Arte
La Cabina dell’arte diffusa lancia un concorso d’idee per la progettazione, realizzazione e installazione del suo arredamento interno
Una cabina telefonica è diventata anche una cabina d’arte diffusa e si trova nei giardinetti di Piazza Peyron a Torino dove è possibile trovare riviste e libri d’arte che possono essere prelevati e letti o studiati sulle panchine dei giardinetti e poi riposti. La cabina è accessibile alle persone con disabilità.
Torino ha bisogno di bellezza, da vedere, da leggere, da studiare, da conoscere, da trasmettere. Lo può fare anche al di fuori dei luoghi istituzionali, anche al di fuori degli eventi costosi.
Il telefono è il simbolo della comunicazione, e non a caso questo esempio di arte comunicata e trasmessa vuole lanciare un messaggio nel luogo più consono. I libri e le riviste non impediscono o limitano l’esercizio per cui è stata costruita la cabina: telefonare, non alterano le strutture dell’impianto.
E’ una cabina aperta a chiunque, disponibile ad accogliere libri e riviste d’arte che altri intenderanno donarle, a beneficio di tutti per prendere le pubblicazioni, leggerle o studiarle ai giardinetti di fronte, per riporle dopo l’uso.
La Cabina dell’Arte Diffusa lancia un concorso d’idee per la progettazione, realizzazione e installazione dell’arredamento interno, destinato ad accogliere la biblioteca. Possono partecipare tutti, in particolare il concorso è aperto a designers, architetti, falegnami, bricoleurs, in forma singola od occasionalmente ed informalmente associata.
L’arredo interno dovrà prevedere la possibilità di alloggiare i libri che vengono donati dal pubblico alla Cabina, non rappresentare pericolo in caso di danneggiamento o vandalismo, in particolare nei confronti dei bambini, consentire la visibilità attraverso i vetri superiori per altri utilizzi.
L’altezza massima dal piano pavimento interno deve essere compresa tra 100 e 140 cm. Non devono essere presenti spigoli vivi orientati verso l’esterno. E’ ammesso e raccomandato l’utilizzo di materiale di recupero. Come tutte le attività legate alla Cabina, la partecipazione è volontaria, libera, gratuita.
Non prevede rimborsi o premi o compensi. Non promette nè celebrità nè successo. Garantisce la visibilità del vincitore unicamente per il fatto di essere sulla pubblica piazza: non si millanta altra forma di visibilità reale o farlocca, se non il nominare l’ideatore/i del progetto prescelto ad ogni occasione utile.
Questa iniziativa, come tutte le altre della Cabina, è finalizzata alla condivisione di beni comuni direttamente da parte dei cittadini, al loro riutilizzo in forma partecipata e alternativa, nonchè diretta tra tutte le parti in gioco, senza intermediazioni di alcun tipo.
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Arte
Giorgio de Chirico precursore del Surrealismo: una mostra a cent’anni dalla nascita del movimento
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra, curata da Victoria Noel-Johnson, è la prima esposizione a porre l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno cruciale per la fondazione del movimento francese, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale. In quanto tale, l’esposizione intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, nella mostra viene esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un vero e proprio conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918).
In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante tale periodo (1921-1928), dimostrano l’esatto contrario da quanto articolato da Breton. In tale ottica, il visitatore troverà in mostra una ricca selezione di
opere compiute durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921-1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Esempi presenti in mostra includono i magnifici Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Come accertato, il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla formidabile Lucrezia, 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre, 1922, e dall’Autoritratto, 1925 – la prima opera dechirichiana acquistata dallo Stato Italiano – dai quali traspare evidente la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci, da lungo denominata come una “metafisica continua”, è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), una chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, questo avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino), 1923, e Ulisse (Autoritratto), 1924, entrambi esposti in mostra. La presenza di questi dipinti (già collezione Éluard) evidenzia la conflittualità tra la critica surrealista verso le opere degli anni Venti di de Chirico e tale realtà poco conosciuta.
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Tour dei CCCP 2024 in Italia. C’è anche la tappa di Collegno per il Flowers Festival
Il 17 febbraio i CCCP avevano annunciato che avrebbero fatto dopo più di trent’anni una serie di concerti in Italia, dopo il clamoroso successo delle tre date consecutive a Berlino il 24, 25 e 26 febbraio.
Mercoledì 13 marzo i CCCP hanno svelato in occasione della presentazione del disco Altro Che Nuovo Nuovo, le date del tour che partirà da Bologna per chiudersi a Melpignano.
Il tour dei CCCP si chiama “In FEDELTÀ la LINEA c’è”, con una evidente citazione al loro primo Lp Affinità-divergenze tra il compagno Togliatti e noi.
La prima tappa sarà a Bologna il 21 maggio, per essere poi a Milano il 21 maggio , il 13 giugno all’Ippodromo delle Capannelle a Roma, al Flowers festival di Collegno vicino a Torino il 27 giugno, a Perugia il 28 giugno, a Catania il 4 luglio, poi Vicenza il 12 luglio, Servigliano (Fermo) il 21 luglio, Firenze il 26 luglio, Alghero il 3 agosto, e Melpignano, in provincia di Lecce, il 9 agosto.
Il concerto dei CCCP – Fedeli alla Linea all’interno di Flowers Festival 2024 sarà giovedì 27/06/2024 con apertura con apertura dei cancelli alle ore 19 e inizio del concerto alle ore 22.00. I biglietti costano 40 euro piu prevendita. . Sede del concerto è il Cortile della Lavanderia a Vapore nel Parco della Certosa a Collegno in Corso Pastrengo, 51.
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‘Nuove forme di partecipazione per un’alleanza educativa all’insegna della bellezza’ il 2 febbraio al Castello di Rivoli con Michelangelo Pistoletto
Venerdì 2 febbraio dalle ore 14:00 sino alle 19:00 si terrà il Corso “Nuove forme di partecipazione: scuola, Musei, Terzo Settore per un’alleanza educativa sotto il segno della bellezzza” nella Sala Conferenze del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, promosso da UCSI Piemonte e UCSI Nazionale, con il Patrocinio della FNSI – Federazione Nazionale Stampa Italiana* e della Società di San Vincenzo De Paoli. Il corso riconosce 5 crediti formativi per i giornalisti.
La giornata di studio è stata organizzata dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea – in partnership con Cometa di Como, la Fondazione Horcynus Orca di Messina e con la Fondazione Moderni di Roma – nell’ambito del Progetto Di Bellezza Si Vive, un progetto quadriennale selezionato nell’ambito del Bando UN PASSO IN AVANTI dall’impresa sociale Con I Bambini e giudicato tra i diciotto progetti nazionali più innovativi che, coerentemente con l’obiettivo del Fondo, contribuiscono a rendere operante una strategia nazionale di lotta alla povertà educativa dei minori, problema di sempre maggiore rilevanza nazionale, con effetti di lungo periodo.
Il progetto ha inteso creare, con un percorso di ricerca-azione sperimentale, un metodo educativo originale, validato scientificamente, che dimostra come la bellezza, nel campo dell’arte visiva, della musica, del teatro, della danza, del paesaggio, della cura dei luoghi, rappresenti un’esperienza capace di estendere il potenziale degli individui da un punto di vista emozionale, cognitivo e comportamentale, possa contrastare la povertà educativa, migliorando le condizioni di vita e, in ultima analisi, riducendo i costi sociali.
Il Corso avrà come ospite d’eccezione Michelangelo Pistoletto e inizierà in modo totalmente esperienziale, nello stile di Di Bellezza si Vive, offrendo ai giornalisti e ai partecipanti una visita alla mostra Michelangelo Pistoletto. Molti di uno – a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria – e alla Biblioteca del Castello di Rivoli, specializzata in arte del XX e XXI secolo. Qui si potranno apprezzare foto e bozzetti progettuali degli orti e degli elaborati, nel rispetto degli elementi naturali utilizzati nel corso della ricerca- azione di progetto a Como, Rivoli, Messina e Poli.
Le installazioni, realizzate sul concetto di orto-giardino, prendono ispirazione dal lavoro di artisti contemporanei, coinvolgendo una comunità globale nella realizzazione di orti parola, tra questi lo stesso Pistoletto, con il suo segno-simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio, mentre quello centrale rappresenta il grembo generativo della nuova umanità.
Dopo Francesco Manacorda, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Stefano Tallia, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte è previsto il primo Ispirational Talk: Specchio delle mie brame nel quale, grazie alla moderazione di Paola Saluzzi, conduttrice di L’Ora Solare di TV2000, Michelangelo Pistoletto e Ugo Morelli, psicologo e saggista, referente scientifico del Progetto Di Bellezza Si Vive, si confronteranno sulla relazione educativa che è una relazione di rispecchiamento, nella quale ognuno di noi cresce in quanto considerato nello sguardo e nell’attenzione di un’altra o di un altro.
Nel Dissemination talk successivo, saranno presentate tre diverse esperienze di contrasto alla povertà educativa, realizzate nell’ambito del Progetto Di Bellezza Si Vive: a Como dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea in partnership con Cometa, a Messina con la Fondazione Horcynus Orca nell’ambito della sperimentazione dell’Urban Macho, a Poli, in provincia di Roma, con la Fondazione Mario Moderni. L’educazione è troppo spesso il trionfo della bruttezza, di un peso per gli studenti che può arrivare fino al rifiuto. Il Desiderio, la Bellezza, il Piacere della conoscenza non possono avere comandanti, non hanno padroni, sono liberi e vivificano la pratica pedagogica, alimentando la creatività, l’innovazione. Desiderare è indispensabile per Immaginare, apprendere, creare. A presentare le tre esperienze Giorgia Turchetto, Responsabile del Progetto DBSV, Paola Zanini, Responsabile Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, Erasmo Figini, Fondatore di Cometa, Gaetano Giunta, Fondatore di Fondazione Messina, Anna Riglioni, Presidente della Fondazione Mario Moderni, Carola Carazzone, Segretario Generale Assifero e Vicepresidente di Philea –Philanthropy Europe Association.
Infine, l’ultimo Dissemination Talk approfondisce su come scegliere di comunicare quando si desidera trasmettere un messaggio innovativo e rivoluzionario come quello della Bellezza. Ancor di più quando si intende far sì che questo messaggio sia immaginato e creato insieme. Comunicare Bellezza è un atto creativo, intenzionale che ci mette in comunicazione profonda, autentica con gli altri. Affrontano questa tematica Fabrizio Minnella, Responsabile Comunicazione Con i Bambini, Vincenzo Varagona, Presidente UCSI Nazionale, Alessandro Ginotta, Presidente UCSI Piemonte, Emilio Casalini, Autore e Conduttore del programma televisivo Generazione Bellezza, e Giorgia Turchetto, Responsabile progetto Di Bellezza si Vive.
Obiettivo del Corso è far comprendere le esperienze realizzate nei territori dai diversi partner del Progetto che con competenze diverse operano nell’ambito dell’educazione attraverso l’arte contemporanea e le nuove forme di partecipazione, ma soprattutto lo scopo è far acquisire informazioni e competenze sulle modalità innovative di ricerca, azione e comunicazione riconducibili principalmente all’education through art e all’art based research utilizzate dai partner nell’ambito Di Bellezza Si Vive.
Un Progetto che è consistito nella formazione dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado che ha coinvolto più di 5000 ragazzi e ragazze a livello nazionale, consentendo loro di condividere e costruire una diversa modalità di fruire l’arte, in grado di renderli pienamente protagonisti nell’interpretazione e ri-significazione dei loro spazi di vita e del loro territorio, partecipi, fin dalle prime fasi della ricerca-azione, in un dialogo tra pari, con gli artisti e il Museo stesso.
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