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Innovazione

Presentato a Ecomondo il Protocollo d’Intesa della Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano

Realizzare iniziative comuni finalizzate a promuovere lo sviluppo e il ruolo del biometano verso la società civile, le università, le organizzazioni e le istituzioni pubbliche e private in genere. Questo lo scopo principale del Protocollo d’Intesa presentato oggi dalla Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano con il coordinamento di CIC, Consorzio Italiano Compostatori e CIB, Consorzio Italiano Biogas, e la partecipazione di Anigas, Assogasmetano, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Italian Exhibition Group, Legambiente, NGV Italy, Utilitalia. La Piattaforma intende, inoltre, valorizzare le soluzioni tecnologiche innovative per far sì che l’Italia diventi uno dei principali produttori di biometano ed esprima tutto il potenziale nel futuro greening delle attività produttive, della rete gas e della mobilità.

Nei giorni in cui si tiene la conferenza COP23 di Bonn e nel pieno della fiera Ecomondo, i membri della Piattaforma, le cui attività saranno coordinate da CIB e CIC, si sono impegnati a costituire una struttura organizzativa composta da rappresentanti di tutte le realtà coinvolte. Un incontro di cui Ecomondo, la principale fiera internazionale dedicata alla green e circular economy, si è fatta promotrice, stimolando la nascita di questo soggetto.

Obiettivo della Piattaforma e del Protocollo è quindi dare impulso concreto allo sviluppo del settore che potrebbe essere innovativo per la bioeconomia nei prossimi anni. Con un adeguato sistema legislativo a supporto, infatti, l’Italia sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 10 miliardi di m3 di biometano al 2030, di cui almeno 8 da matrici agricole (pari a circa il 12-13% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale), non solo senza ridurre il potenziale dell’agricoltura italiana nei mercati alimentari, ma accrescendo la competitività e sostenibilità delle aziende agricole. La capacità di coprire il fabbisogno italiano annuo passerebbe così dall’attuale 12-13% al 25%. I nuovi investimenti creerebbero, inoltre, 15 mila nuovi green jobs. Già oggi l’Italia è il secondo produttore di biogas europeo dopo la Germania e il quarto produttore mondiale dopo Cina, Germania e Stati Uniti.

Premiato Montello, il primo impianto che immette biometano nella rete di trasporto nazionale
Durante la presentazione del Protocollo d’Intesa, la Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano ha premiato Montello Spa di Bergamo che con il suo impianto, consorziato CIC, è il primo esempio in Italia nella produzione di biometano esclusivamente dal trattamento dei rifiuti organici della raccolta differenziata urbana e nell’immissione di biometano nella rete nazionale gas.

Biometano: benefici per la gestione dei rifiuti, per l’agricoltura e per i trasporti
Prodotto sia da sottoprodotti di origine agricola e colture d’integrazione, sia dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata, la produzione e l’utilizzo del biometano avviene evitando di liberare il carbonio sequestrato nei giacimenti di combustibili fossili. Per questo, il biometano rappresenta un contributo agli obiettivi di contenimento dell’aumento della temperatura fissati dall’Accordo di Parigi per il contrasto ai cambiamenti climatici.

La valorizzazione del biometano – sottolinea la Piattaforma – acquisirebbe un ruolo strategico in accordo con i principi dell’economia circolare nella gestione dei rifiuti urbani, in agricoltura e nel sistema trasporti.

Il CIC stima ad esempio che entro il 2020 si arriverà ad una raccolta di rifiuti organici intorno a 8 Mton/anno, di cui 6 Mton/anno costituiti da FORSU. Se tutta la frazione umida dei rifiuti urbani fosse riciclata negli impianti dedicati, oltre ai 2 Mton/anno di fertilizzante organico si potrebbe generare un quantitativo di biometano pari a circa 300.000.000 kg/anno, più che sufficienti ad alimentare le flotte di mezzi destinati alla raccolta di tutti i rifiuti urbani prodotti.

In ambito agricolo, ricorda il CIB, sono attivi oltre 1300 impianti con una potenza installata di 1200 MW. Dal 2009 il settore della digestione anaerobica in agricoltura ha sviluppato investimenti per oltre 4 miliardi di euro creando 12 mila posti di lavoro, che potrebbero raddoppiare entro il 2020.

Sul fronte dei trasporti, un veicolo a biometano, ad esempio, ha le stesse emissioni di un veicolo elettrico alimentato interamente a energia prodotta da fonte eolica, ovvero 5 gC02eq/Km, il 97% in meno di un analogo veicolo alimentato a benzina. Inoltre, per i motori alimentati a metano e biometano sono praticamente assenti le emissioni di particolato (-90/95% rispetto al gasolio) e gli ossidi di azoto sono ridotti del 50%.


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Idrogeno

La fine di Nikola Corporation la startup che voleva realizzare i camion a idrogeno

Nikola Corporation, che era stata presentata come la Tesla dei camion elettrici a idrogeno  ha presentato istanza volontaria di fallimento  ai sensi del Chapter 11 delle legge americana.

Nikola Corporation, era stata fondata nel 2014 con l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il settore dell’autotrasporto attraverso l’introduzione di camion elettrici e a idrogeno a zero emissioni.

Nel 2016, viene presentato il primo veicolo, il camion a idrogeno Nikola One, che raccoglie pre-ordini per un valore dichiarato di 14 miliardi di dollari. Nonostante le promesse, il Nikola One rimane un prototipo e viene successivamente rimpiazzato dai modelli Nikola Two e Nikola Tre.

Il 4 giugno 2020, Nikola si quota in borsa, beneficiando dell’ondata di speculazione finanziaria che ha caratterizzato l’anno della pandemia di COVID-19. Il valore delle azioni dell’azienda sale rapidamente, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, nonostante l’assenza di un prodotto commercializzato.

Pochi mesi dopo la quotazione, l’agenzia Hindenburg Research pubblica un’analisi che mette in discussione la validità delle tecnologie e delle affermazioni di Nikola. Il report accusa Nikola di aver simulato il funzionamento del suo camion a idrogeno in un video di presentazione, facendolo scorrere in discesa anziché utilizzare un propulsore funzionante. Le accuse di Hindenburg Research provocano un crollo del titolo Nikola in borsa e un grave danno all’immagine dell’azienda.

In seguito alle indagini della Corte di Giustizia statunitense, il fondatore di Nikola viene accusato di frode e finisce in carcere nel 2021. L’azienda dichiara di voler rispettare la tabella di marcia e di concentrarsi sulla consegna di veicoli elettrici Nikola Tre entro la fine dell’anno.

Nel 2022, Nikola avvia la commercializzazione del Nikola Tre in versione elettrica, prodotto nello stabilimento di Coolidge, Arizona. Un anno dopo, due esemplari del Nikola Tre prendono fuoco a causa di problemi al pacco batterie. L’azienda è costretta a richiamare tutti gli esemplari in commercio e a sospendere la produzione di camion elettrici.

Con una liquidità di soli 47 milioni di dollari e un titolo azionario crollato del 98% in 12 mesi, Nikola è stata ostretta ad avviare la procedura di Chapter 11, mettendo all’asta i propri beni per rimborsare i creditori.

Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l’uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite.


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Idrogeno

Parte la sperimentazione in Lombardia dei treni a Idrogeno e della loro logistica

Entreranno in servizio nel giro di un anno i 14 treni a idrogeno sulla linea ferroviaria lombarda non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, progettati da Alstom, che andranno a sostituire gli attuali treni a gasolio e potranno percorrere fino a 600 chilometri con un pieno, rilasciando nell’aria solo vapore acqueo.

È stato inaugurato a Rovato, in provincia di Brescia, l’impianto per la manutenzione e il rifornimento dei convogli che verranno gestiti da Trenord, mentre altri tre siti sono in fase di costruzione e serviranno a produrre e stoccare l’idrogeno.
I treni verranno alimentati da veicoli provvisti di grandi bombole con pressione a 500 bar. I tempi di rifornimento variano tra 30 e 60 minuti, grazie a un sistema mobile che non necessita di compressione e stoccaggi fissi ad alta pressione.

Sul primo dei 14 treni acquistati attraverso i finanziamenti di Regione Lombardia, arrivato lo scorso 23 gennaio, sono in corso i test e le attività di collaudo necessari per l’avvio del servizio commerciale, previsto entro il primo semestre del 2026. L’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni.

L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da FNM, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede:

  • messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante;
  • realizzazione di 3 impianti di produzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 a Iseo (mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2), ad Edolo e a Brescia (mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile);
  • realizzazione di 4 impianti di rifornimento di idrogeno a Rovato (destinato principalmente alle attività di messa in servizio e successivamente alle fasi di manutenzione dei treni) e a Iseo, Edolo e Brescia (dotati di stoccaggio e destinati a rifornire i treni nel corso del servizio commerciale);
  • realizzazione di un impianto di deposito e manutenzione dei treni a Rovato, specificatamente progettato e realizzato per treni a idrogeno;
  • adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni interessate dal servizio dei nuovi treni.

Nell’impianto di Rovato  sono presenti:

  • cinque binari di sosta dei treni all’aperto;
  • un impianto di manutenzione treni dotato di due binari al chiuso per la manutenzione (attrezzati per l’accesso al treno tramite fossa di visita e tramite passerelle aeree), un binario coperto all’aperto per il lavaggio dei treni, carroponte, calacarrelli, magazzini, armadi per lo stoccaggio delle batterie di ricambio dei treni, colonnine per la connessione dei treni alla rete elettrica e zona uffici e servizi per il personale;
  • un impianto di rifornimento dei treni a idrogeno, attrezzato con dispenser per erogare idrogeno alla pressione di 350 bar e baia per ricovero del carro bombolaio, nonché di impianto di flussaggio e inertizzazione (utile per lo svuotamento dei serbatoi dell’idrogeno del treno quando previsto ai fini manutentivi).

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In Evidenza

Verso la Notte europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori 2025: seminari per giornalisti su fisica quantistica e scienza della sicurezza

In preparazione della prossima edizione della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, che si terrà a settembre, NET, in collaborazione con Stampa Romana, propone un ciclo di seminari formativi sui principali temi della scienza e della ricerca italiana. I primi due appuntamenti sono previsti per il 14 febbraio 2025 e il 14 marzo 2025 dalle 10:00 alle 13:00. (altro…)


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