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Innovazione

Premio innovazione amica dell’ambiente: ecco i vincitori 2017

Ci sono esperienze che raccontano bene l’innovazione d’impresa in campo ambientale, come quelle cui Legambiente ha assegnato il suo Premio Innovazione amica dell’ambiente. Sette premi (uno per ogni categoria prevista) e sette menzioni speciali, per un totale di 14 realtà che hanno messo a punto innovazioni di prodotto, di processo, di servizi, di sistema, tecnologiche e gestionali che hanno dimostrato di contribuire a significativi miglioramenti orientati alla sostenibilità ambientale. Storie, quindi, non solo di buoni propositi, ma di esperienze già in campo, che si segnalano per originalità e per potenzialità di sviluppo, e che rappresentano una chiave vincente sotto il profilo ambientale, sociale, occupazionale ed economico.

“All’inizio, l’innovazione amica dell’ambiente era limitata a miglioramenti nei cicli produttivi e al contenimento delle emissioni inquinanti – ha commentato il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani -. Oggi, premiamo innovazione industriale, servizi, comunità energetiche e prodotti, siamo in una fase di grandi cambiamenti in cui il desiderio di investire sulla sostenibilità ambientale appare irrinunciabile e, soprattutto, trasversale a più settori, come dimostrano bene i progetti premiati: innovazioni che portano a indubbi vantaggi ambientali, che mettono in campo già oggi a larga scala le tecnologie del futuro, prodotti che migliorano ambiente e relazioni sociali, che si presentano come un’alternativa ai combustibili fossili, progetti che affrontano il degrado delle città proponendo stili di vita sostenibili”.

Giunto alla sua quindicesima edizione, il premio prevede sette categorie: suolo, agricoltura e sistemi alimentari; mobilità sostenibile; abitare in comunità smart; edilizia e rigenerazione urbana; economia circolare; società benefit e benefit corporation; sistemi e comunità energetiche.

I premiati sono:

Suolo, agricoltura e sistemi alimentari
Premio: Green Code srl. DEMETRA – fitofarmaco totalmente naturale per il trattamento post raccolta della frutta, che stoppa la maturazione e allunga la vita dei prodotti ortofrutticoli sugli scaffali, abbattendo gli sprechi e i consumi elettrici.

Mobilità sostenibile
Premio: Energica Motor Company SpA. Energica Motor Company S.p.A. è l’unica casa costruttrice di moto elettriche ad elevate prestazioni, le uniche al mondo con fast charge integrato.
Menzione: Edisonweb. MVMANT è una soluzione di mobilità urbana intelligente che rappresenta la sintesi perfetta tra autobus e taxi: veicoli che circolano su linee fisse con servizio su richiesta. MVMANT è stato supportato dal programma europeo frontierCities e selezionato tra oltre 2200 candidature dal Dubai Future Accelerators.

Abitare in comunità smart
Premio: Comune di Barrali per la “La Grande sfida Riciclona”, ideata per promuovere la raccolta differenziata e che ha come finalità comunicativa quella di premiare i cittadini che accettano di essere monitorati e che attuano comportamenti sostenibili.
Menzione: CasaNetural. Community che sviluppa progetti di innovazione sociale, condivide uno spazio di coworking, ospita professionisti e freelancer da tutto il mondo in coliving.

Edilizia e rigenerazione urbana
Premio: Tubus System Italia srl. Realizzazione di un nuovo tubo dentro quello esistente senza alcuna demolizione, senza disagi e senza generare macerie. La nuova tubazione, che ha una durata certificata di almeno 50 nni, è composta di un materiale plastico molto resistente, privo di Bisfenolo-A e riciclabile al 100%.
Menzione: Catalyst srl. Sistemi per rigenerare il materiale inerte – prodotti Carrara-Block e Ri-Block derivati dal marmo rigenerato e dalla demolizione rigenerata.

Economia circolare
Premio: Iterchimica srl per un additivo innovativo che permette di produrre asfalto partendo al 100% da asfalto riciclato (proveniente dalla demolizioni di pavimentazioni ammalorate o a fine vita), senza aggiunta di bitume o aggregati (ghiaia e sabbia) vergini, a temperatura ambiente invece di 180°, e con la possibilità di colorarlo con ossidi (mentre in precedenza era possibile colorare con ossidi solo gli asfalti fatti a 180°).
Menzione: Cooperativa Sociale “Felici da Matti”. Produzione di sapone solido ottenuto dal recupero di olio vegetale esausto con l’aggiunta di acqua e soda caustica, e una linea di detergenti per la casa ottenuti sempre da oli post consumo e aromatizzati con oli essenziali biologici di bergamotto, limone, citronella ed eucalipto.
Mercatino srl. Applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment) nell’analisi della riduzione dell’impatto ambientale associato al riutilizzo di beni usati.

Società Benefit e B Corp
Nuova forma giuridica di impresa, introdotta in Italia con la legge 28 dicembre 2015, n. 208, commi 376-383 e allegati 4 – 5, vigilata dall’Antitrust, in cui è statutariamente prevista, sullo stesso piano del profitto, la generazione di benefici pubblici misurabili, in campo ambientale e sociale.
Premio: Mondora srl sb. Cycle2Work è un progetto che permette di incentivare i colleghi all’utilizzo della bicicletta o dei piedi come mezzo di trasporto preferito per recarsi al lavoro. Dal punto di vista finanziario il collega può decidere di utilizzare il rimborso chilometrico prodotto nel viaggio casa-lavoro per l’acquisto di una bicicletta.
Menzione: Nativa srl sb. Better Product è una piattaforma collaborativa che mette a sistema tutti gli attori che contribuiscono allo sviluppo del prodotto per valutarne e migliorarne gli impatti ambientali e sociali fin dalla fase di design e in ottica di ciclo di vita del prodotto. Attraverso questo strumento l’innovazione tende rapidamente verso livelli sempre più alti di sostenibilità e qualità.

Sistemi e comunità energetiche
Premio: ForGreen Spa. WeForGreen Sharing nasce per unire le persone attorno alla produzione e al consumo di energia rinnovabile senza il bisogno di installare un impianto sul tetto della propria casa. In WeForGreen si può essere soci Autoproduttori o soci Consumatori. I primi, acquistando quote di impianti, producono e consumano energia rinnovabile e la cooperativa gli restituisce ogni anno un ristorno proporzionale al numero di quote sottoscritte. I secondi possono consumare nelle proprie abitazioni energia 100% rinnovabile ad un prezzo vantaggioso da mercato all’ingrosso.
Menzione: Teon srl. TINA e RETINA sono pompe di calore idrotermiche, elettriche, ad alta temperatura per la produzione di riscaldamento «rinnovabile»: RETINA rappresenta la versione reversibile, in grado di produrre anche il raffrescamento estivo.


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Energia

Come è fatta una stazione di rifornimento a idrogeno

Una stazione di rifornimento idrogeno è in tutto e per tutto simile a quello che siamo abituati a vedere nella nostra quotidianità con le stazioni di fornimento di benzina e gasolio. La differenza è che una stazione di rifornimento a idrogeno è asservita a una mobilità idrogeno a zero emissioni. S

i compone di diverse parti, la prima tra tutte è ovviamente l’idrogeno, che può essere prodotto in loco tramite elettrolisi da fonti rinnovabili, oppure può essere trasportato dall’esterno, prodotto esternamente e portato all’interno della nostra stazione di rifornimento, in contenitori gassosi.

Una volta che abbiamo il nostro idrogeno all’interno della stazione di rifornimento, questo deve essere compresso ad altissime pressioni, 900-950 bar circa per poter permettere poi il rifornimento a vetture leggere o pesanti che siano.

Prima di poter però permettere il rifornimento bisogna raffreddare l’idrogeno a temperature intorno ai -40°, questo ci permette di operare in sicurezza un rifornimento in tempi che sono paragonabili a quelli della mobilità tradizionale, nell’ordine dei 5 minuti per fare un piano.

Completa il quadro della situazione della stazione di rifornimento, il dispenser, vale a dire, il bocchettone, che ci permette di fare il pieno, molto simile a quello ad oggi utilizzato per il GPL.


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Idrogeno

La fine di Nikola Corporation la startup che voleva realizzare i camion a idrogeno

Nikola Corporation, che era stata presentata come la Tesla dei camion elettrici a idrogeno  ha presentato istanza volontaria di fallimento  ai sensi del Chapter 11 delle legge americana.

Nikola Corporation, era stata fondata nel 2014 con l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il settore dell’autotrasporto attraverso l’introduzione di camion elettrici e a idrogeno a zero emissioni.

Nel 2016, viene presentato il primo veicolo, il camion a idrogeno Nikola One, che raccoglie pre-ordini per un valore dichiarato di 14 miliardi di dollari. Nonostante le promesse, il Nikola One rimane un prototipo e viene successivamente rimpiazzato dai modelli Nikola Two e Nikola Tre.

Il 4 giugno 2020, Nikola si quota in borsa, beneficiando dell’ondata di speculazione finanziaria che ha caratterizzato l’anno della pandemia di COVID-19. Il valore delle azioni dell’azienda sale rapidamente, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, nonostante l’assenza di un prodotto commercializzato.

Pochi mesi dopo la quotazione, l’agenzia Hindenburg Research pubblica un’analisi che mette in discussione la validità delle tecnologie e delle affermazioni di Nikola. Il report accusa Nikola di aver simulato il funzionamento del suo camion a idrogeno in un video di presentazione, facendolo scorrere in discesa anziché utilizzare un propulsore funzionante. Le accuse di Hindenburg Research provocano un crollo del titolo Nikola in borsa e un grave danno all’immagine dell’azienda.

In seguito alle indagini della Corte di Giustizia statunitense, il fondatore di Nikola viene accusato di frode e finisce in carcere nel 2021. L’azienda dichiara di voler rispettare la tabella di marcia e di concentrarsi sulla consegna di veicoli elettrici Nikola Tre entro la fine dell’anno.

Nel 2022, Nikola avvia la commercializzazione del Nikola Tre in versione elettrica, prodotto nello stabilimento di Coolidge, Arizona. Un anno dopo, due esemplari del Nikola Tre prendono fuoco a causa di problemi al pacco batterie. L’azienda è costretta a richiamare tutti gli esemplari in commercio e a sospendere la produzione di camion elettrici.

Con una liquidità di soli 47 milioni di dollari e un titolo azionario crollato del 98% in 12 mesi, Nikola è stata ostretta ad avviare la procedura di Chapter 11, mettendo all’asta i propri beni per rimborsare i creditori.

Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l’uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite.


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Idrogeno

Parte la sperimentazione in Lombardia dei treni a Idrogeno e della loro logistica

Entreranno in servizio nel giro di un anno i 14 treni a idrogeno sulla linea ferroviaria lombarda non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, progettati da Alstom, che andranno a sostituire gli attuali treni a gasolio e potranno percorrere fino a 600 chilometri con un pieno, rilasciando nell’aria solo vapore acqueo.

È stato inaugurato a Rovato, in provincia di Brescia, l’impianto per la manutenzione e il rifornimento dei convogli che verranno gestiti da Trenord, mentre altri tre siti sono in fase di costruzione e serviranno a produrre e stoccare l’idrogeno.
I treni verranno alimentati da veicoli provvisti di grandi bombole con pressione a 500 bar. I tempi di rifornimento variano tra 30 e 60 minuti, grazie a un sistema mobile che non necessita di compressione e stoccaggi fissi ad alta pressione.

Sul primo dei 14 treni acquistati attraverso i finanziamenti di Regione Lombardia, arrivato lo scorso 23 gennaio, sono in corso i test e le attività di collaudo necessari per l’avvio del servizio commerciale, previsto entro il primo semestre del 2026. L’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni.

L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da FNM, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede:

  • messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante;
  • realizzazione di 3 impianti di produzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 a Iseo (mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2), ad Edolo e a Brescia (mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile);
  • realizzazione di 4 impianti di rifornimento di idrogeno a Rovato (destinato principalmente alle attività di messa in servizio e successivamente alle fasi di manutenzione dei treni) e a Iseo, Edolo e Brescia (dotati di stoccaggio e destinati a rifornire i treni nel corso del servizio commerciale);
  • realizzazione di un impianto di deposito e manutenzione dei treni a Rovato, specificatamente progettato e realizzato per treni a idrogeno;
  • adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni interessate dal servizio dei nuovi treni.

Nell’impianto di Rovato  sono presenti:

  • cinque binari di sosta dei treni all’aperto;
  • un impianto di manutenzione treni dotato di due binari al chiuso per la manutenzione (attrezzati per l’accesso al treno tramite fossa di visita e tramite passerelle aeree), un binario coperto all’aperto per il lavaggio dei treni, carroponte, calacarrelli, magazzini, armadi per lo stoccaggio delle batterie di ricambio dei treni, colonnine per la connessione dei treni alla rete elettrica e zona uffici e servizi per il personale;
  • un impianto di rifornimento dei treni a idrogeno, attrezzato con dispenser per erogare idrogeno alla pressione di 350 bar e baia per ricovero del carro bombolaio, nonché di impianto di flussaggio e inertizzazione (utile per lo svuotamento dei serbatoi dell’idrogeno del treno quando previsto ai fini manutentivi).

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