Dal 23 ottobre infatti 50 mila cittadini, individuati dal Dipartimento per la transizione digitale, potranno caricare i tre documenti sul cellulare attraverso l’app Io, per esibirli nel caso di un controllo di polizia o in farmacia. L’uso online, per transazioni e accessi vari sarà disponibile soltanto nel 2025. Il secondo step è fissato per il 6 novembre per 250mila cittadini. La terza per il 20 novembre per un milione di cittadini, poi dal 4 dicembre saranno coinvolti tutti i cittadini,

IT Wallet sarà, composto da un wallet pubblico per l’accesso ai servizi digitali della Pubblica amministrazione e a tutti i documenti verificabili come il passaporto, o la tessera sanitaria oppure la tessera elettorale e i titoli di studio, e da una serie di wallet resi disponibili a provider privati come le banche. L’accesso sarà vincolato all’utilizzo della carta d’identità elettronica CIE e dello Spid.


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Telegram fornirà gli indirizzi Ip e i numeri di telefono degli utenti alle autorità nel caso di richieste legali legittime

A circa un mese dall’arresto del CEO di Telegram, Pavel Durov, lapp di messaggistica Telegram ha annunciato che fornirà gli indirizzi Ip e i numeri di telefono degli utenti alle autorità nel caso di richieste legali legittime.

Scrive Pavel Durov sul suo canale su  Telegram

La ricerca su Telegram è più potente rispetto ad altre app di messaggistica perché consente agli utenti di trovare canali e bot pubblici. Sfortunatamente, questa funzionalità è stata abusata da persone che hanno violato i nostri Termini di Servizio per vendere beni illegali.

Nelle ultime settimane, un team dedicato di moderatori, sfruttando l’AI, ha reso la Ricerca di Telegram molto più sicura. Tutti i contenuti problematici che abbiamo identificato nella Ricerca non sono più accessibili. Se riesci ancora a trovare qualcosa di pericoloso o illegale nella Ricerca di Telegram, ti preghiamo di segnalarcelo tramite @SearchReport.

Per scoraggiare ulteriormente i criminali dall’abusare della Ricerca di Telegram, abbiamo aggiornato i nostri Termini di Servizio e la Politica sulla Privacy, assicurando che siano coerenti in tutto il mondo. Abbiamo chiarito che gli indirizzi IP e i numeri di telefono di coloro che violano le nostre regole possono essere divulgati alle autorità competenti in risposta a richieste legali valide.

Queste misure dovrebbero scoraggiare i criminali. La ricerca di Telegram è pensata per trovare amici e scoprire notizie, non per promuovere beni illegali. Non permetteremo che persone malintenzionate mettano a rischio l’integrità della nostra piattaforma per quasi un miliardo di utenti.


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Parla Pavel Durov dopo il suo arresto: le affermazioni di alcuni media secondo cui Telegram sarebbe una sorta di paradiso anarchico sono assolutamente false

Dopo il suo recente arresto a Parigi Pavel Durov ha scritto un messaggio a tutti gli utenti di Telegram attraverso il suo canale in cui per la prima volta descrive direttamente la sua posizione sui fatti che lo riguardano e che riguardano Telegram.

Grazie a tutti per il vostro supporto e affetto! Lo scorso mese sono stato interrogato dalla polizia per 4 giorni dopo essere arrivato a Parigi. Mi è stato detto che potrei essere personalmente responsabile dell’uso illegale di Telegram da parte di altre persone, perché le autorità francesi non hanno ricevuto risposte da Telegram.

Questo è stato sorprendente per diverse ragioni:

  1. Telegram ha un rappresentante ufficiale nell’UE che accetta e risponde alle richieste dell’UE. Il suo indirizzo email è stato pubblicamente disponibile per chiunque nell’UE che abbia cercato su Google “indirizzo Telegram UE per le forze dell’ordine”.
  2. Le autorità francesi avevano numerosi modi per contattarmi e chiedere assistenza. Come cittadino francese, ero un ospite frequente al consolato francese a Dubai. Un po’ di tempo fa, quando mi è stato chiesto, ho personalmente aiutato a stabilire una linea diretta con Telegram per affrontare la minaccia del terrorismo in Francia.
  3. Se un paese non è soddisfatto di un servizio internet, la prassi consolidata è quella di avviare un’azione legale contro il servizio stesso. Utilizzare leggi dell’era pre-smartphone per accusare un CEO di crimini commessi da terze parti sulla piattaforma che gestisce è un approccio fuorviante. Costruire tecnologia è già abbastanza difficile così com’è. Nessun innovatore costruirà mai nuovi strumenti sapendo che potrebbe essere personalmente ritenuto responsabile per un possibile abuso di tali strumenti.

Stabilire il giusto equilibrio tra privacy e sicurezza non è facile. Bisogna conciliare le leggi sulla privacy con i requisiti delle forze dell’ordine, e le leggi locali con quelle dell’UE. Bisogna tenere conto delle limitazioni tecnologiche. Come piattaforma, vuoi che i tuoi processi siano coerenti a livello globale, garantendo allo stesso tempo che non vengano abusati in paesi con uno stato di diritto debole. Ci siamo impegnati a collaborare con i regolatori per trovare il giusto equilibrio. Sì, ci teniamo ai nostri principi: la nostra esperienza è plasmata dalla nostra missione di proteggere i nostri utenti nei regimi autoritari. Ma siamo sempre stati aperti al dialogo.

A volte non riusciamo a trovare un accordo con il regolatore di un paese sull’equilibrio giusto tra privacy e sicurezza. In questi casi, siamo pronti a lasciare quel paese. Lo abbiamo fatto molte volte. Quando la Russia ci ha chiesto di consegnare le “chiavi di crittografia” per consentire la sorveglianza, abbiamo rifiutato — e Telegram è stato bandito in Russia. Quando l’Iran ci ha chiesto di bloccare i canali dei manifestanti pacifici, abbiamo rifiutato — e Telegram è stato bandito in Iran. Siamo pronti a lasciare i mercati che non sono compatibili con i nostri principi, perché non lo facciamo per soldi. Siamo guidati dall’intenzione di fare del bene e difendere i diritti fondamentali delle persone, specialmente nei luoghi dove questi diritti vengono violati.

Tutto ciò non significa che Telegram sia perfetto. Anche il fatto che le autorità possano essere confuse su dove inviare le richieste è qualcosa che dovremmo migliorare. Ma le affermazioni di alcuni media secondo cui Telegram sarebbe una sorta di paradiso anarchico sono assolutamente false. Ogni giorno rimuoviamo milioni di post e canali dannosi. Pubblichiamo rapporti di trasparenza giornalieri (come questo o questo). Abbiamo linee dirette con ONG per gestire più rapidamente le richieste di moderazione urgenti.

Tuttavia, sentiamo voci che dicono che non è abbastanza. L’aumento improvviso del numero di utenti di Telegram a 950 milioni ha causato dolori di crescita che hanno reso più facile per i criminali abusare della nostra piattaforma. È per questo che ho fatto del miglioramento significativo in questo ambito il mio obiettivo personale. Abbiamo già iniziato questo processo internamente e condividerò presto maggiori dettagli sui nostri progressi.

Spero che gli eventi di agosto porteranno a rendere Telegram — e l’intero settore dei social network — più sicuro e più forte. Grazie ancora per il vostro affetto e i vostri meme!


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