Innovazione
Una guida alla Notte Europea dei Ricercatori 2017. Sei progetti: Bright Closer, Luna, Society, Sharper e Made in Science.

Anche quest’anno Venerdì 29 settembre 2017 in 52 città italiane e in tutta Europa si svolge la notte europea dei ricercatori. La Notte Europea dei Ricercatori è un’iniziativa promossa e co-finanziata dalla Commissione Europea. L’obiettivo è avvicinare il grande pubblico al mondo della ricerca e in particolare alla figura del ricercatore, mostrando che il ricercatore è una persona normale che fa cose eccezionali, per accrescere nei cittadini la consapevolezza dell’importanza che oggi riveste la ricerca scientifica per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della società.
In Italia La notte dei Ricercatori vive in 6 progetti: In Toscana Bright, in Piemonte Closer, a Bolzano Luna, in Emilia Romagna Society e in tutta Italia Sharper e Made in Science.
In Toscana il progetto Bright punta a migliorare la visibilità e la percezione del lavoro dei ricercatori tra la cittadinanza della Regione, in contemporanea con tutte le iniziative europee della Notte dei Ricercatori. L’acronimo significa “Brilliant Researchers Impact on Growth Health and Trust in research” ovvero : I ricercatori di talento hanno un impatto sulla crescita, la salute e la fiducia nella ricerca, per rappresentare l’aspetto positivo dell’attività di ricerca e divulgare un messaggio di fiducia al grande pubblico. Il progetto porterà i ricercatori nelle strade del centro storico delle molte città coinvolte, e aprirà le porte dei laboratori ai cittadini ad Arezzo, Calci, Firenze, Lucca, Pisa, Poggiponsi, Pontedera, Portoferraio, Prato, Siena e Viareggio.
In Piemonte il progetto Closer abbraccia i valori promossi dalla Responsible Research and Innovation , la RRI il nuovo paradigma che collega scienza e società offrendo l’opportunità di coltivare un interesse comune tra i ricercatori e una varietà di attori sociali tutti impegnati in un dialogo sull’impatto della scienza nella società contemporanea per progettare insieme un futuro sostenibile, eticamente accettabile e socialmente desiderabile. Closer si svolgerà ad Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Torino, Verbania e Aosta organizzato da Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.
Luna a Bolzano è all’insegna del tema The Big Picture: tenere d’occhio il quadro generale pur avendo cura dei dettagli. Secondo gli organizzatori di Luna, scienza e ricerca possono fornire la chiave per aprire le menti e comporre questa Big Picture” i ricercatori racconteranno come possono aiutare a capire meglio il mondo e fornire soluzioni concrete per fronteggiare gli effetti dei problemi globali, anche in una piccola regione. Il 30 settembre 2016, non-stop dalle 17 alle 24, oltre 250 ricercatori apriranno al grande pubblico le porte di 14 location, tra laboratori e istituzioni di ricerca.
A Perugia, Ancona, Cascina, L’Aquila e Palermo la Notte Europea dei Ricercatori si chiama Sharper ovvero SHaring Researchers’ Passions for Engagement and Responsibility, “condividere le passioni dei ricercatori, per il coinvolgimento e la responsabilità”. Dal primo pomeriggio, fino a tarda notte ci saranno attività dedicate a scienza, innovazione e tecnologia, in grado di avvicinare il grande pubblico e il mondo della ricerca. Light City Dress vestirà le facciate di edifici simbolo e palazzi principali delle città con immagini e graphic design, utilizzando contributi provenienti dal mondo della ricerca, mentre nello Storytellers Night Show i racconti diventeranno protagonisti: storie di ricerca e ricercatori ma anche racconti d’arte e di missioni scientifiche.
Society avrà luogo a Bologna, Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Obiettivo del progetto è presentare la ricerca quale uno dei migliori e più efficaci strumenti per raggiungere soluzioni ed idee innovative utili ad affrontare le sfide che la società deve affrontare e portando così ad un tangibile miglioramento nella qualità della vita quotidiana. Society sarà sviluppato secondo molteplici itinerari che richiamano i percorsi e le stazioni di una metropolitana. Ogni linea rappresenta un’area per la quale i ricercatori coinvolti proveranno a individuare e proporre in modo accattivante e interattivo soluzioni e idee a problemi presenti e passati.
In tutta Italia si seguirà il filone principale del 2017 che è Made in Science, la scienza come marchio di fabbrica, una garanzia di eccellenza della ricerca che migliora la vita quotidiana di tutti, simbolo della qualità e prestigio per il nostro Paese. Made in Science sarà l’immagine con la quale le migliaia di ricercatori partecipanti comunicheranno alla società i valori della scienza a Bari, Cagliari, Carbonia, Cassino, Catania, Ferrara, Firenze, Frascati, Genova, Gorga, Grottaferrata, Lecce, Milano, Modena, Monte Porzio Catone, Napoli, Palermo, Parma, Pavia, Reggio Emilia, Roma, Sassari e Trieste.
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Energia
Come è fatta una stazione di rifornimento a idrogeno

Una stazione di rifornimento idrogeno è in tutto e per tutto simile a quello che siamo abituati a vedere nella nostra quotidianità con le stazioni di fornimento di benzina e gasolio. La differenza è che una stazione di rifornimento a idrogeno è asservita a una mobilità idrogeno a zero emissioni. S
i compone di diverse parti, la prima tra tutte è ovviamente l’idrogeno, che può essere prodotto in loco tramite elettrolisi da fonti rinnovabili, oppure può essere trasportato dall’esterno, prodotto esternamente e portato all’interno della nostra stazione di rifornimento, in contenitori gassosi.
Una volta che abbiamo il nostro idrogeno all’interno della stazione di rifornimento, questo deve essere compresso ad altissime pressioni, 900-950 bar circa per poter permettere poi il rifornimento a vetture leggere o pesanti che siano.
Prima di poter però permettere il rifornimento bisogna raffreddare l’idrogeno a temperature intorno ai -40°, questo ci permette di operare in sicurezza un rifornimento in tempi che sono paragonabili a quelli della mobilità tradizionale, nell’ordine dei 5 minuti per fare un piano.
Completa il quadro della situazione della stazione di rifornimento, il dispenser, vale a dire, il bocchettone, che ci permette di fare il pieno, molto simile a quello ad oggi utilizzato per il GPL.
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Idrogeno
La fine di Nikola Corporation la startup che voleva realizzare i camion a idrogeno

Nikola Corporation, che era stata presentata come la Tesla dei camion elettrici a idrogeno ha presentato istanza volontaria di fallimento ai sensi del Chapter 11 delle legge americana.
Nikola Corporation, era stata fondata nel 2014 con l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il settore dell’autotrasporto attraverso l’introduzione di camion elettrici e a idrogeno a zero emissioni.
Nel 2016, viene presentato il primo veicolo, il camion a idrogeno Nikola One, che raccoglie pre-ordini per un valore dichiarato di 14 miliardi di dollari. Nonostante le promesse, il Nikola One rimane un prototipo e viene successivamente rimpiazzato dai modelli Nikola Two e Nikola Tre.
Il 4 giugno 2020, Nikola si quota in borsa, beneficiando dell’ondata di speculazione finanziaria che ha caratterizzato l’anno della pandemia di COVID-19. Il valore delle azioni dell’azienda sale rapidamente, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, nonostante l’assenza di un prodotto commercializzato.
Pochi mesi dopo la quotazione, l’agenzia Hindenburg Research pubblica un’analisi che mette in discussione la validità delle tecnologie e delle affermazioni di Nikola. Il report accusa Nikola di aver simulato il funzionamento del suo camion a idrogeno in un video di presentazione, facendolo scorrere in discesa anziché utilizzare un propulsore funzionante. Le accuse di Hindenburg Research provocano un crollo del titolo Nikola in borsa e un grave danno all’immagine dell’azienda.
In seguito alle indagini della Corte di Giustizia statunitense, il fondatore di Nikola viene accusato di frode e finisce in carcere nel 2021. L’azienda dichiara di voler rispettare la tabella di marcia e di concentrarsi sulla consegna di veicoli elettrici Nikola Tre entro la fine dell’anno.
Nel 2022, Nikola avvia la commercializzazione del Nikola Tre in versione elettrica, prodotto nello stabilimento di Coolidge, Arizona. Un anno dopo, due esemplari del Nikola Tre prendono fuoco a causa di problemi al pacco batterie. L’azienda è costretta a richiamare tutti gli esemplari in commercio e a sospendere la produzione di camion elettrici.
Con una liquidità di soli 47 milioni di dollari e un titolo azionario crollato del 98% in 12 mesi, Nikola è stata ostretta ad avviare la procedura di Chapter 11, mettendo all’asta i propri beni per rimborsare i creditori.
Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l’uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite.
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Idrogeno
Parte la sperimentazione in Lombardia dei treni a Idrogeno e della loro logistica

Entreranno in servizio nel giro di un anno i 14 treni a idrogeno sulla linea ferroviaria lombarda non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, progettati da Alstom, che andranno a sostituire gli attuali treni a gasolio e potranno percorrere fino a 600 chilometri con un pieno, rilasciando nell’aria solo vapore acqueo.
È stato inaugurato a Rovato, in provincia di Brescia, l’impianto per la manutenzione e il rifornimento dei convogli che verranno gestiti da Trenord, mentre altri tre siti sono in fase di costruzione e serviranno a produrre e stoccare l’idrogeno.
I treni verranno alimentati da veicoli provvisti di grandi bombole con pressione a 500 bar. I tempi di rifornimento variano tra 30 e 60 minuti, grazie a un sistema mobile che non necessita di compressione e stoccaggi fissi ad alta pressione.
Sul primo dei 14 treni acquistati attraverso i finanziamenti di Regione Lombardia, arrivato lo scorso 23 gennaio, sono in corso i test e le attività di collaudo necessari per l’avvio del servizio commerciale, previsto entro il primo semestre del 2026. L’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni.
L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da FNM, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede:
- messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante;
- realizzazione di 3 impianti di produzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 a Iseo (mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2), ad Edolo e a Brescia (mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile);
- realizzazione di 4 impianti di rifornimento di idrogeno a Rovato (destinato principalmente alle attività di messa in servizio e successivamente alle fasi di manutenzione dei treni) e a Iseo, Edolo e Brescia (dotati di stoccaggio e destinati a rifornire i treni nel corso del servizio commerciale);
- realizzazione di un impianto di deposito e manutenzione dei treni a Rovato, specificatamente progettato e realizzato per treni a idrogeno;
- adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni interessate dal servizio dei nuovi treni.
Nell’impianto di Rovato sono presenti:
- cinque binari di sosta dei treni all’aperto;
- un impianto di manutenzione treni dotato di due binari al chiuso per la manutenzione (attrezzati per l’accesso al treno tramite fossa di visita e tramite passerelle aeree), un binario coperto all’aperto per il lavaggio dei treni, carroponte, calacarrelli, magazzini, armadi per lo stoccaggio delle batterie di ricambio dei treni, colonnine per la connessione dei treni alla rete elettrica e zona uffici e servizi per il personale;
- un impianto di rifornimento dei treni a idrogeno, attrezzato con dispenser per erogare idrogeno alla pressione di 350 bar e baia per ricovero del carro bombolaio, nonché di impianto di flussaggio e inertizzazione (utile per lo svuotamento dei serbatoi dell’idrogeno del treno quando previsto ai fini manutentivi).
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