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Ambiente

La sfida della sostenibilità ambientale passa anche per le Alpi

La sfida della sostenibilità ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici passa anche per le Alpi. Patrimonio di inestimabile valore per i paesaggi e luoghi unici, oggi l’arco alpino italiano è anche la culla di tante esperienze virtuose, moderne e rispettose dell’ambiente, in grado di dar impulso ad una nuova economia e incentivare un turismo dolce, responsabile e rispettoso della natura. Buone pratiche montane che Legambiente racconta e premia con le tradizionali bandiere verdi di Carovana delle Alpi, la campagna che ogni anno monitora lo stato di salute dell’arco alpino analizzando le buone e cattive pratiche realizzate sul territorio da amministrazioni, imprese, associazioni e cittadini. Quest’anno sono ben 9 le bandiere verdi assegnate dall’associazione ambientalista su tutto l’arco alpino e che riguardano soprattutto diversi esempi virtuosi nell’ambito del turismo sostenibile, un bel segnale che arriva nell’anno internazionale del Turismo Sostenibile indetto dall’Onu. Il Piemonte ha ricevuto 3 bandiere verdi mentre 2 bandiere verdi sono state riconosciute a realtà valdostane.

Su tutto l’arco alpino sono in aumento le buone pratiche, ma non per questo gli atti di pirateria si placano. Se nel passato si osservava una maggior esplosione di progetti del tutto inusitati per follia e per dimensioni (nuovi villaggi turistici, grandi alberghi, ipermegafunivie in cima alle montagne), ora a fianco di un mondo che si va sempre più affermando in termini di sostenibilità, si reitera con caparbietà, sebbene su dimensioni più ridotte e meno creative, l’idea di una montagna che sta tra il luna park e il supermercato. Un luogo dove tutto può essere acquistato e consumato con leggerezza, nel caos più totale. Negli ultimi 150 anni le Alpi hanno registrato un aumento delle temperature di quasi due gradi centigradi, più del doppio della media globale dell’intero pianeta. Il recente Rapporto 2017 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) dedica un capitolo intero alle Alpi per avvisarci di come gli impatti del cambiamento climatico saranno particolarmente rilevanti in questa regione. Principalmente si evidenziano una forte diminuzione di estensione e volume dei ghiacciai, uno spostamento verso l’alto di specie animali e vegetali, un alto rischio di estinzioni di specie, un aumento del rischio di parassiti forestali, un aumento del rischio di frane e valanghe, variazioni del potenziale idroelettrico e riduzione del turismo sciistico. I Protocolli della Convenzione delle Alpi, in particolare il Protocollo turismo (ratificato non solo dall’Unione Europea, ma da tutti gli Stati alpini, Italia compresa) vengono per lo più ignorati dai titolari delle bandiere nere e non solo da questi. La Convenzione stessa è vissuta da quasi tutte le istituzioni come un costrutto astratto e lontano dalla realtà. Si dimentica che essa rappresenta un impegno per gli Stati e un appello agli abitanti dell’arco alpino ad agire congiuntamente per garantire un futuro degno di essere vissuto. Un buon motivo quest’ultimo affinché gli organi preposti (Governo e Parlamento) s’impegnino concretamente e in tempi brevi con normative adeguate (una per tutte quella sui voli a motore a fini ludici in montagna) per rendere più cogenti gli indirizzi, al fine di ottenere ovunque nelle Alpi una corretta applicazione della Convenzione stessa.

“Anche quest’anno con Carovana delle Alpi torniamo a premiare quelle realtà che già oggi promuovono uno sviluppo sostenibile della montagna, creando vivibilità per i residenti, promuovendo turismo di qualità e salvaguardando e valorizzando il territorio – dichiara Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta –. Di pari passo però non mancano i casi di malagestione della montagna, di un’idea distorta di sviluppo, che depreda le risorse ambientali e mortifica l’ambiente e il turismo sostenibile e di qualità. Per poter toccare con mano la realtà montana Legambiente ha in programma per i prossimi mesi un fitto calendario di iniziative organizzate dai circoli territoriali, un modo per tutti i cittadini interessati per conoscere e condividere insieme una visione di montagna capace di futuro”

Bandiere Verdi. Come ogni anno, tra le bandiere verdi si osservano buone pratiche di conservazione delle risorse naturali, dall’acqua alle culture locali, fino alla salute degli abitanti, all’agricoltura sociale e all’agricoltura al femminile. Quest’anno, tra gli esempi più virtuosi del Piemonte si è distinta l’Associazione Dislivelli, che è riuscita, con il progetto “Sweet Mountains”, a portare alla luce la ricca presenza di luoghi sostenibili ed accoglienti sulle Alpi occidentali (oltre duecento), dimostrando che sono le regioni più turisticamente “dimenticate”, ma con un ambiente più integro, a mostrare i maggiori potenziali di sviluppo sull’arco alpino. Bandiera Verde quest’anno anche per l’Unione Montana Valle Maira (CN), per il coraggio e la lungimiranza nel definire il perimetro di sviluppo della Valle Maira, esprimendo con una buona delibera la propria contrarietà alla pratica di qualsiasi tipologia di accesso e di fruizione motorizzata a scopo ludico del proprio territorio. Ad aggiudicarsi la bandiera “green” di quest’anno c’è anche il Comizio Agrario di Mondovì (CN), che vanta un vero primato, ovvero quello di essere l’unico Comizio rimasto in Italia degli oltre trecento costituiti nella seconda metà del XIX secolo, con una attività mai interrotta, nonostante le avversità storiche, e che quest’anno festeggia i 150 anni di attività (1867 – 2017). Bandiere verdi anche per la Valle D’Aosta, che vede in testa l’Associazione di Promozione sociale Forrest Gump e la Fondazione Sistema Ollignan Onlus, per la loro capacità di coniugare l’esigenza di occupazione reale delle persone disabili alla pratica dell’agricoltura di montagna, esente dall’uso di pesticidi fino alla coltivazione biodinamica, costruendo forti sinergie con il territorio in un’ottica di agricoltura sociale.

Bandiere Nere. Di tenore opposto sono le bandiere nere, a testimoniare appunto pratiche obsolete e poco lungimiranti che ancora una volta offendono il territorio senza offrire nuove e razionali prospettive di sviluppo (dal consumo di suolo, all’idroelettrico insostenibile, all’uso di mezzi motorizzati in aree sensibili, fino alle inutili e distruttive strutture sciistiche). A ricevere la bandiera nera quest’anno è il Comune di Rassa (VC), piccolo gioiello valsesiano di appena una settantina di residenti, a 920 metri sul livello del mare – finora fortunosamente risparmiato dalla cementificazione e dallo sviluppo selvaggio – per la sua proposta di realizzazione di un impianto idroelettrico ambientalmente insostenibile. Per la Valle d’Aosta, la bandiera nera spetta a Monterosa S.p.A., per il progetto di realizzazione di una pista da sci di discesa nel Vallone di Indren (Gressoney), spacciandola quale miglioramento di un percorso fuoripista, aggirando le normative e perseguendo progetti di fortissimo impatto sul territorio e sull’ambiente. Infine, bandiera nera anche per l’Amministrazione Comunale di La Thuile, per il progetto di abbattimento di tutti gli edifici del villaggio minatori, detto anche villaggio “Padre Kolbe”, in località Pera Carà, unica testimonianza di campo di prigionia fascista in Valle d’Aosta (Campo P.G. N. 101, Porta Littoria) e punto di interesse per un percorso di turismo minerario.

Iniziative. Tante e variegate le iniziative e gli eventi per questa XVII edizione della Carovana della Alpi: il 22 Agosto, a Courmayeur, è in programma l’iniziativa Guardiamo in faccia il cambiamento climatico! I nostri ghiacciai ce ne parlano, trekking degli ex-presidenti di CIPRA Internazionale e passeggiata sulla balconata della Val Vény, di fronte ai ghiacciai in triste ritirata; il 27 Agosto, a Gressoney-la-Trinité, verrà organizzato un trekking alla conca del Gabiet, per scoprire da vicino i danni che potrebbe provocare la progettata pista di discesa dalla sovrastante Punta Indren. Il 1 settembre, a Barge, nella biblioteca comunale, Legambiente presenterà il “Dossier idroelettrico”, mentre il 3 Settembre, a La Thuile, è previsto un trekking alla scoperta del percorso delle vecchie miniere e degli edifici del campo di internamento fascista “Porta Littoria”, unico campo di lavoro della Valle d’Aosta, i cui edifici rischiano di essere distrutti per far posto ad una zona artigianale; il 10 Settembre, a Doues, è previsto l’incontro con l’associazione “Forrest Gump”, che promuove una felice sinergia tra agricoltura sostenibile e disabilità: seguirà la visita ai campi coltivati ed al laboratorio, realizzato in una struttura messa a disposizione dall’amministrazione comunale, e si concluderà la giornata con una breve passeggiata su percorso accessibile a persone con disabilità ed un festoso pic nic finale. Durante la giornata del 17 Settembre, presso il Castello Rocca de’ Baldi, sarà consegnata la bandiera verde al Comizio Agrario di Mondovì, all’interno di un convegno sull’agricoltura sostenibile. Infine, il 30 Settembre ed il 1 Ottobre, a Monte Rosa Rando, nel contesto dell’iniziativa I colori dell’autunno, sarà organizzato un trekking di due giorni lungo i sentieri del Monte Rosa Rando, percorso di media quota che risale la val d’Ayas (iniziativa realizzata in collaborazione con il Consorzio Operatori Turistici della Val d’Ayas, Bandiera Verde 2016).


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Ambiente

A Cecilia Di Lieto il Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno 2024

È stato assegnato a Cecilia Di Lieto, storica voce di Radio Popolare, il Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno”, alla sua XV edizione. La cerimonia di consegna del Premio si è tenuta venerdì 29 novembre, a Casale Monferrato (AL), la città piemontese teatro da alcuni anni dell’importante riconoscimento promosso da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore che unisce numerose realtà casalesi, all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese e al Comune monferrino. (altro…)


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Ambiente

‘Voglio raccontarti una storia’, successo per lo spettacolo teatrale che racconta la tragedia dell’alluvione del 1994 in Piemonte

Occhi lucidi, ricordi, e tante emozioni hanno accompagnato lo spettacolo teatrale “Voglio raccontarti una storia” andato in scena venerdì 22 novembre 2024 al Cinema Moretta di Alba. L’evento, inserito tra le celebrazioni del Trentennale della grande alluvione che il 5-6 novembre colpì il sud Piemonte, ha fatto segnare il tutto esaurito con una grande partecipazione della cittadinanza e alcuni momenti davvero emozionanti: dall’omaggio ai familiari del Sindaco albese Enzo Demaria che si trovò a fronteggiare nel 1994 l’Alluvione a quello a Mauro Marchiani, Assessore ai Servizi Ambientali del Comune di Lugo di Romagna, centro nel ravennate colpito duramente dalle alluvioni del 2023 e del 2024.

L’evento è stato introdotto dalla vicesindaca del Comune di Alba, assessora alla cultura, Caterina Pasini, che ha ricordato l’importanza di quanto la cittadinanza albese si scoprì unita e solidale per superare un momento così difficile, che aveva causato morte e distruzione chiamata sul palco da Luigi Bosio, Presidente della Cooperativa ERICA che proprio dopo quell’evento tragico iniziò la sua attività. Presenti anche molti Sindaci e rappresentanti dei Comuni del territorio come Castagnito, Ceresole d’Alba, Ceva, Cherasco, Clavesana, Gorzegno, Guarene, Lequio Tanaro, Monchiero, Neive, Ormea, Piozzo, Roddi, Rodello, Serralunga d’Alba, Treiso.

Lo spettacolo, nato da un testo di Roberto Cavallo e per la regia di Oliviero Corbetta, è stato promosso alla Cooperativa ERICA, con il supporto di Stroppiana SpA e la collaborazione della compagnia teatrale “Liberipensatori Paul Valery”. Durante la serata tanti partecipanti hanno potuto acquistare il libro celebrativo “Voglio raccontarti una storia, contenente il testo integrale dello spettacolo: il ricavato di 1500 euro sarà devoluto, come annunciato a fine serata, alla Fondazione Specchio dei Tempo per la sua raccolta fondi a favore dei comuni alluvionati dell’Emilia-Romagna.

Luigi Bosio, Presidente del CdA di E.R.I.C.A. soc. coop. ha dichiarato: “Abbiamo ricordato un momento che ha segnato il nostro territorio, perché la memoria e il ricordo servono per le vecchie e le nuove generazioni ed in qualche modo ci difendono dalle fake news. Sempre ed ancor di più in questo momento in cui i disastri accaduti in Emilia-Romagna, Catania e Valencia pongono l’accento su quanto sia importante tutelare il territorio e l’ambiente in generale. E per questo che l’impegno di E.R.i.CA. su queste tematiche è e sarà continuo per fare in modo che la consapevolezza e la sensibilità delle persone aumenti e contribuisca a mitigare l’impatto di tali eventi in futuro”.


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Ambiente

Mediterraneo sempre più caldo, biodiversità in pericolo: la Pinna nobilis rischia l’estinzione

Il cambiamento climatico minaccia di spingere diverse specie del Mediterraneo verso l’estinzione, trasformando il mare in un ambiente sempre più caldo e tropicale. Tra quelle che rischiano letteralmente di sparire vi è la Pinna nobilis, il mollusco bivalve più grande del Mare Nostrum. In passato era comune trovarne anche decine di esemplari in un fazzoletto di fondale ma, a partire dal 2016, un’epidemia ha determinato una mortalità senza precedenti della specie, con un tracollo di oltre il 95% delle popolazioni e l’inserimento nella lista rossa IUCN in “pericolo critico” (critically endangered). (altro…)


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