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Clima

Climathon 2017 a Torino raccontato live su Massa Critica

Per il secondo anno consecutivo, il 26 e 27 ottobre Torino è tra le 112 città in 44 Paesi in tutto il mondo ad ospitare Climathon, la maratona sull’ambiente promossa da Climate-KIC, il più grande partenariato europeo sulla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Massa Critica racconterà dal vivo le fasi del Climathon 2017, seguiteci 

La prima edizione di Climathon aveva richiamato 60 partecipanti, mentre quest’anno saranno circa 100  selezionati che vivranno per 24 ore all’ Environment Park di Torino e, divisi in squadre, si sfideranno nella progettazione di soluzioni digitali innovative – abilitate dall’Internet of Thing che possano aiutare la Città di Torino a migliorare la programmazione e la gestione delle politiche ambientali locali e a promuovere attività di mitigazione, in risposta ai fenomeni naturali e potenzialmente catastrofici prodotti dai cambiamenti climatici.

Partner di Climathon 2017 Torino sono Arpa Piemonte, Csi Piemonte, Istituto Superiore Mario Boella, Fondazione Scuola, Open Incet, Politecnico di Torino, Polo CLEVER, SiTI, Torino Wireless e Università degli Studi di Torino. Main sponsor dell’iniziativa e Vodafone, mentre i Supporter sono IREN e Top-IX.

Particolare attenzione sarà rivolta alla dimensione di quartiere, con riferimento alle aree territoriali più a rischio e alle categorie sociali più vulnerabili.L’obiettivo è contribuire a rafforzare la resilienza dei territori migliorando la qualità della vita nella città e la sua attrattività, grazie ad un uso più efficiente e mirato delle risorse pubbliche e, allo stesso tempo, grazie ad un coinvolgimento attivo ed informato della cittadinanza nella definizione di policy e strategie dell’ente pubblico.

La seconda edizione sarà anticipata  dall’Hackademy venerdì 20 ottobre al pomeriggio presso Open Incet con in programma 4 ore di formazione per gli iscritti a Climathon per approfondire, insieme ad esperti e tecnici degli enti partner, le tematiche della challenge e gli elementi di contesto.

Ulteriore novità è il coinvolgimento di 20 dipeåndenti della PA, per rinforzare la contestualizzazione territoriale, e dei giovani, per migliorare la loro consapevolezza di problemi e soluzioni in ambito climatico.

La sezione Young Climathon è riservata a 20 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, pronti a confrontarsi e sfidarsi sulla medesima challenge. 40 ragazzi delle scuole secondarie di primo grado parteciperanno invece all’Hackademy con un taglio speciale per i più giovani. Le iniziative per gli studenti rientrano nel progetto “Riconnessioni” promosso dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo.

åA conclusione della 24 ore di competizione una giuria composta da esperti e rappresentanti dei partner selezionerà e premierà i progetti migliori. Il gruppo vincitore riceverà premi tecnologici offerti da Vodafone, mentre il consorzio TOP-IX garantirà 6 mesi di accesso alla propria infrastruttura di virtualizzazione e Cloud Computing. A questi si aggiunge il premio speciale “IREN per il Climathon”, con un contributo economico offerto da Iren per sviluppare l’idea progettuale selezionata. Sarà inoltre individuata una “menzione speciale” per Young Climathon.


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Acqua

A Valencia un disastro climatico porta 95 morti e dispersi imprecisati. E’ il più grande disastro naturale in Spagna

L’alluvione che ha colpito Valencia nel 2024 è stata un evento climatico di proporzioni drammatiche, causata dal passaggio di un fenomeno DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos), noto in spagnolo come Gota Fria che ha riversato nella regione una quantità di pioggia senza precedenti.

In meno di 8 ore, si sono accumulati circa 445 millimetri di pioggia, una quantità che solitamente si raccoglie in un intero anno. Questo fenomeno ha trasformato le strade in fiumi, bloccato numerosi trasporti e causato vasti danni strutturali, con interruzioni nelle linee ferroviarie ad alta velocità e nella viabilità locale. I voli sono stati deviati e diverse aree risultano isolate o difficilmente raggiungibili.

Le immagini dell’alluvione mostrano scenari devastanti, con veicoli sommersi, edifici allagati e campi agricoli completamente devastati. La priorità attuale è il recupero dei dispersi e il ristabilimento dei collegamenti essenziali, mentre le previsioni meteorologiche mantengono un rischio di ulteriori precipitazioni nei giorni seguenti, aggravando ulteriormente la situazione​

La disastrosa alluvione che ha colpito la provincia di Valencia nel pomeriggio-sera di ieri, martedì 29 ottobre, è stata innescata da una serie di nubifragi autorigeneranti sviluppatisi all’interno della medesima depressione che nello scorso weekend aveva interessato il Nord-Ovest italiano con eventi alluvionali tra Savona e Genova, in Valle Bormida e in Toscana, e che poi, ormai isolata dal flusso perturbato principale delle medie latitudini (cut-off) è andata a localizzarsi intorno a Gibilterra. Il drammatico bilancio dell’evento è in continua evoluzione, per ora sono accertati 70 morti, ma i dispersi sono a decine.

Secondo AEMET, l’agenzia statale di meteorologia della Spagna, la precipitazione più intensa è stata registrata a Chiva, nell’entroterra 35 km a Ovest della costa di Valencia, con ben 491,2 mm in otto ore (pari alla media di un anno!), di cui 160 in un’ora. Si tratta di un valore tra i più elevati storicamente noti in Europa e nel bacino del Mediterraneo, all’incirca del medesimo ordine di grandezza dei 472 mm caduti in un tempo tuttavia ancora più breve (6 ore) il 25 ottobre 2011 a Brugnato (La Spezia), responsabili dell’alluvione delle Cinque Terre e della Val di Vara, e dei 496 mm piovuti sempre in 6 ore il 4 ottobre 2021 a Montenotte Inferiore (Savona), attuale record italiano su tale intervallo orario (precipitazioni tuttavia avvenute in territori mediamente abituati a ricevere e smaltire il triplo della pioggia annua di Valencia). Sono quantità che nessun territorio, anche se correttamente (e giustamente) manutenuto, può sopportare senza gravi conseguenze.

D’altra parte la Comunità Valenzana non è nuova a questo tipo di episodi, essendo anzi tra le zone maggiormente propense allo sviluppo di violenti nubifragi autorigeneranti in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo, insieme alla Catalogna, al Midi francese (dove si parla di épisodes cévenols o méditerranéens) e alla Liguria, trovandosi alle spalle di un mare caldo che dispensa enormi quantità di energia e vapore acqueo per lo sviluppo dei sistemi temporaleschi, con la complicità di fattori orografici e dinamici locali. Un altro evento drammatico avvenne proprio a Valencia il 14 ottobre 1957 causando almeno 81 vittime per il violento straripamento del fiume Turia che attraversava la città, e di cui – a seguito dell’episodio – venne deciso lo spostamento dell’alveo di 3 km, a sud dell’area metropolitana, dove si trova attualmente.

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Clima

Il mese di giugno 2024 è stato il più caldo mai registrato a livello globale

Il mese di giugno 2024 è stato il più caldo mai registrato a livello globale, secondo il programma europeo per il clima Copernicus. (altro…)


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Clima

Lo stato del clima in Europa nel 2023, il secondo anno più caldo. In due anni i ghiacciai delle Alpi hanno perso un decimo del loro volume

Il Copernicus ECMWF Climate Change Service  e la World Meteorological Organization hanno pubblicato il rapporto sullo stato del clima europeo ESOTC nel 2023. I dati sono presentati nel sito con molte infografiche
e corredati da animazioni. E’ stato l’ennesimo anno in cui gli impatti del Cambiamento Climatico hanno colpito milioni di persone.

Dai numerosi indicatori utilizzati si scopre che  il 2023 è stato l’anno più caldo o il secondo più caldo mai registrato, a seconda del dataset. I tre anni più caldi mai registrati per l’Europa si sono verificati tutti dal 2020 e i dieci più caldi dal 2007.

Il rapporto sullo stato europeo del clima rivela che l’Europa ha vissuto un numero record di giorni con “stress termico estremo” nel 2023. Dal 1970, il caldo estremo è stato la principale causa di decessi connessi al clima e al clima in Europa, con un notevole aumento dal 2000.
Le precipitazioni sono state complessivamente sopra la media del 7% con il fondamentale contributo della forte piovosità nei Paesi intorno al Mare del Nord; record di caldo per i mari, con anomalie fino a +5,5 °C in luglio e agosto nel Mediterraneo e di estensione degli incendi forestali, ma anche di portata dei fiumi in dicembre, con diffuse inondazioni in Europa centrale; inoltre i ghiacciai delle Alpi hanno perso un decimo del loro volume in appena due estati nel 2022 e 2023
Il rapporto rivela che nel 2023, un terzo della rete fluviale europea ha visto i flussi fluviali superare la soglia “alta” delle inondazioni, e il 16% superare la soglia “grave” e che la temperatura media della superficie del mare per l’oceano europeo è stata la più calda mai registrata. Parti del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico nordorientale hanno visto la loro media annuale più calda mai registrata.

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