Economia circolare
Legambiente: sono soltanto 13 i ‘Comuni Rifiuti Free’ in Piemonte
Una transizione completa a un’economia circolare in Europa potrebbe generare risparmi per circa 2 mila miliardi di euro entro il 2030; un aumento del 7% del PIL dell’UE, con un aumento dell’11% del potere d’acquisto delle famiglie e 3 milioni di nuovi posti di lavoro. Sono i dati da cui è partito il primo EcoForum per l’Economia Circolare del Piemonte organizzato a Torino da Legambiente nell’ambito della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti e in cui si è parlato delle migliori esperienze piemontesi in tema di economia circolare e al tempo stesso della necessità di politiche per rendere più virtuosa la gestione dei rifiuti nella nostra regione.
Un Piemonte che certo non brilla sul fronte della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata. Secondo i dati presentati da Legambiente nel dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2017 sono soltanto 13 i Comuni Rifiuti Free che, oltre ad aver raggiunto il 65% di RD, producono meno di 75 kg pro capite l’anno di rifiuti indifferenziati. Ma a preoccupare l’associazione ambientalista è anche l’esigua percentuale di Comuni che superano il 65% di raccolta differenziata previsto per legge: appena 242 su 1202, poco più del 20% del totale. A colpire è soprattutto la stasi, se non addirittura il peggioramento, delle performance di differenziata di diverse città; prima tra tutte Torino, che dal 2010 al 2016 non si è mossa di un solo punto percentuale, assestandosi su un misero 42%. Risultato insoddisfacente che traina in negativo tutta la pianificazione regionale. A far compagnia al capoluogo piemontese la città di Alessandria che addirittura ha perso in 7 anni 4 punti percentuali, passando da un 48% di raccolta differenziata nel 2010 al 44% del 2016. Eppure qualche spiraglio di luce si vede. Basti pensare alle conferme dei buoni risultati raggiunti ormai da anni a Verbania e Novara ma soprattutto ai balzi in avanti fatti da Vercelli, Biella e Cuneo.
“La strada da fare è ancora molta – dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente e Valle d’Aosta -. Nonostante siano ormai diverse in Piemonte le esperienze di successo portate avanti nell’ambito della nascente economia circolare, continua a fare da zavorra la timidezza delle politiche pubbliche. Basti pensare che 8 Comuni piemontesi su 10 non rispettano ancora gli obiettivi di raccolta differenziata previsti per legge e che in tutta la regione appena l’1,08% dei Comuni sono Rifiuti Free. Il confronto con altre regioni è sconfortante: in Veneto i Comuni Rifiuti Free sono 169 pari al 35% del totale, in Trentino-Alto Adige 61 pari al 18,7% dei Comuni della regione. Per uscire da questa impasse -continua Dovana- bisogna guardare alle politiche virtuose di gestione dei rifiuti messe in campo dalle amministrazioni che hanno ottenuto i risultati migliori: un mix di ingredienti fatto di incentivi e disincentivi premianti per i cittadini che fanno bene la raccolta differenziata e svantaggiosi per gli altri, secondo il principio del ‘chi più inquina, più paga’, accompagnato da una raccolta dei rifiuti capace di ottenere buoni risultati non solo in termini di quantità ma anche di qualità”.
I 13 Comuni Rifiuti Free del Piemonte, quelli che oltre ad essere “ricicloni”, hanno deciso di puntare sulla riduzione del residuo non riciclabile da avviare a smaltimento, sono Barone Canavese (To), Pecetto di Valenza (Al), Vignone (Vb), Castelletto Monferrato (Al), Baldissero Torinese (To), Vogogna (Vb), Poirino (To), Quassolo (To), Riva presso Chieri (To), Quincinetto (To), Montaldo Torinese (To), Pavarolo (To), Azzano d’Asti (At). Legambiente li ha premiati nel corso dell’EcoForum ed ha sottolineato come i risultati in questi Comuni siano stati ottenuti con ricette diverse ma con un denominatore comune: la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una raccolta domiciliare porta a porta, un’informazione e sensibilizzazione continua ed efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso.
“Oggi è più che mai strategico connettere il tema delle filiere dei rifiuti con quello dell’economia circolare, ossia di come i materiali potrebbero essere mantenuti all’interno di cicli produttivi, sottraendoli quindi al fine vita e al problema dello smaltimento. Occorre -continua il presidente regionale di Legambiente- fare un balzo culturale in avanti, trattando il tema dei rifiuti non partendo dalla fine, cioè dallo smaltimento, ma dall’inizio, cioè dalla loro produzione. La sfida è evitare che enormi quantità di materia diventino rifiuti, contribuendo a far crescere discariche o all’apertura di nuovi inceneritori, e invece dar vita a nuove filiere produttive in grado di rispondere non solo ad un problema ambientale ma anche economico ed occupazionale. Una triplice sfida che si può vincere ma con l’impegno di tutti: amministrazioni, cittadini e mondo delle imprese. Nessuno si deve sentire dispensato”.
Anche di questo si è parlato in occasione del primo EcoForum per l’Economia Circolare del Piemonte dove ha trovato spazio il racconto di diverse realtà del territorio che hanno già investito e scommesso su un nuovo modello produttivo, chiudendo il cerchio e contribuendo a fare dell’Italia la culla della nascente economia circolare. Imprese sociali e aziende impegnate nella gestione sostenibile dei rifiuti, del riuso, e del riciclaggio come G.A.I.A., che dal 2003 ha costruito e gestisce tutti gli impianti per il trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani dell’Astigiano. La sua attività permette alla provincia di Asti di essere autonoma nella gestione dei rifiuti, con il massimo recupero dei materiali, a partire dal compost di qualità che viene utilizzato da diverse aziende agricole della zona. Solidarietà, lavoro e salvaguardia dell’ambiente sono il tratto distintivo anche del progetto RI-Generation, che nasce dalla collaborazione fra il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero, e l’imprenditore torinese Giorgio Bertolino, titolare della Astelav di Vinovo (TO), azienda leader nella distribuzione di ricambi per elettrodomestici, che insieme hanno deciso di promuovere il recupero e la vendita di lavatrici e lavastoviglie rigenerate. O ancora la cooperativa Triciclo che gestisce il Centro del Riuso di via Arbe a Torino offrendo ai cittadini la possibilità di affidare i propri beni usati inutilizzati o di scarto, a chi possa avviarli al riutilizzo.
Il dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2017 si può scaricare su: http://bit.ly/2B8Poqm
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Economia circolare
VIII EcoForum per l’Economia Circolare – Per la prima volta calano i Comuni Rifiuti Free in Piemonte
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In libreria ‘Il Rigiocattolo’ di Letizia Palmisano: la sostenibilità in una fiaba per tutte le età
Il 13 dicembre esce nelle librerie ‘Il Rigiocattolo’ di Letizia Palmisano, giornalista ambientale, saggista e divulgatrice TV, edito da Città Nuova e illustrato sapientemente dall’illustratrice Anna Curti. Il libro è una fiaba ecologista – ispirata a principi di economia circolare – che ha come protagonisti dei giocattoli un po’ malandati ai quali il destino riserva un futuro diverso da quello di molti altri balocchi, spesso destinati ad essere buttati una volta rotti. (altro…)
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Economia circolare
Archeoplastica: la storia dei prodotti attraverso i contenitori di plastica finiti sulla spiaggia
Il progetto Archeoplastica ha la finalità di sensibilizzare sul tema dell’inquinamento dei mari determinato dall’utilizzo della plastica e, nello specifico, dalla scorretta gestione del fine vita della stessa.
Archeoplastica è un progetto per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento da plastica e promuovere un uso più consapevole e responsabile di questo materiale. Dal 2018 sono stati selezionati numerosi rifiuti di plastica, datati dai 30 ai 60 anni fa, per realizzare un museo virtuale e diverse mostre nelle scuole e in altri luoghi pubblici.
La messa in mostra di reperti di plastica spiaggiata di oltre cinquant’anni fa è il pretesto per raccontare una storia senza fine, quella della plastica, immortale, che si accumula sempre di più nei nostri mari. Solo la conoscenza e la consapevolezza del problema potranno portare al cambiamento di ciascuno di noi nell’uso quotidiano della plastica.
Non sussiste alcuna volontà da parte di Archeoplastica di accusare e denigrare le aziende produttrici dei prodotti rinvenuti in mare ed esposti nel presente museo virtuale, né tantomeno sussiste alcuna volontà di agganciamento ai marchi stessi.
I marchi citati sono riportati al solo fine di dimostrare la datazione dei rifiuti rinvenuti.
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